tanti muscoli , niente cervello

[Frank]

http://www.repubblica.it/scienze/2012/12/07/news/uomo_primo_passo_in_amore-48277109/

In ginocchio e con un anello in mano,
a chiedere di sposarsi deve essere lui
Uno studio Usa rivela che, malgrado le lotte per l'emancipazione, la proposta di matrimonio viene ancora considerata una prerogativa maschile. Quasi nessuna donna intervistata è disposta a proporre al proprio uomo di sposarla. E il 60 per cento non vede l'ora di prendere il cognome del marito
di SARA FICOCELLI

FIDANZATINE di tutto il mondo unitevi... in matrimonio. Ma solo dopo che lui vi avrà chiesto di sposarlo, possibilmente in ginocchio e con una riviera di diamanti in mano. Dimenticate insomma le conquiste sociali degli ultimi 50 anni: malgrado le lotte per l'emancipazione, le donne vogliono ancora la proposta di matrimonio "old style", fatta dal fidanzato secondo la miglior tradizione sessista, e non c'è coppia che concepisca il contrario se non in termini di "inopportuna eccezione". A dirlo non è il predicatore di qualche strana setta religiosa ma una ricercatrice, Rachael Robnett, psicologa della laicissima università della California di Santa Cruz, che ha intervistato negli anni un campione esteso di studenti eterosessuali, facendo loro domande sul matrimonio e l'equilibrio dei ruoli maschili e femminili al suo interno. 

QUANDO E' LUI A PRENDERE L'INIZIATIVA. AL CINEMA

L'indagine, pubblicata sul Journal of Adolescent Research, ha rivelato che due terzi degli intervistati, sia maschi che femmine, preferiscono che a proporre di convolare a nozze sia l'uomo. Il 60 per cento delle donne sarebbe inoltre ben contento, dopo le nozze, di cambiare il cognome con quello del marito, mentre il 64 per cento degli uomini non farebbe gli stessi salti di gioia a favore di quello della compagna. "Questo modo di ragionare è ancora molto frequente tra i giovani - spiega la Robnett - e spesso proprio i ragazzi, rispetto alla questione matrimoniale, si mostrano sessisti, convinti che la donna debba essere protetta, accudita, che debba insomma ricevere cure speciali".

Robnett parla di "benevolo sessismo", un atteggiamento mentale - e non solo - che dietro una patina appunto benevola e protettiva nasconde una visione della donna denigratoria. "Persone che ragionano in questo modo - continua lo psicologo - pensano che in caso di emergenza la compagna debba essere la prima ad essere salvata, o che nel quotidiano debba esser messa sul classico "vassoio d'argento". Un'apparente gentilezza che in realtà priva la donna della propria autonomia".

Solo il 2,8 per cento delle donne ha dichiarato che non le dispiacerebbe fare il primo passo e chiedere al proprio partner di sposarla, ma nessuno degli intervistati di sesso maschile si è mostrato entusiasta di fronte a questa ipotesi. Agli studenti, nel corso dell'esperimento, è stata anche data la possibilità di motivare la propria risposta e il 41 per cento delle donne e il 57 per cento degli uomini ha semplicemente detto che in una coppia esistono ruoli precisi e che l'equilibrio in questione non va scardinato. Un uomo ha addirittura argomentato che ricevere la proposta dalla fidanzata lo farebbe sentire "meno virile" e una donna che la proposta femminile sarebbe una cosa "inopportuna".

In generale, un quarto delle intervistate ha risposto che la proposta deve partire dall'uomo per una questione di romanticismo (motivazione addotta solo dal 17 per cento degli intervistati) e il 20 per cento che non se la sentirebbe di chiedere la mano del partner per paura di essere rifiutata e il 14 che tale prospettiva è troppo strana o fuori luogo per poter essere anche solo presa in considerazione.

I dati raccolti tra il 2004 e il 2012 nell'ambito dell'American Community Survey, sondaggio dello U. S. Census Bureau, rivelano che il 94 per cento delle donne sposate americane assume il cognome del marito dopo il matrimonio e che la maggior parte delle coppie è convinta che la proposta di nozze debba essere fatta dal partner, possibilmente in ginocchio e con in mano un anello. Un altro studio dell'Università della Virginia rivela che il tradizionalismo è ancora uno strumento di stabilità nella coppia, tanto che, per far diminuire del 30 per cento le possibilità che un matrimonio fallisca, per i giovani è importante che almeno uno dei due sia laureato, che almeno uno dei abbia già compiuto 25 anni, avere un figlio, una fede religiosa, un posto di lavoro dignitoso, un buon reddito e dei genitori ancora sposati.

Il 19 per cento degli uomini e il 22 delle donne intervistate dalla Robnett ha ammesso di non avere preferenze particolari relativamente al fatto di cambiare o meno nome dopo il matrimonio, ma tre uomini su cinque preferirebbero tenersi il proprio e tre donne su cinque cambiarlo. Chi vuol tenersi il proprio lo fa perché spera di mantenere intatta così la propria identità ma anche questo baluardo frana se di mezzo ci sono i figli e il 36 per cento degli uomini è determinato a trasmettere il cognome alla progenie in nome del rispetto della tradizione. Per il 31 per cento delle intervistate prendere il nome del marito è simbolo di unità e devozione e per il 28 per cento un fatto legato ai rapporti di genere.

Non è detto, spiegano gli esperti, che appoggiarsi a questi stereotipi faccia male al rapporto. Secondo uno studio dell'università americana di Buffalo, ad esempio, la chiave di un'unione felice sta nell'idealizzazione del partner. Su oltre 190 coppie di sposi prese ad esame è infatti emerso che una visione del marito o della moglie troppo realistica e paritaria può rappresentare un elemento negativo che porta a dar peso maggiore ai problemi di coppia, con conseguenze spesso disastrose.

"Non c'è niente di male in tutto questo - conclude Robnett - e ci sono coppie che vivono felicemente tutta una vita, pur all'interno di consuetudini sessiste e limitazioni reciproche. Il problema si pone quando questa impostazione dei rapporti impedisce la libera espressione delle i' personalità e il raggiungimento della serenità all'interno della vita familiare. Per far sì che ciò non avvenga ci vuole molta flessibilità e non tutti ne sono dotati".

(07 dicembre 2012)

[Sardus_Pater]

Non è tipico solo del maschio bianco occidentale.
Ad esempio, qui siamo in Russia.

http://www.motoblog.it/post/324103/si-fa-aggredire-da-dei-motociclisti-per-chiedere-la-mano-alla-fidanzata-video

Almeno i russi son più creativi .

[KasparHauser]

http://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/fedez-chiede-la-mano-di-chiara-ferragni-la-proposta-durante-il-concerto-all-arena-di-verona/275090/275639?ref=RHPPRT-BS-I0-C4-P1-S1.4-T1

E se lo fa pure Fedez...vuol dire che non c'è speranza per il futuro. Milioni di fans rincoglioniti che da oggi hanno un sogno nella vita : inginocchiarsi per chiedere di essere sposati, proprio come lui, un grande, Fedez!
Evviva le donne!
A me mi salva l'età perchè sennò, quasi quasi...

[Sardus_Pater]

Fedez è un pirla che non durerà molto a lungo. Di suo ha che ha trovato uno sponsor in quel coglione di J-Ax.

[KasparHauser]

Fedez è un pirla che non durerà molto a lungo.

D'accordo sulla prima parte, dubbioso sulla seconda.

[claudio camporesi]

A me mi salva l'età perchè sennò, quasi quasi...

Kaspar , che intendi dire : che quasi quasi ti dichiareresti , in ginocchio  a quella sottiletta di Chiara Ferragni ?

Per il resto , non credo che Fedez sia un pirla  ( il che non vuol dire che mi piaccia o che lo segua): è, il prodotto della sua epoca . I pirla sono quelli che lo seguono..

[KasparHauser]

Kaspar , che intendi dire : che quasi quasi ti dichiareresti , in ginocchio  a quella sottiletta di Chiara Ferragni ?

Era solo sarcasmo, figuriamoci, trovo quel gesto semplicemente stupido e non so chi debba vergognarsene di più, se chi lo fa o chi lo riceve.
Ma forse chi lo riceve perchè ormai gli uomini sono belli che andati, insalvabili, le donne però che si battano tanto per la parità e poi gli piace conservare vecchi e ingiustificati privilegi...