Per cambiare la situazione bisogna rompere questo circolo vizioso, cerca di coinvolgerla in qualcosa che la tenga occupata.
Il posto fisso in fabbrica è ormai quasi un miraggio, non sarebbe possibile una riconversione in un altro settore? L'agricoltura di qualità nella tua regione va molto bene (esporta anche) e non richiede grandi somme per cominciare; un altro operaio (Amos Boilini) che purtroppo si è ritrovato disoccupato in Emilia ha avviato un commercio online.
A quanto pare, sembra che tu abbia modo di vedere di quale regione sono. Indubbiamente, l' agricoltura dalle mie parti è sempre stata un' attività fiorente, ma chi pensa che basti pagare il biglietto per entrare, si scontra con tutti gli ostracismi e ostruzionismi culturali di una piazza popolata oggi come ieri, da pagliacci e saltimbanchi, con i quali, tradire un' altra forma mentis è emarginante (a proposito dell' italietta). E mettere la maschera si sa che non funziona, perché ognuno è quello che è, e lo sgamano.
Intanto, la mano d' opera agreste è stata perloppiù coperta da maestranze estere e meno costose, qui più tipicamente rumene, rendendo difficile già all' operaio agricolo di casa, di impiegarsi intensivamente come una volta; figurarsi un fuori mestiere.
L' agro più circoscritto alla mia città, è caratterizzato prevalentemente da uno sfruttamento molto parcellizzato e individualista della terra, orientato più alla quantità (per quanto di pregio), che alla qualità. Ovvero, pochi, maledetti e subito. Per cui, ogni vendemmia è una guerra; e i conti possono anche non tornare. Poi, il terreno, le attrezzature, i mezzi, le messe in piedi, le tasse; non minimizzerei sull' occorrenza delle somme.
Non tutti, Vicus, nascono per essere capitani di affari; io mi sono sempre sentito un buon esecutore di compiti, un gregario, un collaboratore. Non mi azzardo, perciò, a improvvisarmi imprenditore senza vocazione, in un contesto in cui andrei se possibile, a peggiorare anche di più la situazione scabrosa con mia moglie.