Autore Topic: Una antifemminista parla di diritti sessuali  (Letto 11670 volte)

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Alberto1986

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Re:Una antifemminista parla di diritti sessuali
« Risposta #45 il: Aprile 30, 2017, 22:52:55 pm »
...Marcello Veneziani, nel Giornale, ha avuto il coraggio di scrivere che il femminismo, insieme al Nazifascismo e il Comunismo è uno dei tre totalitarismo novecenteschi e l'unico dei tre che si è imposto fino ad oggi, per cui molti non lo percepiscono perché lo danno come scontato. Non mi sembra che sia cambiata una virgola.

Una voce fuori dal coro non può fare nulla, perchè può essere denigrata, isolata e/o ignorata. Se noi avessimo uno spazio tutto nostro su testate giornalistiche per la massa, uno spazio libero da censure e da attacchi di potere vari, come ce l'hanno le femministe della 27° ora, l'eretica pagata, ecc., vedresti in poco tempo la differenza. Oggi il femminismo viaggia incontrastato, perchè l'informazione mainstream è a senso unico. 

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Re:Una antifemminista parla di diritti sessuali
« Risposta #46 il: Maggio 01, 2017, 00:50:03 am »
Probabilmente sono aumentate quelle che concepiscono le avventure invece delle relazioni serie, questo ritengo di più dagli anni 80 in poi, ma non ci sono tutte queste interessate a fare esperienza; e poi nei fatti non prendono neanche l'iniziativa.

Infatti l'iniziativa femminile - e per iniziativa intendo "quella vera", non quella tramite facebook e simili -, è solo una leggenda urbana.



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Re:Una antifemminista parla di diritti sessuali
« Risposta #47 il: Maggio 02, 2017, 00:21:40 am »
3° episodio: :D

Il femminismo amalgama uomini e donne, ci crediamo tutti intercambiabili, ma dimentichiamo la potenza maschile, la forza straordinaria di un uomo.

Tutto è mercificato, anche il tempo (come dice il tecnocrate Attali: il tempo è uno spazio da far rendere). Quando persino il tempo è monetizzato (le multinazionali lo comprano sotto forma di pubblicità televisiva in spettacoli su misura per loro) nessun amore è possibile.

Tutto ciò avviene col pretesto femminista di liberare le donne, o per "proteggerle" dall'uomo.

Una volta irretiti in uno stile di vita individualista e consumista, non siete più pericolosi per il sistema. Innanzitutto non vi riproducete, è come la sterilizzazione dei dissidenti. Non siete più il contropotere temuto dai regimi totalitari larvati che ci governano oggi.
Bisogna ridare alla gente una colonna vertebrale, far rinascere l'intelligenza. Il sistema vuol renderci degli smidollati, che non sanno più chi sono, da dove provengono, senza appartenenza sociale e nazionale.
Non capiamo nulla della civiltà occidentale se non ci rendiamo conto che è innanzitutto una cospirazione contro qualsiasi vita interiore.
Sulla guerra dei sessi e la coesione sociale: organizzazione (sociale) e organismo hanno la stessa radice. Se c'è armonia tra le diverse parti del corpo (sociale), tra uomini e donne, e ciascuno svolge il suo ruolo naturale, tutto funziona meglio, una parte è "riconoscente" verso l'altra. Siamo tutti tributari gli uni degli altri. Oggi ci hanno separati, hanno seminato zizzania tra noi, spezzato legami funzionali e aizzato gli uni contro gli altri.
Una società disorganizzata, "disorganica", non può funzionare: è come se i diversi organi del corpo invece di lavorare in sinergia pensassero solo a loro stessi.
L'Islam non trova forza che nel declino della nostra società e ci porta alla regressione. La sola scelta che ci vien posta di fronte è tra il declino consumistico e la regressione islamica (aggiungo: due corpi e un'anima per affondare qualsiasi serio tentativo di miglioramento).
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.