Ho visto la Bignon ed è stata una serata ricca di idee interessanti. Per una volta posso ben dire che è una donna eccezionale (visti anche i tempi),
come dimostrano i fatti.
Mi aspettavo un temperamento più spigoloso, invece ha un carattere mite e gentile, una forza tranquilla che non si impone. Comunica grande serenità e armonia interiore (cosa rarissima in una donna di oggi). Suo marito è molto fortunato.
Veniamo alle domande.
Le ho riassunto l'articolo di Icarus:
http://ilvolodidedalo.blogspot.fr/2014/07/questione-maschile-questione-etica.htmlMi ha detto che è esattamente il messaggio che cerca di far passare. Le battaglie sul piano legale sono importanti ma non bastano, per vincere la guerra bisogna innanzitutto cambiare le persone, fortificare il loro spirito [una società commerciale genera tipi umani ameboidi] e riumanizzare la società donandole anche una dimensione verticale [anticonsumistica].
Si può cominciare con azioni modeste e a contatto con le realtà locali per riprendere a tessere legami sociali autentici, onde scoprire e divenire chi realmente siamo.
Come anticipato, è impegnata in varie azioni di
resistenza civile su temi di portata generale, come si può vedere da questo articolo: "
Avanzeremo a piccoli passi ma non indietreggeremo".
Per quanto riguarda il contatto con la natura ha realizzato, insieme ad altre persone, un progetto non lontano dall'
Arca di Lanza del Vasto.
Gli inizi sono stati modesti, con pochissimi mezzi umani: alcune famiglie hanno cominciato a riunirsi in terre abbandonate per recitare il Rosario. Solo in un secondo momento hanno cominciato a coltivare la terra, fondando una comunità (NON una "comune") sul modello dei borghi medievali, riadattato al presente (quindi:
nessun isolamento nostalgico o bando tecnologico, come ho detto lavora sulle piattaforme Eni, né beni in comune o guru stile India).
Non è stato neppure necessario costruire una cappella, è bastato "okkuparla": la Francia è piena di chiese diroccate spesso molto antiche, l'unico ostacolo sono associazioni di arte contemporanea (cartoni da imballaggio incollati e affini) che vogliono farne dei musei – se non abbatterle per costruire centri commerciali, parcheggi o moschee.
Nota personale:
non occorre essere credenti per realizzare questo, ci sono ad esempio tanti esperimenti riusciti di ecologisti o ex detenuti, che hanno recuperato all'agricoltura terre abbandonate. Il messaggio più importante, e universale di questo progetto che ha successo da anni è che l'agricoltura (o la cultura, i valori umani ecc.) è solo un punto di partenza per ricreare aggregazione, per poi spaziare in azioni di portata generale sul piano sociale e civile..
Altra nota: offrono diversi posti di lavoro nella fattoria, attività in crescita in un contesto di disoccupazione in aumento e di inutilità socioeconomica di lavori resi obsoleti dall'automazione.
Le ho chiesto qual è secondo lei la relazione tra famiglia e contatto con la natura. Ha risposto che in città ci vuole un "supplemento d'anima" perché si è tagliati fuori da tutto, specialmente i cicli naturali. La città è autonoma da qualsiasi elemento naturale, tutto è asettico, anche i frutti non sono stagionali.
La liturgia stessa acquista più senso in campagna perché è legata alle stagioni (avrete capito "quale" liturgia intendo
), nella città sconnessa dalla natura diventa per lo più un evento domenicale.
Per riumanizzarsi, la città deve recuperare il contatto con la natura e i cicli naturali.
Opinione personale: a certe condizioni e con un po' di buon senso, vivere in città non è poi così male.
Ergo, siamo troppo frammentati per poterci spingerci a proporre addirittura "modelli alternativi" di una società della quale non conosciamo minimamente gli esiti che produrrà dopo la sua caduta.
Gli esiti sono largamente previdibili (e previsti). Del resto, come diceva Vico la storia si ripete seppure con varianti secondarie.
Una società disorganizzata implode, semplicemente sparisce. Chi resta sono gli elementi più compatti (vedi Islam).
I cristiani più consapevoli, invece di andare a sbracciarsi in megaraduni anonimi per poi disperdersi, riescono a mettere in piedi oasi di civiltà a dimensione umana, un po' come i benedettini al tempo delle invasioni barbariche.
Il numero (ma parliamo di 300000 persone solo in Francia dove ci sono statistiche certe) conta poco: le abbazie sono ancora lì, i barbari sono stati assorbiti dalla nuova civiltà.
Dio-patria-famiglia hanno sempre funzionato meglio (se non altro assicurando la continuità della specie) di esperimenti disumani falliti dopo pochi decenni, per non parlare del capitalismo finanziario globale - e annesso femminismo - che è alla resa dei conti.
Da un Rosario in terre abbandonate si è passati a una
resistenza civile organizzata di risonanza nazionale (cui cioè partecipa gente di tutto il Paese e di tutte le professioni). Come già visto nella storia, in un contesto di caos (organizzato) basta una scintilla di civiltà per cambiare il mondo. Con un po' di pazienza.
Post lungo, ma c'è ancora da dire!