Autore Topic: Capitalismo e comunismo,semafori e rotonde  (Letto 2760 volte)

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Offline Salar de Uyuni

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Capitalismo e comunismo,semafori e rotonde
« il: Aprile 23, 2017, 22:04:22 pm »
Oggi viviamo in un'epoca in cui il comunismo viene percepito come antistorico e il mercato sembra far da sovrano.
Oggi viviamo in un'epoca in cui se potessero mettere una rotonda nel tuo cesso,l'assessore all'urbanistica ne andrebbe fiero.
Questo paragone che sembra  da neurodeliri non è poi così da neurodeliri.
Il semaforo rappresenta bene la pianificazione e la programmazione dall'alto della società.
Senza semafori sarebbe impossibile creare qualsiasi programmazione del flusso del traffico dall'alto.
La rotonda somiglia al capitale,è avvantaggiato chi c'è già dentro,chi si trova in un'arteria ad alto flusso di traffico è avvantaggiato e chi si trova in una a minor flusso fa fatica a entrare.
E' necessario ''buttarsi'' nel traffico senza aspettare di averne effettivamente diritto altrimenti non si entra mai,chi è principiante nelle rotonde ha le sue difficoltà.

Voi cosa preferite?
Lo stato semaforo,o il mercato rotonda?
In realtà ci sono condizioni che mi fanno preferire la rotonda e situazioni che mi fanno preferire il semaforo.

Quando si confrontano situazioni ad alto flusso di capitale,e situazione a basso flusso come nell'ingresso del mondo del lavoro nella grande impresa,senza le regole del semaforo,il lavoratore non entrerà mai nel flusso,se non c'è uno stato che delibera dopo x tempo,tu impresa assumi a tempo indeterminato.

Diverso il caso in cui si confrontano il lavoratore e la piccola impresa,la piccola impresa deve godere di una flessibilità che le è necessaria altrimenti muore,come quelle piccole imprese che muoiono perchè assumono una donna come unico dipendente e questa si fa mettere incinta,la donna rovinerà l'impresa rovinando il proprio futuro e quello dell'impresa.
Io non sono un giuslavorista ma faccio presente che già l'articolo 18 prevedeva questa differenza,e allora perchè abolirlo,chi poteva danneggiare?

Al tempo stesso il mercato rionale deve poter essere autoregolato,il numero delle uova non può essere stabilito dal ministero,non vi pare?
Ma il mercato borsistico può regolarsi da solo?
Che succederà al piccolo risparmiatore che si mette nelle mani dei grossi capitali che giocano ad altalena spostandosi alternativamente a seconda di dove è seduto il parco buoi giocando a proiettarli per aria mettendoci il proprio culo sopra quando gli altri sono seduti dall'altra parte?

Lo stato dev'essere presente dove c'è asimmetria,il mercato dove c'è simmetria.
Semafori e rotonde,entrambi sono necessari.
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Vicus

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Re:Capitalismo e comunismo,semafori e rotonde
« Risposta #1 il: Aprile 24, 2017, 00:23:38 am »
Il modello ad economia mista (Stato che guida la crescita del mercato) è quello che ha fatto crescere l'Italia molto più dei Paesi liberisti (UK).
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline bluerosso

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Re:Capitalismo e comunismo,semafori e rotonde
« Risposta #2 il: Aprile 24, 2017, 09:07:33 am »
Il modello ad economia mista (Stato che guida la crescita del mercato) è quello che ha fatto crescere l'Italia molto più dei Paesi liberisti (UK).

Il modello liberale, nella sua accezione dottrinale, prevede che lo stato (e solo lo stato) sia il regolatore del mercato.
Sembra poco? Non credo.
La stessa regola prevede che però lo stato non sia un "player" (se non in forma residua ed in assenza del privato)
Che invece è il modello Italiano (tra qualche ora potrebbe fallire Alitalia....esempio di eutanasia di stato).

Esclusa l'esperienza di Einaudi, l'Italia non ha praticamente conosciuto il modello liberale.
Nemmeno in forma partitica (sempre scarse performance elettorali)
Ottocento miliardi di bilancio pubblico tutto intermediato dalla politica (dalla cancelleria d'ufficio agli armamenti) e un debito pubblico di oltre 2.200 miliardi (tolti i primi trent'anni di repubblica in buona parte creato per spesa improduttiva e clientelare) non ne fanno un campione di liberismo.

Banche pubbliche (ora poche...ma fino a ieri in maggioranza). Aziende (e manager) di stato. Scuole, sanità, trasporti, pensioni.
Ogni snodo dove è possibile l'intermediazione economica (pubblica)....la c'è lo Stato.
Per l'interesse collettivo? Speriamo.

Eppure gli Italiani a mio avviso incarnano (nel loro agire) il modello liberale: quando se ne creano le condizioni (nel micro) si comportano da perfetti liberali.
Le alte performance nei mercati esteri (per definizione non protetti) ne sono la prova più evidente.

E' un modello indigeno tutto particolare, temperato dalla presenza di una fortissima morale cristiana-cattolica, che a differenza del protestantesimo dei paesi del nord ci rende (vivaddio) meno aggressivi e spregiudicati.
Il boom economico si è realizzato in Italia in sostanziale clima di deregolamentazione e bassissima presenza dello Stato (anche fiscalmente), accompagnata da una fortissima iniziativa privata (chimica, meccanica ed edilizia in testa).
Quelle condizioni sono irripetibili (c'era stato il dopoguerra) ma hanno fornito un quadro delle potenzialità del sistema Italia, che andrebbe studiato e valorizzato. Io ci credo.

Il disastro è stata la finanziarizzazione dell'economia globale, che però ha poco a che cedere col modello liberale classico.
E che non ha caso è stato utilizzato anche dalla politica (che avrebbe dovuto regolarlo) in maniera criminale: derivati per ripianare il debito di bilancio  :sick:


p.s. - domanda: esiste, per quello che ci riguarda, un nesso causale tra la crisi economica degli anni settanta e l'esplosione del fenomeno femminismo (in continuità coi movimenti marxisti). Penso di si.
Volgarizzo: il maschile è il mercato, il femminile è lo stato.



Offline ReYkY

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Re:Capitalismo e comunismo,semafori e rotonde
« Risposta #3 il: Aprile 24, 2017, 09:28:36 am »
Ciò che manca agli italiani non è il socialismo o il liberalismo ma il sale in zucca.
Nell'Europa del nord funzionano sia i sistemi liberali sia sistemi social-democratici.


L'Italiano: è liberista coi diritti altrui e socialista coi propri. Questo è.
Vorrebbe vedere la sanità pubblica abolita però si presenta al pronto soccorso per un raffreddore (e si lamenta persino del "servizio"), così come tutto il resto...


L'unico momento in cui questo paese ha avuto il progresso* è stato necessario instaurare una dittatura.


*non lo dico io ma gente del calibro di Margherita Hack. http://www.fanpage.it/margherita-hack-il-fascismo-modernizzo-l-italia/

Offline bluerosso

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Re:Capitalismo e comunismo,semafori e rotonde
« Risposta #4 il: Aprile 24, 2017, 09:50:09 am »
No ti prego.
Tutto....ma Margherita Hack no!
Una cretina che ha passato la sua vita osservando lo spazio per dimostrare che Dio non esiste.
Poiché non ne ha trovato traccia.  :ohmy:
Esilarante.
Ella ha rappresentato per me un campione del nostrano conformismo dell'anticonformismo.
E da li il suo successo mediatico......

Offline ReYkY

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Re:Capitalismo e comunismo,semafori e rotonde
« Risposta #5 il: Aprile 24, 2017, 10:02:52 am »
Di Margherita Hack non ho una buona opinione neanche io, però di certo non era una missina o l'ultima degli ignoranti.
Anzi, appunto perché donna e atea le sue parole verso il vituperato ventennio acquistano ancora più valore.

Offline bluerosso

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Re:Capitalismo e comunismo,semafori e rotonde
« Risposta #6 il: Aprile 24, 2017, 11:13:07 am »
Guarda...non mi sorprende affatto che la compagna Margherita faccia apologia per il fascismo.
No. Proprio no.
La signora è sta la degna rappresentante di quella schiuma Italiana che ha attraversato tutte le esperienze politiche del proprio tempo coltivando la sola abilità che queste persone conoscono. Ondeggiare...barcollare...ma mai cadere.
Nata borghese, morta borghese.
Ha vissuto di una comoda e "prestigiosa" carriera, in una comodissima struttura pubblica (università) con tanto di stipendio pubblico, pubblicando milioni di pagine pagate coi sodi pubblici, e finendo la sua esistenza con una pensione pubblica.
Amen.
E siccome sono cattolico praticante, spero che il Signore (che ha tanto inseguito) l'abbia accolta tra le sue braccia misericordiose.



« Sarebbe ora di finirla con questa damnatio memoriae per cui la storia del Novecento ruota intorno ai comunisti, agli ex comunisti e ai comunisti o filocomunisti pentiti. C'è una grande storia che è stata rimossa: quella degli antitotalitari democratici e liberali – anticomunisti e antifascisti – che non hanno avuto bisogno di rivelazioni tardive, di omissioni generalizzate e di compiacenti assoluzioni »

(Vittorio Foa, Intervista al Il Messaggero del 13 agosto 2006) Fonte Wikipedia

Offline ReYkY

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Re:Capitalismo e comunismo,semafori e rotonde
« Risposta #7 il: Aprile 24, 2017, 11:18:04 am »
Qui nessuno sta facendo apologia di fascismo, tutt'altro, quel periodo rimane tragico e nessuno lo nega, ma sotto tanti punti di vista oggi lo è persino di più.

Offline bluerosso

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Re:Capitalismo e comunismo,semafori e rotonde
« Risposta #8 il: Aprile 24, 2017, 12:09:15 pm »
Qui nessuno sta facendo apologia di fascismo, tutt'altro, quel periodo rimane tragico e nessuno lo nega, ma sotto tanti punti di vista oggi lo è persino di più.

Naturalmente parlavo dell'apologia della Sig.ra Hack.
Io faccio l'architetto.
Nonostante la censura ipocrita dell'intellighenzia accademica italiana del dopoguerra, ho sempre considerato l'architettura del ventennio fascista l'ultimo grande esempio di architettura. E non solo italiana, ma mondiale.
Prima dell'avvento dell'international style: architettura decontestualizzata, globalizzata, che ha distrutto, banalizzandola, l'immagine urbana dei centri di ogni paese a livello planetario. Architettura razionalista, applicabile indistintamente, a Bombay come a Caracas, a Roma come ad Il Cairo.

Ma però io non ho mai avuto nulla a che fare con l'ideologia fascista.
Non ne ho fatto parte per poi...."tradirla" col suo opposto. Utilizzandone il meglio e rifiutandone il peggio.

Sono stato per moti anni fidanzato con la nipote (fratello del padre) di un ufficiale dell'Esercito Italiano che nel '43 subì il tragico destino del "tradimento" fascista a Cefalonia.
Ironia della sorte, lui pure giovane studente di architettura....


Offline Frank

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Re:Capitalismo e comunismo,semafori e rotonde
« Risposta #9 il: Aprile 24, 2017, 14:21:01 pm »
L'unico momento in cui questo paese ha avuto il progresso* è stato necessario instaurare una dittatura.

Vabbè, questa è una delle tante teorie che lasciano veramente il tempo che trovano.


Citazione
Qui nessuno sta facendo apologia di fascismo, tutt'altro, quel periodo rimane tragico e nessuno lo nega, ma sotto tanti punti di vista oggi lo è persino di più.

Ad esempio?
Femminismo a parte, che all'epoca non dominava di sicuro, cosa c'era di tanto bello in quel periodo?


@@

Per quanto mi riguarda e nonostante le rogne odierne, son felice di esser nato in questa epoca, piuttosto che in quella.

Comunque, caro ReYkY, visto e considerato che pure tu sei convinto che altrove se la passino sempre e comunque meglio degli italiani, hai mai preso in considerazione l'ipotesi di emigrare?
Non è una provocazione ma una semplice domanda.
Voglio dire: come si fa a passare la propria esistenza a lamentarsi del proprio Paese, che farebbe schifo in tutto e per tutto, rispetto al resto del mondo,* e non prendere la decisione più saggia? Cioè andarsene?

>

* Come son solito dire e scrivere da anni:
"Quale parte del mondo?"

Offline claudio camporesi

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Re:Capitalismo e comunismo,semafori e rotonde
« Risposta #10 il: Aprile 24, 2017, 15:43:15 pm »
Frank , tutte le persone che ho frequentato  , per dovere o per diletto , nella prima parte della mia vita , sono nate nel ventennio. Tutti rimpiangevano la loro giovinezza ,ma nessuno ricordava quell' epoca con particolare  nostalgia: era stata troppo grande la disillusione per rimpiangere un tempo di solo ordine e disciplina.Sarebbero divenuti nostalgici solo negli anni settanta, quando la societa' inizio ' a mutare radicalmente.
Quelli, invece,  piu' anziani , nati nella seconda parte dell' ottocento  ( diciamo dal 1870 in avanti), conosciuti da bambino quando oramai eran vecchissimi , dei loro tempi ricordavano solo due cose : la fame e la miseria.Giunti ottantenni nell' Italia del boom economico , nati in condizioni  non molto diverse da quelle medioevali , avevano  visto la conquista della luna , i primi vagiti della liberazione sessuale e del femminismo.Si indignavano per i nostri capricci e di loro mi e' rimasta impressa la rassegnazione  di fronte alla malattia ed al dolore fisico.

Offline bluerosso

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Re:Capitalismo e comunismo,semafori e rotonde
« Risposta #11 il: Aprile 24, 2017, 16:06:15 pm »

* Come son solito dire e scrivere da anni:
"Quale parte del mondo?"

Credo che siamo "obbligati" ad essere italiani.
Questo è il nostro paese. E' il cognome che portiamo.
Gli unici sforzi ammessi sono quelli per migliorarlo. Se no è come sputare controvento.....

Offline Frank

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Re:Capitalismo e comunismo,semafori e rotonde
« Risposta #12 il: Aprile 24, 2017, 19:49:03 pm »
Quelli, invece,  piu' anziani , nati nella seconda parte dell' ottocento  ( diciamo dal 1870 in avanti), conosciuti da bambino quando oramai eran vecchissimi , dei loro tempi ricordavano solo due cose : la fame e la miseria.Giunti ottantenni nell' Italia del boom economico , nati in condizioni  non molto diverse da quelle medioevali , avevano  visto la conquista della luna , i primi vagiti della liberazione sessuale e del femminismo.Si indignavano per i nostri capricci e di loro mi e' rimasta impressa la rassegnazione  di fronte alla malattia ed al dolore fisico.

Non ne dubito.
Infatti io non provo la minima "invidia" per chi nacque in quell'epoca, in cui la vita media non arrivava ai 40 anni* e si moriva per un nonnulla.
Per non parlare di altro.

@@

* Nel 1865 la vita media degli italiani era intorno ai trentasette (37) anni di età. Meno dell'odierno Afghanistan.
Anche lo scarto tra uomini e donne era di sei mesi - secondo altre fonti di quattro mesi; ma in ogni caso, poco cambia.

Offline Frank

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Re:Capitalismo e comunismo,semafori e rotonde
« Risposta #13 il: Aprile 24, 2017, 19:53:21 pm »
Credo che siamo "obbligati" ad essere italiani.
Questo è il nostro paese. E' il cognome che portiamo.
Gli unici sforzi ammessi sono quelli per migliorarlo. Se no è come sputare controvento.....

Concordo.
E' ciò che penso anch'io.