QUALSIASI genitore o educatore lo sa: i giovani maschi tendono spesso ad agire d’impulso, senza riflettere sulle conseguenze di quello che fanno. Indiziato numero uno per questo tipo di comportamenti è il testosterone, ormone prodotto soprattutto dai testicoli (un po’ lo secernono anche ovaie e corteccia surrenale), che raggiunge il suo picco di produzione proprio intorno ai venti anni e che si sa essere legato ad aggressività e impulso sessuale.
Ma può un ormone ostacolare anche la capacità di prendere decisioni ragionate? O magari dietro all’impulsività, ci sono altri fattori, come il desiderio di stupire o la pressione del gruppo? Per capirlo Colin Camerer, economista del California Institute of Technology, ha organizzato un semplice test basato su domande "trabocchetto", che inducevano a dare una risposta intuitiva, ma sbagliata, mentre la risposta esatta richiedeva un ragionamento più approfondito.
Per esempio, se una racchetta con una palla costa 1,10 euro, e la racchetta costa un euro più della palla, quanto costa la palla? Viene da rispondere di getto 10 centesimi, ma è un errore, perchè così la racchetta costerebbe solo 90 centesimi di più. La risposta giusta, a cui si arriva con qualche secondo di riflessione, è che la palla costa 5 centesimi. Al questionario sono stati chiamati a rispondere 243 giovani uomini, a una metà dei quali, scelta casualmente, è stato applicato un gel al testosterone sulla pelle, per aumentarne la concentrazione nel sangue, e all’altra metà un gel inerte, come placebo.
LEGGI Uomini e donne, come reagiscono allo stress
Per evitare che i volontari rispondessero in modo svogliato o affrettato, Camerer ha previsto un premio in denaro, un dollaro a risposta esatta, e non ha fissato limiti di tempo per terminare il test. Come riportato su Psychological Science, il controllo delle risposte e dei video dei volontari mentre rispondevano, ha dato risultati molto chiari: quelli che avevano ricevuto il gel al testosterone hanno fatto il 20 per cento in più di errori di quelli che avevano ricevuto il placebo, e anche il modo in cui hanno risposto è stato rivelatore.
«I volontari con i livelli di testosterone aumentati ci mettevano più tempo a dare le risposte giuste e meno tempo a dare quelle sbagliate rispetto agli altri» dice Camerer. «Questo fa pensare che il testosterone alteri le capacità cognitive aumentando troppo il senso di fiducia nelle proprie intuizioni, spingendo così a rispondere d’impulso e soffocando quei dubbi che ci permettono di autocorreggere il nostro comportamento».
Quindi il testosterone non solo fa diventare più aggressivi, inducendo a comportamenti rischiosi, ma rende anche meno capaci di riflettere su quanto si sta facendo. E questo può avere conseguenze disastrose non solo a livello individuale, ma addirittura di economia globale: nel 2007 il neuro scienziato John Coates, dell’Università di Cambridge, misurando per alcune settimane i livelli di testosterone nella saliva di alcuni broker della City di Londra, scoprì che il combinare buoni affari faceva andare alla stelle i livelli dell’ormone, e che più il testosterone saliva, più si lanciavano
in azzardate compravendite di titoli rischiosi, in un pericoloso circolo vizioso. Le loro colleghe, nelle cui vene scorre circa un decimo del testosterone presente nei maschi, tendevano invece a restare più calme in caso di buoni affari e a mantenere un comportamento più razionale.
Si potrebbero portare il prof. Colin Camerer e il prof. John Coates in mezzo alla giungla del Borneo, con un cacciavite ed un pezzo di spago (ma non a testa eh!).
E aspettare che se ne escano.
Poi chiedergli di rifare i test......