I sistemi giuridici occidentali esistenti, sia quello romano-gemanico (che, sinteticamente, poggia su ciò che prevede la Legge) sia quello di derivazione anglosassone, il common law (che si fonda sulle pregresse sentenze giurisprudenziali), hanno già stabilito che gli handicappati e le donne, come soggetti svantaggiati, debbano a loro volta avere dei vantaggi specifici da parte della Legge e dell’intera società.
Senza entrare nel merito, in tutto questo esiste comunque un evidente cortocircuito logico: se un handicappato non è ancora materialmente uscito dal grembo materno, la sua vita vale meno di zero mentre se la madre decide di non ucciderlo, appena uscito dal suo ventre, sarà portatore di molteplici diritti e norme a sua tutela come e talvolta più di un cittadino psico-fisicamente sano.
Abortire è uccidere materialmente il proprio figlio. La scienza ci dice che la vita umana inizia con il concepimento, da quel momento il concepito è un essere umano già completo di tutto ciò che gli serve per diventare un uomo o una donna di 80 o 90 anni. Ciò che varia è soltanto il fluire del tempo dentro e fuori il grembo materno: 2 mesi, 4 mesi, 5, 10, 50 anni etc.
Il fatto che il concepito non sia completamente sano non toglie e non aggiunge nulla alla sua condizione biologica di essere umano.
Le femministe affermano che la legge 194 è stata (ed è) necessaria per combattere l’ “aborto clandestino” in quanto prima dell’entrata in vigore della legge sull’aborto – dicono – c’erano milioni di aborti clandestini e decine di donne morivano sotto i ferri delle “mammane” pertanto, legalizzare l’aborto, naturalmente a spese di tutti i cittadini, è necessario per permettere alle donne di abortire in un luogo – sempre a loro dire - “pulito e sicuro” in maniera tale da permettere di abortire sia le donne facoltose che quelle meno abbienti.
Questo ragionamento non ha nulla da eccepire ed in effetti milioni di persone, addirittura antifemministi in buona fede, sono stati convinti dalle femministe dell’ineluttabilità dell’aborto.
Tuttavia, a questo ragionamento, vorrei aggiungere qualcosa…
Come antifemministi noi sappiamo ed abbiamo fatto proprio questo postulato matematico: la femminista è una bugiarda, la sua più grande abilità è quella di saper miscelare piccole verità che magari gli scappano nel parlare, a grandi menzogne in maniera tale che, con il passare del tempo, la gente impari ad apprezzare e degustare perfino le deiezioni corporali.
Oltre a ciò bisogna tener presente che la femminista è anche un grande ipocrita:
1 – Le azioni delittuose e criminali sono ipso facto “clandestine” a meno che lo Stato non le legalizzi.
Ogni giorno in Italia si consumano furti, omicidi, stupri, truffe, traffici di sostanze stupefacenti etc una situazione drammatica che condanna decine e decine di ladri, di assassini, di stupratori, di imbroglioni e di pusher a condurre le loro attività in “clandestinità”: un assassino (che magari ha commesso il delitto per un movente “plausibile”) per uccidere può farsi male o persino morire idem per lo spacciatore, lo stupratore, il ladro, perché allora non permettere allo Stato di fornire la droga in maniera tale che il malcapitato possa drogarsi in una stanza “pulita e sicura”? Perché non varare delle norme che consentano in qualche modo a ladri, politici ed imbroglioni di poter continuare a rubare e truffare impunemente?
Al contrario, se un uomo ha stabilito un divieto, l’esistenza della violazione è appunto la prova provata della necessità di quel divieto.
Il codice penale, come d’altronde tutto il diritto è materia viva in continua evoluzione, esso prevede e sanziona talune azioni che gli uomini compiono ciò che cambia è invece la percezione della società di un dato evento come giusto o ingiusto e quindi da punire.
La percezione sociale occidentale è a sua volta pesantemente influenzata da chi detiene il monopolio dell’informazione: la televisione ed i mass media non mancano occasione per essere il megafono del femminismo e diffondere con sicumera il proprio virtuosismo falso ed ipocrita, la loro bassezza e le loro calunnie.
2 – Il fatto che un’azione delittuosa o riprovevole possa essere pericolosa per per chi la compie non è un argomento valido per essere lecito, tutelato dal servizio sanitario nazionale e dunque pagato con i soldi di tutti gli altri cittadini.
Che l’aborto possa essere “pericoloso per una donna” è, occorre dirlo a chiare lettere, un argomento non valido perché o l’aborto non configura la gravissima ed irreparabile violazione di un diritto altrui (il diritto fondamentale alla vita) ed allora è pacifico che tale atto debba avvenire con le migliori garanzie sanitarie per la salute della donna oppure con l’aborto si viola il precetto giuridico e morale che vieta di uccidere un essere umano, per giunta completamente e totalmente innocente ed indifeso…
Se un uomo o una donna decide di rapinare una banca, uccidere un’altra persona, stuprare, rubare, spacciare etc. deve mettere in conto delle possibili conseguenze, anche per la sua persona, relative alla condotta posta in essere.
E’ l’aborto che uccide, sempre il figlio, talvolta la madre.
La responsabilità dunque del decesso non è in alcun modo ascrivibile solo e soltanto a chi avrebbe dovuto rendersi complice dell’omicidio.
3 – Un azione riprovevole e biasimabile non si scoraggia rendendola lecita.
In Italia spesso si aprono dibattiti su come affrontare un evento delittuoso o una particolare emergenza criminosa in maniera più efficace.
Tuttavia, nessuna persona sana di mente direbbe che per combattere l’evasione fiscale, le estorsioni o gli omicidi sia necessario legalizzarli per cui non non vedo alcun motivo per cui si dovrebbe fare un’eccezione per quanto concerne l’aborto.
4 –Da ultimo, come per ogni altro genere di dati e statistiche diffusi dalle femministe, anche quelli relativi alla consistenza numerica dell’aborto clandestino sono totalmente falsi.
Le femministe hanno parlato di decine di migliaia di donne morte ogni anno in Italia per aborti clandestini prima dell’entrata in vigore della Legge 194 quando le statistiche ISTAT relative a quegli anni mostrano chiaramente che ogni anno in totale e per tutte le possibili cause di morte, decedeva un numero di donne in età fertile di gran lunga inferiore.
Anche in questo caso la femminista adopera le sue armi principali: la menzogna e la truffa.