Le reazioni dei media sono tutte positive, tranne quelle de La Stampa:
E' sempre l'Otto Marzo
Non è una sentenza neutra. E ha conseguenze molto negative per le donne. È un cambiamento di rotta che ignora la problematiche sociali e storiche della condizione delle donne all’interno della famiglia come nella società.
Secondo il nuovo principio di diritto affermato dalla sentenza, in aperto contrasto con un orientamento ormai consolidato della Corte, per il riconoscimento dell’assegno di divorzio il giudice deve verificare la mancanza di mezzi adeguati o comunque la impossibilità di procurarseli per ragioni oggettive, con esclusivo riferimento all’indipendenza o autosufficienza economica desunta dal possesso di redditi e/o di cespiti mobiliari o immobiliari e dalle capacità e possibilità effettive di lavoro personale. Al tenore di vita tenuto durante il matrimonio si farà, invece, riferimento solo per il quantum dell’assegno.
La maggioranza delle coppie, non ha redditi elevati. E soprattutto il coniuge più debole è nella stragrande maggioranza dei casi la donna. Le coppie sono asimmetriche da un punto di vista economico, ma anche dal punto di vista del lavoro non retribuito.
L’uomo guadagna di più perché ha anche avuto alle spalle una donna che ha fatto i salti mortali per far quadrare il tutto e magari lavora complessivamente più di lui. Le donne hanno fatto rinunce sul lavoro per far fronte al lavoro di cura, l’hanno interrotto, o hanno fatto part-time. Ebbene queste donne corrono il serio rischio di non vedersi riconosciuto alcun assegno perché economicamente autosufficienti.
E l’autosufficienza economica come andrà determinata? Qual è il reddito minimo che garantisce l’autosufficienza? Può essere determinata questa condizione di autosufficienza senza tenere conto delle pregresse condizioni di vita?
La prova a carico del coniuge richiedente della impossibilità di procurarsi mezzi adeguati per ragioni oggettive si presta a più rilievi critici. Se i divorzi avvengono per la maggior parte in età non più giovane, quali possibilità avrà una donna vicina ai 50 anni di rimettersi in gioco nel mercato del lavoro senza avere speciali qualificazioni?
La sentenza parla di una società che cambia rispetto al matrimonio, dando per scontato un’uguaglianza dei coniugi che non c’è. Con questo approccio si accentuerà la asimmetria economica esistente tra i due ex coniugi e a rimetterci saranno le donne.