Autore Topic: Antonio Socci: Commoventi documenti sul fatto storico della resurrezione di Gesù  (Letto 954 volte)

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Offline Stendardo

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COMMOVENTI DOCUMENTI SUL FATTO STORICO DELLA RESURREZIONE DI GESU'
La testimonianza di Giuseppe Flavio, storico, politico e militare ebreo, nato a Gerusalemme (VIDEO: agente FBI dimostra con metodi investigativi scientifici l'autenticità storica dei vangeli)

di Antonio Socci
Tra le fake news più diffuse su Gesù c'è quella secondo cui non vi sarebbero documenti storici, databili al suo tempo, che parlano di lui e della sua resurrezione.
E' vero il contrario: ce n'è una quantità sorprendente (l'elenco si trova nel mio libro "La guerra contro Gesù"). Ed è un fatto insolito. Perché nemmeno su Alessandro Magno abbiamo tali e tante fonti storiche (in effetti su di lui ci sono pervenuti solo testi scritti a quattrocento anni di distanza dalla sua vita e sono pure poco attendibili).

TESTIMONE
Una delle testimonianze non cristiane più impressionanti su Gesù è quella di Giuseppe Flavio, storico, politico e militare ebreo, nato a Gerusalemme nel 37 d.C., che - dopo la distruzione di Gerusalemme da parte dei romani - visse a Roma nella cerchia imperiale.
Nelle sue "Antichità giudaiche", del 93 d.C., parla di Giovanni Battista e poi scrive: "Visse in questo tempo Gesù, uomo sapiente, se pure lo si deve definire uomo. Infatti egli compiva opere straordinarie e fu maestro di uomini che accolgono con gioia la verità, e così ha tratto a sé molti Giudei e anche molti Greci. Egli era il Cristo. Anche quando, per denuncia di quelli che tra noi sono i capi, Pilato lo fece crocifiggere, quanti da prima lo avevano amato non smisero di amarlo. Egli apparve loro il terzo giorno di nuovo in vita, secondo che i profeti avevano predetto di lui tutto ciò e mille altre meraviglie. Ancora oggi sussiste il genere di quelli che da lui hanno assunto il nome di Cristiani".
La cultura laica moderna ha decretato che in questa pagina - chiamata "Testimonium flavianum" - siano presenti delle interpolazioni cristiane successive.
Sarebbero queste: "se pure lo si deve definire uomo", "egli era il Cristo", "quelli che tra noi sono i capi" e "apparve loro il terzo giorno di nuovo in vita".
E' significativo che non sia stata contestata come interpolazione la frase "compiva opere straordinarie" (cioè faceva miracoli): forse perché questa cosa è confermata anche da altri autorevoli fonti ebraiche.
Ma sul resto? Cosa pensare?

LA VERSIONE DI AGAPIO
La soluzione della controversia sembrò arrivare nel 1971 quando uno studioso israeliano, il professore Shlomo Pinès dell'Università Ebraica di Gerusalemme, ritrovò una diversa versione del Testimonium in un codice arabo del X secolo, la "Storia universale" di Agapio, vescovo di Hierapolis, in Siria.
Eccola qua: "In questo tempo viveva un uomo saggio di nome Gesù. La sua condotta era buona ed era stimato per la sua virtù. Molti furono quelli che, tra i giudei e le altre nazioni, divennero suoi discepoli. Pilato lo condannò ad essere crocifisso e a morire. Ma quanti erano divenuti suoi discepoli non smisero di seguire il suo insegnamento. Essi riferirono che egli era apparso loro tre giorni dopo la sua crocifissione e che era vivo. Forse perciò era il Messia di cui i profeti hanno raccontato tante meraviglie".
Questa nuova versione, che è considerata priva di interpolazioni cristiane, quindi totalmente autentica, è comunque una testimonianza storica eccezionale, perché contiene e conferma le notizie riportate dai Vangeli: la figura affascinante di Gesù, seguito dalle folle, la sua sapienza, la sua bontà, la crocifissione e infine il fatto che i suoi seguaci affermassero pubblicamente che egli era risorto e loro lo avevano visto e incontrato vivo dopo la morte.
Per capire l'importanza di questa testimonianza su Gesù di Giuseppe Flavio bisogna tener presente che egli era non solo uno storico coevo dei fatti di Cristo, nato a Gerusalemme pochi mesi dopo la sua uccisione, ma la sua famiglia era sacerdotale. Quindi apparteneva alla classe dirigente di Gerusalemme (lui stesso fu ambasciatore del Sinedrio a Roma) e sui fatti del Nazareno dispose di fonti dirette nella sua stessa famiglia e negli ambienti in cui era cresciuto.

I FATTI
Dunque, se quella mattina di aprile dell'anno 30 (o del 33) non fosse accaduto nulla al sepolcro di Gesù, fuori le mura della città, Giuseppe Flavio avrebbe scritto per conoscenza personale e diretta che la resurrezione del Nazareno era una favola - una fake news - e che il suo corpo stava ancora lì nel sepolcro.
Oppure, data per certa la sparizione del corpo di Gesù, avrebbe dovuto accreditare la versione ufficiale dei sommi sacerdoti secondo cui il cadavere - nonostante la presenza delle loro guardie - fu "rubato" dai suoi discepoli. In ogni caso Giuseppe Flavio - che non era cristiano - avrebbe dovuto ridicolizzare la notizia della resurrezione. Eppure non fa questo.
Scrive invece che "Egli apparve loro il terzo giorno di nuovo in vita". O, nella versione di Agapio, afferma che i seguaci di Gesù "riferirono che egli era apparso loro tre giorni dopo la sua crocifissione e che era vivo".
Giuseppe Flavio - che conosceva personalmente i fatti perché disponeva di fonti dirette - non aggiunge neanche una parola critica o scettica sulla resurrezione, anzi, dopo aver riportato le notizie da storico, in modo obiettivo, accredita proprio la versione dei cristiani come la più probabile e credibile, arrivando a dire che quel Gesù "forse era il Messia".
Così, se anche considerassimo interpolazioni cristiane quelle del "Testimonium flavianum", resta la versione di Agapio che è altrettanto dirompente.

ULTIMI STUDI
Detto questo va aggiunto che negli ultimi anni si comincia a ritenere che il testo autentico di Giuseppe Flavio sia proprio il primo e che la versione di Agapio sia una sintesi dell'originale.
Infatti, diversamente da quanto ha scritto il matematico Piergiorgio Odifreddi ("in molti manoscritti pervenutici [il Testimonium] non c'è"), in tutti i codici delle "Antichità giudaiche" che sono pervenuti fino a noi, provenienti da qualunque parte, si trova il testo del "Testimonium". C'è dunque l'unanimità.
Perciò è assai difficile che si possa parlare di interpolazioni cristiane, di cui peraltro mai nessuno ha fornito una sola prova (e che avrebbero dovuto essere fatte prima del 150 d.C.). Uno storico ha osservato: "Che dire di una interpolazione praticata simultaneamente su tutte le copie che si possedevano a Roma, ad Alessandria, a Cartagine, a Cesarea, ecc.? Nessuno se ne sarebbe accorto. Non c'erano dunque che cristiani nelle biblioteche pubbliche".
Studi recenti - come quello di Serge Bardet - hanno riconsiderato le frasi ritenute "interpolazioni cristiane" concludendo che sono compatibili con Giuseppe Flavio e perfino che non possono averle scritte dei cristiani.
Ma perché uno storico ebreo, che scrive alla corte dell'imperatore romano negli anni Novanta, quando i cristiani a Roma sono perseguitati, si sente libero di accreditare Gesù di Nazaret come il messia e addirittura di riconoscere che era davvero risorto?
Lo spiega Carsten Peter Thiede: "Per Giuseppe egli (Gesù) era un messia sacerdotale, uno dei due o tre descritti in alcuni dei Rotoli del Mar Morto e che dovevano arrivare negli ultimi giorni. In ogni caso Gesù non era un guerriero pronto a combattere le sue battaglie, per creare sulla terra una pace politica. Giuseppe [...] fa la sua scelta. Il messia venuto dal deserto di Giudea, che aveva vinto battaglie e aveva creato la pace dopo il fallimento della rivolta ebraica contro i romani, era nient'altro che il generale romano Vespasiano, proclamato imperatore romano in Giudea nell'anno 68 d.C. Perciò, in un sol colpo, Giuseppe Flavio - come Celso - accetta e conferma una notizia dei vangeli e ne cambia il significato".
Dunque Giuseppe Flavio intende convincere il suo popolo che il Messia è già venuto, che la sua missione era spirituale e che è pernicioso attendere altri messia per organizzare nuove disastrose guerre di liberazione dai romani. La sua è un'ottica tutta politica (pragmatica fino al cinismo), ma le notizie che fornisce sono preziose.

Nota di BastaBugie: nello stupendo film God's not dead 2, uscito in Italia nel 2017, un'insegnante di storia viene licenziata per aver parlato di Gesù in classe e si deve difendere in tribunale. Lei preferisce stare con Dio ed essere giudicata dal mondo, piuttosto che stare con il mondo ed essere giudicata da Dio. E così inizia il suo processo. Tra i vari testimoni, ci sarà anche James Warner Wallace, agente FBI del dipartimento di casi irrisolti... ma la cosa sorprendente è che non è un attore, ma una persona reale che recita la parte di "se stesso" dimostrando l'autenticità storica dei vangeli. Assolutamente imperdibile il seguente video di cinque minuti con lo spezzone tratto appunto dal film.


Per informazioni sul film "God's not dead 2", clicca qui!
 
Titolo originale: Commoventi documenti sul fatto storico della resurrezione di Gesu'
Fonte: Libero, 16/04/2017
Pubblicato su BastaBugie n. 502
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