Tempo fa scrissi un post in cui ipotizzavo che la criminalità organizzata italiana fosse emanazione del governo stesso, essendo nata con esso (unità d'Italia). Tale ipotesi è in qualche modo condivisa da magistrati e giornalisti (es. Iannuzzi).
Il post suscitò lo stupore (un po' ilare) di alcuni utenti.
Ebbene:
http://www.maurizioblondet.it/gia-bakunin-ci-inquadrato-bene-italiani/Impressionante constatare come, nonostante i pregiudizi progressisti su Garibaldi e Mazzini – essi non fanno velo a Bakunin nel giudizio, durissimo, sulla
Consorteria che ha non « liberato », ma preso l’Italia come una terra che ha spogliato, riducendone in rovina le finanze e lo spirito stesso.
Ancor più m’impresssiona constatare che
questa verità, che già appariva in tutta la sua aberrazione agli occhi di uno straniero intelligente, sia stata nascosta a noi italiani – dalla storiografia ufficiale o piuttosto propaganda di regime che è stata insegnata nelle scuole del regno e poi della repubblica.
Per sapere la degradante verità, noi abbiamo dovuto
attendere un secolo e mezzo, gli scavi originali negli archivi di una generazione di storiche animose – di Angela Pellicciari (Risorgimento da riscrivere, 1998) di Elena Bianchini Braglia (Risorgimento ; le radici della vergogna, La storia esemplare della Brigata Estense – e soprattutto il memoriale del poliziotto
Filippo Curletti, l’uomo di mano del Cavour e del Farini La verità sugli uomini e le cose del Regno d’Italia, 2005, assolutamente da leggere) ; nonché la pubblicazione di La Rivoluzione Italiana (2000) dello storico e parlamentare irlandese Patrick O’Clery, testimone oculare a Porta Pia, e da ultimo i libri di Pino Aprile.E ancor oggi, questi libri che hanno rivelato come il Risorgimento sia stato un fatto di opportunismo cinico di una classe dirigente ingorda quanto incapace, di manipolazione del consenso e brogli elettorali, di ruberie senza limiti de denaro pubblico di partiti fin da subito contigui e ammanicati alle cosche malavitose, di dipendenza servile allo straniero, di repressioni militari disumane – non sono entrati ancora nella coscienza comune. L’0ligarchia (la Consorteria) ha ancora cura di bollare la Pellicciari come « revisionista » (poco meno che “negazionista”), la Bianchini Braglia è definita « pasionaria » dai media mainstream ; le loro opere, semi-censurate (basta non recensirle su Repubblica e il Corriere, non citarle mai nei salotti progressisti), sono note solo a pochi.
Dobbiamo constatare quindi che vige ancora la Menzogna Primaria sull’Italia, che Bakunin identificò.
Il regime oligarchico – permanente da monarchia savoiarda a repubblica della resistenza, da liberista a progressista – si regge tuttora, diciamo, sulla « fake news » originaria. Che fino a che non sarà dissipata, nessuna speranza di rinascita è possibile.
Ciò detto, resto dell'idea che l'Italia sia un Paese troppo piccolo (e troppo vicino a Germania e Francia) per dividersi di nuovo in staterelli.