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kautostar:
http://27esimaora.corriere.it/17_maggio_15/valentino-contagiate-hiv-roma-storie-racconti-ragazze-0d118cd0-3949-11e7-8def-9f1d8d7aa055.shtml

--- Citazione ---Le ragazze contagiate da Valentino: «Lui parlava solo di sesso. Dissi a mia madre dell’Hiv, non riusciva più a baciarmi»

Dal 2006 fino al giorno del suo arresto a novembre 2015, Valentino Talluto, sieropositivo, contabile, ha veicolato il contagio dell’Hiv facendo sesso senza protezione con decine di donne. Cinquantasette le ragazze individuate, al momento, dalla procura di Roma. Non si è trattato di avventure occasionali ma di relazioni vere e proprie. Sotto processo per epidemia, accusato di danni incalcolabili (una delle vittime ha avuto un bambino che è risultato affetto da immunodeficienza ed encefalopatia), il trentenne ha sempre detto di non sapere perché l’abbia fatto. Giovedì scorso nell’aula bunker di Rebibbia si è svolta la prima vera udienza del processo nel corso della quale sono state ascoltate le testimonianze delle vittime che indicheremo con un nome di fantasia per tutelarne la privacy. Questo è il loro racconto.

L’incontro

Martina: «Era aprile 2006. Ero venuta a Roma per studiare (da Napoli, ndr) e mi ero iscritta al social network Netlog. É iniziata chattando. Poi abbiamo cominciato a vederci».
Caterina: «L’ho conosciuto quando avevo quattordici anni. Andavamo alle medie. È stato il primo ragazzo in assoluto».
Ginevra: «Ho conosciuto Valentino in un bar di Acilia accompagnando una mia amica che doveva uscirci. Il giorno dopo lui avrebbe dovuto andare in vacanza con Martina (la ragazza di Napoli, ndr)».
Simona: «L’ho conosciuto su Chatta. Poi abbiamo incominciato a uscire».


La relazione

Martina: «Io e Valentino uscivamo la sera dopo i miei impegni universitari. Andavamo al cinema o al ristorante cinese. Prendevo la pillola. Inizialmente non mi sentivo pronta ma poi mi sono innamorata e a giugno 2006 abbiamo avuto il primo rapporto».
Caterina: «La nostra storia è durata circa 3 anni poi ci siamo lasciati una prima volta. In seguito ho avuto un’operazione alla testa (tumore, ndr) lui è venuto a trovarmi in ospedale: “Sono stato a Ibiza” mi dice. “Guarda le foto che belle”. Quando sono tornata a casa abbiamo avuto un rapporto non protetto. Era il 2009».
Ginevra: «Al ritorno dalla sua vacanza mi ha ricontattato e abbiamo cominciato a frequentarci da soli. Pensavo che ci fossimo messi insieme. Uscivamo, ci baciavamo, poi abbiamo avuto rapporti. Mi aveva detto che in vacanza, con Martina (la ragazza di Napoli, ndr), era finita».
Simona: «Valentino mi piaceva. Ero attratta. Ma personalmente cercavo qualcosa più del sesso. Lui no. Sembrava non riuscisse ad andare oltre».


Valentino

Martina: «Non invogliava mai se stesso a lavorare o a fare qualcosa. Disordinato. In casa facevo tutto io, dalla spesa al pieno per il motorino. Intanto studiavo. Non è stato semplice. Ho fatto anche la promoter nei centri commerciali per aiutarlo. Mi sentivo sola. Una volta mi chiese di fare sesso in tre. Gli dissi di sì e fu bruttissimo. L’altra donna si chiamava Pamela. Fu una volta sola e sbagliai ad accettare».
Caterina: «Tenevo a lui. Era stato il mio primo ragazzo. Ma non saprei dire cosa pensava».
Ginevra: «Sono venuta a scoprire che aveva altre storie. Un giorno che avevo dormito da lui, al mattino, mi sono collegata al pc e ho trovato aperta la sua pagina Facebook. Ho trovato tutti messaggi con donne, piuttosto espliciti. E lì abbiamo litigato. Dopodiché lui è stato molto convincente nello spiegare che la sera quando non aveva niente da fare si metteva al Pc a giocare e che non ci dovevo fare caso perché con nessuna di queste ragazze aveva incontri e allora abbiamo ricominciato a frequentarci».
Simona: «Era un ragazzo strano. Parlava solo di sesso. Giocava con il cellulare fino a tarda notte. Non aveva interesse a costruire qualcosa».


La scoperta

Martina: «Ho scoperto di essere sieropositiva nei primi mesi del 2007. Inizialmente i rapporti non erano protetti. Ho fatto un primo test e sono risultata negativa, l’ho ripetuto e sono risultata positiva. Glielo ho detto. Sono andata da sola all’ospedale Spallanzani. Mi ha detto che non poteva accompagnarmi aveva un corso di teatro, gli ho detto che me lo doveva... Ma poi ho continuato a stare con lui perché ero innamorata e non ero in grado di comprendere la situazione. A volte mi allontanavo. Ma lui mi cercava e tornavo».
Caterina: «Nel 2009 me ne accorsi per caso. Dovetti fare qualche telefonata di cui non vado fiera. Ex ragazzi ai quali chiesi di fare il test. Risultarono negativi. Allora parlai con Valentino. Gli dissi che avevo scoperto di essere sieropositiva ma lui mi disse che era impossibile che fosse stato lui. Io insistetti e gli dissi di fare un controllo. Ero preoccupata per la sua salute, tenevo a lui. Era stato il mio primo ragazzo. Lo vidi allo Spallanzani ma mi disse che era lì per suo cugino non per lui. Mi tirò fuori un foglio e disse “c’è scritto che sono negativo”».
Ginevra: «Un giorno Martina (la ragazza di Napoli, ndr) si presentò e mi disse di fare attenzione. Che lui era sieropositivo. Disse che si erano lasciati. Insistette che facessi il test. E un giorno decisi di farlo, perché mi sembrava una cosa carina nei suoi confronti. In fin dei conti era stata onesta con me e sembrava preoccupata. L’ho scoperto così. Era il 2014. Lui mi ha detto a occhi bassi che era dispiaciuto».
Simona: «Sono stata contattata da Livia, una sua ex. E ho fatto il test. Sono sieropositiva dal 2014».


Il virus

Martina: «Ho iniziato la terapia nel 2007. Avevo allucinazioni nella notte. Ho avuto il papilloma virus per quattro anni. E infine ho avuto due bruciature all’interno del collo dell’utero con un dolore che non auguro a nessuno. Ho cambiato terapie. Anche ora prendo una compressa tutte le sere, a vita, che per ora non mi da effetti collaterali. So che siamo soggette ad avere problemi di osteoporosi anche prima della menopausa».
Caterina: «Seguo la terapia antiretrovirale dal 2010. Per fortuna non ho effetti collaterali».
Ginevra: «Ho avuto incubi, attacchi di panico e ansia. Sono ingrassata».
Simona: «Nel 2014 avevo mal di testa insistenti, mi venne diagnosticata una bronchite e mi ricoverarono in codice rosso al l’ospedale. Poi pensarono a un tumore. Ma gli esami diedero risultato negativo. Allora mi dissero: “É leucemia” finché non si resero conto che i globuli rossi bassi erano dovuti al fatto che ero sieropositiva».


Effetti collaterali

Martina: «Mi è capitato di conoscere un ragazzo e non sapendo come comportarmi glielo ho raccontato. Eravamo in auto. Lui mi ha aperto lo sportello e mi ha lasciato sulla via Ostiense. Sono tornata con i mezzi. Ognuno reagisce in modo diverso. Per fortuna ora ho una compagna che è stata una grandissima benedizione. Però non è normale scappare».
Caterina: «Ho problemi a dirlo alle persone. Anche ai miei è stata dura dirlo. Mia madre non riusciva più a baciarmi. A volte ho paura anche quando cerco lavoro, sono parrucchiera».
Ginevra: «Un tempo andavo in giro portando uno spruzzino con la candeggina e dove toccavo pulivo. Poi ho smesso. Mi sento accettata dalla mia famiglia. Ma dentro di me non mi metto in condizione di conoscere altre persone, nessuna».
Simona: «Per fortuna mi sono sposata. Non riusciamo ad avere figli. E vorremo fare la fecondazione artificiale. Ma abbiamo paura».


--- Termina citazione ---

Lungi da me voler giustificare questo tizio(e chiunque, consapevole di essere portatore di una malattia infettiva, non prende precauzioni per non contagiare gli altri), ma qui mi sembra che si cerca di mettere in cattiva luce l'uomo anche su aspetti che non c'entrano nulla(tipo il fatto che non lavorava e che fosse disordinato.Che c'entra?). Visto che a quanto pare tutte queste ragazze avevano una vita sessuale piuttosto vivace e libertina, e non avevano la sana abitudine di usare il profilattico con uomini poco conosciuti,  c'è davvero la prova provata che le abbia contagiate tutte lui? o è un'imputazione basata sul pregiudizio?

Inoltre mi chiedo, cosa dice davvero il codice penale italiano in questi casi?
Io non ho mai letto o sentito di prostitute imputate per epidemia dolosa, eppure di puttane che continuano a lavorare pur essendo portatrici di infezioni contagiose, ce ne sono (magari non hiv, visto che con le prostitute di solito si usa il preservativo, ma anche l'herpes, lo scolo, o l'epatite b, la sifilide e altre malattie trasmissibili tramite sesso orale scoperto, pissing ecc.., non sono infezioni tanto simpatiche!)

Comunque se fossi giudice e legislatore assoluto, condannerei l'uomo per il comportamento irresponsabile nei confronti della collettività, e lo obbligherei a risarcire economicamente lo stato(cioè il SSN per le spese farmaceutiche arrecate dalla diffusione del virus hiv), MA non considererei mai le donne infettate(ammesso e non concesso che sia stato davvero l'imputato ad infettarle tutte)come parte lesa. Il sesso si fa in due, e le protezioni dalle malattie sessualmente trasmissibili si prendono in due, ANCHE LORO SI SONO COMPORTATE IN MANIERA IMPRUDENTE ! 

Frank:
Calchiamo un po' di più la mano.
Le donne si ritengono "superiori" agli uomini; più precoci, più sveglie, più furbe, più intelligenti, più mature, dotate di un fantomatico sesto senso; e chi più ne ha più ne metta.*
Perciò, in base a tali logiche, dovrebbero essere condannate loro, le donne.

@@

* Fra le tante, ne ricordo una (italiana) che una volta mi disse che "a parità di età, tra uomini e donne ci sono... dieci anni di differenza in favore delle seconde".
...

kautostar:

--- Citazione da: Frank - Maggio 19, 2017, 00:47:35 am ---Calchiamo un po' di più la mano.
Le donne si ritengono "superiori" agli uomini; più precoci, più sveglie, più furbe, più intelligenti, più mature, dotate di un fantomatico sesto senso; e chi più ne ha più ne metta.*


--- Termina citazione ---

Già...forse in passato un po' più prudenti lo erano davvero, poi hanno "voluto" la parità nel peggio, e oggi fumano, bevono, si drogano e fanno sesso occasionale senza protezioni, quasi quanto gli uomini!
Ma a differenza degli uomini, quando le cose vanno storte non vogliono assumersi la responsabilità delle proprie azioni.

Finora gli uomini non hanno mai denunciato una donna, per il sospetto che questa gli abbia trasmesso una qualsiasi malattia sessualmente trasmissibile. Anzi, a dirla tutta non è mai successo in generale che qualcuno venisse denunciato per epidemia e lesioni dolose, per aver trasmesso una malattia infettiva di cui fosse portatore!
Questo è un caso unico nella storia giudiziaria del nostro Paese(e probabilmente anche a livello internazionale), un delirio giustizialista degno di questi tempi di femminismo politico/mediatico.

claudio camporesi:


@@

* Fra le tante, ne ricordo una (italiana) che una volta mi disse che "a parità di età, tra uomini e donne ci sono... dieci anni di differenza in favore delle seconde".
...

Frank , adesso ho capito perché' il giovane Macron si è' preso una donna con ben venticinque capacita' potenziali in più' rispetto a lui .

Adesso corro in Geriatria e mi cerco una splendida ottuagenaria.

Frank:

--- Citazione da: kautostar - Maggio 19, 2017, 15:31:12 pm ---Questo è un caso unico nella storia giudiziaria del nostro Paese(e probabilmente anche a livello internazionale),

--- Termina citazione ---

No, non è un caso unico.
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo358121.shtml

http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/articoli/articolo286077.shtml

http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/usa-infetto-con-hiv-condannato_2122572-201502a.shtml

Mi risulta che di casi del genere ce ne sono stai parecchi in giro per il mondo.

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