Non esistono né maschicidi né femminicidi: ma penso che per poter annullare questi neologismi deleteri bisogni passare per l'accettazione e solo successivamente per la messa in discussione. Accettando il secondo, si ammortizzerà la carica distruttrice dell'altro.
Sardus_Pater, quello che dici è di buon senso ma potrebbe non essere in contraddizione con quello che ho affermato.
Come premesso, io comprendo i motivi dell'utilizzo del termine maschicidio in contrapposizione a femminicidio.
Questo dev'essere chiaro.
Ma lo ritengo utile in termini provocatori, nella sua capacità di far emergere le contraddizioni del termine femminicidio, quando è utilizzato in determinati contesti. Ad esempio all'interno di un dibattito tra i frequentatori di un forum di discussione, o poco più.
Temo il tentativo di istituzionalizzarlo come si fece appunto per il femminicidio da parte del femminismo.
Fare diventare a calci, con tanto di ponderosi studi, un'obbrobrio giuridico in una verità inconfutabile. In verità confutabilissimo!
Se contesto "uccisa in quanto donna"...non è che posso affiancargli...."ucciso in quanto uomo". Se no siamo punto e a capo!
E poi....diciamola tutta.
Quanto risulterebbe credibile da parte di chi (come noi) si è sempre battuto per l'abolizione di un termine come femminicidio un'operazione di questo tipo? Francamente risulterebbe indifendibile.
Per me (ma vale per me) è una questione di principio: se definisco scorretto e pericoloso un metodo dialettico, semplicemente...non lo adotto al converso. Lo lascio fare al mio oppositore.
Ma ripeto: capisco l'obiezione.
Diciamo che sono due opzioni differenti. Una tattica e l'altra strategica. Tutto qui...
p.s. - In questa deliziosa landa chiamata Italia, anno 2017, siamo ancora al dibattito tra antifascismo e anticomunismo.
Non vorrei si rifacesse la stessa traiettoria.