Un tempo, in pieno
furor contra ecclesiam, ci credevo.
Pensavo che dare certe nozioni ai ragazzini addirittura potesse prevenire brutte situazioni da cronaca nera e introdurli consapevolmente ad un mondo che comincia ad dischiudersi a partire dall'adolescenza.
Mi devo ricredere.
Tutti da piccoli siamo
curiosi e arrivati a scuola non ci accontentiamo più della favola del bambino nato sotto il cavolo o portato dalla cicogna: prima o poi in un modo o nell'altro veniamo a sapere che i pargoli nascono per "quelle cose che i grandi fanno la notte". Tutti, causa educazione ed istinto, siamo chi introverso chi estroverso nel rapporto con le proprie pudenda e quelle altrui. E' una cosa naturale. Pian pianino si scoprono cose sempre nuove, in maniera assolutamente innocente e a volte quasi comica (io a 8/9 anni a mio padre: "babbo, cosa vuol dire la parola erotico?", oggi posso immaginare l'imbarazzo suo ad una domanda del genere da parte del suo soldo di cacio). Raggiunte le medie e
il momento che si può manifestare in modi diversi, ma che (parlo ovviamente dei maschietti, visto che la mia esperienza è quella, così come la vostra) passa per
lì, tutto cambia, avviene un risveglio (non solo ormonale, ma intellettuale, percettivo eccetera), tutto cambia. Questo è naturale. Ci possono essere delle variazioni sul tema (fantasie parasessuali precoci, chi ce l'ha fratello maggiore complice), ma l'andazzo è quello.
Le cose le abbiamo scoperte da noi, del tutto o per la maggior parte; di quello che poi abbiamo fatto della nostra vita sessuale crescendo non importa in questa sede. Dalla prima volta, con chi, rapporto stabile, rapporto occasionale, verginità sino ad una certa età o cuccatore impenitente... ora non importa.
Osservo mio nipotino che ha 10 anni, quasi undici, e a cui hanno insegnato a scuola in quinta da come funziona l'apparato riproduttore a cos'è lo sperma. E:
1) pensa di aver capito tutto e fa battutine anche fuori luogo
2) ha aspettative, innocentemente distorte
3) ha un rapporto
troppo estroverso con le cose in ambito sessuale, suo e degli altri
4) per fare il simpatico dice cose involontariamente offensive (segno che in realtà di certi argomenti ha visto solo l'involucro, non il contenuto)
5) ha una curiosità superiore a quella che potevo avere alla sua età io e i miei coetanei di allora (il quale nostro massimo era vedere degli spezzoni di Colpo Grosso di nascosto
)
6) sicuramente ha visto qualcosa "proibita" per via telematica (maledetti tablet e smartphone)
Da quel punto di vista è un piccolo mostro. Anche se il suo interesse principe è il calcio (e per fortuna, ha dieci anni!), a volte con lo zio (me) con cui ha una grande confidenza (visto che son stato sempre giocherellone con lui e la sorellina) e a volte anche di fronte al padre, fa battutine a volte innocentemente eversive ("sei mai andato in uno strip club?") a volte (in questi casi papà assente) dice anche delle cose che mi fanno prudere le mani e davanti alle quali potrei reagire male (una volta da poco mi son girato per dirgli una cosa e in quel momento si stava sistemando i calzoncini e ha fatto una "battuta" se io gli stessi vedendo le palle: gli stavo per urlare che quelli che osservano i genitali ai ragazzini son dei porci pervertiti e che è offensivo essere paragonati a loro, ma mi son stato zitto; perlomeno lui non sa -e ne sono come è ovvio contento- cosa siano capaci di fare certe persone ai bambini).
Ora, ho detto stronzate o il succo del mio discorso è valido?