Autore Topic: Russia, motociclista star del web muore in un incidente stradale  (Letto 1153 volte)

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Russia, motociclista star del web muore in un incidente stradale: sui social le foto in bikini in sella alle sue due ruote

di Federica Macagnone

Lei e la sua moto erano una cosa sola: insieme affrontavano acrobazie da brivido a 250 kmh, insieme si sono schiantate contro un guard rail, lunedì scorso, in una curva presa a velocità troppo elevata. La loro ultima curva. L'impatto è stato così violento da spezzare la moto in due disintegrandola (la ruota posteriore è stata trovata a 600 metri di distanza) e uccidere lei all'istante. È morta così, lungo una strada di Vladivostok, in Russia, Olga Pronina, nota biker 40enne, star di Instagram dove era conosciuta come Monika 9422 e dove vantava 150mila follower per i suoi scatti sexy in abiti succinti accanto alla sua BMW S1000RR.
Olga, che lavorava anche come parrucchiera, era divorziata e lascia una figlia di 16 anni. Aveva cominciato ad andare in moto a 21 anni e tutti la descrivono come una motociclista espertissima e innamorata della velocità, ma soprattutto spericolata, come dicono anche alcuni suoi amici che raccontano come Olga infrangesse troppo spesso tutte le regole di sicurezza.
In un video postato appena il mese scorso, la si vede a cavallo della moto mentre guarda di lato e beve da una cannuccia per poi avvertire i follower: «Guidare a 250 kmh con una mano sola è molto scomodo e non ve lo raccomando. Ma mi dà la mia dose di adrenalina».
Non si sa ancora se stesse girando uno dei suoi video al momento dell'impatto: il suo telefonino, che aveva sempre con sé, non è stato ritrovato.
Olga conosceva bene i rischi che correva, ma non sapeva frenare il bisogno di adrenalina, la voglia di correre, l'amore per la moto.
E di troppo amore si può morire. «La amo perché mi perdona la mia follia - scriveva online rivolgendosi alla sua due ruote - Grazie per non avermi mai abbandonata, per aver reso migliori le mie notti solitarie, per avermi aiutata a dimenticare i problemi della mia vita, per aver allenato il mio corpo e il mio cervello. Ti sono grata per le scintille che mi si accendono negli occhi, per il vento caldo che soffia sulle mie guance, per l'incredibile eccitazione e la sensazione di scorrere nell'aria, per le dosi di adrenalina. Grazie per avermi regalato la libertà... e so che non sono sola. Ci sono migliaia di persone come me, quelle pazzamente innamorate dei loro cavalli di metallo».



Non so voi, ma a me viene difficile commentare questa notizia (e allora perché l’hai postata?)
C’è qualcosa che non riesco ad afferrare a pieno.
Sento istintiva ammirazione per questa ragazza: quando una persona fa qualcosa dettata dalla passione, mettendosi a rischio*, finanche della vita…ha sempre, incondizionatamente il mio rispetto.
Una cosa abbastanza normale per noi uomini.
E guarda caso, usata dalla retorica femminista per dimostrare l’inferiorità maschile. Tassello non secondario della strategia della devirilizzazione maschile.
Poi però ci sono quelle foto……
Natiche al vento, pose esageratamente ammiccanti, décolleté, tacchi e bikini.
Nonostante avesse “sconfinato” in territorio maschile, appare evidente il suo bisogno di usare il solito armamentario femminile: che prevede l’assoluta manipolabilità della sessualità maschile.

Ammetto di non conoscere la Russia, e probabilmente molta di questa storia va inquadrata in quel contesto.
Ma forse dice qualcosa anche più in generale di quello che passa nella testa del genere femminile.



*Sfrecciare a 250km orari su una strada pubblica non è il massimo dell’intelligenza e del rispetto della vita altrui. Ma questo è un problema che riguarda anche gli uomini. Certo la maggiore forza fisica maschile può rivelarsi determinante.