http://27esimaora.corriere.it/16_dicembre_28/uccise-marito-violento-concessa-grazia-jacqueline-sauvage-005743dc-cd14-11e6-a469-c81def57020b.shtml [Esplora il significato del termine: Il presidente della Repubblica Francois Hollande ha accordato la grazia definitiva a Jacqueline Sauvage, la donna condannata per aver ucciso il marito violento. La Sauvage potrà uscire subito dal carcere.«Il presidente della Repubblica ha stabilito che il luogo in cui deve stare la signora Sauvage non è il carcere, ma la sua famiglia», si legge nella nota in cui l’Eliseo precisa di applicare l’articolo 17 della Costituzione dopo consultazioni con il ministero della Giustizia. L’omicidio Per 47 anni aveva sopportato tutto. Le botte. Gli insulti. Le violenze. Gli stupri sulle tre figlie. Poi, la sera del 10 settembre 2012, svegliata a suon di schiaffi dopo essersi imbottita di sonniferi, non ce l’aveva fatta più. Aveva imbracciato il fucile del marito, Norbert Marot, e gli aveva sparato. Tre volte. Poi aveva telefonato al figlio Pascal. Senza risposta. Solo dopo essere stata arrestata per omicidio aveva scoperto che il figlio, cacciato dal padre dall’azienda di trasporti di famiglia, si era impiccato. Jacqueline Sauvage, 68 anni, in Francia, è diventata un simbolo della violenza sulle donne. A tal punto che, dopo essere stata condannata a dieci anni di reclusione sia in primo grado che in appello, era stata in parte graziata dal presidente della Repubblica, Francois Hollande, il 31 gennaio del 2016. Un intervento che le permetteva di presentare immediatamente una domanda di libertà condizionale; questa richiesta era stata però respinta in prima istanza. Dopo il tribunale di Melun, anche la Corte d’appello di Parigi aveva respinto la richiesta di libertà condizionata, nonostante la Procura avesse dato il via libera. Jacqueline quindi era ancora in carcere. «Fa ancora fatica ad accedere a un reale e autentico sentimento di colpa», avevano obiettato i giudici. Gli appelli Libération a fine dicembre dell’anno scorso aveva lanciato, dalla prima pagina, un appello a Hollande perché facesse scarcerare Jacqueline che aveva raccolto oltre 400 mila firme. E la presidente del Comitato per la liberazione di Jacqueline, Eva Darlan, aveva organizzato una giornata di mobilitazione per il 10 dicembre. Appelli che alla fine sono serviti. «Ho deciso di accordare a Jacqueline Sauvage una grazia per la parte restante della sua condanna. Questo mette fine immediatamente alla sua detenzione», ha scritto Hollande su Twitter.] Il presidente della Repubblica Francois Hollande ha accordato la grazia definitiva a Jacqueline Sauvage, la donna condannata per aver ucciso il marito violento. La Sauvage potrà uscire subito dal carcere.«Il presidente della Repubblica ha stabilito che il luogo in cui deve stare la signora Sauvage non è il carcere, ma la sua famiglia», si legge nella nota in cui l’Eliseo precisa di applicare l’articolo 17 della Costituzione dopo consultazioni con il ministero della Giustizia.
L’omicidio
Per 47 anni aveva sopportato tutto. Le botte. Gli insulti. Le violenze. Gli stupri sulle tre figlie. Poi, la sera del 10 settembre 2012, svegliata a suon di schiaffi dopo essersi imbottita di sonniferi, non ce l’aveva fatta più. Aveva imbracciato il fucile del marito, Norbert Marot, e gli aveva sparato. Tre volte. Poi aveva telefonato al figlio Pascal. Senza risposta. Solo dopo essere stata arrestata per omicidio aveva scoperto che il figlio, cacciato dal padre dall’azienda di trasporti di famiglia, si era impiccato. Jacqueline Sauvage, 68 anni, in Francia, è diventata un simbolo della violenza sulle donne. A tal punto che, dopo essere stata condannata a dieci anni di reclusione sia in primo grado che in appello, era stata in parte graziata dal presidente della Repubblica, Francois Hollande, il 31 gennaio del 2016. Un intervento che le permetteva di presentare immediatamente una domanda di libertà condizionale; questa richiesta era stata però respinta in prima istanza. Dopo il tribunale di Melun, anche la Corte d’appello di Parigi aveva respinto la richiesta di libertà condizionata, nonostante la Procura avesse dato il via libera. Jacqueline quindi era ancora in carcere. «Fa ancora fatica ad accedere a un reale e autentico sentimento di colpa», avevano obiettato i giudici.
Gli appelli
Libération a fine dicembre dell’anno scorso aveva lanciato, dalla prima pagina, un appello a Hollande perché facesse scarcerare Jacqueline che aveva raccolto oltre 400 mila firme. E la presidente del Comitato per la liberazione di Jacqueline, Eva Darlan, aveva organizzato una giornata di mobilitazione per il 10 dicembre. Appelli che alla fine sono serviti. «Ho deciso di accordare a Jacqueline Sauvage una grazia per la parte restante della sua condanna. Questo mette fine immediatamente alla sua detenzione», ha scritto Hollande su Twitter.