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Violenza femminile: La violenza DELLE donne!
Brutale:
riguardo il caso della Bertolotto ci sono novità interessanti:
--- Citazione ---Savona: Elisabetta Bertolotto uccide figlio di 3 anni
pubblicato: venerdì 08 ottobre 2010 da Renato Marino
Lo ha strangolato in casa, poi ha preso l’auto e con il cadavere del piccolo si è diretta verso le alture di Savona dove ha tentato il suicidio. Elisabetta Bertolotto, 36 anni, originaria di Genova, ha confessato di aver ucciso il figlio di appena 3 anni. Due settimane fa la donna aveva partorito il secondogenito. Scrive Il Secolo XIX:
Una delle possibili motivazioni dell’infanticidio è che la donna avrebbe ucciso il primo figlio perché il bambino aveva difficoltà a esprimersi: «Sì, l’ho ucciso. Non parlava bene», avrebbe detto. La depressione post partum, ipotizzata in un primo momento, non c’entrerebbe nulla. La donna è crollata davanti agli agenti di polizia.
In auto è stato trovato anche un coltello che a quanto si apprende non è stato utilizzato. La 36enne è ora piantonata in stato di fermo di polizia giudiziaria all’ospedale San Paolo di Savona.
Il marito, di 37 anni, dopo essere stato ascoltato per diverse ore in questura, è tornato a casa. L’uomo ieri pomeriggio sarebbe stato il primo a giungere nel luogo in cui la donna ha tentato di uccidersi lasciandosi scivolare in un dirupo. A telefonarlo sarebbe stata la stessa moglie.
Trovato il corpicino del figlio sul ciglio della strada, vi si è accasciato sopra, singhiozzando. Nei suoi confronti non sono stati assunti provvedimenti. Poi hanno capito che era successo qualcosa di anomalo, qualcosa di diverso da un incidente stradale e hanno atteso l’arrivo della polizia. I rilievi della Scientifica e la confessione della donna hanno messo in luce un’altra verità ancora più drammatica e assurda.
--- Termina citazione ---
però non mi è piaciuta la frase finale dell'articolo: secondo chi l'ha scritto, la conclusione che la madre abbia ucciso suo figlio perchè aveva problemi a parlare è più assurda rispetto alla prima ipotesi della depressione.
come se la depressione post partum non fosse già un movente assurdo.
Brutale:
--- Citazione da: Giubizza - Ottobre 07, 2010, 23:25:52 pm ---Ormai la depressione post parto è diventato un alibi perfetto.
--- Termina citazione ---
ma prima o poi dovrà finire, non voglio credere che la gente si davvero così stupida da farsi prendere in giro e credere ancora a sta farsa.
Brutale:
Oregon: uccide ragazza incinta e le sottrae il bambino, carcere a vita per la 29enne Korena Roberts
E’ stata emessa ieri dal tribunale di Hillsboro, in Oregon, la sentenza per la 29enne Korena Elaine Roberts, arrestata nel giugno 2009 con l’accusa di aver ucciso la 21enne incinta Heather Megan Snively e di averle sottratto il bambino che portava in grembo.
La Roberts, è emerso nel corso del processo, ha attirato la 21enne, all’ottavo mese di gravidanza, nella sua abitazione, poi l’ha uccisa a bastonate e, utilizzando uno strumento affilato, le ha praticato un cesareo.
Dopo aver fatto questo, ne abbiamo parlato in passato, la donna ha chiamato i soccorsi dicendo che suo figlio, appena nato, non respirava: inutile la corsa in ospedale, il piccolo era già deceduto, ma i dottori capirono subito che non era lei la donna che l’aveva appena partorito.
La verità è emersa poco dopo, quando gli agenti hanno fatto irruzione in casa della Roberts ed hanno trovato il corpo senza vita da Heather Megan Snively, nascosto in un ripostiglio.
Nel corso del processo è emerso anche il movente: la Roberts, già madre di due bambini, voleva disperatamente un terzo figlio. Era diventata ossessionata, aveva iniziato a dire in giro di essere incinta e da tempo acquistava abiti premaman e cibo per neonati.
Poi l’incontro con la Snively, conosciuta sul sito di annunci Craigslist. Entrambe stavano cercando abiti per neonati e, tra una cosa e un’altra, iniziarono a frequentarsi.
Ieri è arrivata la condanna: Korena Elaine Roberts dovrà passare il resto della sua vita in prigione, senza la possibilità di avanzare richiesta per la libertà vigilata.
mik:
Uccide le figlie e tenta il suicidio 18/10/2010
California, donna usa spada da samurai
Una giovane madre ha ucciso le due figlie gemelle di tre anni con una spada da samurai. E' successo a Fairfield, in California, dove Monica McCarrick, 28 anni, con precedenti per violenza domestica e uso di stupefacenti, ha assassinato le figlie Lily e Tory, ha disposto i loro corpicini vicino alla porta per evitare che qualcuno entrasse e poi ha dato fuoco all'appartamento tentando il suicidio. Un vicino però è entrato e ha soccorso e salvato la donna.
"Vicino alla stanza della madre, nel corridoio, c'erano una katana (una spada da combattimento giapponese) insanguinata e una bottiglia di pillole" , racconta Andre Douglas, uno dei vicini. L'uomo è riuscito ad entrare nell'appartamento del terzo piano attraverso una finestra, dopo che in molti avevano tentato invano di forzare la porta.
Sul posto è intervenuta la polizia, che non ha ancora reso noto il movente della tragedia. Monica McCammick, che ha riportato delle ferite alla gola, dovrà rispondere di abusi sui minori, omicidio e incendio doloso.
Fonte: TGCOM- Mondo
Fazer:
http://www.corriere.it/cronache/10_ottobre_20/condanna-gattara-marchetti_6d336a00-dc37-11df-be1f-00144f02aabc.shtml
MILANO - Se l’è cavata con appena 250 sterline di multa (poco meno di 285 euro) e il divieto a tenere animali per i prossimi 5 anni la “cat bin woman” di Coventry, al secolo Mary Bale, che il 21 agosto scorso venne beccata ad infilare un tenero gattino nel bidone della spazzatura. La povera Lola (questo il nome del felino) rimase intrappolata al buio per 15 ore, prima di essere liberata dai legittimi proprietari (Stephanie Andrews-Mann e il marito Darryl) e il video che ne immortalava il crudele imprigionamento venne ripreso dalle telecamere di sicurezza all’esterno della casa degli Andrews-Mann ed immediatamente postato su Youtube. Quelle immagini scioccanti fecero ben presto il giro del mondo e per la 45enne allora impiegata di banca (subito riconosciuta) fu l’inizio della fine: la donna cominciò, infatti, a ricevere decine di telefonate anonime, condite da minacce di morte, da ogni dove, persino dalla lontana Australia, mentre su Facebook fiorino gruppi che la paragonavano ad Hitler o, più
semplicemente, l’arresto.
L'UDIENZA - Nell’udienza di mercoledì davanti alla corte di Coventry si è cercato di chiarire i motivi che avrebbero spinto la Bale (una tranquilla signora di mezz’età con un rispettabilissimo lavoro alla RBS da ben 27 anni e, a quanto dicono, pure amante degli animali) ad agire in maniera tanto sconsiderata e crudele nei confronti di un gatto indifeso. Ma, alla fine, la sola conclusione a cui si è giunti è che la donna stesse attraversando un periodo di grande stress a causa della grave malattia del padre: ogni giorno andava a visitare l’anziano genitore in ospedale (l’uomo è morto la scorsa settimana) passando proprio dalla strada dove vivono gli Andrews-Mann e ogni volta vedeva Lola che passeggiava sul muretto di cinta, tanto che spesso si fermava ad accarezzarla. Ma quella sera di agosto qualcosa dev’essere impulsivamente scattato nella sua mente per fare quel gesto sconsiderato che la donna, dopo essere stata identificata grazie al famoso video, tentò di giustificare alla stampa come “uno scherzo divertente”.
LE MINACCE - Peccato che da ridere ci fosse ben poco e così la Bale, spaventata dalle continue minacce che riceveva, fu costretta a chiedere la protezione della polizia e a scusarsi per il suo gesto, definito “totalmente estraneo al suo carattere”. Non solo. Poche settimane dopo, la donna è caduta anche in depressione, abbandonando persino il lavoro, perché non riusciva più a tollerare gli sguardi astiosi di colleghi e clienti. «La mia assistita ricorda molto poco dell’incidente – ha raccontato in aula l’avvocato David Murray – . La corte sarà ovviamente interessata a sapere perché ha agito così, ma la stessa Mary Bale se lo è chiesto ogni ora negli ultimi due mesi. Vedeva il gatto tutti i giorni e spesso lo accarezzava, ecco perché non riesce ancora a spiegarsi perché il suo comportamento quella sera sia cambiato».
LA CLEMENZA DEL GIUDICE - Un atteggiamento contrito che, unito allo stress che la Bale stava vivendo per la malattia del padre e alla denigrazione mediatica patita dopo il suo assurdo gesto, avrebbe indotto il giudice Caroline Goulborn a risparmiare all’imputata la massima pena prevista nei casi di maltrattamento di animali (6 mesi di prigione o 20mila sterline di multa). «E’ chiaro che si è trattato di un atto impulsivo ed irrazionale – ha spiegato il giudice – che la stessa imputata non riesce a spiegarsi, ma il suo rimorso è genuino e ne ho tenuto conto, come pure le calunnie a cui è stata esposta, sebbene non ci sia alcuna scusa per quello che ha fatto». Oltre alla multa di 250 sterline, la Bale dovrà pagare anche un supplemento alla vittima e i costi processuali, per complessive 1.436,04 sterline (ovvero, 1.634,08 euro). «Il gatto è stato estremamente fortunato ad uscire vivo dal bidone e a non riportare ferite – ha spiegato alla stampa Nicola Foster della RSPCA (http://www.rspca.org.uk/home) – e mi auguro che la sentenza funzioni come deterrente».
:mad: :doh:
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