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Violenza femminile: La violenza DELLE donne!

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Brutale:

--- Citazione ---http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/veneto/2010/10/18/visualizza_new.html_1730899822.html

Uccide marito malato e tenta suicidio:Gip, non va in carcere
Per giudice non sussiste pericolo fuga o inquinamento prove

(ANSA) - VENEZIA, 18 OTT - Per il momento non va in carcere Loretta Santinello, la donna che ha ucciso con il gas di scarico dell'auto il marito etilista, cercando poi di suicidarsi.

La gip Sonia Bello ha rigettato la richiesta della misura cautelare avanzata dal pm Benedetto Roberti, ritenendo che non ci sia ne' pericolo di fuga ne' di inquinamento delle prove da parte dell'indagata. La donna, che ora potra' abbandonare il centro di salute mentale dov'e' stata portata dopo il fermo, ha nuovamente ammesso oggi di fronte a gip e pm le proprie responsabilita' nella morte del coniuge.
--- Termina citazione ---



--- Citazione ---http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2010/10/20/news/paolo-e-stato-avvelenato-con-le-medicine-2564217

Paolo è stato avvelenato con le medicine

Primi risultati dell'autopsia: l'uomo non ha respirato il gas di scarico della vettura. Sotto accusa la moglie, Loretta Santinello, indagata per aver simulato il suicidio. E' libera ma rischia il processo

DUE CARRARE. Assassinato da un cocktail di psicofarmaci. E non ucciso dal monossido di carbonio «pompato», all'interno della Fiat Punto in cui è stato trovato, da un tubo di gomma che la moglie aveva collegato alla marmitta.

L'autopsia. È morto così Paolo Varotto secondo le prime indiscrezioni emerse in seguito all'autopsia eseguita, ieri pomeriggio, dal professor Massimo Montisci dell'Università di Padova su incarico del pubblico ministero Benedetto Roberti che coordina l'inchiesta sull'uxoricidio di Montegrotto. Anche se l'esito dell'esame tossicologico sarà disponibile non prima di un paio di mesi - esame che dovrà confermare questo risultato con evidenza scientifica - un punto fermo sembra già essere stato scritto: il monossido di carbonio, infatti, conferisce ai tessuti una colorazione rossastra particolare, che non sarebbe stata trovata nel corpo della vittima. Ansiolitici come benzodiazepine e poi antipsicotici e antidepressivi: il mix di medicinali, somministrato in dosi massicce, avrebbe paralizzato i centri del respiro di Paolo Varotto provocando un edema polmonare, quindi la morte intorno alla mezzanotte del 15 ottobre. Tutto sarebbe durato non più di una mezz'ora.

Tante contraddizioni. E allora perché la cinquantaquattrenne Loretta Santinello, inserviente in una casa di riposo, ha confessato di aver ucciso il marito con il monossido dopo averlo intontito con gli psicofarmaci, di cui la vittima era un abituale consumatore per curare l'etilismo cronico e la depressione che lo affliggevano? E perché ha raccontato che si era chiusa con lui in macchina, decisa a morire insieme, dopo aver anche lei ingoiato i medicinali, mentre nei suoi polmoni non è stata trovata traccia di monossido come il sangue e le urine non risultano contaminati da farmaci, alcol o stupefacenti?

È stata una messinscena l'omicidio-suicidio (mancato)? O in Loretta è stato più forte l'istinto di sopravvivenza e, all'ultimo, ha prevalso la scelta di vivere?

Omicida ma libera. Intanto benché sia indagata (e reo-confessa) per omicidio volontario pluriaggravato (dal rapporto di parentela, dalla premeditazione e dall'uso del mezzo venefico, tre aggravanti da ergastolo), Loretta Santinello per la legge è libera: lo ha deciso il gip Sonia Bello che ha bocciato la richiesta di custodia in carcere avanzata dal pm Roberti. «... È pacifico e non contestato che l'autrice del delitto sia l'indagata... che di suo pugno ha vergato una serie di manoscritti per spiegare le ragioni del gesto che si accingeva a compiere... - scrive il giudice Bello nell'ordinanza con la quale non ha convalidato il fermo dell'indagata - Non si ravvisano le esigenze cautelari indicate dal pm: non il pericolo di fuga e non il pericolo di inquinamento delle prove... La dinamica del fatto è chiara... L'unico aspetto che il pm ritiene di dover chiarire è se l'indagata abbia simulato o meno il tentativo di suicidio...». Un suicidio che non si è realizzato: «La vita va avanti lo stesso» ha ammesso la donna in ospedale.

La confessione. Sabato Loretta Santinello ha confessato al pm l'assassinio del marito: «Giovedì l'ho raggirato... Gli ho detto che dovevo portarlo dal medico... Lui non era consapevole di quel che stava succedendo... Con difficoltà è riuscito a salire in macchina... Poi gli ho preparato un cocktail di psicofarmaci. Gliene ho dati tanti... Ad un certo punto l'ho visto con le bave alla bocca». La donna ha spiegato di aver vagato per due ore nella campagna tra Due Carrare e Abano, prima di parcheggiare l'auto dietro l'hotel Imperial a Montegrotto: «Era il posto giusto per farla finita...». È qui che, verso le 21 di giovedì, aveva collegato l'abitacolo della Punto alla marmitta attraverso il tubo di gomma, prima di deglutire una manciata di psicofarmaci (meno del marito perché lui era ormai assuefatto), salvo poi sputarli. Loretta si era addormentata, alle 4 il risveglio: «Paolo era freddo, io viva... Ho preso altri farmaci e ho dormito ancora fino all'alba». Come è possibile che nel corpo di entrambi non sia stata trovata alcuna traccia di monossido di carbonio?

Punti da chiarire. Ore 6,20: è l'ora in cui Loretta viene «salvata» dai carabinieri, allertati dal figlio Mauro che, alle 23.30, aveva cominciato a preoccuparsi non vedendo tornare a casa i genitori. A lui e alla zia Rosina, infatti, Loretta aveva spiegato di accompagnare il marito da un medico di Padova. Solo all'1.15 Mauro sarebbe entrato nella camera dei genitori, scoprendo il foglio manoscritto con il quale la mamma aveva espresso il desiderio di morire. Alle 4,13 il ragazzo si era presentato nella caserma di Battaglia ed era scattato l'allarme a tutte le pattuglie.
--- Termina citazione ---

al posto di portarla in carcere l'hanno spedita subito in un centro di salute mentale...
ma se è reo confessa e ha spiegato anche in maniera minuziosa come ha commesso l'omicidio - quindi perfettamente cosciente di quello che ha fatto - perchè mandarla in una clinica psichiatrica e non in carcere?

a quanto pare, ormai, la scusa che se una femmina commette un crimine debba essere considerata malata di mente vale a prescindere senza che ci sia nemmeno il bisogno di fare una perizia psichiatrica... è così?!

COSMOS1:
sulla stampa di oggi: uccide la rivale in amore sabotandole il paracadute
chi trova il link?

Fazer:
http://www.swissinfo.ch/ita/rubriche/notizie_d_agenzia/mondo_brevi/Belgio:_tribunale,uccise_rivale_in_amore_sabotando_paracadute.html?cid=28593320

Ma il fatto risale al 2006...


--- Citazione ---20 ottobre 2010
Belgio: tribunale,uccise rivale in amore sabotando paracadute

BRUXELLES - Una donna belga di 26 anni è stata riconosciuta colpevole di aver ucciso la sua rivale in amore sabotandole il paracadute. A stabilire che Els Clottemans, questo il nome della donna, è colpevole, è stata una giuria popolare composta da dodici Membri ed è stata annunciata dal presidente della Corte di assise di Tongres, località a nord-est del Belgio.

Els Van Doren, 37 anni, il 18 novembre 2006, si schiantò al suolo dopo un volo di oltre mille metri, durante il quale i suoi due paracadute non aprirono perchè, come ha stabilito oggi la Corte, furono sabotati dalla rivale in amore, Els Clottemans, anch'essa iscritta allo stesso club.

Al centro del mortale intreccio amoroso un quarantenne olandese, Marcel Somers, anch'egli con la passione per il paracadutismo e compagno di sport delle due donne, oltre che amante di entrambe. Al volo fatale aveva partecipato anche Somers.

La pena, come previsto dal diritto belga, sarà pronunciata in un secondo momento. Els Clottemans rischia fino al carcere a vita.

--- Termina citazione ---

Brutale:
ho trovato questo, ma è un fatto avvenuto 3 o 4 anni fa

--- Citazione ---http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/01_Gennaio/25/paracadute.shtml

Sabota il paracadute della rivale in amore
Els Clottemans, 22 anni è stata arrestata 2 mesi dopo la caduta rovinosa di un'amica
   
OPGLABBEEK(BELGIO) - Un triangolo amoroso che doveva rimanere segreto e un'arma del delitto rara quanto mortale: un paracadute modificato di nascosto. E' il 19 di novembre 2006 e la 37 enne Els Van Doren precipita da 4mila metri nel giardino di una casa in Belgio. Solo pochi minuti prima scendeva insieme all'amica Els Clottemans, 22 anni, e a Marcel (non si conosce il cognome dell'uomo), l'amante di entrambe. Insieme hanno persino formato una figura unendo le mani, una stella. Poi Els e Marcel aprono i loro paracadute e tutto procede per il meglio. Ma quando la donna più anziana apre l'ombrello principale e non funziona. Prova quello di riserva e anche quello fallisce. L'orrore, la caduta, lo schianto nel giardino di una villetta, peraltro ripreso dalla telecamera che portava sul casco.

Immediatamente si è capito che il fatto non poteva essere casuale: la probabilità che due paracadute non si aprano è praticamente pari a zero. Sono iniziate così le indagini, concluse nella maniera più incredibile: l'apparecchiatura fu modificata dalla Els più giovane per una gelosia d'amore. Si è poi scoperto che la Clottemans era già stata arrestata anni fa per aver tentato di uccidere l'ex fidanzato investendolo con un'auto. Ora è agli arresti, e in cura per disturbi psichiatrici.
26 gennaio 2007
--- Termina citazione ---

JAROD72:
I vigili la multano
Lei: "Vado dall'avvocato Taormina", condannata
Il fatto risale al novembre 2007: la donna aveva parcheggiato in divieto di sosta nella zona della stazione di Civitanova. Vedendo i vigili farle il verbale, ha reagito con minacce, chiamando in causa il noto legale


http://www.ilrestodelcarlino.it/ancona/cronaca/2010/10/22/403752-vigili_multano.shtml


Ancona, 22 ottobre 2010 - Aveva minacciato due vigili che la stavano multando, dicendo che gliel'avrebbe fatta "pagare cara" anche "a costo di pagare l'avvocato Taromina". E. S., anconetana di 59 anni è stata ora condannata per minacce. L'appello presentato dalla donna per la multa di mille euro inflitta dal giudice di pace è stato respinto dal tribunale di Macerata.

La vicenda è accaduta il 7 novembre del 2007, quando la donna ebbe un diverbio con i vigili urbani vicino alla stazione di Civitanova, dove era stata ad accompagnare una persona, parcheggiando in divieto di sosta. Motivo per cui è stata multata. "Ignoranti", "rubate i soldi ai cittadini" e "forza, mettetemi un’altra multa e vedete cosa vi succede", sarebbero le frasi di minaccia pronunciate dalla donna. Dopo la seconda multa: "Non sapete fare il vostro mestiere, non siete degni di indossare la divisa della Polizia municipale e, anche a costo di pagare l’avvocato Taormina, ve la farò pagare cara", le altre ingiurie.

Il giudice ha ritenuto ingiuriose le parole della donna, e l’intimazione di rivolgersi all’avvocato Carlo Taormina, secondo il tribunale, ha costituito una minaccia nei confronti dei vigili. Le frasi, secondo il magistrato, avevano "efficacia intimidatoria" e in particolare il riferimento a Taormina sarebbe stato ‘"suggestivo di un contesto penale e di un’ipotesi di denuncia".

L’imputata è stata condannata al pagamento delle spese processuali, anche quelle dei vigili, costituiti parti civili, a cui il giudice di pace aveva già liquidato un risarcimento. L'avvocato difensore difesa aveva sostenuto l’insussistenza del reato di minacce, perché la donna avrebbe solo detto di volersi tutelare rivolgendosi, ad un avvocato conosciuto. Secondo la difesa, che ricorrerà in Cassazione, le ingiurie sarebbero state proferite nella convinzione di essere stata vittima di un atto ingiusto.


MINACCE, INSULTI,  QUESTA E' LA MENTALITA' PARTORITA DAL CULTO RADICALE DELLE DONNE.

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