Naturalmente moltissime femminucce la pensano in maniera diametralmente opposta...
https://27esimaora.corriere.it/articolo/25n-rinascere-donna-grazie-noessere-uomo-sarei-piu-libera/#25N | Rinascere donna? Grazie no
Essere uomo? Sarei più libera
di Giusi Fasano
Tags: I documenti di La27ora, oltre la violenza, stereotipi
La premessa è quasi sempre la stessa: mi piace essere quel che sono. D’accordo. Ma facciamo finta che non ci sia scelta:
domattina ti svegli e sei dell’altro sesso….
Lei: «Beh, essere un ragazzo mi semplificherebbe la vita». Lui: «È che le donne hanno meno probabilità di successo…». Ancora una lei: «Non mi dispiacerebbe, avrei più libertà» mentre un altro lui spiega: «Non lo vorrei, gli uomini hanno più potere nella famiglia».
Camminiamo sul terreno instabile dell’adoescenza, quantomai fertile per coltivare stereotipi, soprattutto quelli di genere. L’esperimento, se vogliamo chiamarlo così, prende forma in cinque scuole: l’istituto tecnico Feltrinelli e il liceo linguistico Manzoni di Milano, il liceo scientifico Pasteur e il classico Mamiani di Roma e infine l’Istituto polifunzionale Pitagora di Pozzuoli.
Abbiamo chiesto a un centinaio di ragazzini e ragazzine fra i 14 e i 15 anni di immaginare la loro vita improvvisamente nei panni dell’altro sesso. E le loro risposte ci hanno raccontato più delle parole dette.
Ne abbiamo fatto un video-documentario (da pubblicato anche su Canale Scuola di Corriere.it) che è assieme divertente ed emozionante, che mette a nudo difficoltà e desideri, sogni e paure. Ma, soprattutto, è una piccola mappa per orientarsi negli stereotipi uomo/donna degli adolescenti e per immaginare con la loro fantasia come sarebbe la vita nei panni dell’altro/a.
«È scientificamente provato che le ragazze sono più intelligenti…che invidia» confessa uno studente dopo aver sentito dire a una compagna che «se fossi un ragazzo mi sentirei più sicuro ad uscire la sera perché la maggior parte delle violenze è contro le donne».
«Più sicurezza» è un argomento gettonato soprattutto dalle ragazze, non soltanto in senso fisico ma anche sicurezza di sé, consapevolezza di una fragilità maggiore rispetto ai maschi che, per contro, parlano del mondo femminile come «più sensibile», «più emotivo» e della vita delle donne «più difficile».
«La cosa che colpisce» dice la psicologa e scrittrice Gianna Schelotto «è che quando le femmine spiegano i motivi per cui vorrebbero essere maschi non è tanto per un riconoscimento di valori ma per una questione utilitaristica. Perché pensano che questa società offra loro più libertà e li protegga di più dalla violenza. Mentre quando sono i maschi a immaginare di essere femmina spesso riconoscono valori come sensibilità, responsabilità, intelligenza».
Sembra radicato più nelle ragazze che nei ragazzi lo schema dell’uomo «che non può avere bisogno di tenerezze» e che, per dirla con parole femminili, «tende a usare la forza mentre le donne rispondono con le parole». «Per esempio, qui a scuola, è più facile vedere una ragazza che piange perché la figura dell’uomo è quella di un duro…» spiega una delle studentesse. La sorpresa è sentire più di un ragazzino citare il tema della sofferenza fisica del parto fra le ragioni del «non mi piacerebbe essere donna». Ma fra loro c’è anche chi vorrebbe vivere da femmina proprio in nome della maternità: «Il solo motivo per cui vorrei provare è che a me piacciono i bambini e sarebbe divertente..» immagina un ragazzetto. «Avere un figlio, curarlo, è una cosa che ti fa sentire essere fiera di essere donna» è sicura la studentessa di un altro liceo.
Shopping e lunghe sedute davanti allo specchio per il trucco o per decidere come vestirsisono alcuni dei vezzi dichiaratamente osteggiati dai maschi che li credono un’esclusiva delle compagne di scuola e li usano fra i motivi più frequenti del «non mi piacerebbe». Ma anche le discriminazioni, soprattutto quelle in politica, diventano materia di riflessione appena ci si cala nei panni dell’altro sesso. «Se fossi un uomo non sarei così discriminata» è il senso di molte risposte femminili. «Non vorrei essere donna per non partire svantaggiato» è la replica che arriva dall’altra parte.
E poi la curiosità, da un fronte e dall’altro, di «capire come ci guardano» loro, di «entrare nella loro testa». Come a volerne smontare il meccanismo: per sistemare quell’ingranaggio che visto con gli occhi del sesso diverso sembra difettoso. E poco importa che sia o no uno stereotipo.
Twitter @GiusiFasano
I VOSTRI COMMENTI
10
Dialogo con Martina, 2 anni e mezzo
25.11 | 09:30 192696
Mamma, voglio diventare “macchio”
Perché Martina? Essere Femmine e’ bello, le femmine sono intelligenti, sono brave, possono indossare dei bei vestiti….
E lei: “mamma non ti preoccupare, poi diventi macchio anche tu”
Qualche mese dopo
Mamma, voglio rimanere femmina!
E perché Martina?
Senno’ poi tu resti sola….
Anche a due anni e mezzo si percepisce la differenza e si immagina come sarebbe stato essere dell’altro sesso. E’ un gioco immaginario che porteremo avanti tutta la vita… Questo Martina non lo sa. Ha appena iniziato a giocare.
Nonostante tutto...
25.11 | 09:38 Lettore_9257054
…rinascerei donna. Per tanti motivi, dei quali il più importante che potrei combattere per la mia libertà: una bella battaglia che dà senso alla vita. Non vedete che gli uomini che nascono liberi e autorevoli (?) sciupano la loro libertà, che la stanno facendo tracimare in licenza?
Oggi mettetevi qualcosa di rosso: passate parola.
Sarebbe bello se...
25.11 | 09:56 joanlui
Peccato non poter fare una breve esperienza nel corpo di una persona dell’altro sesso per un breve periodo, poniamo tre mesi obbligatori per tutti tra i 20 e i 25 anni di età della propria vita. Provate a immaginare quanta più comprensione reciproca ci sarebbe a questo mondo!
a 50 anni, un uomo, una donna
25.11 | 11:21 fatti veri
se sei una donna, alcune possibilità ( un’altra famiglia ex novo, figli nuovi compresi) non le puoi più avere; inoltre un uomo 50-60enne continua ad essere spesso attraente e crea affidamento in una donna, mentre non vale lo stesso meccanismo se sei donna.
Colpa dei modelli culturali, sociali, di cura, di attrazione, della biologia della riproduzione? Quello che volete, ma è così.
Poi la singola donna può tentare di disegnarsi la propria vita come vuole, almeno in occidente, e fregarsene dei modelli e degli stereotipi, almeno in occidente.
Ma nasci donna e non sei del tutto libera di testa, invio dei maschi il tempo infinito di libertà di immaginazione e di ideazione e di invenzione della propria vita che le donne non hanno mai avuto.
osservazioni
25.11 | 13:26 Conte Vlad
anche gli uomini sono sensibili, anche le donne sono forti e lo sanno anche questi ragazzi secondo me.
osservazioni 2
25.11 | 13:46 Conte Vlad
e anche gli uomini badano al loro aspetto estetico chi più chi meno come le donne del resto
ancora una cosa
25.11 | 18:20 Conte Vlad
vedo poi che molte ragazze identificano il maschile con la sicurezza in se stessi. ma in realtà un uomo può essere sicuro o insicuro quanto una donna per ragioni a volte diverse a volte simili
Persone non generi.
25.11 | 21:05 3650221
Io sono una donna e da ragazza, negli anni 60 avrei voluto essere uomo perché allora effettivamente c’era molta differenza tra i due sessi. Poi crescendo mi sono accorta che la differenza non è data dal sesso ma dalla personalità o carattere delle persone: il timido è sempre timoroso sia uomo che donna e l’estroverso sempre allegro e ricercato ,sia uomo che donna. la vita poi non risparmia nessuno sia il timido che l’estroverso, il pessimista e l’ottimista ( sempre di entrambi i sessi) hanno i loro dolori oppure anche le loro gioie. E la sensibilità è di entrambi e dirò di più non è la facilità al pianto che denota sensibilità, tutt’altro è uno sfogo e un mezzo per suscitare simpatia.
Il dolore non manifestato è molto più sincero e lacerante e quante donne lo sopportano così?
Io provo molta tenerezza per gli uomini, ancora degni di questo nome, che ora stanno vivendo un’epoca che li mortifica e li presenta come ignoranti aguzzini. Ci saranno è ovvio come ci sono tante donne ignoranti che pretendono di essere riverite perché donne. Ma è un valore essere donne se non c’è alcun contenuto? Il valore è nella persona ed è un lungo cammino.
dialogo con martina?
26.11 | 09:43 vacanze_in_barbagia
I bambini di due anni che esprimono concetti complessi a loro estranei che ricalcano esattamente le idee dei genitori mi mettono sempre un po’ di inquietudine.
onestamente...
27.11 | 09:43 Holly
l’ho pensato e lo penso spesso.
Che bello sarebbe stato nascere uomo.
Niente orologio biologico.
Niente colloqui con “ma lei pensa di avere figli?”.
Niente capi che commentano ogni giorno come sei vestita o truccata, “perchè ogggi si è vestica così? come sta bene colà, dovrebbe truccarsi di più…”.
Più carriera a parità di fatica.
Più soldi e possibilità (derivanti da punto precedente)
Niente sedute di trucco, parrucco, tacchi e compagnia bella.
E tutto ciò nella parte migliore del mondo dove essere donna. Perchè se penso ad altri Paesi … brrrr.
Si, sarebbe stato davvero belle essere maschio…
Il passaggio più
divertente è questo:
Lei: «Beh, essere un ragazzo mi semplificherebbe la vita». Lui: «È che le donne hanno meno probabilità di successo…». Ancora una lei: «Non mi dispiacerebbe, avrei più libertà» mentre un altro lui spiega: «Non lo vorrei, gli uomini hanno più potere nella famiglia».
"Gli uomini hanno più potere in famiglia",*
afferma il giovanotto intervistato (e indottrinato)...
Allorché uno pensa: ma vivo nell'Italia del 1969 oppure in quella del 2019...?
Perché, insomma, se c'è qualcuno che oggigiorno conta poco più di zero in famiglia sono proprio gli uomini.
Tralascio il discorso relativo alla tesi secondo la quale le donne avrebbero meno probabilità di successo, perché mi son veramente rotto il cazzo di leggere e ascoltare simili puttanate.
@@
* Per dire: io lavoro in ambito edilizio, per cui posso dirvi che chi decide (quasi) tutto in casa - a cominciare dalla cucina, per passare al bagno, alla camera da letto, etc -, è la donna e non l'uomo.
Ad esempio: chi credete deicida di che colore deve essere la cameretta dei bambini?
Il papà? No, lo decide la mamma.
E la cucina color giallo canarino...?
Chi credete lo decida?
Il marito? No, la moglie.
E l'elenco sarebbe lunghissimo.
L'uomo è semplicemente un esecutore, un appendice della donna.
Gli unici uomini che decidono qualcosa, non sono italiani e generalmente provengono dalla Moldavia, dalla Romania e soprattutto dall'Albania.
Gli italiani - a parte rarissime eccezioni - non decidono una beneamata fava, perché sono totalmente sottomessi alle "loro donne", figlie comprese.