Autore Topic: Un breve ritratto dello zerbino  (Letto 15536 volte)

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Offline Sardus_Pater

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Re:Un breve ritratto dello zerbino
« Risposta #15 il: Agosto 30, 2017, 12:46:50 pm »
Se volete apro io il thread sull'argomento. Che per titolo avrà una domanda "scottante".
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline ilmarmocchio

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Re:Un breve ritratto dello zerbino
« Risposta #16 il: Agosto 31, 2017, 23:06:34 pm »
Citazione
http://www.liberoquotidiano.it/news/sfoglio/13222693/turismo-sessuale-femminile-prostituto-destinazioni-pratiche-sesso.html


Turismo sessuale femminile, parla il prostituto: "Cosa mi chiedono le donne, quali sono le più assatanate"

25 Agosto 2017

Turismo sessuale femminile, parla il superdotato: "Le donne in cerca di sesso, cosa faccio"

Non esiste solo il turismo sessuale maschile. Anche le donne partono da sole per lidi lontani in cerca di piacere. Un fenomeno che prende piede dagli anni Ottanta: circa 600mila persone ogni anno. Le donne viaggiano in luoghi esotici (di solito i Caraibi, appunto, ma anche il Medioriente, l’Africa nera) e incontrano ragazzi locali con cui intrecciano una vera e propria storia. Spesso più giovani e piacenti, a volte si illudono di averli fatti innamorare. Poi quando i loro "belloni" chiedono il conto, finisce l'illusione.

Sul sito Linkiesta.it si parla del fenomeno. Riprendendo le interviste fatte a questi bei ragazzi, soprattutto della Repubblica Dominicana, si nota una prima distinzione importante: quando cercano una conquista sessuale tra le turiste, si rivolgono a quelle giovani (di solito tra i venti e i trent’anni) e bionde. Se vogliono soldi, allora ripiegano su donne più mature (dai 40 in su) o sovrappeso. Pratici e perfidi.

I ragazzi vanno nelle spiagge. Le prede più ambite sono le turiste meno abbronzate. Sanno che i primi giorni devono essere sorridenti, gentili e molto disponibili. Spesso portano fiori, si offrono come guide e istruttori di danza. Secondo gli studiosi del fenomeno le donne più facili sono le canadesi francesi, seguite dalle canadesi inglesi. Poi, al terzo posto, le italiane.

"Le donne del Quebec sono convinte che siamo preferibili per il sesso", dichiara uno dei bellocci intervistati. "Essere neri è meglio, è più esotico", dice un altro "prostituto". All'inizio è meglio non parlare del vil denaro. Disturba l’illusione di un rapporto romantico. Sottilmente fanno capire però di averne bisogno, si fanno venire la faccia triste quando nelle conversazioni ci si riferisce alle possibilità economiche.

E il sesso? I belli da spiaggia sono disponibili e generosi, accontentano ogni richiesta e si preoccupano degli orgasmi. Secondo Jesus, di Puerto Viejo, in Costarica, "se una donna prende la mia energia, mi deve qualcosa in cambio". A differenza delle donne, sanno che la merce di scambio non è il sesso fine a se stesso, la prestazione fisica, ma l'intimità.


Lo zerbino italiano ha scritto la prima frase
il non zerbino dominicano la seconda.
la differenza tra le 2 frasi in neretto è evidente

Online Massimo

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Re:Un breve ritratto dello zerbino
« Risposta #17 il: Settembre 01, 2017, 09:41:00 am »
Chi di strumentalizzazione colpisce e ferisce(vantandosene), di strumentalizzazione poi perisce (lamentandosene).

Offline ilmarmocchio

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Re:Un breve ritratto dello zerbino
« Risposta #18 il: Settembre 06, 2017, 11:47:09 am »
un pò di femminismo maschile




Online Frank

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Re:Un breve ritratto dello zerbino
« Risposta #19 il: Settembre 09, 2017, 12:09:47 pm »
A proposito di irrecuperabili zerbini, falsi più di Giuda, il torinese Massimo Gramellini ha nuovamente colpito.

http://video.corriere.it/maschio-femmina-limiti-sorprese/563c21d2-94dd-11e7-add3-f41914f12640
Citazione
09 settembre 2017
/Corriere TV

Acuni anni fa, una lettrice mi volle mettere al corrente di una scoperta che l’aveva spiazzata: il suo fidanzato tedesco faceva la pipì da seduto. La tranquillizzai: trasformare il bagno in un cassonetto di Trastevere o lavarsi le ascelle soltanto nelle notti di luna piena non è di per sé un segno di virilità. Si può essere maschili anche con un aspirapolvere in mano, purché si sappia da che parte prenderlo. E la pulizia del wc non è necessariamente una manifestazione di debolezza, semmai di rispetto.

Fu uno dei miei primi incontri con il Maschio Femmina, questo pioniere dell’evoluzione che cerca di conciliare le caratteristiche del maschio ideale - calma, energia, responsabilità - con la gentilezza dei modi e il desiderio di isolarsi da qualsiasi scocciatura. Ormai lo si può incontrare ovunque, anche ai semafori. La novità del paesaggio stradale è rappresentata dal proliferare di vetture con lei al volante, concentratissima sul traffico e sulla telefonata in viva voce con nonna-sitter e pupo, e lui seduto al posto del passeggero che gioca col cellulare o guarda le altre donne dal finestrino. C’è però un luogo dove il Maschio Femmina rivela ancora i suoi limiti. Le vacanze. Bastano poche ore di villeggiatura per trascinarlo in una prostrazione senza sbocchi, se non uno: il ritorno in ufficio, lontano dagli «andiamo in spiaggia, papà?» e «mi accompagni al supermercato, tesoro?». Quelle piccole responsabilità collettive che il Maschio Femmina, eterno single nell’anima, rimuove di continuo, disposto ad ammazzarsi di lavoro pur di evitarle. Può diventare isterico con una linea di febbre, che per lui coincide sempre con l’ultimo rantolo prima della fine. In compenso la sua natura ossessiva, impedendogli di fare più di una cosa alla volta, lo induce ad accumulare ritardi in tutte, ma almeno lo preserva dall’esaurimento nervoso.

Il suo rapporto col sesso percepito è decisamente migliore di quello con il sesso reale. Lo dimostra la parabola dei pilloloni che, nati per essere la stampella degli impotenti, si sono rapidamente trasformati in doping per mandrilli. Dopo la «pillola del weekend», i presunti guerrieri del materasso sognano quella delle vacanze estive: ne prendi una il primo agosto e resti impalato come un ombrellone fino alla riapertura delle scuole. E la moscia realtà? Meglio non pensarci. E mentire. Mentire sempre. Anche nei sondaggi, dove l’Italia risulta all’ultimo posto per numero di adulteri. Perché il nuovo maschio italiano davanti all’intervistatore si comporta come un tempo davanti al prete: puntando a uscirne con una iniezione di autostima che gli permetta di rimettersi a fare i propri comodi circondato da un alone di santità. Di santità e di sogno.

Il nuovo maschio è un sognatore e ha Obama come icona. Le sue parole hanno un suono superiore al peso e si prestano a qualunque interpretazione, purché aerea e sognante. La donna non ha quel tipo di talento, ma sa apprezzare gli uomini che lo posseggono. Si illude. E quando lui la delude, rivelandosi alla prova dei fatti uno sbruffone o un millantatore, gli ritira la fiducia e promette a se stessa di non cascarci più. Ma senza riuscirci, perché prima o poi le tornerà la voglia di un uomo che le dica «Yes, we can».

Maschi sognatori e maschi piangenti, come Totti nel giorno dell’addio. Uomini che non si vergognano più di esibire i sentimenti nemmeno per iscritto, rivelando nei libri o sulla pagina social gli stranguglioni di una vita. Purtroppo anche il Maschio Femmina può trasformarsi in un mostro, quando si sente abbandonato. Resta incapace di chiudere una storia in modo netto e di reggere il distacco. Ogni storia che finisce rinnova il suo trauma primordiale, quello sganciarsi dal grembo della donna al momento di nascere che lo induce a sentirsi abbandonato anziché creato. La sua, anche al netto dei casi di cronaca nera, è una forma di dipendenza che si nutre di falso orgoglio e autentico egoismo. Ma un uomo, ancorché modificato, serve ancora a qualcosa?

«Non è vero che non servite più a niente», mi dicono spesso le donne. «Avete ancora una missione nella vita. Quella di ricaricatori esistenziali. Quando ci mostriamo disperate per qualche problema, non chiedeteci che cosa c’è che non va e non intontiteci con consigli razionali che abbiamo già soppesato meglio di voi. Aprite piuttosto le vostre braccia e fateci scomparire lì dentro, perché ogni donna, persino la Merkel, quando va in crisi si sente piccola. E con voce calma e avvolgente, sussurrateci la formula magica, il mantra scacciapensieri: non preoccuparti, cara, andrà tutto bene. Come faceva Cary Grant in uno di quei polpettoni Anni 50 che riguardiamo di continuo quando nessuno ci vede». Dopo un certo scetticismo iniziale, ho potuto constatare che il metodo funziona. Richiede però una grande concentrazione, che per il Maschio Femmina rappresenta un problema.

Indagando le ragioni del successo delle Cinquanta sfumature, scoprii che le porno lettrici erano colpite soprattutto dalla quantità di tempo che il protagonista riservava alla sua donna. Ai loro uomini non chiedevano più manette, ma più attenzione. Intendiamoci. Non una attenzione totale. Le donne sanno che la vita funziona diversamente dai romanzi. Si accontenterebbero del dieci per cento del tempo che i maschi riservano al calciomercato. Ora, il dieci per cento mi sembra eccessivo, ma sul cinque ci si può intendere. Questione di sfumature. Per me il simbolo del Maschio Femmina è Luca Marin, il nuotatore italiano capace di trasferirsi da una primatista mondiale all’altra, fidanzandosi prima con la Manaudou e poi con la Pellegrini, e riuscendo a infondere sicurezza a compagne ingombranti senza smarrire quella in se stesso.

La palma del Farabutto Perfetto va invece all’ex della cantante Adele, che pretendeva i diritti d’autore dei suoi successi con la seguente motivazione: se io non ti avessi fatto del male, tu non avresti mai scritto quelle canzoni. Alla fine i soldi non li ha avuti, quindi non era perfetto neppure come farabutto. In realtà il mio punto di riferimento esistenziale resta un certo Klepetan. Molti anni fa in Croazia un cecchino sparò a Malena, la sua compagna, e la colpì in una zona vitale, costringendola a vita su una poltrona. Ma Klepetan doveva tornare dalla famiglia in Sudafrica e non aveva i mezzi per portare Malena con sé. Così convinse un bidello in pensione, l’unica persona di cui si fidava, a ospitarla nella sua mansarda. Ogni anno, da allora, con il sopraggiungere della primavera, Klepetan smette di lavorare e con quanto ha messo da parte affronta un viaggio di tredicimila chilometri. Attraversa tutta l’Africa e l’Adriatico, fino a un villaggio croato e a una certa mansarda. Malena è lì che lo aspetta sulla poltrona, impaziente. Lui non ha mai tradito la promessa. E la ama senza complessi né rimpianti, trovando un senso alla parola eternità. Che maschio, questo Klepetan. Peccato sia un maschio di cicogna. Ma non preoccupatevi: noi di razza umana confidiamo di raggiungerlo in volo, prima o poi.

Online Frank

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Re:Un breve ritratto dello zerbino
« Risposta #20 il: Settembre 09, 2017, 12:27:12 pm »
http://video.corriere.it/questore-milano-un-futuro-capo-polizia-donna-ne-sono-sicuro/194869f2-94bf-11e7-add3-f41914f12640

... sempre peggio.
Avevano assolutamente ragione certi vecchi quemmisti quando asserivano che gli uomini sono il problema numero uno degli uomini.
Altro che il femminismo, ché se esiste è solo grazie a questi totali, irrecuperabili coglioni.






Online KasparHauser

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Re:Un breve ritratto dello zerbino
« Risposta #21 il: Settembre 09, 2017, 12:57:13 pm »
A proposito di irrecuperabili zerbini, falsi più di Giuda, il torinese Massimo Gramellini ha nuovamente colpito.

http://video.corriere.it/maschio-femmina-limiti-sorprese/563c21d2-94dd-11e7-add3-f41914f12640

Eppure non so, qui mi pare che siamo oltre l'essere zerbino, mi pare come una violenza, una cattiveria un risentimento contro gli uomini che andrebbe indagato da specialisti bravi.

Online Frank

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Re:Un breve ritratto dello zerbino
« Risposta #22 il: Settembre 09, 2017, 13:25:08 pm »
Eppure non so, qui mi pare che siamo oltre l'essere zerbino, mi pare come una violenza, una cattiveria un risentimento contro gli uomini che andrebbe indagato da specialisti bravi.

Certo che da parte del Gramellini, così come di tutti i coglioni come lui, c'è un forte risentimento verso gli uomini.
Altrimenti come farebbe a dire quelle cose?
E soprattutto come farebbe ad usare certi toni?
Solo chi è pieno di risentimento può farlo.

@@

Ad esempio: nonostante le trovi oramai insopportabili, io non mi sognerei mai di andare in pubblico a prendere per il culo gratuitamente le donne in quel modo.
Potrei farlo solo di rimando, cioè se provocato; ma gratuitamente no.
Se uno vuole dimostrarsi migliore di chi critica, non scende a certi livelli.

Offline bluerosso

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Re:Un breve ritratto dello zerbino
« Risposta #23 il: Settembre 09, 2017, 13:42:33 pm »
A me, quello che fa godere come un macaco è sapere (ne ho la certezza matematica) che personaggi come questi provocano  l'intima repulsione (inconfessata) proprio da parte delle donne.

Con i loro fasulli e mielosi toni da cicisbei, sono realizzatori di un capolavoro esistenziale: la par condicio del disprezzo:rofl1:

Online Frank

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Re:Un breve ritratto dello zerbino
« Risposta #24 il: Settembre 09, 2017, 16:12:32 pm »
A me, quello che fa godere come un macaco è sapere (ne ho la certezza matematica) che personaggi come questi provocano  l'intima repulsione (inconfessata) proprio da parte delle donne.

Con i loro fasulli e mielosi toni da cicisbei, sono realizzatori di un capolavoro esistenziale: la par condicio del disprezzo:rofl1:

Io un personaggio come quello vorrei tanto portarlo con me su un tatami.*
Così, tanto per farlo rapportare un po' con un "maschio maschio" (anziché i soliti "maschi femmina" ai quali il coglione complessato appartiene) e al tempo stesso per fargli rovare il brivido di un O Soto Gari, oppure di un Ude Garami o di un Hadaka Jime... :cool2:

@@

* Sì, lo so, non accadrà mai.
Purtroppo.  :shifty:

Offline Vicus

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Re:Un breve ritratto dello zerbino
« Risposta #25 il: Settembre 09, 2017, 16:14:56 pm »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline ilmarmocchio

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Re:Un breve ritratto dello zerbino
« Risposta #26 il: Settembre 10, 2017, 14:54:07 pm »
non prendete sul serio questo rettile.
striscia e sbava ma fa per finta.
Le sue fandonie gli vengono lautamente retribuite.
della serie : attacca l'asino dove dice il padrone

Online Frank

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Re:Un breve ritratto dello zerbino
« Risposta #27 il: Settembre 10, 2017, 15:10:48 pm »
non prendete sul serio questo rettile.
striscia e sbava ma fa per finta.
Le sue fandonie gli vengono lautamente retribuite.
della serie : attacca l'asino dove dice il padrone

Il punto non è se il merdoso recita (parzialmente) o meno.
Il punto è che certe merdate le dice; e a prescindere dai perché e dai percome, solo per questo andrebbe preso a calci in culo.

Offline ilmarmocchio

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Re:Un breve ritratto dello zerbino
« Risposta #28 il: Settembre 10, 2017, 19:22:57 pm »
Il punto non è se il merdoso recita (parzialmente) o meno.
Il punto è che certe merdate le dice; e a prescindere dai perché e dai percome, solo per questo andrebbe preso a calci in culo.

su questo non ci piove : diciamo pure che una scarica di calci nel sedere ripresa per TV a scopo educativo.

Online Frank

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Re:Un breve ritratto dello zerbino
« Risposta #29 il: Settembre 10, 2017, 19:38:36 pm »
su questo non ci piove : diciamo pure che una scarica di calci nel sedere ripresa per TV a scopo educativo.

Il fatto è che queste teste di merda, al pari delle loro Padrone, sanno di godere di una assoluta impunità - perlomeno quando si prendono di petto l'uomo italiano, o comunque bianco e occidentale.

Nei fatti non esiste alcun reale deterrente; nulla che possa frenare la loro quotidiana violenza verbale.
Viceversa, se esistesse un deterrente, ci penserebbero mille voltre prima di dire e scrivere certe merdate.

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ps: di certo in un mondo primitivo, ossia laddove vige la legge del più forte, uno come il Gramellini sarebbe... "il mio zerbino".  :cool2: