Io non chiamo sbirri tutti i membri delle forze armate indistintamente, definisco sbirri solo quelli che abusano del potere della divisa, e in questo caso (stupro o non stupro) ci sono senza dubbio due individui che durante il servizio approfittavano della divisa per rimorchiare più facilmente turiste straniere ubriache fradicie(e dunque più facili da stuprare o comunque da convincere a rapporti occasionali in stato di semicoscienza!), perciò sono SBIRRI a tutti gli effetti!
Sono intervenuto NON per fare "il difensore" delle povere femminucce offese (per dirla tutta personalmente giudico abbastanza male anche le ragazze che vogliono ubriacarsi e sballarsi in maniera penosa per divertirsi...questi studenti e studentesse americani che si comportano come emeriti coglioni, e poi si ritrovano a pagare caro per la propria imbecillità, come queste 2 studentesse o lo studente americano ucciso l'anno scorso a Roma, non mi fanno per niente pena! ...ma d'altro canto questo non assolve i criminali che si approfittano di questi/queste giovani senza cervello!) ma perché non mi piace che la QM(che anni fa condividevo e in parte condivido ancora oggi) venga interpretata come una difesa automatica nei confronti degli uomini accusati di stupro in quanto tali(nel genere maschile ci sono anche tanti criminali e farabutti che non meritano alcuna difesa), o come un considerare tutti i casi di stupro/molestia sessuale come inventati dalle donne per chissà quali astrusi motivi(il movente dell'assicurazione è una balla che non regge)
Gli stupri inventati ci sono eccome, ma questo non ci autorizza a considerare tutti gli stupri agli onori delle cronache come falsi!
In questo caso non vedo elementi che possano far pensare chiaramente a un abuso sessuale inventato di sana pianta(ovviamente non c'è nemmeno la certezza che le ragazze siano state 100% sincere), però di sicuro, stupro o non stupro, i carabinieri sono in torto marcio.
Kautostar, onestamente si fa un po’ fatica a seguire il tuo ragionamento.
In un topic titolato “Ancora Stupri - Tutti falsi” all’interno d’un forum sulla questione maschile, tu ti eserciti ad anticipare ipotesi processuali assolutamente fuori da qualsiasi portata (ed interesse) per quello che ci riguarda.
Addirittura proponi improbabili casistiche.
Qui si cerca di capire, ancora prima delle eventuali posizioni processuali degli “sbirri” come li chiami tu, se questa vicenda s’inquadra o meno nel solco tracciato ormai da anni su vicende che riguardano la “veridicità dello stupro”.
Forse non t’è noto (e questo mi sorprenderebbe) che da un punto di vista giudiziario (fino a prova contraria quello è il suo ambito) l’accusa di stupro da parte di una donna rivolta ad un uomo è piombata sempre più in una zona d’ombra.
Il principio della “veridicità” non ha quasi più rilievo.
Sia durante le fasi d’indagine che in dibattimento di fatto a fare luce sono sostanzialmente solo gli elementi portati dalla presunta vittima.
Si è creato un pregiudizio.
L’accusa di stupro diventa immediatamente colpa certa. Condanna.
Il dibattito pubblico di queste ore ne è la conferma.
Pian piano si sta cercando di spostare questo tipo di reato dal diritto penale alla peggiore sociologia penale.
Alla psicanalisi forense.
Tranne casi eclatanti e indiscutibili è un delitto difficile da decifrare penalmente.
L’attenzione si è spostata ormai sulla consensualità del rapporto.
Sulla base della mera dichiarazione di parte e in assenza della “prova contraria” un rapporto carnale diviene automaticamente stupro.
Il proliferare di casi in ambito coniugale ne è la prova.
Questa difficoltà (oggettiva) che fino a ieri pendeva a vantaggio della difesa in ossequio al principio giuridico “in dubbio pro reo”, s’è completamente ribaltata.
Ad un certo punto s’è deciso (sotto la pressione politico/mediatica) che basti la sensazione d’essere stati violati (uso il plurale M/F per pudore).
S’è data una torsione scellerata ad ogni principio giuridico.
Il cui cardine, la stella polare è che l’onere della prova spetti sempre all’accusa.
Che bada bene non è la vittima, ma il PM. Che ha ampia facoltà d'indagine se lo vuole.
Sono entrati prepotentemente in campo elementi fluidi come i rapporti di subordinazione psicologica tra gli attori o la mancata esplicitazione preventiva del consenso.
O come in questo caso la minorata difesa a causa di assunzione di alcool.
In pratica qualsiasi donna ubriaca viene stuprata: il che è folle solo a pensarlo.
Il discrimine lo definisce una tabella sul tasso alcolemico.
Fino a quel valore li….si, oltre...no.
Così operando s’è fatto in modo che s’aprisse una falla, entro la quale potenzialmente può passare di tutto.
Una carta bianca su cui la parte lesa in pratica può scriversi la sentenza.
Una manna per periti e CTU. Oltre che per avvocati senza scrupoli.
L’inoppugnabilità della prova ha lasciato spazio alla temerarietà delle tesi accusatorie.
La conseguenza per la falsa accusa è di fatto il nulla.
La pavidità intrinseca del sistema giudiziario ha fatto il resto.
Quasi nessun giudice si sente ormai libero di giudizio su un caso di accusa di stupro in Italia.