Questo video è da guardare e riguardare. E divulgare.
E’ il paradigma di come deve comportarsi un uomo davanti ad ogni femminista incarognita.
Si trattava d’una imboscata perpetrata dalla Merlino in classico stile giornalistico liberal.
Finto diritto di replica con finale di condanna già determinato.
Parterre ben progettato: cinque contro uno. Chapeaux!
Ma al nostro non la si fa.
E in men che non si dica ribalta la situazione.
Invece di arretrare, avanza e rilancia (D’Anna è un biologo…sa di cosa parla).
La Perina perde d’improvviso la baldanza e si accorge (tardi) delle capacità dialettiche di D’Anna (suo ex sodale nel PdL).
Lei, esaurita l’evidente e palpabile rabbia che le schiuma in corpo (grave errore comunicativo) capisce che è come prendere a sberle un cobra.
Quando qualcuno cita Dario Fo lui cita genialmente Benedetto Croce.
Un massacro!
La Borgonzoni in puro stile femminista 3wave, miseramente blatera slogan triti e ritriti come se li avesse ideati lei all’istante.
Penosa.
D’Anna nega le affermazioni che lei gli attribuisce e le da della femminista.
Incredibile sfrontatezza…! Come epiteto non lo si sentiva più in TV dal 1977.
La Merlino capito che è sfumato l’effetto accerchiamento tenta di addomesticarlo e di portarlo come una mucca al pascolo dalla sua. Almeno parzialmente. Per quel che si può.
Vuole precisare che il sen. D’Anna è comunque contro lo stupro (ipse dixit).
Pensa: un uomo contrario allo stupro! Che scoop.
Il corto circuito lo si è avuto quando è stato richiesto l’intervento di don Sigalini, fino ad allora “corteggiato” dalla Merlino, che non ha potuto fare a meno d’appoggiare (obtorto collo) la posizione di D’Anna.
E ci mancava altro.
Credo che la Merlino ad un certo punto si sia resa conto d’aver fatto un pasticcio.
Abituata agli zerbini televisivi pensava che D’Anna recitasse l’abiura.
O che si beccasse remissivo, lo sputtanamento.
La cosa più interessante di tutta sta vicenda è che è bastato rimanere fermi nelle proprie posizioni (in modo intelligente) è il fronte roseo si è spappolato per manifesta insussistenza di argomenti.
E’ mancata però a mio avviso l’argomento fondamentale. Ma forse era pretendere troppo da un politico.
La polemica si reggeva sulla presunta equiparazione scosciamento/stupro.
Assioma trito e ritrito, che D’Anna ha subito negato, ma che però le tre vestali, non a caso, hanno a più riprese cercato di attribuirgli surrettiziamente.
L’argomento vero, che noi qui conosciamo bene, è invece relativo al controllo della sessualità maschile da parte delle donne, attraverso pratiche di cui l’utilizzo spinto del “dress code” è uno dei perni.
Noi uomini, com'è ormai noto, non possiamo fare nulla, ma possiamo (e dobbiamo) chiedere che venga definito per quello che è: un “potere”. Niente di più. Niente di meno.
Un potere a cui gli uomini sono chiamati ad attuare un dovere.
Quello di rimanerne per la maggior parte di loro, frustrati.
In balia di un perenne eccitamento.
Se emergesse questa inaudita verità: “potere” contro “dovere” forse si avrebbe un effetto disvelamento della condizione maschile.
A mio avviso è questo il chiodo su cui battere.
Le cose non cambierebbero, ma si avrebbe un fenomenale rovesciamento narrativo.