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Italiane: capaci solo di lamentarsi e pretendere

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ilmarmocchio:

--- Citazione da: Frank - Settembre 20, 2017, 00:40:59 am ---Quella dell'operaio è soventemente e realmente una vita di merda.

--- Termina citazione ---

quoto al 100%.
E invece di ringraziare delle attenzioni e delle spese , che ormai vedono il parto essere più costoso di un cancro, le insopportabili donne italiane anche il coraggio di lamentarsi.
Ma che andassero affanculo

https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2017/09/20/un-milione-di-mamme-maltrattate-durante-il-parto_eaaa0970-9f4c-481c-98a0-8f34e67b9390.html


--- Citazione --- Negli ultimi 14 anni un milione di mamme italiane hanno vissuto un'esperienza di violenza ostetrica durante il travaglio o il parto. A rivelarlo è la prima ricerca nazionale realizzata dalla Doxa per conto dell'Osservatorio sulla Violenza Ostetrica in Italia, in collaborazione con le associazioni La Goccia Magica e CiaoLapo Onlus. Durante l'esperienza che dovrebbe essere la più emozionante nella vita di una donna, il 21% delle madri, con figli di età da zero a 14 anni, dichiara di aver subito un maltrattamento fisico o verbale durante il primo parto e quattro su dieci raccontano di aver subito azioni lesive della dignità personale.

Esperienze così traumatiche, stando alle testimonianze raccolte, che avrebbero spinto il 6% delle donne negli ultimi 14 anni a scegliere di non affrontare una seconda gravidanza, provocando di fatto la mancata nascita di circa 20.000 bambini ogni anno. Presentati oggi a Roma i risultati della ricerca "Le donne e il parto" realizzata per indagare il fenomeno sommerso e poco conosciuto della cosiddetta 'violenza ostetrica', cioè l'appropriazione dei processi riproduttivi della donna da parte del personale medico. In particolare, la principale esperienza negativa durante la fase del parto è la pratica dell'episiotomia, subita da oltre la metà (54%) delle donne intervistate. Un tempo considerata un aiuto alla donna per agevolare l'espulsione del bambino, oggi, l'Oms la definisce una pratica 'dannosa, tranne in rari casi' poichè si tratta a tutti gli effetti di un intervento chirurgico. Tre partorienti su 10 negli ultimi 14 anni, vale a dire 1,6 milioni di donne (il 61% di quelle che hanno subito un'episiotomia) dichiarano di non aver dato il consenso informato per autorizzare l'intervento. Tuttavia la pratica dell'episiotomia non sembra essere sparita dalle realtà ospedaliere italiane: 1 donna su 2 l'ha subita, per il 15% delle donne che hanno vissuto questa pratica, pari a circa 400.000 madri, si è trattato di una menomazione degli organi genitali, mentre il 13% delle mamme, pari a circa 350.000, con l'episiotomia ha visto tradita la fiducia nel personale ospedaliero. Il numero più alto di episiotomie viene registrato nelle regioni del Sud e nelle isole, con il 58%, seguite dal centro e Nord-Est con il 55% pari merito, ultimo il Nord Ovest con 49%. Non solo, a fronte di un 67% del campione che dichiara di aver ricevuto un'assistenza adeguata da parte di medici e operatori sanitari, 1.350.000 donne (il 27% delle intervistate) dichiarano di essersi sentite seguite solo in parte dall'equipe medica. Il 6% di neomamme afferma di aver vissuto l'intero parto in solitudine e senza la dovuta assistenza. La ricerca è nata dall'iniziativa dell'Osservatorio sulla Violenza Ostetrica Italia, istituito e fondato da Alessandra Battisti e Elena Skoko.
--- Termina citazione ---

Frank:

--- Citazione da: ilmarmocchio - Settembre 20, 2017, 20:41:55 pm ---quoto al 100%.
E invece di ringraziare delle attenzioni e delle spese , che ormai vedono il parto essere più costoso di un cancro, le insopportabili donne italiane anche il coraggio di lamentarsi.
Ma che andassero affanculo
--- Termina citazione ---

Concordo, devono andare affanculo, perché han veramente rotto i maroni.

http://www.linkiesta.it/it/article/2017/09/08/non-scherziamo-le-donne-devono-andare-in-pensione-prima-degli-uomini/35435/


--- Citazione ---Non scherziamo, le donne devono andare in pensione prima degli uomini
Le donne italiane andranno in pensione all’età record in Europa di 67 anni e sei mesi. Dopo che, sul lavoro, non hanno goduto degli stessi diritti degli uomini. E dopo essersi fatte carico del welfare domestico
di Flavia Perina
8 Settembre 2017 - 08:30

L'anno prossimo, cioè fra quattro mesi, l'Italia aggiungerà ai suoi poco invidiabili primati in materia di donne il record dell'età pensionabile: nessuna, in Europa, andrà a riposo tardi quanto le italiane, a 67 anni e sei mesi. Non le tedesche, che pure hanno salari superiori di un terzo, occupazione femminile al 71% (noi siamo al 48,8) e asilo nido garantito come diritto costituzionale. Non le francesi, occupate per il 60 per cento, con sostegni alle madri lavoratrici invidiati da tutte (infatti sono le più prolifiche d'Europa). Non le irlandesi, non le slovene e manco le greche: nel Paese-simbolo dei tagli al welfare l'età pensionabile di uomini e donne è stata unificata a livelli molto alti (67 anni) ma le deroghe sono tali che quasi tutte le anziane riescono ad arrivare al traguardo prima.

Governo e sindacati sono preoccupati per gli effetti della notizia (siamo pur sempre in campagna elettorale). Ieri hanno cominciato a discutere alcune ipotesi di “limatura” delle norme, aggiustamenti che potrebbero limitare l'impatto almeno per le più sfortunate, quelle senza lavoro e reddito che rischiano di morir di fame aspettando l'Inps.

    Perché dovrebbero arrancare alla pari degli uomini fino al traguardo dei 67 e sei mesi quando pari non sono, in quasi niente e oltrechè farsi carico dell'ufficio, della fabbrica, dello studio, devono mettersi sulle spalle, tutto intero, pure il welfare domestico?

Ma, al di là dei dettagli, ci si chiede se non sia il momento di mettere in discussione tutto intero il “patto” stipulato nel lontano 1993, quando la riforma Amato avviò in Italia il percorso della parificazione pensionistica uomo-donna, incardinandolo a una “promessa” politica: avrete più doveri ma uscirete dalla serie B del lavoro con salari, opportunità, carriere più simili a quelli degli uomini, e tutti i servizi utili a mantenervi attive anche se avrete un figlio, oppure dei nipotini quando invecchiate. Il patto non è stato rispettato. Le donne italiane sono sotto la media europea riguardo a tutte le voci citate. Perché dovrebbero arrancare alla pari degli uomini fino al traguardo dei 67 e sei mesi quando pari non sono, in quasi niente e oltrechè farsi carico dell'ufficio, della fabbrica, dello studio, devono mettersi sulle spalle, tutto intero, pure il welfare domestico? C'è qualcuno, in politica, che ha il coraggio di far suo un ragionamento di buonsenso sull'invecchiamento?

Come ha ricordato la blogger Simona Bonfante su Fb, la vecchiaia non è un dato contabile. È una realtà fatta di stanchezza, demotivazione, riflessi più lenti, minor resistenza, talvolta malattia. E una donna che per metà della sua vita è stata “anche” guardarobiera e autista, maestra e pulitrice, cuoca e infermiera per i figli, i nipoti, i genitori anziani – perché in Italia, a differenza di gran parte d'Europa, tutte queste cose gravano sulle donne – non può essere incatenata al lavoro da considerazioni statistiche.
Tantomeno da considerazioni statistiche che non contemplano differenze con gli uomini. Anche per un motivo di efficienza imprenditoriale, che hai voglia a raccontarci della “formazione permanente” o del “lifelong learning” ma a un certo punto, nella maggior parte dei casi, è la biologia che che ti dice: “fermati”.

    Ad una certa età si “deve” andare in pensione, non solo per generici motivi di equità ma anche e soprattutto per ragioni di efficienza. Questa certa età è diversa per gli uomini e per le donne, ed è senz'altro inferiore a 67 anni e sei mesi, tantoché nessuno in Europa prevede un limite così elevato

Nel vecchio mondo della Prima Repubblica questo dato "biopolitico" era riconosciuto: la tradizione cattolica aveva in odio la cosiddetta “cultura nordica” sostitutiva della famiglia ed esaltava il modello del welfare affidato alle donne, però lo ricompensava.
Le nostre madri hanno avuto la pensione a 55 o 60 anni, una cosa che adesso sembra incredibile. Ora, ne' “cultura nordica” ne' benefit mediterranei. Uguali agli uomini per le pensioni, sempre diverse per tutto il resto, anzi forse pure messe peggio che in passato: su chi credete abbiano pesato i tagli al fondo per le politiche sociali, al fondo disabili, e le riduzioni di spesa progressive di tutti i Comuni italiani su asili nido, mense e trasporti scolastici, assistenza agli anziani?

“Limature” a parte, e con tutto il rispetto per governo e sindacati che ci stanno provando, forse sarebbe il caso di dirci la verità, peraltro confermata dalle scelte dell'intera Unione (a cominciare dal suo paese-leader, la Germania, che “regala” due anni di contributi alla nascita di un figlio). C'è una soglia massima del lavoro che si può svolgere in una vita, e ad una certa età si “deve” andare in pensione, non solo per generici motivi di equità ma anche e soprattutto per ragioni di efficienza.

Questa certa età è diversa per gli uomini e per le donne, ed è senz'altro inferiore a 67 anni e sei mesi, tantoché nessuno in Europa prevede un limite così elevato. La prospettiva di un mondo del lavoro ridotto a ospizio e popolato da persone esauste, piene di acciacchi, annoiate di tutto, va bene per un romanzo di fantascienza distopica, non per gestire economie avanzate. Si deve trovare un altro modo, e in fretta.
--- Termina citazione ---

Frank:
Leggere un articolo in cui una femmina evidenzia che in Italia il 97% dei morti sul lavoro appartiene al sesso maschile, così come oltre l'80% degli infortunati, è praticamente impossibile.
Non una che abbia l'onestà di dire e scrivere che nella quasi totalità dei casi son gli uomini a svolgere i lavori più pesanti, nocivi e pericolosi.
Niente di niente: silenzio assoluto.
Definirle delle schifose, dal punto di vista morale, è poco.

Non parliamo poi del fatto che in Italia si fanno pochissimi figli, che le nuove generazioni femminili in casa non sanno fare soventemente un cazzo, tranne rompere i coglioni a fidanzati e mariti, per non parlare del fatto che le suddette non si mettono certamente a fare le badanti dei propri familiari, tanto è vero che per questo vengono assunte e pagate delle donne dell'Europa dell'est, ecc ecc.
Ragion per cui perché lor signore dovrebbero andare in pensione prima ?
Anzi, considerando che vivono mediamente più a lungo degli uomini e che loro sono "il vero sesso forte", dovrebbero andarci più tardi.

E' un lamento continuo, inarrestabile e consequenzialmente insopportabile.
Sì, devono andare assolutamente affanculo.

Vicus:

--- Citazione da: Frank - Settembre 21, 2017, 02:26:48 am ---Leggere un articolo in cui una femmina evidenzia che in Italia il 97% dei morti sul lavoro appartiene al sesso maschile, così come oltre l'80% degli infortunati, è praticamente impossibile.
Non una che abbia l'onestà di dire e scrivere che nella quasi totalità dei casi son gli uomini a svolgere i lavori più pesanti, nocivi e pericolosi.
Niente di niente: silenzio assoluto.
Definirle delle schifose, dal punto di vista morale, è poco.

Non parliamo poi del fatto che in Italia si fanno pochissimi figli, che le nuove generazioni femminili in casa non sanno fare soventemente un cazzo, tranne rompere i coglioni a fidanzati e mariti, per non parlare del fatto che le suddette non si mettono certamente a fare le badanti dei propri familiari, tanto è vero che per questo vengono assunte e pagate delle donne dell'Europa dell'est, ecc ecc.
Ragion per cui perché lor signore dovrebbero andare in pensione prima ?
Anzi, considerando che vivono mediamente più a lungo degli uomini e che loro sono "il vero sesso forte", dovrebbero andarci più tardi.

E' un lamento continuo, inarrestabile e consequenzialmente insopportabile.
Sì, devono andare assolutamente affanculo.

--- Termina citazione ---
Ci stanno andando da sole. Proprio ieri ho visto l'ennesima carampana col cagnolino in braccio, e una bella rossa sui 25... col negro. Quest'ultima era solo al primo tempo del film, le sorprese per lei cominceranno quando nessun bianco la vorrà, o il negro in questione la pianterà portandosi i figli in Senegal.

Alberto1986:

--- Citazione da: Frank - Settembre 21, 2017, 02:01:34 am ---Concordo, devono andare affanculo, perché han veramente rotto i maroni.
http://www.linkiesta.it/it/article/2017/09/08/non-scherziamo-le-donne-devono-andare-in-pensione-prima-degli-uomini/35435/

--- Termina citazione ---

E continueranno a comportarsi esattamente come delle perfette bambine viziate, a cui tutto è dovuto, finché ci saranno così tanti coglioni ed imbecilli di sesso maschile che continueranno ad assecondare la loro follia parassitaria sempre più delirante.



--- Citazione da: Frank - Settembre 21, 2017, 02:26:48 am ---Leggere un articolo in cui una femmina evidenzia che in Italia il 97% dei morti sul lavoro appartiene al sesso maschile, così come oltre l'80% degli infortunati, è praticamente impossibile.
Non una che abbia l'onestà di dire e scrivere che nella quasi totalità dei casi son gli uomini a svolgere i lavori più pesanti, nocivi e pericolosi.
Niente di niente: silenzio assoluto.
Definirle delle schifose, dal punto di vista morale, è poco.

Non parliamo poi del fatto che in Italia si fanno pochissimi figli, che le nuove generazioni femminili in casa non sanno fare soventemente un cazzo, tranne rompere i coglioni a fidanzati e mariti, per non parlare del fatto che le suddette non si mettono certamente a fare le badanti dei propri familiari, tanto è vero che per questo vengono assunte e pagate delle donne dell'Europa dell'est, ecc ecc.
Ragion per cui perché lor signore dovrebbero andare in pensione prima ?
Anzi, considerando che vivono mediamente più a lungo degli uomini e che loro sono "il vero sesso forte", dovrebbero andarci più tardi.

E' un lamento continuo, inarrestabile e consequenzialmente insopportabile.
Sì, devono andare assolutamente affanculo.

--- Termina citazione ---

Ma è esattamente così. Non ha proprio senso pensare di creare un rapporto improntato alla lungimiranza con queste moderne femminucce italiane iper-complessate e viziate, che, tranne poche eccezioni, non sanno più fare un emerito cazzo nè come donne, nè come madri, nè come mogli, se non lamentarsi continuamente, pretendere e sparare a zero sugli uomini. Non può esistere più donna equilibrata in questo paese, perchè non esiste più la base educativa che lo possa permettere. Semmai avessi il desiderio di sposarmi e mettere su famiglia ( desiderio che fortunatamente non ho), di certo non lo farei in questo paese con una moderna italiana iper-complessata. Andrei proprio lontano da questo occidente in decadenza totale.

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