La violenza in sala parto la giudico esagerata sì ma non assurda. In certe situazioni ospedaliere c'è sul serio un personale medico (magari formato da molte quoterosine ) privo della minima umanità e scarsamente competente. Succede sia a pazienti uomini che donne.
Marmocchio, puoi spiegare per favore quei due termini tecnici presenti nell'articolo? Così da potersi fare un'idea più precisa.
PS Non credo che lorsignore facciano meno figli solo per colpa degli ospedali ...
Capitolo pensioni: le donne hanno la faccia come il culo. Vorrei uno sciopero generale di un mese di tutti quelli che fanno un lavoro pesante (in pratica tutti uomini) e poi vedere le complessate lamentarsi.
questo articoletto mi pare esauriente
http://www.saperidoc.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/56
Con il termine 'episiotomia' si intende un piccolo intervento che viene praticato durante il parto. Si tratta di una incisione chirurgica del perineo e della vagina, praticata per allargare l'orifizio vaginale e facilitare il passaggio del feto. Viene praticato nel momento finale del travaglio e richiede dei punti di sutura in anestesia locale.
Ricorrere all'episiotomia ha dei benefici?
Questo intervento, praticato da molti anni in sala parto, era stato introdotto con la convinzione che potesse limitare il dolore e la gravità delle lacerazioni, cioè degli 'strappi', a cui le donne possono andare incontro spontaneamente durante il parto.
In realtà gli studi hanno dimostrato che praticare di routine l'episiotomia non produce benefici rispetto al parto senza interventi. Inoltre, limitare l'uso dell'episiotomia porta a una maggiore probabilità di avere un perineo intatto e, quindi, a una diminuzione del numero di suture e di complicazioni, senza differenze nel dolore perineale e nella frequenza di lacerazioni gravi L'episiotomia andrebbe quindi limitata esclusivamente ai casi in cui può effettivamente aiutare la nascita del bambino, una valutazione che può essere fatta solo alla fine del travaglio di parto.
E dopo il parto?
Anche sul medio periodo non ci sono prove consistenti a favore o contro il ricorso all'episiotomia. Tuttavia una sintesi dei risultati degli studi disponibili mostra che il ricorso di routine all'episiotomia non riduce il rischio di incontinenza urinaria e fecale, non aiuta a ridurre i dolori perineali che si possono avere dopo il parto e comporta una minore probabilità di riprendere precocemente i rapporti sessuali.
Con quale frequenza è praticata l'episiotomia?
In Italia non ci sono dati su scala nazionale, ma è possibile avere un'idea della diffusione del ricorso all'episiotomia dai dati di una indagine realizzata nel 2002 dall'Istituto superiore di sanità (ISS) in 15 regioni e province autonome. Questa indagine ha fornito una stima degli interventi di episiotomia nei parti spontanei (escludendo quindi i casi in cui si erano impiegati ventosa o forcipe): al Nord la percentuale è risultata di 60.4%, al Centro di 66.1% e al Sud di 79%. In altri paesi, dopo la pubblicazione di studi che mostravano che praticare l'episiotomia di routine non è efficace, si è registrata una diminuzione nella frequenza di questo intervento. Così per esempio, negli Stati Uniti si è passati da 63.9% nel 1980 a 33% nel 2000, in Canada da 55% nel 1989 a 25.4% nel 1998, nel Regno Unito da circa 46% nelle primipare nel 1993-94 a 14% nel 2000-2001, mentre in Svezia si è passati da 33.7% nel 1989 a 24.5% nel 1995.
Oltre all'episiotomia, ci sono altri interventi di routine che possono essere evitati?
Spesso alle donne che stanno per partorire vengono proposte due pratiche, un clistere e la depilazione del pube, pensando di evitare così la trasmissione di infezioni al bambino. Ma in realtà queste pratiche non presentano alcun beneficio.
Per quanto riguarda il clistere, infatti, gli studi a disposizione mostrano che non porta vantaggi per il bambino e anzi genera disagi nelle donne. Altrettanto vale per la depilazione della zona del pube: oltre al fatto la donna può sentirsi imbarazzata e che può avere fastidio nel momento della ricrescita dei peli, proprio le piccole ferite causate dal rasoio durante la depilazione possono essere veicolo di infezione.
Tutto bello quello che è stato scritto .
Peccato che si dimentichi un punto essenziale :
le madri italiani sono vecchieNon mature :
vecchiePerchè a 35 anni una donna, per partorire, è vecchia.
Quindi il bacino ( che è un insieme di 6 ossa, 3 per parte ) si allarga meno.
Ma anche i tessuti sono meno elastici.
inoltre, non sia mai che si senta un pò di dolore .
Lo vedo bene quando le visito , le donne .
Tante storie sul parto, ma dagli una colichetta : non una renale, una colichetta gassosa, oppure prospettagli che c'è da suturare con 5 o 6 punti...
dottore... i cerottini, la colla...
Cominciassero a lamentarsi di meno , a pretendere meno e a dimostrare di più
Inoltre :
Negli ultimi 14 anni un milione di mamme italiane hanno vissuto un'esperienza di violenza ostetrica durante il travaglio o il parto. A rivelarlo è la prima ricerca nazionale realizzata dalla Doxa per conto dell'Osservatorio sulla Violenza Ostetrica in Italia, in collaborazione con le associazioni La Goccia Magica e CiaoLapo Onlus. Durante l'esperienza che dovrebbe essere la più emozionante nella vita di una donna, il 21% delle madri, con figli di età da zero a 14 anni, dichiara di aver subito un maltrattamento fisico o verbale durante il primo parto e quattro su dieci raccontano di aver subito azioni lesive della dignità personale.
Esperienze così traumatiche, stando alle testimonianze raccolte, che avrebbero spinto il 6% delle donne negli ultimi 14 anni a scegliere di non affrontare una seconda gravidanza, provocando di fatto la mancata nascita di circa 20.000 bambini ogni anno.
la goccia magica & lapo
4 su 10 : si, come quelle violentate
il 6 % , forse sono quelle spostate, depresse, ansiose, scassatutto ecc :
NON si riproducano, l' umanità ringrazierà sentitamente