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Desocializzazione e condizione maschile

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giacca:

--- Citazione da: Vicus - Settembre 24, 2017, 20:53:05 pm ---Non è l'amore romantico ma quello di un uomo e una donna che decidono di fondare una famiglia.

--- Termina citazione ---
Spero che non si riduca solo a quello. Nel romanticismo non ci vedo niente di male, e oggi è difficile anche fare la famiglia a 2 visti i prezzi delle case inaccessibili.

Vicus:

--- Citazione da: giacca - Settembre 25, 2017, 06:58:48 am ---Spero che non si riduca solo a quello. Nel romanticismo non ci vedo niente di male, e oggi è difficile anche fare la famiglia a 2 visti i prezzi delle case inaccessibili.

--- Termina citazione ---
Concordo ma la prova più grande di amore è trascorrere tutta la vita insieme, cosa di cui oggi la gente è manifestamente incapace.

Vicus:
(Segue)

Il narcisismo

Chi potrebbe negare che viviamo in un'epoca di narcisismo? Paradossalmente, una delle caratteristiche della condizione desocializzata è la tendenza a vivere nello sguardo degli altri, che diventano specchi nei quali l'individuo si osserva e si ammira — una risposta abbastanza comune alla mancanza di amore e di comunità. Privo della considerazione, della stima o del rispetto che vorrebbe o di cui ha bisogno, l'individuo spesso si imbarca in un progetto ingannevole tramite cui si presenta agli altri nella luce più favorevole possibile; falsifica la sua vera natura in modo da guadagnarsi l'ammirazione e assicurarsi una soddisfazione personale. Quando riesce ad ingannare gli altri sulla sua natura, carattere e qualità, trae gratificazione dalla percezione erronea che gli altri hanno di lui. Finisce per vivere di ciò che la gente pensa e dice di lui, piuttosto che della verità su se stesso, e il suo punto di riferimento diventa il modo in cui viene percepito dal punto di vista degli altri (importante punto di collegamento con il relativismo). Questo atteggiamento è connesso con la prospettiva societarista perché, essenzialmente, ciò che l'ambiente umano ritiene vero diventa la realtà, l'apparenza diventa la sostanza, la maschera si sostituisce al contenuto. L'umanismo ci mette del suo perché ciò che conta, alla fin fine, è l'ottica di questo mondo piuttosto che le verità dell'altro. Tutta questa pratica — oggi così diffusa — naturalmente comporta una spinta alla deformazione della realtà. Che una persona abbia talento, sia bella, onesta o intelligente, profonda o capace, ricca o potente, non importa: ciò che conta davvero è che sembri tale agli occhi della gente. La verità viene negata e tradita, e viene fabbricato uno stile di vita all'insegna dell'inganno. È così che, alla base dell'individualismo egoistico, troviamo una propensione a fingere, e questa è un'altra ragione per la quale ci troviamo spesso circondati dalla falsità. (Segue)

Vicus:
(Segue)

L'autoisolamento

Fra le reazioni all'ambiente desocializzato si annovera anche il ritrarsi dal contatto e la riduzione al minimo dei contenuti dell'interazione: per diminuire il dolore — reale o potenziale — dell'impatto con l'ambiente sociale, le persone si desocializzano volutamente. A monte di questa strategia stanno tre motivazioni principali, che contribuiscono tutte a rinchiudere ancora di più l'uomo post-moderno nella sua gabbia solitaria. Per prima cosa, la paura dell'aggressività, dell'incostanza, dello sfruttamento, dell'infelicità, delle critiche e della severità di cui spesso sono portatori i rapporti col prossimo. Una risposta molto semplice è quella di sottrarsi al contatto, o assicurarsi che esso sia molto superficiale. Si evita il pericolo. In secondo luogo, il desiderio di sentirsi importanti può indurre riluttanza a impegnarsi nei rapporti, perché questi possono minare il proprio senso di superiorità, o ad assicurarsi che essi siano così svuotati da impedire la comparsa di fattori che possano metterlo in forse. In terzo luogo, dato che spesso manca il comune accordo sul modo 'in cui le relazioni andrebbero stabilite e sostenute, e poiché queste sovente comportano un alto grado di rischio, l'idea e la pratica del contatto generano insicurezza e incertezza. Una reazione ovvia a questo disagio è l'allontanamento dai rapporti interpersonali tout court o il loro confinamento nella massima vacuità. Nell'insieme, quello che succede è che per contrastare la malattia si sceglie la malattia; lo stesso male viene impiegato per tenere alla larga il male. (Segue)

freethinker:

--- Citazione da: Vicus - Settembre 26, 2017, 02:35:18 am ---(Segue)

L'autoisolamento

Fra le reazioni all'ambiente desocializzato si annovera anche il ritrarsi dal contatto e la riduzione al minimo dei contenuti dell'interazione: per diminuire il dolore — reale o potenziale — dell'impatto con l'ambiente sociale, le persone si desocializzano volutamente. A monte di questa strategia stanno tre motivazioni principali, che contribuiscono tutte a rinchiudere ancora di più l'uomo post-moderno nella sua gabbia solitaria. Per prima cosa, la paura dell'aggressività, dell'incostanza, dello sfruttamento, dell'infelicità, delle critiche e della severità di cui spesso sono portatori i rapporti col prossimo. Una risposta molto semplice è quella di sottrarsi al contatto, o assicurarsi che esso sia molto superficiale. Si evita il pericolo. In secondo luogo, il desiderio di sentirsi importanti può indurre riluttanza a impegnarsi nei rapporti, perché questi possono minare il proprio senso di superiorità, o ad assicurarsi che essi siano così svuotati da impedire la comparsa di fattori che possano metterlo in forse. In terzo luogo, dato che spesso manca il comune accordo sul modo 'in cui le relazioni andrebbero stabilite e sostenute, e poiché queste sovente comportano un alto grado di rischio, l'idea e la pratica del contatto generano insicurezza e incertezza. Una reazione ovvia a questo disagio è l'allontanamento dai rapporti interpersonali tout court o il loro confinamento nella massima vacuità. Nell'insieme, quello che succede è che per contrastare la malattia si sceglie la malattia; lo stesso male viene impiegato per tenere alla larga il male. (Segue)

--- Termina citazione ---

Vicus, trovo molto stimolante il topic che hai aperto, in particolare mi ha colpito questo passo sulla desocializzazione "volontaria".
Infatti mi sono reso conto che, nonostante io abbia quelli che definirei "normali" contatti umani, personalmente tendo ad evitare (con fastidio) le persone che, già al primo contatto, snocciolano un repertorio di luoghi comuni politicamente corretti, del tipo:

- troppe donne violentate, è colpa di noi uomini;
- Trump è il peggiore presidente Usa di tutti i tempi: basta sentire quel che diceva delle donne;
- Papa Francesco è il miglior papa di tutti i tempi, perchè sta modernizzando la Chiesa;
- Tizio è un sindaco di destra: anzichè usare i soldi del bilancio comunale per tappare le buche in strada, li userà per finanziare la caccia al nero;
etc. etc. (si potrebbe andare avanti per ore).

Questo mi porta ad un isolamento di fatto, in quanto, se dico quello che penso senza peli sulla lingua, mi sono giocato ogni successivo rapporto, ragion per cui spesso mi riduco ad un rapporto sociale estremamente superficiale :cry:

Probabilmente è sbagliato, il fatto è che proprio non riesco a considerare desiderabile il colloquio con persone che sembrano la fotocopia sbiadita di una pagina di Repubblica o di Avvenire. :doh:

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