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Desocializzazione e condizione maschile

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Vicus:

--- Citazione da: freethinker - Settembre 29, 2017, 10:17:44 am ---Vicus, trovo molto stimolante il topic che hai aperto, in particolare mi ha colpito questo passo sulla desocializzazione "volontaria".
Infatti mi sono reso conto che, nonostante io abbia quelli che definirei "normali" contatti umani, personalmente tendo ad evitare (con fastidio) le persone che, già al primo contatto, snocciolano un repertorio di luoghi comuni politicamente corretti, del tipo:

- troppe donne violentate, è colpa di noi uomini;
- Trump è il peggiore presidente Usa di tutti i tempi: basta sentire quel che diceva delle donne;
- Papa Francesco è il miglior papa di tutti i tempi, perchè sta modernizzando la Chiesa;
- Tizio è un sindaco di destra: anzichè usare i soldi del bilancio comunale per tappare le buche in strada, li userà per finanziare la caccia al nero;
etc. etc. (si potrebbe andare avanti per ore).

Questo mi porta ad un isolamento di fatto, in quanto, se dico quello che penso senza peli sulla lingua, mi sono giocato ogni successivo rapporto, ragion per cui spesso mi riduco ad un rapporto sociale estremamente superficiale :cry:

Probabilmente è sbagliato, il fatto è che proprio non riesco a considerare desiderabile il colloquio con persone che sembrano la fotocopia sbiadita di una pagina di Repubblica o di Avvenire. :doh:

--- Termina citazione ---
Grazie freethinker, a pensarci bene la nostra situazione ricorda molto quella dell'Unione Sovietica e dell'Inghilterra degli anni '30 (descritta da Orwell in 1984 parlando al futuro): la vera condizione del mondo d'oggi è "un elefante nella stanza" che non si può nominare, anzi bisogna ostentare un sorriso a 32 denti e una fiducia nelle magnifiche sorti e progressive. Questa mancanza di verità ovviamente impedisce rapporti umani autentici.

Vicus:
Nota: malattia spirituale va qui intesa in senso ampio, per esempio femminismo, opportunismo, ossequio ai poteri forti ecc.

(Segue)

L'aggressione alle anime sane

Queste significative parole ci introducono alla parte più difficile. Siamo giunti all'ultimo stadio dell'attacco all'anima: l'aggressione a coloro la cui spiritualità è ancora viva e al potenziale bene che potrebbero fare. Nel momento in cui un modello culturale è diretto all'espressione e alla promozione della malattia spirituale, va da sé che cerchi di corrompere, emarginare, neutralizzare o eliminare coloro che per natura sono orientati in direzione opposta.
Il primo stadio dell'aggressione sta nel collocare la persona spiritualmente sana in un contesto culturale in cui si trovi in attrito e in disaccordo. Qui è sottoposta a un tentativo continuato di dissuasione dalle proprie posizioni, ma anche a uno scoraggiamento derivante dalla delegittimazione del suo modo di vedere il mondo e i propri simili. Oltre a ciò, il dover assistere alla costante ripetizione di ciò che ritiene sbagliato [cf. freethinker :)] la induce a demoralizzarsi. Questo processo è stato in parte descritto dal sociologo americano Peter Berger tramite il concetto di devianza conoscitiva una condizione colma di rischi per coloro che vi si trovano:
«Una minoranza conoscitiva è un gruppo di persone che si forma intorno ad un corpus di "conoscenze", deviante dalla normalità [...] la situazione di una minoranza conoscitiva è, senza scampo, una situazione di disagio, non tanto e necessariamente perché la maggioranza che la attornia sia repressiva o intollerante, quanto e semplicemente perché essa ricusa di considerare i concetti definiti circa la realtà, propri della minoranza, una "conoscenza".
Qual è la natura delle pressioni cui vengono sottoposte le anime sane soggette alla cultura desocializzata nella sua forma più estrema — figure che formano una vera minoranza conoscitiva? Prima di tutto, i punti di vista che l'individuo spiritualmente sano (nel caso sia credente) capta dall'ambiente circostante non fanno che ribadirgli che è in errore e che bisognerebbe percorrere altre strade. Inoltre, credente o meno che sia, si trova circondato da pensieri e pratiche che vanno contro la sua natura più profonda, che negano la legittimità del suo mondo mentale, dei suoi atteggiamenti e valori, del suo modo di vivere, in un processo di dissuasione mirato a farlo smettere di essere ciò che è. Tutto ciò è già sfibrante di per sé, ma viene aggravato ulteriormente dallo scarso sostegno da parte di quanti gli sono vicini: non viene sostenuto e incoraggiato in ciò che è e fa, quindi è vittima allo stesso tempo dei tentativi di dissuasione e dell'assenza di qualsiasi apporto, oltre che del contatto costante con ciò che è sbagliato, falso, distorto. La contemplazione continuata dell'errore suscita nell'anima sana dolore, stress, dispiacere e perfino orrore. La sua energia e la sua volontà vengono prosciugate fino a renderla un avversario meno pericoloso.
Ma non si tratta soltanto di scoraggiamento. La persona spiritualmente sana è colpita anche dal disorientamento e dall'inquietudine. L'ambiente circostante non solo la rattrista, ma la mette in condizione di non essere se stessa, privandola della prospettiva di realizzarsi e condannandola alla frustrazione. In questo modo si esercita una massiccia pressione proprio sulle parti più essenziali della sua natura. Tramite quali meccanismi? Le persone spiritualmente malate non sono in grado di formare comunità autentica, non possono produrre amore per l'amore né amore per la verità. Circondata da questo tipo di individui, l'anima sana si trova nella dolorosa incapacità di dedicarsi a ciò a cui è chiamata e naturalmente incline, la costruzione di rapporti autentici, che è anche ciò che desidera e di cui ha bisogno. La sua aspirazione all'amore e alla verità comporta che la loro assenza la colpisca più profondamente rispetto a coloro che hanno scelto di vivere nell'oscurità. Come un pesce è creato per nuotare nell'acqua, così la persona spiritualmente sana è fatta per vivere in comunità autentica, in un contesto di salute spirituale, in un sistema culturale che operi a beneficio della spiritualità. Se ciò non è possibile si soffre proprio come un pesce che si dibatte in uno stagno svuotato: non ci si può esprimere, si avverte il morso della frustrazione, fino a giungere a uno stato di disorientamento e inquietudine. L'equilibrio interiore e la capacità di agire poi vengono minati in più punti e, come costretti a camminare nel deserto per giorni senza poter bere, si subiscono i colpi di questo clima altamente distruttivo. È come un'oasi sommersa dalla sabbia, che fa ancora più fatica ad alimentare la vita, quella vita che si oppone al deserto. (Segue)

freethinker:
Vicus, non c'è dubbio: è un libro da leggere :)

Vicus:

--- Citazione da: freethinker - Settembre 30, 2017, 08:47:55 am ---Vicus, non c'è dubbio: è un libro da leggere :)

--- Termina citazione ---
Farlo leggere a una donna è buon test :D
In realtà, non è mai esistita una che l'abbia capito. E' proprio vero, non date le perle ai borg :lol:

Vicus:
(Segue)

La persona che salvaguarda la propria spiritualità è anche soggetta alla pena di non essere compresa da coloro che la circondano, e questo è un aspetto saliente dell'aggressione nei suoi confronti. Le sue prospettive, i suoi punti di vista, i riflessi, le reazioni e i sistemi di comprensione sono quelli della vita secondo lo Spirito. I suoi avversari vivono in un universo differente, e il modo in cui sperimentano il mondo appartiene a un ordine diverso. Di conseguenza, non solo non riesce a instaurare una comunità con le persone spiritualmente malate (perché esse non vogliono e non ne sono capaci), ma trova quasi impossibile farsi capire, una condizione da non augurare a nessuno. Così la comunicazione, quell'elemento vitalissimo della comunità, viene compromessa alla base. La persona di buona volontà si ritrova quasi in un'altra dimensione in cui gli altri sono come fantasmi — apre la bocca e fa gesti, ma gli altri non possono veramente sentirla o vederla. Le realtà a cui si riferisce e il linguaggio che usa per descriverle sono purtroppo ben poco familiari alle anime malate. L'incapacità di comunicare è una delle condizioni più crudeli che l'individuo buono deve sopportare, e non solo accresce la sua demoralizzazione e il suo disorientamento (indebolendolo ulteriormente), ma a volte lo spinge a cedere a una lotta ineguale e ad alzare bandiera bianca: davanti a una mancanza di risposte può scegliere di adottare una politica del silenzio, a che pro parlare al muro? E così la voce della verità si estingue e si spegne un'altra luce. Questa è un'altra delle strade tramite cui il modello culturale imperante contrasta l'apporto di coloro che sono spiritualmente vivi. Le candele vengono smorzate.
Non ci si limita a far tacere le anime sane; altre forze potenti operano per farle cambiare. È senz'altro vero che le false antropologie post-moderne, con i modi di vita cui danno luogo e i falsi valori che generano, sono come inviti diretti a vivere e comportarsi diversamente. Le anime sane vengono incoraggiate, grazie ai processi naturali della pressione culturale, non solo a conformarsi alla prassi dominante, ma anche — per via della tentazione che scaturisce dal loro stato di privazione — ad abbracciare il compromesso. Infatti in preda alla demoralizzazione e al disorientamento della desocializzazione, la persona spiritualmente sana può essere incoraggiata ad adottare i modi e i comportamenti della cultura che la circonda. Ad esempio, per alleviare la propria sofferenza e infelicità può essere tentata di imboccare vie d'uscita che sembrano ovvie, almeno nel breve termine, soprattutto se queste vengono approvate e praticate da una parte dominante del proprio ambiente umano. Ad esempio, per superare una situazione di povertà o di difficoltà economica può essere tentata di praticare la disonestà e l'inganno, o di ricorrere allo sfruttamento. Nel suo stato di solitudine può essere tentata di instaurare amicizie insincere o false. In una situazione di frustrazione sessuale può essere indotta a trattare l'altro come un oggetto. Costretta in una posizione insignificante può essere tentata dalla caccia al potere. Immersa nella noia può essere spinta a calarsi nel mondo del piacere a spese di qualcun altro. Ma se soggiace a queste tentazioni, corre il rischio di danneggiare la propria spiritualità, esattamente ciò che vogliono le persone spiritualmente malate che la circondano: far passare nelle proprie schiere l'avversario. (Segue)

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