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Desocializzazione e condizione maschile
Vicus:
(Segue)
La desocializzazione nella sua forma radicale combatte la salute spirituale di cui l'uomo buono è portatore anche in modo molto semplice. La persona di buona volontà aspira ad essere un buon vicino, ma che cosa succede se i vicini non ci sono? Mettete un individuo che può fare del bene su un'isola deserta e vedrete che le sue azioni non produrranno molto. Togliete a un grande pianista il suo pianoforte e non potrà suonare la sua musica. La persona spiritualmente sana esprime amore e verità, quindi opera a beneficio della salute spirituale di coloro che le stanno intorno, contribuendo alla costruzione della comunità. Ma toglietele la famiglia, gli amici, i vicini e tutto il resto (o svuotate del loro contenuto autentico questi rapporti) e tutto ciò diventa inutile. Desocializzare l'uomo buono significa ostacolare o negare il suo apporto positivo all'ambiente umano. Gli effetti benefici del suo essere, collocato in una sorta di vuoto sociale, vanno perduti. Così il contesto culturale non solo provoca demoralizzazione e disorientamento nelle persone spiritualmente sane, ne risucchia le energie e ne indebolisce la volontà ma, tramite i processi che portano al loro isolamento, agisce contro i potenziali effetti di contrasto e opposizione di quanti sono impegnati nella salute spirituale. (Segue)
Vicus:
Tuttavia la desocializzazione nella sua forma radicale non si limita a isolare l'uomo spiritualmente sano: gli impedisce l'incontro e l'azione in comunione con i suoi simili spirituali. L'unione fa la forza, e l'azione comune non solo procura un sostegno reciproco, ma permette di accrescere il bene che può esser fatto. La concentrazione di risorse fa aumentare esponenzialmente il valore complessivo dei beni. Mentre le persone che combattono da sole possono essere eliminate una per una, l'avanzata di interi eserciti è tutt'altra cosa. È chiaramente nell'interesse funzionale di questo modello culturale impedire un processo di azione comune, anche perché l'unione fra le anime sane, e la loro cooperazione, corrisponde esattamente alla formazione di quella comunità vera che la cultura desocializzata spesso combatte, perché costituisce un nemico mortale simile agli anticorpi in un corpo malato. Quando le persone di buona volontà vengono isolate grazie ai processi naturali della desocializzazione, nel momento in cui vengono a mancare i punti di accesso sociale e viene ostacolata la creazione di connessioni con gli altri, diventa molto difficile per loro entrare in contatto con i propri simili. I sentieri dello sparso esercito di persone spiritualmente sane non si incontreranno più perché la giungla non fa che cancellare le tracce che lo permetterebbero. La tentazione, inoltre, di starsene zitti, la riluttanza a pronunciarsi, l'esperienza del tradimento, il sospetto degli altri, il prosciugamento dell'energia — fenomeni che hanno luogo nella condizione di anonimia — rendono ancora più arduo alle anime sane riconoscersi fra loro ed entrare in contatto. Per queste vie le forze della salute spirituale sono soggette a meccanismi che operano per la loro separazione e frammentazione, rendendole avversari ancora meno pericolosi.
Vicus:
L'attacco all'anima sana va tuttavia ben oltre la demoralizzazione, il disorientamento e l'isolamento, perché contempla anche un'aggressione costante ed endemica. Per comprendere questo processo è necessario sprofondare nei recessi del lato oscuro, impresa peraltro poco piacevole. L'ostilità all'amore e alla verità, il rifiuto di sentirsi inferiori, la sete di potere, il rigetto della comunità, queste e altre caratteristiche contraddistinguono l'uomo che vive nelle tenebre spirituali. C'è quindi un'aggressività naturale nei confronti di coloro che vivono la vita secondo lo Spirito, poiché sono a priori malvisti, per non parlare dell'ostilità nei confronti della loro presenza e del loro ruolo. Coloro che cercano di costruire (implicitamente o esplicitamente) il regno dei cieli fra gli uomini, operano in favore di strutture e processi che necessariamente inibiscono e ostacolano coloro che agiscono in senso contrario. Questa battaglia spirituale, innata nella cultura umana, implica che le anime sane siano soggette agli attacchi delle parti avversarie, le quali reclamano la libertà di essere ciò che sono e di fare ciò che vogliono, e sono ostili a qualsiasi interferenza, anzi, spesso attaccano con ferocia inaudita ciò che va o potrebbe andare contro di loro. È quindi ora il caso di analizzare questi tipi di attacco in profondità e di comprenderne le ragioni a monte.
Vi è un paradosso riguardo al lato oscuro. Per quanto le anime malate abbiano scelto di vivere nelle tenebre, raramente desiderano che qualcuno ricordi loro che cosa sono; sembrano non voler percepire gli abissi nei quali sono sprofondate, e vorrebbero ignorare o dimenticare ciò che sono diventate. Ugualmente, preferiscono non ricordare le malvagità che possono aver commesso nel perseguire i propri ristretti profitti personali. In tale contesto, e dato questo desiderio di non voler essere messi a nudo, la persona spiritualmente sana costituisce una grave minaccia di smascheramento. Di fatto l'uomo che vive la vita secondo lo Spirito porta in sé una luce che illumina i misfatti e la malattia spirituale degli altri.
Come la sporcizia di uno straccio sudicio viene messa in risalto se accostata a una tela pulita, così l'incontro con l'individuo che ha salvaguardato la propria anima costringe colui che è caduto spiritualmente a constatare in tutta evidenza la realtà del proprio essere. Questa verità lo colpisce come uno schiaffo in pieno viso. Egli diventa simile al pipistrello che si sente al sicuro nell'oscurità della caverna fino al momento in cui viene accesa una torcia, oppure — per fare ricorso a un'altra immagine — come un mostro che vive in un tunnel sotterraneo e si rende conto dell'orrore del proprio corpo solo quando qualcuno si avvicina con una lanterna. In questo contesto, la persona spiritualmente malata reagisce con aggressività, perché per annullare la crisi della verità, che la affligge e le provoca dolore, deve allontanarsi o distruggere il suo contrario, deve attaccare proprio quella realtà che le rivela ciò che è. Non va dimenticato, fra l'altro, che l'aggressività è l'emozione naturale per quegli esseri umani che hanno qualcosa da nascondere. È così che l'uomo di buona volontà, nell'essere fedele a se stesso, diventa vittima dell'aggressività perpetrata da coloro che non vogliono far risplendere su di sé la luce di cui egli è portatore.
Vicus:
Una quantità di riflessioni ancora maggiore emerge quando focalizziamo l'attenzione sulla posizione sociale e sul denaro. Nella società, premi e riconoscimenti dovrebbero spettare ai virtuosi, a coloro che hanno talento e fanno bene le cose. Lo storico preparato, piuttosto che l'inetto, dovrebbe occupare la cattedra universitaria; la figura pubblica onesta, più che la canaglia, merita la fiducia del popolo; la madre che ama i propri figli, più che la scansafatiche, dovrebbe guadagnarsi la nostra stima. Ma questo principio generale è inaccettabile per la persona spiritualmente malata, che per sua natura brama il potere, il prestigio e la ricchezza. Ciò che le importa è non tanto come si arriva a queste cose, ma che ci si arrivi tout court. Per citare il famoso detto: il fine giustifica i mezzi, e se c'è una cosa che contraddistingue il lato oscuro, è questa aspirazione a essere "importanti" in un modo o nell'altro, collegata alla prontezza ad essere disonesti pur di arrivarci. Ancora una volta è evidente che coloro che vivono nelle tenebre non agiscono o pensano facendo riferimento alla verità, bensì vivono secondo i parametri di questo mondo, e ciò che interessa loro veramente è che la società li consideri "importanti", che ciò corrisponda a verità o meno. Da qui il passaggio all'inganno è breve. Queste persone vogliono ottenere i premi e il prestigio che dovrebbero andare a coloro che li meritano, e sono impostori fin troppo predisposti a defraudare i veri meritevoli.
Da questo punto di vista diventa evidente come la presenza di talento e virtù negli altri costituisca una minaccia per l'anima malata: se premiati, questi la priverebbero di ciò che desidera. Le qualità degli altri mettono in pericolo le sue potenziali acquisizioni, soprattutto in due aree: quella del potere e quella del lavoro. In una comunità il comando a tutti i livelli dovrebbe essere nelle mani di coloro che posseggono le qualità spirituali per garantire decisioni corrette e benefiche. Il loro potere dovrebbe essere impiegato a beneficio degli altri, e questo è vero per i capi di governo come per i capistazione. Invece la persona spiritualmente malata vuole il comando per l'importanza e per i benefici materiali che ne può ottenere, secondo una prospettiva prevalentemente egoistica in cui sono assenti le responsabilità più ampie nei confronti della comunità. Poiché il potere gli spetta per merito, l'uomo che vive la vita secondo lo Spirito diventa il rivale mortale. Così l'individuo che vuole governare bene — o che vuole che i treni arrivino in orario — perché è cosa buona in sé diventa un nemico da attaccare. Di fatto, con il gran parlare che si fa oggi in termini mercatisti della legittimità della competizione, non si sta fabbricando a volte una copertura per combattere coloro che hanno talento? E una volta affermato che siamo tutti identici, non è questo un modo per accantonare le aspirazioni dei più capaci?
Vicus:
(Ritratto della nostra classe politica e della nostra burocrazia)
La persona spiritualmente malata non si limita al risentimento nei confronti del talento di coloro che insidiano la sua acquisizione di profitti e prestigio, ma si oppone attivamente all'impulso a lavorare bene. Per converso, i sani di spirito si oppongono natural¬mente a coloro che aspirano a premi e conferme senza meritarli, o a quelli che trascurano le loro responsabilità nei confronti degli altri, o che non fanno le cose come vanno fatte. Per tutti questi motivi, l'uomo che vive nell'oscurità vede le persone di buona volontà come ostacoli sul proprio cammino, rivali nella lotta per l'avanzamento nel mondo e contrari ai suoi profitti illegittimi.
La reazione naturale a questa rivalità e opposizione sul piano del denaro e del successo è l'aggressione alle anime sane da parte di coloro che vivono nell'oscurità. L'intensità e la frequenza di questa reazione che si esprime attraverso quattro forme principali — mascheramento, isolamento, dominio e inganno — riflettono l'importanza immensa che viene attribuita a questi "beni". Esaminiamo per primo il maschera¬mento. Per raggiungere i loro fini, coloro che vivono nell'oscurità si danno all'imitazione, alla falsificazione e all'inganno. Fingendo di essere dotati di virtù e di talento, indossano la maschera di colui che lavora a beneficio degli altri. Facendo credere di essere persone di valore praticano un inganno, mentre le anime sane, essendo portate alla verità, hanno una propensione naturale alla spontaneità. Le persone spiritualmente malate, al contrario, propendono per il calcolo, con la speranza di arrivare alla ricchezza e al successo terreno tramite la simulazione. In tal modo la persona spiritualmente sana viene esclusa dalla gara e allontanata dal campo.
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