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Desocializzazione e condizione maschile

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Vicus:
(Segue)

La ricerca del "piacere"

L'individuo ferito nei propri sentimenti a causa della mancanza di amore e di comunità può anche essere tentato di contrastare questo dolore con la ricerca del piacere, praticamente un leit-motiv dell'edonismo contemporaneo. L'uso di droghe e stimolanti, il bere, le immersioni nel cinema e nella TV, la lettura di opere di evasione, il lasciarsi andare ai piaceri del consumismo o del sesso senza amore sono forme di comportamento diffuse nello stile di vita contemporaneo: dietro a tali scelte è presente spesso il tentativo di evitare quel senso di vuoto e di tristezza che nasce dall'assenza di rapporti autentici. Queste reazioni inoltre hanno tutte le caratteristiche della droga: la necessità di aumentare la dose per mantenere l'effetto. Scoprendo che i sentimenti arrivano a un punto in cui per attivarli ci vuole una stimolazione sempre maggiore, l'individuo di fatto sprofonda in un processo di "de-sentimentalizzazione", una china scivolosa che lo porta sempre più in basso. Tuttavia, la ricerca del piacere come reazione alla condizione desocializzata non si limita a portare l'individuo fuori strada rispetto alle soluzioni vere, ma lo fa aggrovigliare in un viluppo di modi sentimentisti di pensare e di vivere di cui diventa egli stesso promotore. Facendo ricorso all'edonismo, nel suo piccolo l'individuo infelice affila l'enorme coltello che lo ha ferito, e che continuerà a ferirlo. (Segue)

Questa è la ragione per cui non credo molto a chi afferma di essere felice per il solo fatto che non si è sposato e fa rafting nel Colorado. Può essere una strategia di sopravvivenza, non la soluzione che il libro indica nei capitoli successivi.
L'anticipo qui: ogni strategia che porta a farsi i fatti propri, a "disperdersi" peggiora la situazione. L'unica vera soluzione è ricostituire (con pazienza) un tessuto associativo e comunitario.
Penso inoltre che, a meno di non vivere su Marte, la vita sia più o meno la stessa per tutti, si può reagire ma chi dice di trovarsi bene in questo deserto prende in giro se stesso e gli altri.

Vicus:
(Segue)

I rapporti vuoti

Uno dei temi del presente studio è che per quanto l'uomo post-moderno vada contro ciò che dovrebbe essere, per quanto rifiuti la propria vocazione, è destinato a rendersi conto che non può farlo impunemente. In un modo o nell'altro dovrà pagare il prezzo per il cammino di disordine che sta percorrendo. La solitudine in senso stretto è forse la punizione più grande che l'uomo post-moderno già subisce. Per sfuggire a questa condizione, spesso assai grave quanto a impatto emotivo, molte persone nel mondo desocializzato di oggi instaurano rapporti o contraggono matrimoni non basati sull'amore bensì sull'interesse individuale. L'idea è trovare qualcuno che possa essere usato per fornire compagnia e mettere fine allo stato di solitudine. Forse questo è uno degli errori contemporanei più diffusi, ma non costituisce certo una soluzione, anzi può aggravare il problema. L'altro viene utilizzato come strumento per raggiungere un fine, e nel rapporto c'è poco di autentico. Poiché non vi è amore, non può aver luogo un'unione spirituale e fisica autentica, il vero antidoto alla solitudine. È un atto di opportunismo che non porta da nessuna parte, e anzi ricorda all'individuo cos'è che gli manca davvero, perché gli mette sempre davanti la realtà di ciò che non c'è. Lungi dall'essere sfuggito alla solitudine e dall'aver risolto il problema, l'individuo cade per così dire dalla padella nella brace, e si trova a dover vivere nella menzogna, a sopportare la falsità, a calarsi in un rapporto che nel profondo è vuoto — tutti elementi che mettono in luce il suo vero stato di mancanza di amore. Davanti a lui c'è l'esatto opposto di ciò di cui ha bisogno, quindi non è semplicemente tornato al punto di partenza ma è addirittura regredito.
Il desiderio di sfuggire alla solitudine in senso stretto porta anche a stringere amicizie insincere e false. L'amicizia, come l'amore, è antica quanto il mondo ed è probabilmente la seconda pietra angolare della comunità umana. L'amicizia è il luogo dell'espressione della virtù, del perseguimento di un progetto comune, la conquista dell'appartenenza, e fra i suoi benefici principali si contano la buona compagnia, l'aiuto reciproco e la partecipazione. La storia umana è marcata dalla sua presenza costante, anche se stranamente gli storici dedicano scarsa attenzione allo studio della sua evoluzione. È stata però ripetutamente evocata in opere letterarie e artistiche, nei proverbi, e accompagnata da precetti e princìpi ricchi di saggezza. Una caratteristica fondamentale della condizione di anonimia è stata anche la perdita dei legami amicali. Sembra sia andata perduta una parte notevole della conoscenza, della pratica e delle convenzioni dell'amicizia, e questa è un'altra forma di deculturalizzazione. Le pseudo-amicizie nate per contrastare la solitudine hanno molte caratteristiche in comune con le false relazioni che si stabiliscono fra uomini e donne; vi si riscontra lo stesso impegno in ciò che non è autentico e lo stesso svuotamento dei punti vitali di potenziale contatto umano. Si tratta di rapporti la cui falsità non fa che mettere in luce ciò che manca e ciò che ha ingenerato questo stato di cose. Inoltre la fine delle amicizie e la loro transitorietà è un ulteriore tratto tipico del modo attuale di vivere, come il divorzio nel matrimonio o le "coppie" di fatto che vanno e vengono: è all'opera il medesimo processo, una fuga egoistica dall'isolamento che dà luogo a rapporti fragili ed egocentrici i quali non fanno altro che riportarci al punto di partenza, se non ancora più indietro. (Segue)

Frank:

--- Citazione ---instaurano rapporti o contraggono matrimoni non basati sull'amore bensì sull'interesse individuale
--- Termina citazione ---

L'amore?
Scusa Vicus, ma in passato ci si sposava "solo per amore" ?
E i matrimoni combinati, che tuttora esistono e persistono in varie parti del mondo non occidentale?
Son forse "rapporti d'amore" ?

Vicus:
Non è l'amore romantico ma quello di un uomo e una donna che decidono di fondare una famiglia.
Restando fedeli all'impegno di condividere tutto della vita (anche nei famigerati matrimoni combinati), negli anni si instaura un affetto molto più vero e profondo della "passione" che vediamo nei film.
E' quel che vediamo nelle generazioni passate, e anche oggi per lo più fuori dall'Occidente.
L'autore vuol dire che oggi le persone (le donne specialmente) sono immature ed egocentriche (v. anche post di Salar sui cani) e incapaci di instaurare e mantenere un rapporto autentico e stabile.

Vicus:
(Segue)

L'evasione

Un'altra reazione diffusa a tale condizione è la creazione di ruoli e immagini come meccanismi consolatori. Infatti lo stile di vita post-moderno è spesso caratterizzato dall'interpretazione di ruoli. Le persone diventano ciò che non sono perché il contesto culturale non permette loro di essere se stesse. Si cerca quindi conforto nell'invenzione — una reazione, questa, sorretta dalle idee e dagli atteggiamenti promossi dal cinema, dalla televisione, dalla realtà virtuale, che contribuiscono a formare una parte di quel gusto per la fantasia diventata tipica dell'uomo post-moderno. Questa propensione a interpretare una parte, a inventarsi un ruolo, a proiettare un'immagine, sfugge all'autenticità, comporta la creazione di rapporti — e quindi di un ambiente per gli altri — basati sulla falsità, sulla recita, e dà luogo a un artificio costante che colpisce al cuore la comunità: la vita con gli altri non si fonda su ciò che è reale, ma è intrisa di elementi fasulli. Inoltre, la persona che adotta questa soluzione per rimediare alla perdita di legami sociali non fa che tornare al punto di partenza, perché non riesce a rapportarsi con gli altri in modo autentico. Al tempo stesso, proprio come il coniuge, il "partner" o l'amico falsi, il suo comportamento produce l'effetto di desocializzare coloro con cui entra in contatto, privandoli della possibilità di interazione autentica. Recitando, coinvolge gli altri in una simulazione precaria che offende la realtà, e mancando di sincerità con se stessa, finisce per colpire e danneggiare, tramite vari meccanismi, la propria interiorità, ovvero il punto di partenza vitale per un più ampio benessere sociale. (Segue)

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