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Bus della libertà: intolleranza e minacce dei gruppi LGBT

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Salar de Uyuni:
Io data la non-selettività degli imam per i buchi,provo io a dare prova di coraggio,fuori gli imam dalle mie mutande!
Chissà che queste pavide non mi seguano...
pavide pavide pavide
tsk,tsk...

Salar de Uyuni:
E fuori la salsa yogurth dal kebab,che noi sappiamo bene come è prodotta...

Sardus_Pater:

--- Citazione da: Salar de Uyuni - Settembre 28, 2017, 20:20:57 pm ---E fuori la salsa yogurth dal kebab,che noi sappiamo bene come è prodotta...

--- Termina citazione ---

Se dobbiamo dirla tutta, anche il resto degli ingredienti di un kebab non ha origini "limpide". Machisene, gnam!

Vicus:
IL BUS DELLA LIBERTÀ È ARRIVATO A ROMA. IN PROGRAMMA UN PROSSIMO TOUR IN IMMINENZA DELLE ELEZIONI, IN MOLTE ALTRE CITTÀ.
 
Marco Tosatti
Si è concluso questo pomeriggio a Roma, alla Bocca della Verità, il primo tour del Bus della Libertà, organizzato da Generazione Famiglia e CitizenGo. Il tour ha portato in diverse città italiane – Firenze, Milano, Brescia, Bologna, Bari Napoli e infine Roma il messaggio sovversivo dipinto sulle sue fiancate: I bambini sono maschi. Le bambine sono femmine. La natura non si sceglie.
Filippo Savarese ha raccontato le ultime tappe del bus, in particolare Napoli, dove il sindaco, De Magistris evidentemente pressato da lobby interne ha cercato di annullare il permesso di sosta del bus, con un atto che non è stato considerato valido giuridicamente (un messaggio sgrammaticato firmato da ‘lo staff del sindaco’). Dopo un’ora di sosta a Napoli, avvertiti dalla Digos che i centri social stavano muovendosi verso la piazza per creare disordini, per non mettere a repentaghlio l’incolumità dei napoletani che si erano raccolti intorno al bus, gli organizzatori hanno preferito partire. Non è l’unico esempio di intolleranza “democratica” messa in atto dalle amministrazioni di sinistra. Cesena, anche se non era prevista come tappa, ha emanato un diktat di non-sosta per il bus. Non poco ridicoli, dal momento che il bus non doveva passare da lì…
 
 
“Nel prossimo tour partiremo da Cesena” hanno promesso gli organizzatori. Che hanno ricordato il perché dell’iniziativa, che sarà ripetuta nell’imminenza delle elezioni: “Con la scusa di contrastare gli “stereotipi di genere” e diffondere tolleranza e rispetto – fini in sé più che condivisibili – si entra nelle scuole, anche di Bologna e dell’Emilia Romagna in generale, ad insegnare che l’identità sessuale è fluida e può essere oggetto di autodeterminazione, quasi che si potesse “creare” la propria identità. Chiunque resta libero di sentirsi e vivere come meglio crede. Ciò che contestiamo è che si entri nelle classi di bambini e bambine a diffondere simili teorie, totalmente antiscientifiche. Quanto alle manifestazioni di protesta in città annunciate sui social network nelle ultime ore, i promotori della campagna respingono categoricamente qualsiasi accusa di “omofobia”, “transfobia” e in generale l’accusa di essere a Bologna contro i diritti di qualcuno”.
 
Perché la nuova accusa usata come una clava contro chi non è d’accordo con il pensiero unico del regime è proprio quella: omofobia trasformata in transfobia. Oggetti misteriosi, che dal nome fanno pensare a eventuali patologie, non a crimini. Naturalmente l’indefinitezza dell’accusa rende difficilissimo se non impossibile difendersene. Una tecnica classica delle dittature, quale quella che stanno cercando di imporci con la complicità dei giornali e delle televisioni.
È stato ricordato poi che all’infiltrazione pro-gender già in atto nelle scuole, favorita dal Ministro della Pubblica Istruzione Valeria Fedeli, il Parlamento sta affrontando un disegno di legge per rendere obbligatoria una volta a settimana “un’ora di amore”, cioè un insegnamento sull’affettività, anche dalle classi più basse della scuola.
Molte le persone presenti, in maggioranza giovani con figli. Hanno parlato su questi temi Toni Brandi, di ProVita, Costanza Miriano, Lucio Malan, esponenti del Popolo della Famiglia e dei partiti che hanno aiutato il bus nelle sue tappe.

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