Ben detto.
Il dipinto sopra postato è di Baqrtolme Esteban Perez Murillo e rappresenta il tentativo di seduzione da parte della moglie di Putifarre (un ricco signore egiziano) dello schiavo Giuseppe (penultimo dei dodici figli di Giacobbe).
Nella Genesi si racconta come la donna s’invaghì di lui, e vistasi rifiutata lo denunciò di fronte al marito per un tentativo di violenza carnale, mostrando come prova la veste che gli aveva strappato.
Evidentemente la QM è roba più antica di quanto non si creda.
E Ficacentrismo, credo, farebbe bene a far meno lo spiritoso…
Non è che qui in QM abbiamo l’anello al naso e aspettavamo lui che ce la venisse a raccontare.
Ma basterebbe anche solo un po’ d’educazione e di rispetto delle idee altrui (credenti o meno).
Genesi 39:1 Giuseppe era stato condotto in Egitto e Potifar, consigliere del faraone e comandante delle guardie, un Egiziano, lo acquistò da quegli Ismaeliti che l'avevano condotto laggiù.
Genesi 39:2 Allora il Signore fu con Giuseppe: a lui tutto riusciva bene e rimase nella casa dell'Egiziano, suo padrone.
Genesi 39:3 Il suo padrone si accorse che il Signore era con lui e che quanto egli intraprendeva il Signore faceva riuscire nelle sue mani.
Genesi 39:4 Così Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui e divenne suo servitore personale; anzi quegli lo nominò suo maggiordomo e gli diede in mano tutti i suoi averi.
Genesi 39:5 Da quando egli lo aveva fatto suo maggiordomo e incaricato di tutti i suoi averi, il Signore benedisse la casa dell'Egiziano per causa di Giuseppe e la benedizione del Signore fu su quanto aveva, in casa e nella campagna.
Genesi 39:6 Così egli lasciò tutti i suoi averi nelle mani di Giuseppe e non gli domandava conto di nulla, se non del cibo che mangiava. Ora Giuseppe era bello di forma e avvenente di aspetto.
Genesi 39:7 Dopo questi fatti, la moglie del padrone gettò gli occhi su Giuseppe e gli disse: «Unisciti a me!».
Genesi 39:8 Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: «Vedi, il mio signore non mi domanda conto di quanto è nella sua casa e mi ha dato in mano tutti i suoi averi.
Genesi 39:9 Lui stesso non conta più di me in questa casa; non mi ha proibito nulla, se non te, perché sei sua moglie. E come potrei fare questo grande male e peccare contro Dio?».
Genesi 39:10 E, benché ogni giorno essa ne parlasse a Giuseppe, egli non acconsentì di unirsi, di darsi a lei.
Genesi 39:11 Ora un giorno egli entrò in casa per fare il suo lavoro, mentre non c'era nessuno dei domestici.
Genesi 39:12 Essa lo afferrò per la veste, dicendo: «Unisciti a me!». Ma egli le lasciò tra le mani la veste, fuggì e uscì.
Genesi 39:13 Allora essa, vedendo ch'egli le aveva lasciato tra le mani la veste ed era fuggito fuori,
Genesi 39:14 chiamò i suoi domestici e disse loro: «Guardate, ci ha condotto in casa un Ebreo per scherzare con noi! Mi si è accostato per unirsi a me, ma io ho gridato a gran voce.
Genesi 39:15 Egli, appena ha sentito che alzavo la voce e chiamavo, ha lasciato la veste accanto a me, è fuggito ed è uscito».
Genesi 39:16 Ed essa pose accanto a sé la veste di lui finché il padrone venne a casa.
Genesi 39:17 Allora gli disse le stesse cose: «Quel servo ebreo, che tu ci hai condotto in casa, mi si è accostato per scherzare con me.
Genesi 39:18 Ma appena io ho gridato e ho chiamato, ha abbandonato la veste presso di me ed è fuggito fuori».
Genesi 39:19 Quando il padrone udì le parole di sua moglie che gli parlava: «Proprio così mi ha fatto il tuo servo!», si accese d'ira.
Genesi 39:20 Il padrone di Giuseppe lo prese e lo mise nella prigione, dove erano detenuti i carcerati del re.
Così egli rimase là in prigione.
Genesi 39:21 Ma il Signore fu con Giuseppe, gli conciliò benevolenza e gli fece trovare grazia agli occhi del comandante della prigione.
Genesi 39:22 Così il comandante della prigione affidò a Giuseppe tutti i carcerati che erano nella prigione e quanto c'era da fare là dentro, lo faceva lui.
Genesi 39:23 Il comandante della prigione non si prendeva cura più di nulla di quanto gli era affidato, perché il Signore era con lui e quello che egli faceva il Signore faceva riuscire.
Blurosso, grazie di averci ricordato questo passo del Genesi.
E' sicuramente attinente alla QM per diversi aspetti, se permetti li riepilogo.
Anzitutto, il rapporto di fiducia tra l'Egiziano e Giuseppe: ci ricorda che può esistere un
vero rapporto umano basato sui valori virili del rispetto, della lealtà, della fiducia reciproca a prescindere anche dallo status sociale: un padrone ed uno schiavo.
Poi, le avances della moglie del padrone a Giuseppe: chiaro esempio di
premeditazione e calcolo femminile, al quale viene risposto con un rifiuto che mostra i solidi principi morali di Giuseppe: di obbedienza a Dio e al padrone della casa.
Da quel momento,
Giuseppe diventa oggetto di stalking (ante litteram) da parte della suddetta.
Ma di fronte ai rifiuti reiterati di Giuseppe la moglie dell'Egiziano non desiste e passa all'aggressione fisica: anche allora evidentemente, si dava per scontato che
per una donna mettere le mani addosso ad un uomo fosse un peccato veniale; immaginiamo la scena a parti invertite...
A quel punto, dato che Giuseppe è fuggito lasciando un pezzo di veste nelle mani della moglie del padrone, ecco che scatta il
risentimento femminile per il rifiuto (ma come ti permetti di rifiutare il mio incommensurabile favore?)
Poi arriva la
vendetta, sotto forma di falsa accusa: si noti la sceneggiata, da attrice consumata, che la moglie propina al legittimo consorte e Giuseppe finisce ingiustamente in carcere (chissà se sarà stato anche allora, più per colpa delle leggi o dei magistrati...)
Insomma, come dicevano una volta:
nihil sub sole novi