Autore Topic: Weinstein accusato di "molestie"  (Letto 20719 volte)

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Online Frank

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Re:Weinstein accusato di "molestie"
« Risposta #75 il: Dicembre 01, 2017, 20:10:10 pm »
Comunque, da uomo, seguito a chiedermi come si fa ad avere un'erezione di fronte a una donna che non ti vuole, che scalcia, che urla, etc.
L'ho già scritto e lo ripeto: a me non verrebbe duro nemmeno se ingoiassi due pasticche di Cialis.
E di certo non sono il solo.
Anzi.

Offline Duca

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Re:Weinstein accusato di "molestie"
« Risposta #76 il: Dicembre 01, 2017, 20:23:46 pm »
Non l'ho mai capito neanch'io, cioè andare con una che piange, urla, ecc. non ce la farei mai se non è consenziente, anzi già andare con le puttane non è facile perché non sono coinvolte (a parte in certi casi che si erano eccitate) però insomma si fa, ma una che non vuole te lo ammoscia di brutto, c'è poco da fare.


Online KasparHauser

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Re:Weinstein accusato di "molestie"
« Risposta #77 il: Dicembre 01, 2017, 21:47:00 pm »
Secondo me questa è gente abituata a essere inseguita da ragazze giovani e molto belle. E' una situazione per me incomprensibile ma è così: questi con uno schiocco di dita si possono scopare donne avvenenenti di ogni età e religione. Credo che si siano stufati, non si eccitano più. Forzare la mano, lambire i limiti della legge e della morale, esercitare una forma di dominio è il loro modo di provare una nuova ebrezza, nuova linfa a un erotismo che oramai per loro è troppo facile e noioso.
Forse è così.

Offline bluerosso

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Re:Weinstein accusato di "molestie"
« Risposta #78 il: Dicembre 02, 2017, 00:16:53 am »
Io invece rimango straconvinto che nella grande maggioranza di quelli che giornalisticamente (perché così è) vengono chiamati stupri non c’è nessuna penetrazione.

Questa invece la definizione giuridica

Dispositivo dell'art. 609 bis Codice penale

(1)Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità (2) costringe taluno a compiere o subire atti sessuali (3) è punito con la reclusione da cinque a dieci anni.
Alla stessa pena soggiace chi induce taluno a compiere o subire atti sessuali (4):

1) abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa al momento del fatto (5);

2) traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad altra persona (6).

Nei casi di minore gravità la pena è diminuita in misura non eccedente i due terzi (7).


Note
(1) Il presente articolo è stato aggiunto dalla l. 15 febbraio 1996, n. 66.

(2) Viene considerato presupposto necessario di tale delitto che l'atto sessuale sia associato al costringimento del soggetto passivo che può aversi tramite violenza fisica sulla persona o sulle cose, minaccia, intesa come violenza morale, e abuso di autorità, tanto di pubblica autorità (ad es. nei confronti di un soggetto detenuto), tanto di autorità privata (ad es. tra datore di lavoro e lavoratore).

(3) Si tratta di atti espressione di un appetito o di un desiderio sessuale, che quindi riguardano zone erogene differenti, idonei al contempo ad invadere la sfera sessuale del soggetto passivo mediante costringimento. Vi rientrano dunque diverse tipologie di atti, dal momento che il legislatore ha adottato una definizione onnicomprensiva, sostitutiva di quella vigente in precedenza e che era incentrata sulla distinzione tra congiunzione carnale (intesa come qualsiasi forma di compenetrazione corporale che consenta il coito o un equivalente abnorme di esso), ed atti di libidine violenti (intesi come ogni forma di contatto corporeo diversa dalla penetrazione, che, per le modalità con cui si svolge, costituisca inequivoca manifestazione di ebbrezza sessuale).

(4) Il comma secondo comprende due ipotesi di violenza sessuale mediante induzione cioè posta in essere non mediante azione diretta sulla persona offesa, ma secondo modalità specificamente descritte idonee a suggestionare la volontà della vittima, che sostituiscono l'abrogato delitto di violenza carnale presunta ex rat. 519, comma secondo.

(5) La condizione di inferiorità deve sussistere al momento dell'atto sessuale e si riferisce non solo alla condizione di minorazione o deficienza dovuta a patologie organiche o funzionali, ma anche alla situazione di carenze affettive e familiari.

(6) Il riferimento non è tanto alla sostituzione fisica quanto alla falsa attribuzione di generalità, status, qualifica e qualità personali (come ad esempio nel caso di soggetto che si finge medico).

(7) E' circostanza attenuante ad effetto speciale ex art. 63 che ricorre quando, con riferimento ai mezzi, alle modalità, alle circostanze dell'azione, si ritiene che la libertà personale o sessuale della vittima sia stata compressa in maniera meno grave.

Ratio Legis
Tale disposizione è stata inserita nel codice penale al fine di tutelare la libertà sessuale non più come attinente alla moralità pubblica e al buon costume, bensì alla persona umana e alla sua libertà personale.




Sono convinto che le violenze sessuali con penetrazione e rapporto completo sono rari.
Si possono determinare solo in particolari casi. Casi in cui la donna è costretta alla passività più totale.
O perché sotto minaccia di violenza fisica o in situazioni di ricatto.
E deve potersi avere un ambiente protetto e del tempo a disposizione.

Non è sicuramente il caso di aggressioni in luoghi aperti.








Online Frank

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Re:Weinstein accusato di "molestie"
« Risposta #79 il: Dicembre 02, 2017, 00:17:49 am »
Io invece rimango straconvinto che nella grande maggioranza di quelli che giornalisticamente (perché così è) vengono chiamati stupri non c’è nessuna penetrazione.

Lo penso anch'io.

Offline TheDarkSider

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Re:Weinstein accusato di "molestie"
« Risposta #80 il: Dicembre 02, 2017, 00:22:10 am »
https://www.keinpfusch.net/post/2017-11-18-2242-52e9da977de3692d0c04695554ea8bff/

La rivoluzione e' in ritardo. Ci scusiamo coi signori viaggiatori.

...
Che bella notizia, Uriel e' tornato!

Non sono sempre d'accordo con lui, pero' almeno e' uno che scrive e ragiona secondo logica, cosa che nell'italia femminista non fa quasi piu' nessuno.


Ecco subito un bel passaggio di un suo recente articolo:

https://www.keinpfusch.net/post/2017-11-12-2011-b96e06b01646f5bb7ffadd960b568651/
Citazione
Detto questo, per sottolineare il realismo del dibattito donnista di questi giorni, ricordo che ogni anno in Italia muoiono circa 1000 persone sul lavoro e circa il triplo sono i mutilati. Il 97% per cento sono di sesso maschile.

Mentre succede questo, i giornali Italiani scrivono che in ambito lavorativo il gender gap favorisce gli uomini.

Perche’ la realta’ e’ molto sopravvalutata.
Chissa' dove l'avra' sentita questa, il nostro Uriel... ;)




 
"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
Una donna marocchina

Offline Vicus

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Re:Weinstein accusato di "molestie"
« Risposta #81 il: Dicembre 02, 2017, 03:12:51 am »
Gli dicevo: sarà durissima per te.
Ma lui mi ha detto non esistono altre donne per me, Franca. Esisti tu.
Gli disse anche che dopo dieci anni il rapitore sarebbe uscito di galera, con le probabili conseguenze del caso.
Lui rispose (con ragione): "Meglio dieci anni con te che cento con un'altra".
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Warlordmaniac

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Re:Weinstein accusato di "molestie"
« Risposta #82 il: Dicembre 07, 2017, 16:37:04 pm »
http://www.doppiozero.com/materiali/chi-scrive-e-un-maschio

Chi scrive è un maschio
Questione “Weinstein”

Franco La Cecla

Chi scrive è un maschio, bianco, occidentale, anzi peggio, europeo, non indigeno, non appartenente a fedi religiose orientali, di mezza età, single, con un’educazione occidentale, anzi classica, – che altro devo dire per anticipare con i distinguo le classificazioni bio-politiche senza le quali non ho diritto a parlare di questa faccenda? – ho varie tessere, arci, feltrinelli, amici della musica, palestra e piscina, sono abbonato ad alcuni quotidiani cartacei e online oltre che alla metro milanese.
 
Ecco la tiritera delle appartenenze che mi rendono inadeguato a parlare di cose che hanno a che fare con l’affettività e con il sesso. Ancora una volta Simone De Beauvoir, che sostiene che non esistono uomini capaci di parlare di se stessi come appartenenti a un sesso. Ho scritto sulla questione una risposta proprio alla De Beauvoir in forma di libro, Modi Bruschi, antropologia del maschio (Eleuthera) e un altro qualche anno dopo Il punto G dell’uomo, desiderio al maschile (Nottetempo).
 
Eppure nella contingenza post-weinstein, com’è stata battezzata, ho molto ritegno a parlare. Ho dietro le spalle una vita affettiva e sessuale di quattro decadi e quindi sono a rischio perché dal passato può emergere qualunque presenza che ho sicuramente in un modo o nell’altro fatto soffrire. Ho lasciato male, sono stato lasciato male, ho corteggiato e sono stato corteggiato, ho sedotto e sono stato sedotto, ho desiderato e sono stato desiderato con successo e infelicità da entrambe le parti, ripeto ho vissuto e vivo sapendo che sentimenti e sessualità non sono un campo semplice e lineare, ma pieno di malintesi, fraintendimenti, singulti e ripicche. E non è un caso che una delle scrittrici femministe più interessanti di questi anni, Eva Illouz, abbia scritto un libro che si chiama Perché l’amore fa male (Il Mulino). Eh sì, l’amore, il sesso, soprattutto il desiderio fanno male. Solo una stupida letteratura online e i film di Hollywood possono permettersi di raccontare il contrario. E questi dolori non datano da ieri, ma da sempre, pare, se un’altra scrittrice come Martha Nussbaum ha scritto vari volumi sulla terapia dal desiderio nel mondo classico.
 
E poi lo sappiamo tutti, no?, quanto sia difficile essere corrisposti nei propri amori e desideri e quanto nell’incontro tra esseri desideranti, che siano uomini e donne, uomini e uomini o donne e donne, ci sia una sperequazione che produce frizioni, lacerazioni e dolori, insieme a qualche felicità però. Solo una concezione all’americana dei rapporti tra sessi, una concezione alla “Tinder” e alla “Ok Cupid”, può credere che si tratti di un innocuo “compagnonnage”, di un “agreement” tra amici. L’idea della coppia come una compagnia amicale è tutta della spaventosa trasformazione dell’amore in coppia produttiva negli anni ‘50 del Novecento, quella che viene creata per consumare elettrodomestici, alloggi e ascensori. Il desiderio c’entra poco con la democratica trattativa sul desiderio.
 
Lo dice anche Eva Illouz, che dopo avere parlato dell’importanza del sesso consensuale si chiede se questo “dire” e “pre-dire” cautelativamente tutto ciò che si vorrebbe fare e che l’altro vorrebbe aver fatto, si domanda se tutto ciò non spenga il desiderio. Proprio perché chi trasforma il desiderio in “detto” si rende subito conto che buona parte di esso non può essere espresso. Lo diceva anche Freud, un ributtante maschio europeo: “Il desiderio è un eccesso”, qualcosa di molto poco realistico che va molto al di là della possibile soddisfazione e dell’oggetto stesso del desiderio.
 

Ph Ren Hang.

La questione “Weinstein” ha scatenato giustamente uno sdegno collettivo, incanalato nelle casse di risonanza apparentemente neutre di Facebook, dei Social e nelle casse più segrete degli avvocati.  Lui o quelli come lui che vogliono sesso in cambio o nella promessa di favori. O che si servono del proprio potere per ottenerli. È stato l’inizio delle denunce di massa da parte delle donne, anche se subito dopo sono emerse quelle da parte di uomini nei confronti di altri uomini e di uomini nei confronti di donne (ad es.Mariah Carey che chiede sesso al suo bodyguard). Le denunce fanno sospettare che non basti il maschilismo e il patriarcato, ma che ci sia una questione più generale di potere, forse anche nei sacrosanti LGBT ci sono questioni simili.
Sacrosanta crociata per donne e uomini (lo dico sapendo che non ho il diritto di dirlo, ma dovrei dirlo per dovere). Perché le donne che vengono umiliate sono oggetto di violenza e gli uomini vengono trascinati da questo malcostume nella veste di complici.
 
Il problema con Weinstein, con Berlusconi, con Trump e chiunque altro somigli loro, è che se la sessualità viene misurata con il loro livello criminale, se essa viene cioè confrontata con questi comportamenti, è l’insieme della sessualità che viene messo in gioco. Una certa linea femminista radicale lo dice chiaramente: “Dietro ogni donna c’è un possibile stupratore”, o meglio “Ogni donna è oppressa da un uomo che potrebbe trasformarsi in stupratore”. E recentemente un articolo su “The Guardian” di Laura Penny, ripreso da “Internazionale”, metteva in guardia proprio le donne rispetto al proprio consenso, invitandole a dubitare della loro sessualità, del loro stesso desiderio. Una certa linea simile a questa vuole che sulla sessualità in generale si stenda un velo di dubbio. Essa è “sbagliata” sia quella maschile che quella femminile. Con modi che somigliano alle battaglie degli Ugonotti o alle prediche puritane del 1600. La Chiesa, le chiese, hanno sempre invitato i propri fedeli ad avere in sospetto le proprie istintive emozioni e soprattutto il campo del desiderio. Se il desiderio maschile è qui alla sbarra, vergognoso, impudico, porco, incapace di contenersi, quello femminile è altrettanto in crisi perché si fida o si abbandona troppo. Ce n’è per rovinare la sessualità alle prossime due generazioni. Tutta la sessualità è abbassata al livello di Weinstein. Di questo pericolo si rendono conto moltissime donne che stanno intervenendo in queste settimane nel dibattito, che è molto più articolato di quello che i media presentano. Anche se le donne che non “ci stanno” alla radicalità femminista di ultimo grido vengono additate come traditrici, e quindi non veramente donne.
 
Nella civilissima Francia qualcuno vuole introdurre il “reato di sguardo per strada”. Un certo “eye contact” sarebbe automaticamente considerato al pari di una molestia. Qualcosa che arriva direttamente dagli Stati Uniti e dal puritanesimo sempre riemergente, anche se travestito da femminismo o da correttezza politica. Ce lo ha raccontato vent’anni fa Human Stain (La macchia umana), il romanzo di Philip Roth (un maschio, ahinoi e quindi non qualificato a parlare) che racconta la storia di un professore universitario che viene espulso dall’accademia per avere usato un aggettivo per nominare studenti che non si erano mai presentati, aggettivo che significa fantasma, ma anche “nero”. E ha la sfortuna che gli assenti sono degli studenti neri. Ritiratosi viene perseguitato perché ha una storia d’amore con una ragazza nera più giovane di lui e che viene da un modesto ambiente – è chiaramente un uso che lui fa di lei agli occhi di tutti.
È Le efferatezze nei confronti della vita di molte persone si contano a migliaia e oggi continuano a perpetuarsi con la scusa che “la rivoluzione è in corso” e ovviamente ci sono vittime innocenti, ma la causa deve prevalere, un ragionamento tipicamente stalinista o se volete cattolico-missionario.
 
Una delle cose che però comincia a emergere dal dibattito negli Stati Uniti e da noi è che c’è qualcosa di losco nell’uso che di questa crociata viene fatto: che sia Facebook, la fogna che ha portato Trump al potere, a essere il canale della crociata, che siano le Iene (mai nome fu più autogol) e che sia il mondo dei lawyers, il mondo del business giuridico, a essere quello che per primo si giova della crociata. La rivoluzione sembra essere affidata alle vie legali e in questo, come ogni campagna, somiglia al maccartismo o a qualunque tipo di santa inquisizione. In fin dei conti i processi agli eretici erano pur sempre processi, e alla loro base stava l’abitudine alla delazione, la lotta per il potere travestita da religione, denunciare chi è più potente, più attraente, chi ha fatto successo o soldi, chi è emerso dalla massa sconosciuta. Non è un caso che l’accanimento delle denunce di molestie è sempre fatto nei confronti di chi ce l’ha fatta, ha avuto successo – salvo poter infierire proprio quando ha un rovescio economico e da lui non si può ottenere più nulla.
 
Nel meccanismo della delazione si nasconde qualcosa di ancora più sottile. La violenza di chi vuole sesso in cambio di posti di lavoro, di parti in film o nell’arte, corrisponde al ricatto di chi minaccia di denunciare di molestie chi questi favori non li concede. E nei mondi del potere accademico una buona denuncia per molestie leva di mezzo un concorrente scomodo: una famosa antropologa indiana che insegna in un’università scandinava ha usato questo metodo per fare ostracizzare qualcuno che non voleva nel proprio dipartimento.
 
Giustamente una parte del dibattito femminile ha cominciato a fare i distinguo. Un conto è un’accusa di stupro (che è un’accusa, non una condanna provata da un processo, anche se l’accusa da sola è infamante, come lo era essere accusato di comunismo negli anni ’50), un conto è un’accusa di molestie, la cui definizione è molto vaga, ampia e varia da cultura a cultura. Ripeto, per fortuna c’è un grande distinguo che si sta profilando. Però è l’effetto generale che ha ben poco a che fare con i singoli casi. Ed è la criminalizzazione del sesso, non solo di quello maschile, ma anche quello femminile, ma anche gay o transgender.
 
La criminalizzazione del sesso è qualcosa che, anticipato da Foucault, oggi si profila all’orizzonte. La sua dissezione da parte dei media e degli avvocati, la voglia ossessiva con cui me-too ha scatenato una specie di voyerismo al contrario, come se in faccende simili non fosse importantissimo in mano a chi tu metti il racconto della tua intimità. Viene il sospetto che questa non sia già più una battaglia femminista o femminile, ma una resa dei conti di altro tipo, una rivoluzione per la presa del potere biopolitico. Il sesso è diventato tutto intriso di violenza reale o potenziale e quindi tutto strumento per il potere. Il sesso è diventato l’arma del ricatto e non solo il sesso, ma anche il campo delle molestie e il campo del desiderio – che può essere denunciato come molestia; il solo fatto di essere oggetto del desiderio di qualcuno diventa una molestia.
 
È questa “volontà di sapere” che sembra si sia scatenata come un’isteria collettiva, questa volontà di dissezionare la vita sessuale propria e di tutti. Nel fatto stesso di avere una vita sessuale c’è qualcosa di sospetto, perché il desiderio non è mai innocente, soprattutto se è maschile, ma è complice se è femminile, perché si fa irretire da qualcosa che non gli appartiene. Ne viene fuori un’immagine di santità femminile, di esclusione delle donne dalla sfera dell’interazione con gli uomini. Come se il mondo fosse tutto fatto e deciso dagli uomini e le donne fossero solo “oggetto”, una delle più grandi mistificazioni del desiderio, come se il desiderio femminile per un uomo non avesse gli stessi caratteri oggettivanti. Qui è messa in discussione tutta la costellazione delle attrazioni e le donne trasformate in vergini anziane che ragionano come nonne senza più desideri. A meno che i desideri non siano solo tra donne e come se questo tipo di desiderio non fosse altrettanto oggettivante. C’è una mescolanza di puritanesimo, cattolicesimo pietistico e impero avvocatizio, tutto il contrario di una rivoluzione progressista.
 

Ph Ren Hang.

Lo fa notare in un articolo Slavoj Žižek, un altro maschio che non avrebbe diritto a parlare (i maschi possono parlare solo se si allineano alla crociata). C’è nella costruzione del vittimismo – di una metà del mondo, quella rappresentata dalle donne, la dimissione totale di soggettività, di essere agenti della storia, il trasformare le donne in oggetto passivo della storia, il non capire che le società si fanno con una negoziazione continua tra uomini e donne. Il vittimismo è la tentazione di trasformarsi in “minoranza” quando si è invece maggioranza.
 
“La caratteristica fondamentale della soggettività di oggi è proprio la bizzarra combinazione del soggetto libero che si ritiene responsabile ultimo del suo destino e del soggetto che fonda l’autorità del suo discorso sul proprio status di vittima di circostanze fuori del suo controllo. Ogni contatto con ogni essere umano viene vissuto come una potenziale minaccia: se l’altro fuma, se l’altro mi lancia uno sguardo carico di desiderio mi sta già facendo male” (Žižek).
 
Nell’idea dell’universale dominazione maschile c’è una forma di essenzialismo che proprio il mondo dei women’s studies americano aveva rifiutato (Susan Carol Rogers: se pensiamo che la dominazione maschile sia un universale finiamo in una specie di legge naturale) ci sono società in cui la dominazione maschile non c’è – molte società polinesiane ad es. – e ce ne sono altre in cui c’è una fluttuazione tra i poteri dei domini maschili e di quelli femminili. Il matriarcato ad esempio è una forma di potere femminile potentissimo delle generazioni anziane di donne nei confronti di quelle più giovani e delle donne più giovani in particolare: l’escissione in molti paesi islamici e africani è praticata dalle mamme sulle figlie.
 
Žižek lo dice con chiarezza: è il campo del potere che qui è in gioco e nulla come la sessualità ha a che fare con esso, dall’appuntamento a cui la desiderata non si presenta dando buca (era un esempio di Foucault), al bonding al sado-masochismo.
 
“Alcune femministe hanno osservato parecchio tempo fa che se cerchiamo di immaginare un corteggiamento in tutto e per tutto politicamente corretto arriviamo curiosamente vicini a un normale contratto commerciale” (Žižek).
 
Quello che in questa crociata viene spazzato via dalla vita delle persone – quelle che non fanno parte del campo del potere mediatico – è proprio l’ambito magnificamente fluttuante del desiderio, del corteggiamento, della seduzione. Infatti questi campi non hanno proprio spazio di fronte alle urla e alle annotazioni dell’avvocato o del cronista.
 
Viene il dubbio che quello che sta avvenendo sia il trionfo di un politically correct proprio come ideologia di un nuovo regime, di un’ideologia delle nuove classi dominanti. Già i Social sono diventati questo: uno se ne rende conto sempre di più nell’impossibile coda da impeachment di Trump. I Social sono la trasformazione della chat in pensiero dominante. Lo racconta magistralmente Jonathan Friedman in un testo che sarà nelle nostre librerie tra qualche giorno
Politicamente Corretto, il conformismo morale come regime (Meltemi ed.).
Qui quello che è in ballo è una trasformazione dei rapporti umani in cui entra ben poco la voglia sacrosanta di giustizia delle violentate. È strumentalizzandola che si fa avanti un nuovo regime morale.
 
Osservo con molta preoccupazione la deriva sempre meno critica di persone rispettabilissime come Rebecca Solnit – qualche giorno fa su “The Guardian”, una giornalista recensiva il suo Gli uomini mi spiegano le cose (Ponte alle Grazie) come un libro interessante, ma molto superficiale proprio perché spinto dall’urgenza della “lotta”. La Solnit da qualche tempo è diventata una bandiera per il nuovo femminismo radicale. Ha lanciato una campagna contro la letteratura che secondo lei incita alla violenza di genere e ha proposto di proscrivere Lolita di Nabokov. E il suo Gli uomini mi spiegano le cose, parte dall’assunto che tutti gli uomini si comportano con le donne come chi debba spiegar loro le cose. Certamente ha ragione per la sua esperienza, ma nel suo ragionamento c’è una forma di essenzialismo, cioè di idea che le identità siano fisse, la stessa per cui i tedeschi sono tutti potenzialmente nazisti, cioè una forma di razzismo, se questo significa attribuire a una parte dell’umanità un’attitudine fissa e costante.
 
Quello che sul fondo si muove è il pericolo di essere sprofondati in una sabbia mobile che ci risucchierà tutti, che mescolerà colpevoli e vittime e che cancellerà la magnifica costellazione del desiderio di cui è fatta l’umanità. Pensavo qualche giorno fa a un collega che insegna, e che è un uomo molto bello, giovane e simpatico. Le sue studentesse nel proporgli delle tesine di ricerca gli portano (è una istituzione dedita all’arte e alla comunicazione) dei portfolio con delle foto di sé piuttosto spinte e soprattutto gli chiedono degli appuntamenti per approfondire gli spunti di ricerca. Il mio collega è per fortuna felicemente fidanzato, sicuro di sé e prende queste avances con molta ironia. Cosa dovrebbe fare? La sua ironia dimostra che il campo dell’attrazione tra uomini e donne è un campo scivoloso, ma che se lo si trasforma in un’aula di tribunale la vita prende tutto un altro colore, diventa un radicalismo islamico della sessualità.
 
Abbiamo bisogno di essere liberati da uno sguardo che criminalizza ed espropria la sessualità come ambito prezioso e fluttuante (chi decide cosa è una perversione? A leggere alcune di queste accuse di perversione viene da pensare che la battaglia di quel maschio bruto che era Freud per liberare le perversioni e farle comprendere come parte di un’ampia sessualità sia stata tempo perso). Stiamo regredendo di un secolo e più e qualcuno parla di rivoluzione.
 
I moralismi, il puritanesimo, le inquisizioni non hanno mai fatto progredire l’umanità. Hanno solo sostituito al desiderio la paura. È questo che vogliono le donne oggi, essere temute al punto da non essere più desiderate o essere desiderate in quanto temute, un tipico escamotage di chi ha il potere (cioè i maschi)? È questo che vogliono gli uomini di oggi che non hanno smesso di pensare che il proprio compimento fisico sta nell’incontro con la fisicità e la profondità del mondo femminile?
 
Ecco, ho detto cose chiaramente fuori dal corretto, mi sono esposto a tutti i possibili attacchi, alla furia di questi giorni. Lo faccio perché c’è bisogno di rimpolpare il dibattito, di arricchirlo di voci e di contradditori. Mi sono permesso di farlo da maschio, occidentale, single se volete la mia definizione biopolitica. Se questa vi sta stretta allora diciamo che mi sono permesso di farlo in quanto testimone di un’epoca, come soggetto desiderante e come studioso della magnifica fenomenologia sessuale umana. 

Offline Warlordmaniac

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Re:Weinstein accusato di "molestie"
« Risposta #83 il: Dicembre 08, 2017, 08:30:44 am »
Credo che questo thread non doveva essere aperto; potete incollarlo nel thread di Weinstein?

Alberto1986

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Re:Weinstein accusato di "molestie"
« Risposta #84 il: Dicembre 20, 2017, 18:20:22 pm »
Citazione
Weinstein, per la moglie assegno milionario in caso di divorzio.
Una clausola prematrimoniale appena scattata farebbe ricca Georgina Chapman: porterebbe a casa 11,75 milioni di dollari.

Dopo che a inizio ottobre arrivarono le prime accuse a Harvey Weinstein, la moglie Georgina Chapman annunciò di voler separarsi da lui. Importante, in questo caso la tempistica, che sorride alla futura ex signora Weinstein. Il 15 dicembre la coppia ha tagliato il traguardo dei 10 anni di nozze, facendo scattare una clausola dell'accordo prematrimoniale: Georgina potrà avere 400mila dollari per ogni anno e in totale un assegno di 11,75 milioni di dollari.
In pratica più tempo trascorrerà dal divorzio effettivo con Harvey Weinstein e più Georgina Chapman potrebbe incassare. Tmz ha pubblicato i dati dell'accordo prematrimoniale della ormai ex coppia. Fino al 14 dicembre il contratto stabiliva una quota annua per lei di 300mila dollari. Altre clausole stabiliscono anche una "indennità di alloggio" mensile da 25mila dollari.

http://www.tgcom24.mediaset.it/spettacolo/weinstein-per-la-moglie-assegno-milionario-in-caso-di-divorzio_3113213-201702a.shtml

Offline joani

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Re:Weinstein accusato di "molestie"
« Risposta #85 il: Dicembre 20, 2017, 22:19:46 pm »
http://www.doppiozero.com/materiali/chi-scrive-e-un-maschio

Chi scrive è un maschio
Questione “Weinstein”

Franco La Cecla

 
(Nottetempo).
 
 
Il problema con Weinstein, con Berlusconi, con Trump e chiunque altro somigli loro, 
 
 
Una delle cose che però comincia a emergere dal dibattito negli Stati Uniti e da noi è che c’è qualcosa di losco nell’uso che di questa crociata viene fatto: che sia Facebook, la fogna che ha portato Trump al potere, a essere il canale della crociata, che siano le Iene (mai nome fu più autogol) e che sia il mondo dei lawyers, il mondo del business giuridico, a essere quello che per primo si giova della crociata. La rivoluzione sembra essere affidata alle vie legali e in questo, come ogni campagna, somiglia al maccartismo o a qualunque tipo di santa inquisizione. In fin dei conti i processi agli eretici erano pur sempre processi, e alla loro base stava l’abitudine alla delazione, la lotta per il potere travestita da religione, denunciare chi è più potente, più attraente, chi ha fatto successo o soldi, chi è emerso dalla massa sconosciuta. Non è un caso che l’accanimento delle denunce di molestie è sempre fatto nei confronti di chi ce l’ha fatta, ha avuto successo – salvo poter infierire proprio quando ha un rovescio economico e da lui non si può ottenere più nulla.
 
 Viene il dubbio che quello che sta avvenendo sia il trionfo di un politically correct proprio come ideologia di un nuovo regime, di un’ideologia delle nuove classi dominanti. Già i Social sono diventati questo: uno se ne rende conto sempre di più nell’impossibile coda da impeachment di Trump. I Social sono la trasformazione della chat in pensiero dominante.

 
 
Dubbio ma quale dubbio siamo in piena dittatura del politically correct la domanda e' chi dobbiamo
ringraziare per averci rifilato questa perversa mentalita' questo delirante modo di leggere le cose
certo .... e vero che non si proviene da un passato paradisiaco ma volendo fare un computo era proprio
cosi brutto malvagio e cattivo il passato da arrivare a preferirlo allo sfascelo attuale a cui
assistiamo
da cosa mai si e scappati per ritrovarci in un mondo nel quale lo sport "culturale" che va per la
maggiore e quello di distruggere decostruire smontare rinnegare e chi + ne ha + ne metta ogni
tradizione (ovviamente oscurantista clericale patriarcale ecc ecc) che ci lega ai nostri progenitori
Non e stata proprio quella cultura di sinistra partorita dal grembo di quel'infame illuminismo (che ci
ha regalato 2 guerre mondiali e le peggiori dittature che la storia umana abbia subito) che
ha fatto propria la "missione" di generallizzare presso la societa il ripudio e il rigetto
dell'esistente come premessa alla edificazione del nuovo mondo socialista del nuovo "uomo socialista"
un comunista ebbe a dire che le rivoluzioni x essere tali sono innanzi tutto distruzione
dell'esistente ..poi si vedra' (sotto sotto in estrema sintesi non e stato questo il succo del 68)   
in fondo di cosa si lamenta lo scrivente? le femministe sono un LORO/VOSTRO prodotto
la parita' le pari opportunità sono già in essere e da molto tempo (e secondo me sarebbero arrivate da
sole senza tanta cagnara come semplice frutto del progresso tecnologico) se le femministe si lamentano
ancora su questo e perché non vogliono un mondo meritocratico e concorrenziale al maschile dove ci si
deve guadagnare anche i nastri di partenza prima di correre
ad oggi i risultati di emancipazione sono di fatto gia stati raggiunti ma siccome il treno della
protesta e lanciato al massimo e ha gia dimostrato di sfondare quel mondo come se fosse burro
nessuno/a vuole veramnete fermarlo e quindi tanto vale strappare vantaggi sociali e di genere anche se
disonesti per il solo fatto che e possibile farlo.
risulta talmente facile che non hanno neanche piu il pudore di mascherare certe macchinazioni, tutto
alla luce del sole: (disparita - violenze - molestie  ) vengono declinate sempre SOLO al femminile
ovviamente x PRODURRE il senso di una emergenza sociale che "IMPONE" leggi riparatrici ,
E palese che si sta giocando al tanto peggio tanto meglio, devono creare PRETESTI (pure la denatalità
adesso e colpa dei maschi) perche il treno DEVE continuare inesorabile verso OBIETTIVO finale IL MASCHIO
inteso come identità differente da annichilire una volta x tutte a forza di "mazzate" gender (gay 
trans lgbd.h..z )  tranne loro pero' che sono il genere primigenio ed eletto 
Adesso qualcuno a sinistra e colto dal leggerissimo dubbio che la cosa sia sfuggita ai binari 
dell'ortodossia ideologica e sia decollata x i fatti suoi non vogliono ammettere di essere stati a
loro volta usati e di essere anche loro il nemico (vedi lo stato in cui i maschi vengono gia ora
considerati dentro la sodomizzata dalle femmine sinistra italiana) quindi sparare contro trump e
berlusconi (a prescindere dai personaggi in se ) e esercizio di pura meschinita' politica e codardia
intelletuale e in primis verso se stessi, patetici e puerili tentativi di sviare su qualcun altro la
responsabilita culturale di quanto succede, pura semplice umana disperazione   mascherata alla buona 
Vi potete arrampicare sugli specchi della vostra demagogia ed oratoria ma per me le femministe non sono altro
che l'ultima stronzata che la vostra cultura ci ha defecato   grazie molte

Alberto1986

  • Visitatore
Re:Weinstein accusato di "molestie"
« Risposta #86 il: Gennaio 11, 2018, 17:54:59 pm »
Citazione
Molestie Usa, Weinstein: accordo di divorzio da 300mila dollari lʼanno.
Il patrimonio del produttore è stimato in 240 milioni di dollari, ma una parte negli ultimi mesi è stata dilapidata in avvocati e investigatori privati.

Harvey Weinstein e Georgina Chapman hanno raggiunto un accordo per il divorzio. Secondo quanto scrive il New York Post, il re di Hollywood, dopo le numerose accuse di molestie sessuali, pagherà alla moglie, una stilista, "solo" 300mila dollari all'anno. La somma passerà a 400mila dopo dieci anni. Alla Chapman andranno inoltre una casa da 15 milioni di dollari nel West Village a New York e una da 12 milioni agli Hamptons.
La coppia, lui 65 anni e lei 41, aveva deciso di separarsi lo scorso ottobre. Weinstein e la Chapman hanno anche due figli di sette e quattro anni, la cui custodia primaria è stata affidata alla donna.
Il patrimonio di Weinstein è stimato in 240 milioni di dollari, tuttavia parte di esso negli ultimi mesi è stato dilapidato in avvocati e investigatori privati dopo che oltre cento donne lo hanno accusato di molestie sessuali.

http://www.tgcom24.mediaset.it/spettacolo/molestie-usa-weinstein-accordo-di-divorzio-da-300mila-dollari-l-anno_3116795-201802a.shtml