Autore Topic: La Lettonia sovietica nei dispacci della CIA  (Letto 10594 volte)

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Re:La Lettonia sovietica nei dispacci della CIA
« Risposta #15 il: Ottobre 22, 2017, 16:27:51 pm »
In Russia gli automobilisti rispettavano semafori e strisce, potevo attraversare la strada senza rischiare la sedia a rotelle.
Sono stato in vari Paesi anche per lunghi periodi quindi so di cosa parlo, a partire dalle donne, intrise di femminismo ma molto più frequentabili (e meno scroccone) delle bisbetiche connazionali.

Quali russi ? E in quali zone della Russia ?
Vicus, la tua personale esperienza non può far statistica.
In merito ti segnalo un vecchio articolo che conservo da anni.

Citazione
Guidare in Russia? Non è una passeggiata
ott 15, 2010
Un viaggio in Russia può rivelarsi un'esperienza incantevole, tuttavia, prima di noleggiare un'automobile per un giro turistico, bisogna essere preparati: guidare in Russia non è un'esperienza che non lascia segni

Sconfiggere la sindrome di Susanin

Ivan Susanin è un eroe nazionale, divenuto famoso per aver promesso ai nemici di mostrare loro la strada per raggiungere la residenza segreta dello zar di Russia, ma che li condusse invece dentro una buia e fitta boscaglia da cui nessuno mai uscì. Oggi, una sarcastica espressione, ripetuta spesso, dice che i discendenti di Susanin presiedono il servizio stradale russo. Finché si è a Mosca o sulle principali autostrade, si ha infatti una buona possibilità di arrivare dal punto A al punto B, ma non appena si svolta in una strada di campagna, la faccenda si fa problematica. I cartelli stradali sono rarissimi, per non parlare dei caratteri latini. Si può evitare di perdersi se si possiede un semplice sistema di navigazione GPS. In assenza di questo, l'unica via di uscita è usare una dettagliata mappa in lingua inglese o chiedere informazioni alla gente del posto dopo aver imparato qualche frase in russo.


La regola delle tre D

Secondo un comico russo, la Russia è l'unico Paese al mondo in cui si può essere tamponati guidando lungo la linea spartitraffico pur muovendosi in direzioni opposte. Ai russi piacciono le auto veloci e adorano mostrare la propria superiorità alle altre auto. Anche se si sta guidando al limite massimo di velocità, bisogna fare attenzione se si ha alle spalle qualche automobilista con la macchina truccata che inizia a lampeggiarvi per chiedere strada. Spostarsi, poi, di corsia e essere i primi a sgommare non appena il semaforo diventa verde è l'attività preferita di molti automobilisti russi. I guidatori con una certa esperienza seguono la regola delle tre D, “Dai Dorogu Duraku”, ovvero “dai la precedenza allo stupido”.

Non dimenticare, inoltre, che chi scambia la strada per piste di Formula Uno sa anche bene dove sono i blocchi della polizia e rallentano in tempo per evitare di essere multati. Chi invece cercherà di imitarli sarà di sicuro fermato per eccesso di velocità. Risultato? Multa e sospensione della patente.


Chiodo schiaccia chiodo

Lo scrittore russo Nikolai Gogol diceva: “La Russia ha due problemi, gli imbecilli e le strade”. I comici dei nostri giorni replicano dicendo che “un problema ne risolve un altro”. Il clima russo è molto duro; in estate il caldo può far sciogliere l'asfalto e in inverno i pneumatici chiodati mandano in frantumi la strada. Il servizio stradale non ha ancora trovato una tecnologia adeguata per rendere l'asfalto più resistente alle terribili condizioni meteorologiche. Per di più, spesso il caos nelle strade è provocato proprio dai cantieri aperti nelle ore di punta. Nell'estate 2010, i lavori sulla strada che porta all'aeroporto Sheremetyevo di Mosca sono stati organizzati in modo così inefficiente che persino i piloti arrivavano in ritardo per i voli. Se notate il più piccolo accenno di lavori in corso lungo la via, preparatevi a un ingorgo o cercate una strada alternativa.


Evitare i “bucaneve”

I bucaneve, fiori diffusi nelle regioni russe dalle condizioni climatiche più miti, sono i primi a sbocciare dopo lo scioglimento delle nevi. Ma per gli automobilisti russi, in termini pregiativi, i bucaneve sono quei guidatori che non usano la macchina in inverno per paura delle strade ghiacciate e degli ingorghi che si generano dopo ogni nevicata. Questo genere di automobilisti è una specie in estinzione negli ultimi anni, tuttavia ce n'è ancora un discreto numero e ogni primavera, per la loro troppa prudenza, possono rivelarsi una spiacevole sorpresa.


Regole d’oro per il parcheggio

Un problema comune a tutte le grandi città è la mancanza di parcheggi. Tuttavia, non pensate nemmeno minimamente di toccare, nella manovra, il paraurti di un'altra macchina. Ogni piccolo graffio è una potenziale causa di scontro. L'automobile per un russo è come il cavallo preferito per un soldato: la coccolerà, spesso la tratterà come una creatura animata, dando retta ai suoi capricci e ringraziandola per il lavoro ben svolto. Inoltre, fino a poco tempo fa, le assicurazioni automobilistiche non erano obbligatorie e molte persone non resistevano alla tentazione di chiedere al guidatore responsabile del graffio un risarcimento per danni fisici e morali.

Parking a pagamento?

Tuttavia, parcheggiare in Russia presenta anche degli aspetti positivi. A Mosca, di solito, non si paga per il parcheggio e, a eccezione di alcune strade, si può lasciare la macchina accostata per molto tempo. Fanno eccezione gli aeroporti, le aree di fronte ai centri commerciali d'élite e alcune strade molto importanti, come la Tverskaya, dove le auto parcheggiate vengono rapidamente rimosse dal carro-attrezzi. Non dovete rimanere sorpresi, però, se nelle città più piccole vi si avvicina qualche giovane che si offre di sorvegliare la macchina per un misero compenso. Accettando l'offerta, potete stare sicuri che i malviventi non toccheranno la vostra vettura e al ritorno, oltre a ritrovarla intatta sarà anche stata lavata.

Buoni samaritani

Se avete bisogno di un aiuto o avete fatto un incidente, potete stare certi che gli altri automobilisti faranno qualsiasi cosa pur di darvi un mano, e saranno più rapidi della polizia stradale e del servizio di emergenza. Con tutti i pericoli e le difficoltà che si incontrano lungo le strade, i russi sono fin da subito molto solidali, per di più adorano fare la parte dell'eroe. Non appena si verifica un incidente, le altre macchine si fermano per chiedere se qualcuno ha bisogno di una mano. Chi ha vissuto in Russia per un po' di tempo e guida spesso avrà notato dei buoni samaritani intenti a spingere macchine che non si mettono in moto a causa del gelo, a rimorchiarne altre che sono andate in panne e a tirare fuori dai fossati automobili rovesciate. Nel bagagliaio, quindi, portate sempre un cavo da rimorchio e un kit di primo soccorso; memorizzate, inoltre, sul cellulare i numeri di emergenza, oltre a quello del servizio di riparazione gomme.

Solidarietà fra automobilisti

Nel corso degli anni, gli automobilisti russi hanno elaborato un linguaggio di simboli e di gesti per avvisare i colleghi guidatori della presenza della polizia sulle strade o di altri problemi. Ad esempio, se l'auto che vi viene incontro vi lampeggia con i fari, vi avvisa della presenza della polizia stradale, con tanto di rilevatore di velocità. Se la vettura che vi sta sorpassando vi suona il clacson mostrandovi il pollice verso, significa che avete dei problemi alle gomme. Gli autisti dei tir spesso accendono le luci per indicare agli automobilisti demoralizzati in fila dietro di loro se sia o meno sicuro eseguire il sorpasso.


Di notte è tutta un’altra storia

Si dice che “Se c'è qualcosa di vietato, ma che volete proprio fare, date di matto”. La frase riassume l'atteggiamento dei russi nei confronti di ogni regola, comprese quelle stradali. Tale mentalità è particolarmente diffusa di notte, quando sulle strade c’è meno polizia. Se nelle ore più buie vedete una vettura che sterza per fare un'inversione a U tagliandovi la strada, vuol dire che la testa dell'automobilista è impostata sulla “modalità di guida notturna”. Di notte, dentro e fuori città, si possono notare alcuni automobilisti compiere le manovre più strane: attraversare la doppia linea, passare col semaforo rosso, parcheggiare nei posti più improbabili, guidare in retromarcia. Ovviamente, tutte queste pratiche sono vietate dalla legge, ma meglio essere pronti ad ogni evenienza e mantenere la distanza di sicurezza.



Pedoni distratti

Che stiate parcheggiando in un cortile o guidando su un largo viale, non dimenticatevi dei pedoni. I pedoni russi sono una categoria impavida e risoluta, una di quelle che non vengono quasi mai multate dalla polizia. Una grave carenza di attraversamenti pedonali, abbinata a un'innata tracotanza e pigrizia, fa sì che le persone attraversino la strada nei luoghi più impensati, sia di giorno che di notte. E' cosa frequente infilarsi dietro a una macchina che sta parcheggiando e, nelle vie più strette, capita spesso che i pedoni se la prendano comoda. Occhio, quindi, e sempre pronti al fatto che qualcuno di essi possa sbucare fuori all'improvviso.




Nella foresta russa i bagni sono una rarità

Lo scrittore satirico russo Mikhail Zadornov racconta di un pullman di turisti tedeschi in Russia che si ferma al lato di una foresta mentre l'autista dice loro che possono andare in bagno. Dopo due ore passate a vagare nel bosco, i tedeschi tornano indietro esausti e dicono all'autista: “Ma non c'è nessun bagno”. Non si tratta di una barzelletta sui tedeschi o sui bagni: è la realtà delle autostrade russe. Prima di intraprendere un lungo viaggio, pianificate in anticipo i posti dove fermarvi e portate in macchina cibo e bevande. La presenza di bagni, punti di ristoro, alloggi e soccorsi stradali lungo le strade russe è assai incerta. Si possono trovare insegne ai margini della strada tra Mosca e San Pietroburgo e sulle vie che portano a Kiev e a Minsk, ma se si sta guidando nella Russia più interna, la situazione andrà peggiorando di chilometro in chilometro. Non sarebbe una cattiva idea portarsi appresso una coperta in più, una tanica di benzina, un cavo di traino, un cric e una ruota di scorta.


Il volante a destra viene dall’Oriente

Nel 2009, vi erano 2,2 milioni di vetture con il volante nel lato destro; l'84% di esse si trovava nelle regioni più orientali della Russia, sebbene il senso di marcia lì sia a destra, come nel resto del paese. Il motivo è semplice: la maggior parte delle automobili vendute in quelle regioni viene dal Giappone, dove il senso di marcia è a sinistra. Il governo ha più volte tentato di far invertire questa tendenza, ma è stato inutile. All'inizio la situazione lascia un po' di stucco, ma dopo averla scampata per miracolo un po' di volte, ci si fa l'abitudine. Per cui, prima di compiere una manovra rischiosa, ricordatevi che siete sul lato destro della strada insieme ad altre vetture che hanno il volante a destra e state in guardia
.

Anch'io, in passato, ho visitato alcuni paesi dell'est (Romania e Albania in primis), ragion per cui mi vien da sorridere quanto sento descrivere quei luoghi come una sorta di "eden".


Citazione
a partire dalle donne, intrise di femminismo ma molto più frequentabili (e meno scroccone) delle bisbetiche connazionali.

Mi pare di averti già detto cosa penso delle italiane, per cui non mi ripeterò.
Riguardo alle donne dell' est sappi che in quanto a "parassitismo" non hanno nulla da invidiare alle nostre connazionali.
Anzi.


Tuttavia, alla fine della fiera resta un fatto; e cioè che io avevo aperto questa discussione per parlare delle problematiche dell'ex URSS, ma inevitalmente siamo finiti a parlare "di altro". :cool2:
E vabbè...

Offline Vicus

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Re:La Lettonia sovietica nei dispacci della CIA
« Risposta #16 il: Ottobre 22, 2017, 16:54:47 pm »
Frank se permetti la mia esperienza (a S. Pietroburgo) per quel che mi riguarda conta eccome!
Non c'è Eden sulla terra ma all'Est se ci si può mantenere, a conti fatti si vive forse meglio che in Italia, almeno se si fa parte di categorie sociali come la mia.
Le straniere di cui parlo non erano dell'Est, ma francesi, olandesi, mediorientali, franco-tedesche, irlandesi e giapponesi.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:La Lettonia sovietica nei dispacci della CIA
« Risposta #17 il: Ottobre 22, 2017, 23:43:39 pm »
Non c'è Eden sulla terra ma all'Est se ci si può mantenere, a conti fatti si vive forse meglio che in Italia, almeno se si fa parte di categorie sociali come la mia.

In Russia c'è una élite di persone (milionari/miliardari) che se la passano 10.000 volte meglio di me.*
Ma quella è per l'appunto una ristretta minoranza.
La vita della maggioranza è ben diversa.
Di sicuro lo è quella dei 23 milioni di poveri russi.

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* Anche in Italia c'è chi se la passa molto meglio di me.

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ps: sì, lo so, anche in Italia ci sono oltre 7 milioni di poveri.

Alberto1986

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Re:La Lettonia sovietica nei dispacci della CIA
« Risposta #18 il: Ottobre 23, 2017, 00:02:27 am »
In Russia c'è una élite di persone (milionari/miliardari) che se la passano 10.000 volte meglio di me.*
Ma quella è per l'appunto una ristretta minoranza.
La vita della maggioranza è ben diversa.
Di sicuro lo è quella dei 23 milioni di poveri russi.
....

In USA è anche peggio (ma credo che tu lo sappia meglio di me). Almeno nell'attuale Russia ci sono valori, principi e determinati paletti. In occidente non c'è più nulla per cui valga la pena salvare questa società allo sfascio totale. Ricordo però che in Russia il comunismo è caduto da meno di 30 anni e la società è ancora in piena evoluzione e cambiamento. La Russia ha sicuramente ancora strada da fare per migliorare, ma, al momento, ha tutte le carte per poterlo fare ( a differenza nostra).

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Re:La Lettonia sovietica nei dispacci della CIA
« Risposta #19 il: Ottobre 23, 2017, 00:07:40 am »
In USA è anche peggio.

In USA ci sono 50 milioni di poveri.
C'è anche una zona (ora non ricordo quale) dove la vita media degli uomini è più o meno uguale a quella degli uomini russi: circa 64 anni (in Italia è intorno agli 80 anni).
Il che la dice lunga su come siano messi male da quelle parti.
Di certo oggi io non vivrei mai nel paese che amai da ragazzo.*

@@

* Ma in passato mi sarebbe piaciuto viverci.

@@

Citazione
Almeno nell'attuale Russia ci sono valori, principi e determinati paletti

Questo lo penso anch'io.

Offline Vicus

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Re:La Lettonia sovietica nei dispacci della CIA
« Risposta #20 il: Ottobre 23, 2017, 00:16:28 am »
In USA è anche peggio (ma credo che tu lo sappia meglio di me). Almeno nell'attuale Russia ci sono valori, principi e determinati paletti. In occidente non c'è più nulla per cui valga la pena salvare questa società allo sfascio totale. Ricordo però che in Russia il comunismo è caduto da meno di 30 anni e la società è ancora in piena evoluzione e cambiamento. La Russia ha sicuramente ancora strada da fare per migliorare, ma, al momento, ha tutte le carte per poterlo fare ( a differenza nostra).
Come hai giustamente detto l'Italia è un manicomio a cielo aperto, e in declino economico/demografico per giunta. La qualità dela vita è data da molte cose, compreso (come ho visto in Russia) essere trattato come un familiare anche quando chiedi indicazioni per strada, non dover sentire scemenze femministe e politicamente corrette tutti i giorni (là è tutto l'opposto), avere a che fare solo con gente consapevole e di carattere. Sono tornato rinato.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Alberto1986

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Re:La Lettonia sovietica nei dispacci della CIA
« Risposta #21 il: Ottobre 23, 2017, 00:17:00 am »
Da tener presente anche una cosa: tutti i paesi europei in cui è avvenuto o sta avvenendo un netto cambiamento/miglioramento politico (Ungheria, Austria, Repubblica Ceca, ecc.) hanno guardato e stanno guardando alla Russia di Putin. Perchè la Russia, se mantiene questo passo a livello politico, economico e militare (cosa che mi auguro vivamente), diventerà la futura superpotenza a cui guardare (insieme alla Cina).
Io credo che bisogna guardare con occhi diversi quella che fu la Russia comunista con quella che è l'attuale Russia. Certo, come ho detto, di strada ne hanno ancora da fare per essere, per l'occidente, un'alternativa concreta agli USA. Ma, da quello che vedo, hanno tutte le carte per poterlo fare. E poi diciamola tutta: quando la società funziona e c'è tranquillità sociale , si vive nettamente meglio anche se si hanno meno soldi.

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Re:La Lettonia sovietica nei dispacci della CIA
« Risposta #22 il: Ottobre 23, 2017, 00:19:47 am »
Come hai giustamente detto l'Italia è un manicomio a cielo aperto, e in declino economico/demografico per giunta. La qualità dela vita è data da molte cose, compreso (come ho visto in Russia) essere trattato come un familiare anche quando chiedi indicazioni per strada, non dover sentire scemenze femministe e politicamente corrette tutti i giorni (là è tutto l'opposto), avere a che fare solo con gente consapevole e di carattere. Sono tornato rinato.

Vicus, le scemenze femministe son tipiche di tutta l'Europa dell'ovest, nonché del Nord America, dell'Australia e della Nuova Zelanda.

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Re:La Lettonia sovietica nei dispacci della CIA
« Risposta #23 il: Ottobre 23, 2017, 00:24:23 am »
Da tener presente anche una cosa: tutti i paesi europei in cui è avvenuto o sta avvenendo un netto cambiamento/miglioramento politico (Ungheria, Austria, Repubblica Ceca, ecc.) hanno guardato e stanno guardando alla Russia di Putin. Perchè la Russia, se mantiene questo passo a livello politico, economico e militare (cosa che mi auguro vivamente), diventerà la futura superpotenza a cui guardare (insieme alla Cina).

Dei paesi dell'Europa dell'est, quello che attualmente se la passa meglio di tutti, è sicuramente la Repubblica Ceca.

http://www.camic.cz/a3748-la-repubblica-ceca-e-lo-stato-piu-ricco-del-centro-est-europa/b1-repubblica-ceca/news.tab.it.aspx
Citazione
La Repubblica Ceca è lo stato più ricco del centro-est Europa
17.06.2016


La Repubblica Ceca è di gran lunga il più ricco dei paesi dell'ex blocco orientale. Lo dicono i dati Eurostat.

Secondo l'Ufficio di Statistica il Pil della Repubblica Ceca raggiunge ormai l'85% della media europea. Il Paese quindi supera la Slovenia, che per lungo tempo ha detenuto il primato tra gli stati post-comunisti. Distanziati invece gli altri paesi dell'area: la Slovacchia raggiunge solo il 77% della media dell'UE mentre risultati inferiori sono stati registrati in Polonia (69% del Pil europeo) e in Ungheria (68%).

La strada per raggiungere i Paesi fondatori dell'UE è però ancora lunga.
Inoltre, come nota l'Eurostat, l'indice del consumo individuale risulta di gran lunga più bilanciato in Repubblica Ceca, lontana di un punto dalla Slovacchia. L'indice prende in considerazione anche le attività non contabilizzate nel Pil, come il lavoro in nero.

 Fonte: byznys.ihned.cz


http://www.forextradingitalia.it/costo-della-vita/repubblica-ceca.html
Citazione
Costo della vita in Repubblica Ceca - Aggiornamento ottobre 2017
Affitto / acquisto casa


Il costo medio di affitto di una casa in Repubblica Ceca è di 486,69 euro (12.518,47 CZK), 211 euro più basso rispetto a quello italiano. Invece, il costo medio per comprare casa in Repubblica Ceca è di 1.751,92 euro (45.062,18 CZK) al metro quadro, 1.457 euro al metro quadro più basso rispetto a quello italiano.

Citazione
Lo stipendio medio in Repubblica Ceca è di 853,60 EUR (21.955,80 CZK), 647 EUR più basso rispetto a quello italiano.
Salario medio mensile (dopo le tasse) 853,60 € (21.955,80 CZK)

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Re:La Lettonia sovietica nei dispacci della CIA
« Risposta #24 il: Ottobre 23, 2017, 00:25:08 am »
Vicus, le scemenze femministe son tipiche di tutta l'Europa dell'ovest, nonché del Nord America, dell'Australia e della Nuova Zelanda.
Ma certo, per questo ho parlato della Russia e non del resto dell'Occidente.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:La Lettonia sovietica nei dispacci della CIA
« Risposta #25 il: Ottobre 23, 2017, 00:32:15 am »
Dei paesi dell'Europa dell'est, quello che attualmente se la passa meglio di tutti, è sicuramente la Repubblica Ceca.

http://www.camic.cz/a3748-la-repubblica-ceca-e-lo-stato-piu-ricco-del-centro-est-europa/b1-repubblica-ceca/news.tab.it.aspx

Ci pensavo proprio oggi. Secondo me questi sono paesi UE in cui si potrebbe trovare un'alternativa di vita senza andare molto lontano e senza uscire dai confini europei. Ad esempio non mi pare di aver mai sentito merda femminista provenire da quelle parti. C'è, comunque, anche il discorso della Polonia che, nonostante siano dei coglioni russofobici e filo-americani, non sono fessi quando devono fare i propri interessi nazionali.

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Re:La Lettonia sovietica nei dispacci della CIA
« Risposta #26 il: Ottobre 23, 2017, 00:38:24 am »
Ci pensavo proprio oggi. Secondo me questi sono paesi UE in cui si potrebbe trovare un'alternativa di vita senza andare molto lontano e senza uscire dai confini europei. Ad esempio non mi pare di aver mai sentito merda femminista provenire da quelle parti. C'è, comunque, anche il discorso della Polonia che, nonostante siano dei coglioni russofobici e filo-americani, non sono fessi quando devono fare i propri interessi nazionali.

La Repubblica Ceca ha il tasso di disoccupazione più basso dell'unione europea, inferiore anche a quello tedesco.

https://agensir.it/europa/2017/04/06/repubblica-ceca-disoccupazione-ai-minimi-storici-dati-esemplari-ma-i-problemi-non-mancano/

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Repubblica Ceca: disoccupazione ai minimi storici. Dati esemplari, ma i problemi non mancano
6 aprile 2017
Danka Jaceckova

Secondo Eurostat, le persone senza impiego sono il 3,4% della forza-lavoro. Un record continentale. Le attenzioni del governo, il rapporto con le imprese. Anche la Chiesa fa la sua parte. Restano diversi nodi da sciogliere a partire dai livelli salariali alla formazione professionale. Spazio alla "imprenditorialità sociale". Quarta tappa dell'inchiesta Sir

La Repubblica Ceca è il Paese con il tasso di disoccupazione più basso dell’Unione europea. I dati presentati da Eurostat il 3 aprile, facenti riferimenti alla fine di febbraio, segnavano il 3,4%, ovvero cifre tutto sommato modeste su 10,5 milioni di abitanti (le persone in cerca di impiego dovrebbero aggirarsi tra i 100 e i 150mila). Secondo il primo ministro Bohuslav Sobotka, le statistiche dimostrano che il governo non sottovaluta lo sviluppo del mercato del lavoro neanche in un periodo di prosperità economica (i dati di crescita del Pil sono incoraggianti), e assume varie misure tenendo conto sia delle esigenze dei datori di lavoro che dei dipendenti. “Considero molto importante che i giovani abbiano un più facile accesso ai posti di lavoro. Il futuro della nostra società – ha dichiarato di recente Sobotka – dipende dalle giovani generazioni ed è fondamentale che i giovani si abituino e si dedichino al lavoro e vi siano formati presto”.

Cresce la domanda, ma… I numeri forniti dalle fonti ufficiali mostrano dunque che il Paese ha qualcosa da insegnare anche agli altri. Viktor Zeisel, economista dell’importante Banca commerciale, afferma sul tema dell’occupazione: “Le attuali statistiche confermano la forte domanda di forza lavoro nella Repubblica Ceca”.

    Tuttavia, osserva, le esigenze dei datori di lavoro e le capacità dei potenziali dipendenti non sempre si incontrano.

Secondo Jan Karmazin, direttore del dipartimento per l’occupazione dell’Ufficio del lavoro, oltre alla mancanza di pratica, di qualifiche e delle competenze talvolta richieste, nei candidati possono verificarsi problemi per quanto riguarda i salari offerti, i turni di lavoro, le disabilità fisiche, la mobilità limitata o l’insicurezza derivante dai contratti a breve termine offerti dalle imprese. Gli analisti prevedono che il mercato del lavoro dovrà affrontare una grande ondata di alterazioni dei salari per aumentare la possibilità dei datori di lavoro di trovare candidati idonei per contratti di lavoro a lungo termine.

Posti di lavoro e Chiesa ceca. La Chiesa cattolica, nelle sue diverse presenze sul territorio, figura tra i datori di lavoro nella Repubblica Ceca, anche se la sua struttura occupazionale non è omogenea e quindi non ha una strategia comune in termini di gestione del personale. La Chiesa non dimentica di coniugare l’elemento lavorativo con la sua missione ispirata al servizio, offrendo opportunità di lavoro anche a persone disabili, soprattutto nei settori delle foreste e dell’agricoltura.
“Per quanto riguarda le nostre attività, ci concentriamo sul sostegno dello sviluppo regionale nella dimensione più ampia possibile e sull’offrire nuovi posti di lavoro”,
spiega mons. Jan Graubner, arcivescovo di Olomouc e vice-presidente della Conferenza episcopale ceca, e aggiunge che l’agricoltura e la silvicoltura sono aree tradizionali dell’imprenditorialità cattolica. La Chiesa intende “rafforzare questa tendenza nei prossimi anni”.

I problemi non mancano. Mons. Vaclav Maly, presidente della commissione Iustititia et Pax, spiega al Sir che se il tasso di disoccupazione “ha raggiunto un livello molto modesto”, la “struttura” della disoccupazione “risulta molto meno positiva”: “La nostra commissione sottolinea il fatto che il numero piuttosto significativo dei disoccupati nel lungo termine non è affatto diminuito. È molto difficile trovare un posto di lavoro adeguato per i membri dei gruppi svantaggiati, come le persone con bisogni speciali o le madri subito dopo il congedo di maternità, che gradirebbero un lavoro part-time”.

“Imprenditorialità sociale”. Un fenomeno piuttosto nuovo nella Repubblica Ceca, che sta dando vita a un vivace dibattito sia nella società che all’interno della Chiesa cattolica, è la cosiddetta “imprenditorialità sociale”, che assume la forma di cooperative, servizi di utilità sociale, ma anche fabbriche di birra e altro:

    l’accento è sempre posto sull’aspetto del servizio alla società, senza trascurare l’elemento finanziario ed economico.

“Esistono progetti ecclesiali di successo nel settore della imprenditorialità sociale, per esempio a Neratov, dove siamo riusciti a far rivivere un antico luogo di pellegrinaggio e far nascere una cooperativa sociale di produzione, più una piccola azienda agricola che impiegano persone disabili”. Mons. Vaclav Maly, rispondendo a una domanda sul rapporto tra imprenditorialità sociale e graduale autofinanziamento della Chiesa (processo iniziato da tempo nel Paese), afferma che esso funziona “se l’impresa è impostata bene”. Indubbiamente emerge uno spazio per la collaborazione Chiesa-Stato in materia di occupazione, sostenuta anche dalla dichiarazione sulla cooperazione reciproca firmata dal cardinale Dominik Duka, presidente della Conferenza episcopale ceca, e dal direttore generale dell’Ufficio del lavoro Marie Bilkova nel 2014.

 
Altri diritti da tutelare. Tuttavia, mons. Maly richiama l’attenzione anche su alcuni altri ambiti che meritano l’interessamento della società e delle autorità preposte, come il diritto alla casa, la tutela dei diritti dei piccoli imprenditori, la difesa dei diritti dei lavoratori dipendenti nel commercio al dettaglio, una minore severità nei processi per insolvenza, un approccio trasparente nei confronti dei lavoratori stranieri riguardo alla scarsa copertura assicurativa in materia di salute e previdenza sociale.

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Re:La Lettonia sovietica nei dispacci della CIA
« Risposta #27 il: Ottobre 23, 2017, 00:45:12 am »
In Italia per trovare un tasso di disoccupazione ancor più basso bisogna recarsi a Bolzano.

http://www.varesenews.it/2017/08/in-alto-adige-la-disoccupazione-e-al-3/644538/

Citazione
A Bolzano la disoccupazione è al 3%
Umberto Colombo in visita alla Camera del Lavoro della città altoatesina. «Da noi la disoccupazione è quasi il triplo»

Umberto Colombo, segretario provinciale della Cgil, approfittando delle vacanze , che sta trascorrendo in Alto Adige, è andato a trovare il collega Alfred Ebner, segretario generale della Camera del lavoro di Bolzano. I due, che si erano conosciuti durante una riunione nazionale, si sono confrontati sulle rispettive realtà sindacali e i relativi contesti economici. «È interessante – dice Colombo – che a Bolzano il tasso di disoccupazione è del 3%, cioè come in provincia di Varese prima della grande crisi del 2008. Oggi noi siamo scesi poco sotto il 9%, quindi il tasso di disoccupazione è triplicato rispetto ad allora. In particolare in provincia di Bolzano la disoccupazione giovanile è molto bassa, mentre da noi un giovane su quattro non ha lavoro. Ciò che invece ci accomuna è la precarietà delle nuove assunzioni, soprattutto tra i giovani».

Dopo le vacanze, la Camera del Lavoro di Varese riprenderà la campagna  di informazione nelle aziende e nelle città sulla Carta dei diritti e sarà impegnata  nella fase due sulla piattaforma pensioni e il confronto con il governo. «La Carta non è dietro l’angolo – dice Colombo – perché sta stazionando in Parlamento e occorre tenere alta anche l’attenzione sulle pensioni. Lo stesso farà Bolzano su entrambi i fronti. D’altronde se i nostri patronati Inca e i relativi uffici vertenze sono presi d’assalto per la tutela individuale, vuol dire che la Carta dei diritti è necessaria e urgente».
11 agosto 2017

Bolzano è anche la città italiana dove si registra il più basso tasso di disoccupazione giovanile.
http://www1.adnkronos.com/IGN/Sostenibilita/Risorse/In-Trentino-Alto-Adige-si-registra-il-piu-basso-tasso-di-disoccupazione-per-i-giovani_32781081322.html

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In Trentino Alto Adige si registra il più basso tasso di disoccupazione per i giovani
A tracciare il quadro sono i dati Istat elaborati da Manageritalia
In Trentino Alto Adige si registra il più basso tasso di disoccupazione per i giovani
ultimo aggiornamento: 25 ottobre, ore 16:42
La medaglia d'argento e di bronzo rispettivamente al Veneto alla Valle d'Aosta

Roma, 25 ott. - (Adnkronos) - E' il Trentino Alto Adige la regione dove si registra il più basso tasso di disoccupazione per i giovani (15,2%) e Bolzano svetta sempre con un percentuale dell'11,6%. A tracciare il quadro sono i dati Istat elaborati da Manageritalia che assegnano la medaglia d'argento e di bronzo rispettivamente al Veneto (23,7%) e alla Valle d'Aosta (25,7%).

Seguono: l'Emilia Romagna (26,4%) e la Lombardia (26,6%). Agli ultimi tre posti, invece, troviamo la Basilicata (44,4%), Sicilia (51,3%) e Calabria (53,5%)Tra i giovani la disoccupazione maschile è maggiore di quella femminile solo in Emilia Romagna (1,6%), Friuli Venezia Giulia (3,6%) e Calabria (4,2%).

L'indagine, inoltre, rileva anche che le regioni più virtuose sono anche quelle dove la differenza tra disoccupazione totale e giovanile è minima: -10,1% a svantaggio dei giovani in Trentino Alto Adige (-7,5% nella più virtuosa Bolzano), -17,7% in Veneto, - 19,1% in Lombardia e -35% in Basilicata.

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Re:La Lettonia sovietica nei dispacci della CIA
« Risposta #28 il: Ottobre 23, 2017, 01:05:13 am »
Le due facce dell'Italia.
http://www.lastampa.it/2015/04/13/economia/disoccupati-italia-divisa-tra-inferno-e-paradiso-sK9uOgItigRodzOzHGrnMP/pagina.html

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Disoccupati, Italia divisa tra inferno e paradiso
Il tasso dei senza-impiego a Bolzano è più basso che in Germania. Bene anche Veneto ed Emilia, ma nel Sud siamo come Grecia e Spagna
Pubblicato il 13/04/2015
Ultima modifica il 13/04/2015 alle ore 07:58

Paolo Baroni
ROMA

Se la Provincia di Bolzano fosse uno Stato, in Europa sarebbe quello con la disoccupazione più bassa: appena 4,4% nel 2014 contro il 5% della Germania. E anche il resto del Nord Est si piazzerebbe nella zona di testa della classifica continentale, col Veneto appaiato all’Olanda, il Friuli che tallona la Svezia, Lombardia ed Emilia Romagna che fanno meglio di Belgio, Finlandia, Polonia e che assieme a Marche e Toscana superano pure la Francia. Mentre Piemonte e Liguria battono Irlanda, Slovacchia e Croazia, alla faccia della delocalizzazione e della bassa pressione fiscale. 

Mezzogiorni d’Europa 

Il problema è che oltre al vertice della classifica, purtroppo, dominiamo anche in coda: le nostre regioni meridionali, Puglia, Campania, Sicilia e Calabria, tutte abbondantemente sopra la quota drammatica del 20% di senza lavoro, vengono infatti superate solamente da Spagna (24,5) e Grecia (26,5). Una situazione che lo scorso anno si è addirittura aggravata, visto che nel 2014 il tasso di disoccupazione è sceso di 1 punto in Grecia e di 1,6 punti in Spagna, mentre nel Mezzogiorno è salito di un altro punto: +0,3 in Campania, +1,2 in Sicilia e Calabria e addirittura +1,7 in Puglia. 


Sono i «paradossi della disoccupazione», come li definisce una ricerca dell’Ufficio studi della Confartigianato che ha incrociato gli ultimi dati Istat ed Eurostat, e che La Stampa è in grado di anticipare. Se osserviamo i due versanti opposti del ranking e consideriamo anche i dati provinciali, vediamo poi che oltre a Bolzano, che tra le altre condizioni beneficia di una quota di dipendenti pubblici ben superiore alla media (ben 50mila occupati su 192mila), anche Verona ha un tasso di disoccupazione (4,9%) inferiore a quello della Germania, e Cuneo (5,3%) lo ha inferiore a quello dell’Austria, mentre si registrano condizioni del mercato del lavoro peggiori di quelle della Grecia a Crotone (disoccupazione al 27,2%), Cosenza (27,8%) e nel Medio Campidano (27,9%).

Una risalita difficile 

Risalire la china non sarà facile. Il governo nel suo ultimo Def prevede che quest’anno il tasso di disoccupazione scenda in maniera molto contenuta, dal 12,7 del 2014 al 12,3 per toccare l’11,7 nel 2016, l’11,2 nel 2017, il 10,9 nel 2018 ed il 10,5 nel 2019 comprendendo in queste stime anche l’effetto delle tante misure di sostegno varate negli ultimi tempi col Jobs act che valgono 0,1 punti di disoccupazione in meno nel 2016, 0,2 punti nel 2017-2018 e mezzo punto l’anno seguente. Strada in salita insomma, ancora per molto. Nonostante i venti di ripresa. La stessa Confartigianato, del resto, spiega che anche alla luce dei dati dei primi due mesi del 2015 il recupero del mercato del lavoro appare ancora debole: tra il picco pre-crisi (aprile 2008) e il picco negativo di settembre 2013 si è registrata una perdita di 1.098.000 di occupati (-4,7%), con una velocità di caduta di 17.000 occupati al mese, mentre la successiva fase di risalita ha registrato una crescita di 143.000 occupati (+0,6%), con una velocità però dimezzata (+8.000 occupati/mese). Complessivamente dal 2008 a oggi gli occupati sono così scesi di 954.000 unità (-4,1%). Mentre lo spread con l’Europa a fine 2014 ha toccato il massimo storico di 1,7 punti (1,4% a febbraio 2015). 

Il divario Nord/Sud 

Dal 2012 il divario Nord/Sud non ha fatto che aggravarsi: in particolare tra il 2008 e il 2012 si è registrato un calo dell’occupazione in entrambe le aree del Paese. Nel complesso due cicli ravvicinati di recessione hanno ridotto gli occupati nel Mezzogiorno di 520.000 unità (-8,2%), oltre due volte e mezzo il calo di 193.000 unità (-1,2%) registrato nel Centro Nord. Il 2014 ha comunque fatto segnare un miglioramento generalizzato: il Centro Nord ha invertito il segno passando dal -0,6% del 2013 a +0,7% e il Mezzogiorno è passato da -4 a -1 per cento. La crescita più intensa si è registrata nel Lazio (+3,4%), quindi in Basilicata e il Molise (+2,1) e nelle Marche (+1,6). All’opposto le maggiori criticità hanno riguardato Abruzzo (-2), Puglia (-1,3) e Campania (-1,2%). 

Bene la manifattura 

Il settore manifatturiero ha dato segnali di recupero in quasi tutte le regioni, eccetto Liguria, Friuli, Lazio e Sardegna. Le costruzioni continuano a far segnare ovunque i dati peggiori, i servizi crescono a macchia di leopardo (bene in Veneto, Friuli, Marche, Lazio, Puglia e Calabria, male in Piemonte e Campania). E sono anche queste dinamiche a spiegare come in un colpo solo, nella classifica dei senza lavoro, riusciamo a conquistare sia il Paradiso che l’Inferno. 

Twitter @paoloxbaroni 

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Re:La Lettonia sovietica nei dispacci della CIA
« Risposta #29 il: Ottobre 23, 2017, 01:25:41 am »
Ci pensavo proprio oggi. Secondo me questi sono paesi UE in cui si potrebbe trovare un'alternativa di vita senza andare molto lontano e senza uscire dai confini europei. Ad esempio non mi pare di aver mai sentito merda femminista provenire da quelle parti.

In tal senso non conosco bene la realtà della Repubblica Ceca.
Tuttavia, pur non essendo sicuramente paragonabile alla realtà occidentale, non ne è immune.

http://www.noidonne.org/articolo.php?ID=04674
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Repubblica Ceca
Brevi note politiche
Dalla grammatica alla castrazione chimica fino alle buone pratiche
Cristina Carpinelli

Giovani donne in rivolta contro la grammatica
Una delle caratteristiche della lingua ceca è la desinenza finale -ová nei cognomi femminili (forma aggettivale che corrisponde al caso genitivo - complemento di specificazione). Tuttavia, oggi si ritiene che questa forma non sia più attuale, poiché richiama un “rapporto di possesso” da parte dell’uomo: prima il padre, poi il marito. Il tema è diventato una questione politica.
Si sta, infatti, discutendo se abolire la desinenza femminile -ová, che nella Repubblica Ceca viene, appunto, aggiunta automaticamente a tutti i cognomi di donne e, nella lingua parlata, anche quando si tratta di donne straniere. Ad esempio, una giovane trentenne di nome Lucie non avrebbe mai pensato che sposare un tedesco, il cui cognome è Gross, avrebbe comportato dei problemi: Dopo il matrimonio ho preso il cognome di mio marito, tedesco. E lui non ha mai capito perché sia così diverso dal suo”, sostiene la giovane avvocata. Il cognome di Lucie si è, infatti, trasformato in “Grossová”, che sta a significare “di Gross”, con un implicito senso di appartenenza. Successivamente, con un provvedimento eccezionale, è riuscita ad ottenere lo stesso cognome del consorte: Gross. Possibilità che è stata, tuttavia, concessa solo dopo dieci anni di matrimonio e perché Lucie era convolata a nozze con uno straniero.
Un ceco su due è a favore del mantenimento della tradizione. Ma, sul lungo periodo, i difensori della lingua dovranno lottare contro il tempo: “molte tradizioni scompaiono, non c’è motivo perché sopravviva proprio questa”, afferma Jana Valdrová, professoressa di germanistica all’Università di Budweis, nella Boemia meridionale. In più, un numero sempre maggiore di giovani ceche, vedono nel “passaggio di consegne” linguistico tra capifamiglia il residuo di un sistema patriarcale, nel quale la donna era considerata come merce di scambio.
Certo, il suffisso “-ova” ha progressivamente perso la sua forte carica simbolica sessista e mantenerlo è attualmente per lo più una scelta di comodo. Ma la trasformazione dei rapporti tra donne e uomini e la promozione delle pari opportunità, passa anche attraverso un lavoro profondo sul linguaggio. Il fatto che non si sia ancora riusciti a modificare la regola grammaticale, denota quanto sia difficile scalfire le abitudini e, come dice Miluš Kotišová, avvocata per i diritti delle donne, “rivela che la società ceca è molto rigida”.
Eppure, un esempio efficace di battaglia a favore delle pari opportunità arriva proprio da un personaggio politico che contribuì molto a “sprovincializzare” l’ambiente culturale del suo paese, opponendosi a pregiudizi razziali, antisemiti e a discriminazioni anche di genere. Si tratta di Tomáš Masaryk, presidente della Repubblica cecoslovacca dal 1918 al 1935. Costui aveva sposato la musicologa statunitense di origine ugonotta Charlotte Garrigue, e si era molto impegnato a perorare la causa femminile. Aveva concesso alle donne il diritto di voto (1920) e, per manifestare la sua diretta solidarietà, aveva deciso - contro la tradizione - di associare nei documenti ufficiali, al suo nome e cognome, anche il cognome della moglie: Tomáš Garrigue Masaryk.

L’unico paese Ue dove è “obbligatoria” la castrazione chimica
Nella Repubblica Ceca negli ultimi 10 anni sono stati castrati 94 pedofili, violentatori e anche esibizionisti. Il paese è tra le nuove mete più gettonate dal turismo sessuale, insieme a Romania e Ungheria. Per questo abusare di un under 15 espone a pene molto severe, come scontare l’ergastolo e/o subire la castrazione chimica obbligatoria in caso di recidività. La Cechia è “l’unico paese europeo” a consentire questa pratica dietro decisione del tribunale, che il Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa sta, tuttavia, cercando di bloccare dopo averla definita “invasiva, irreversibile e mutilante”. Il Comitato ha, infatti, espresso contrarietà verso questo tipo di punizione poiché si pone in contrasto con la Convenzione Europea dei diritti umani. Ha, inoltre, manifestato perplessità sulla libertà di scelta concessa al soggetto considerato colpevole di molestia sessuale, essendo l’alternativa alla castrazione chimica obbligatoria il carcere a vita. In casi di molestie verso bambini di tenera età, o di “crimini sessuali”, la castrazione obbligatoria non sostituisce la pena detentiva.
Altri paesi Ue che includono nel loro ordinamento la castrazione chimica “su base volontaria” per chi si macchia di reati sessuali sono: Germania, Gran Bretagna, Danimarca e Svezia. In Francia la Camera bassa del Parlamento aveva proposto la castrazione chimica obbligatoria per tutti coloro accusati di stupro nei confronti di minori di 15 anni ma la norma è stata ritenuta anticostituzionale ed è stata bocciata.

Miroslava Němcová, un esempio di “best practice” della politica
61 anni, nativa della regione agricola di Vysočina, nel sud-est, la Němcová è un membro importante del partito democratico civico (ODS), fondato nel 1991 da Václav Klaus. Nonostante la limitata esperienza, soprattutto in campo estero, la Němcová era stata scelta dal suo partito come migliore candidata per concorrere alla carica di premier, poiché non è mai stata collegata ad alcuno scandalo durante tutta la sua carriera politica. Avevano appoggiato la sua candidatura al premierato anche i partiti della coalizione di centro-destra “Top 09” e “Lidem”. Secondo gli analisti la sua reputazione di rettitudine morale avrebbe potuto ripristinare la fiducia nei confronti della coalizione di governo. In più, sarebbe stata la prima donna a ricoprire la carica di primo ministro nel paese. Non ce l’ha fatta. È stata, però, riconfermata presidente della Camera dei Deputati con le elezioni parlamentari del 25-26 ottobre 2013. In un Paese che, a poco più di vent’anni dalla caduta del comunismo, è così travolto da scandali e disonestà, ponendosi dopo Ruanda e Costa Rica nell’indice della corruzione percepita di Transparency International, Miroslava Němcová rappresenta per i cechi una speranza, essendo riuscita a conquistarsi sul campo il rispetto dei colleghi e il titolo di quarto politico più popolare tra i cittadini. Ad ogni modo, porterà avanti la sua politica al servizio dei beni comuni e dei cittadini nella sua veste di speaker della Camera dei deputati. Nota particolare: ha una passione per la lingua italiana e per l’Italia, paese dove è solita trascorrere le vacanze.

31 Gennaio 2014