Autore Topic: Virilità come resistenza  (Letto 2856 volte)

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Offline Vicus

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Virilità come resistenza
« il: Ottobre 25, 2017, 00:05:50 am »
Il nostro sistema economico e politico governa attraverso il caos. Secondo alcuni esperti, gli errori o l'incompetenza di chi ci governa fanno parte di una precisa strategia per mantenere la popolazione in uno stato di insicurezza sociale ed economica.
Il potere ci immerge in un mondo invivibile, interamente caotico, dove niente prevedibile e dove sono alimentate volontariamente l'insicurezza, la delinquenza, così come tutto ciò che è ansiogeno e fattore di precarietà socioeconomica.
Può sembrare che non possiamo far nulla contro tutto ciò, ma in realtà un cambiamento è possibile a partire da noi stessi. Alla crisi, all'incertezza bisogna reagire con la stabilità; è necessario immettere lucidità e stabilità nel sistema (la nostra cerchia sociale, lavorativa eccetera) per vederlo cambiare.
Nella società dei consumi tutto è instabile, di corte vedute, emozionale o istintivo (caratteristiche tipiche delle donne di oggi). È quindi necessario ricostituire stabilità, padronanza delle emozioni e visione a lungo termine. La padronanza delle emozioni è essenziale perché permette di restare lucidi e di durare. Resistenza è sinonimo di durata. In un rapporto di forze, la sola cosa che conta è durare. Vince chi dura più dell'altro.
In un sistema di dominazione femminista fondato sull'isteria, la crisi, l'anarchia, il caos e l'instabilità emozionale, il primo gesto di resistenza al sistema, è la stabilizzazione, l'equanimità, l'impassibilità. In una parola, la virilità. Restare calmo in ogni circostanza e diffondere calma attorno a sé, in modo da contagiare positivamente la propria cerchia sociale. Il resto seguirà, anche solo per il semplice fatto di dire la verità.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Re:Virilità come resistenza
« Risposta #1 il: Ottobre 25, 2017, 01:29:12 am »
Vicus

Citazione
In un sistema di dominazione femminista fondato sull'isteria, la crisi, l'anarchia, il caos e l'instabilità emozionale, il primo gesto di resistenza al sistema, è la stabilizzazione, l'equanimità, l'impassibilità. In una parola, la virilità. Restare calmo in ogni circostanza e diffondere calma attorno a sé, in modo da contagiare positivamente la propria cerchia sociale. Il resto seguirà, anche solo per il semplice fatto di dire la verità.

Già, proprio così.

Offline COSMOS1

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Re:Virilità come resistenza
« Risposta #2 il: Ottobre 25, 2017, 08:45:38 am »
mi fai il nome di qualche analista che vede nel caos una strategia?
Dio cè
MA NON SEI TU
Rilassati

Offline Warlordmaniac

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Re:Virilità come resistenza
« Risposta #3 il: Ottobre 25, 2017, 09:20:21 am »
Ok, ma in termini pratici che significa? La vita degli uomini, oggi, è tutta una questione di acquisto a questo o a quel prezzo. State decidendo una cifra limite oltre il quale mollare l'asta?

Offline Vicus

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Re:Virilità come resistenza
« Risposta #4 il: Ottobre 25, 2017, 11:07:21 am »
mi fai il nome di qualche analista che vede nel caos una strategia?
L. Cerise, Governare attraverso il caos. Nel libro c'è anche un'ampia bibliografia di testi anglosassoni che dicono la stessa cosa a partire dagli anni '60, tra cui Masters of Consciousness di Ewen.
Nel 3D non ho sviluppato il tema che meriterebbe più di un approfondimento, ma questi autori spiegano la questione nei dettagli in modo convincente.
Ok, ma in termini pratici che significa? La vita degli uomini, oggi, è tutta una questione di acquisto a questo o a quel prezzo. State decidendo una cifra limite oltre il quale mollare l'asta?
In termini pratici il "prezzo" non è semplice impegno sociale per condizioni migliori e più diritti, ma una questione di sopravvivenza, individuale e collettiva. Come hai giustamente detto il sistema oggi ci riduce a cose:
Citazione
La vita degli uomini, oggi, è tutta una questione di acquisto a questo o a quel prezzo.
Ci priva della libertà persino di pensare e di associarci tra noi, perché deve ridurre gli esseri umani a robot pienamente controllabili e prevedibili secondo le equazioni del marketing, nell'attesa di liquidarli in favore di macchine, che mandino avanti il mondo al posto degli umani*, troppo costosi e indocili ai padroni del vapore.
Ora, se noi ci disinteressiamo di tutto ciò e ci ritiriamo nelle "comodità" della società dei consumi, non potremo impedire questo futuro.
Il punto debole del sistema però è che è estremamente artificiale, si basa sulla menzogna, sulla realtà virtuale e sulla alterazione delle dinamiche naturali (leggi: quote rosa e altri favoritismi); come una diga che può esser fatta crollare da una piccola fessura, teme sommamente la verità e l'azione maschile. Per questo tiene buoni gli uomini infondendo sfiducia, apatia e distraendoli con spettacoli, consumi e dipendenze da porno e realtà virtuali assortite. Un minimo di consapevolezza e coordinazione in più potrebbe ottenere (pacificamente) risultati al disopra delle nostre previsioni.

* Specialmente gli uomini. Le donne con la loro mentalità borg sono assai più malleabili.
« Ultima modifica: Ottobre 25, 2017, 21:25:47 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Vicus

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Re:Virilità come resistenza
« Risposta #5 il: Ottobre 26, 2017, 00:53:59 am »
Vedo che il topic che interessa, quindi proseguo.
Ci stiamo incamminando verso Idiocracy, un sistema che non potrà reggersi da solo, per cui abbiamo già vinto: bisogna solo tenere le nostra posizioni finché la generazione del '68 al potere non se ne andrà.
I tecnocrati e le femministe che ci governano cambieranno, ma noi non cambieremo. In questa guerra d'usura e di trincea, vinceremo per abbandono del nemico. Come dicevo in ogni conflitto, la sola cosa che conta è durare: vince chi dura più del nemico.
Bisogna quindi gestire la propria energia, non utilizzarla tutta d'un sol colpo, ma lavorare pazientemente secondo un ritmo lento e costante, per attuare una "rivoluzione lenta", o una "trasformazione silenziosa". Per dirla con Esopo, noi siamo la tartaruga e il nemico la lepre. Chi vince alla fine? :lol:
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Warlordmaniac

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Re:Virilità come resistenza
« Risposta #6 il: Ottobre 26, 2017, 20:02:55 pm »
Il thread interessa ma per me è un po' complesso. Però se la tua conclusione è che stiamo entrando in idiocracy mi rendo conto che la mia stessa conclusione che che faccio dopo alcune riflessioni. Però io penso che idiocracy non è un luogo che quando entri ti avvisa, cioè non sarebbe strano che già ci siamo dentro. Ti faccio un riferimento: ricordo a malapena che quando ero piccolo mi accompagnavano per andare al bagno, credo che fosse un usanza generale che alla scuola materna si andasse al bagno da soli perlomeno dal secondo anno in poi; è, nelle scuole materne attuali le maestre o i collaboratori scolastici devono pulire il sedere di tutti i bambini per regolamento, anche quelli di 5 anni, o perlomeno l'anno scorso era così in quella scuola; È normale trovare bambini di 5 anni che non sanno pulirsi e il Trend è in aggravarsi; alle elementari quest'anno noto che non scarica quasi nessuno, molto spesso non tirano lo sciacquone neanche se vanno di corpo. Ripeto: alle elementari. Alcuni mi danno l'impressione che non sanno nemmeno che esiste il pulsante per scaricare.

Offline Vicus

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Re:Virilità come resistenza
« Risposta #7 il: Ottobre 27, 2017, 00:58:16 am »
Che farci, gli zerbini di oggi non sanno neanche più pulirsi il ****.
Il topic riguardà però soprattutto il sistema, troppo artefatto, e la classe dirigente, troppo incomptentente per durare a lungo. E qui emerge il tema del pessimismo maschile che non è consapevolezza come alcuni credono, ma è indotto dal sistema per neutralizzare un potenziale avversario: gli uomini.
Possiamo constatare che la tecnofinanza (Techfin) globale destabilizza e accelera tutto quel che tocca. Provoca entropia, vale a dire disordine, ovunque passi. In una parola, la tecnofinanza è sinonimo di caos.
Lo stesso fenomeno migratorio è volto a privarci di stabilità (il territorio e la patria sono uno spazio di stabilità), privando di radici noi come i popoli che sbarcano nel nostro Paese.
All'opposto del caos, i processi vitali (la civiltà creata e conservata dal maschio) hanno bisogno di stabilità e di lentezza, quindi di radicamento territoriale e sociale, per svilupparsi normalmente.
Le società tradizionali, pre-finanziarie, offrono condizioni di vita lente e stabili, mentre le società dette progressiste, che appaiono sempre a seguito di un trauma fondatore chiamato "rivoluzione", accumulano le rotture e i cambiamenti rapidi.
Tramite tecniche di ingegneria sociale ormai reperibili nelle normali librerie (per esempio: frustrazioni sul luogo di lavoro), si può modificare il comportamento di intere popolazioni inducendole all'apatia, al pessimismo e all'autodistruzione senza dare nemmeno l'impressione di una "regia" a monte. È il "delitto perfetto" del maschio applicato nelle società di massa occidentali.
Le due principali strategie di questa guerra psicologica sono l'individualizzazione e la colpevolizzazione.
Tutti gli esseri viventi e di conseguenza le società sono animati da un istinto di conservazione. Questo istinto di conservazione è il nemico dell'oligarchia; è questo istinto che il potere cerca di deprimere, indebolire, colpevolizzare, snaturare, invertire, in modo da indurre i popoli a da autodistruggersi, senza che abbia bisogno di colpire direttamente.
L'oligarchia deve fabbricare il consenso del popolo alla propria sparizione (specialmente tramite demografia negativa), convincendolo che tale popolo, tale nazione sono un male e che la Terra sarà migliore se spariranno. Dal '68, l'Europa è un vero laboratorio cielo aperto di tutte queste tecniche di ingegneria sociale distruttiva e della distruzione dell'istinto di conservazione.
Per questo è fondamentale, per migliorare la condizione maschile, andare oltre facili pessimismi ed individualismi, e mettere a frutto la propria consapevolezza con un'azione costruttiva e collettiva, per esempio di sensibilizzazione dell'opinione pubblica.
« Ultima modifica: Ottobre 27, 2017, 04:46:43 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.