Autore Topic: Parla Napolitano: Santanchè lo insulta.  (Letto 1957 volte)

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Online bluerosso

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Parla Napolitano: Santanchè lo insulta.
« il: Ottobre 25, 2017, 18:38:47 pm »
http://www.la7.it/laria-che-tira/video/parla-napolitano-santanch%C3%A8-a-myrta-%C3%A8-un-trombone-nemmeno-lei-lo-ascolta-pi%C3%B9-25-10-2017-225283

Parla Napolitano, Santanchè a Myrta: 'È un trombone, nemmeno lei lo ascolta più'
Durissima contro l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la deputata di Forza Italia Daniela Santanchè: "Una mantide che ha ucciso Berlusconi, non l'ho mai votato nè applaudito

[/i]


Ennesimo siparietto a La7.
L’immarcescibile maga “Merlino” ospita plastic Daniela.
Manco il tempo di sedersi da parte della Danielona, che la Myrta si collega in diretta con il Senato per ascoltare l’intervento di Sua Maestà Napolitano (manco dovesse svelare il quarto segreto di Fatima).
Fuori onda si sente il gracchiare di lady D. che apostrofa il “Nap”: trombone…mantide religiosa…e via di questo tenore (guardare il video).

Ora io mi domando (ho cinque minuti da perdere…li spreco volentieri): immaginiamo la scena con altri interpreti.
In studio un politico maschio qualsiasi (ma va bene anche un carrozziere, un banchiere, un autotrasportatore, Vicus…)
In collegamento video LEI: la mitica, l’unica, la divina, la pasionaria….la celeste Laura.
E partono i moccoli maschili.
Ne più ne meno di quelli ascoltati.
Che succederebbe?
La reazione di Myrta? Le Nazioni Unite?

Sapete invece adesso che succederà?

 :unknown:

Esatto!


* tu guarda se dovevo prendere le difese del Nap. Questa QM mi ha corroso dal di dentro.

Offline Vicus

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Re:Parla Napolitano: Santanchè lo insulta.
« Risposta #1 il: Ottobre 25, 2017, 18:57:31 pm »
Per ora sono andato solo alla radio, per La7 bisognerà attendere un po' (1-2 secoli). :lol:
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Parla Napolitano: Santanchè lo insulta.
« Risposta #2 il: Ottobre 25, 2017, 19:25:12 pm »
Per ora sono andato solo alla radio, per La7 bisognerà attendere un po' (1-2 secoli). :lol:

Ma quale radio..? quella la?....quella...del cupolone tutto bianco?

Ti fanno entrare li? :lol:

Offline Vicus

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Re:Parla Napolitano: Santanchè lo insulta.
« Risposta #3 il: Ottobre 25, 2017, 20:03:00 pm »
Ma quale radio..? quella la?....quella...del cupolone tutto bianco?

Ti fanno entrare li? :lol:
Sono uscito tempo fa con una corrispondente fuori sede di quella radio, non valeva niente anche come giornalista. Un tale commentò online: "Sembrano i temi di una liceale". :D

Comunque era un'altra radio generalista a copertura nazionale.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Duca

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Re:Parla Napolitano: Santanchè lo insulta.
« Risposta #4 il: Ottobre 26, 2017, 13:26:31 pm »
Fuori onda si sente il gracchiare di lady D. che apostrofa il “Nap”: trombone…
Oddio, tutto sommato ci ha azzeccato... :lol:

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Re:Parla Napolitano: Santanchè lo insulta.
« Risposta #5 il: Ottobre 26, 2017, 18:22:20 pm »
Oddio, tutto sommato ci ha azzeccato... :lol:

Concordo, seppure non fosse il centro del post.
Però verrebbe da dire: il bue che da del cornuto all’asino.
Si conosce nel mondo della rappresentanza politica un soggetto peggiore della Santanché?
Ricordo che nel periodo in cui volavano mazzate giudiziare per il buon Silvio, lei si attrezzava a fargli le scarpe, presentandosi con velleità di premier.
Ricordate il fuori onda tra lei e Briatore?
Ora Silvio è tornato ad essere il grande capo.

Qui…un avvincente ritratto di Danielona del mitico Facci!


http://www.ilpost.it/filippofacci/2012/05/10/daniela-garnero-e-santanche/

Daniela, Garnero e Santanché

Io sono un cretino, molti di voi sono dei cretini, lei invece non è cretina, lei è Daniela Santanché: «La Fornero deve diventare mia sorella, il governo di Monti va sostenuto fino in fondo, chi non cambia idea è un cretino, e io ho cambiato idea».
Era il 7 febbraio scorso e lei non era cretina. Neanche adesso è cretina, e infatti ha cambiato idea: «È il momento di decidere se stare con la nostra gente o con Monti, con il Popolo della Libertà o col governo della polizia fiscale».
Neanche in novembre era cretina, e infatti aveva un’altra idea e sedeva sul palco del teatro Manzoni per invocare le urne e per dire no all’esproprio della democrazia.
Lei non è cretina, i cretini sono quelli che scrivono e che leggono articoli come que-sto, sono quelli che compilano rudimentali collezioni di incoerenze basate su dichiarazioni rilasciate in periodi diversi: su Monti, su Berlusconi, sul fascismo, su La Russa, sul Billionaire, su qualsiasi cosa.
Noi giornalisti – noi cretini – abbiamo fatto milioni di articoli del genere, e faccia-mo pena, perché ci comportiamo come se di queste incoerenze importasse ancora qualcosa a qualcuno: non abbiamo capito – lei sì, perché non è cretina – che le pa-role ormai stanno a zero, che è ben altro a formare la pubblica opinione, che le pa-role ormai sono troppe, che tutti dicono tutto e che nessuno ricorda nulla, le parole sono un corredo dell’immagine tv, sono slogan e battute che sconfiggono i contenuti.
La Santanché è una che cambia sempre idea, appunto: forse perché di idea non ne ha nessuna?
O perché sui tacchi a spillo si gira meglio?
O perché le hanno messo in cranio che sarà la candidata premier, la nuova Marine Le Pen?
Sciocchezze, anticaglie: è solo che non è cretina, l’ha detto anche lei, ha capito da un pezzo che non importa che cosa diceva o sosteneva: importa che cosa dice ora, in questo preciso momento, importa che cosa dice che farà adesso.
Non importa se c’è un cattivo saldo tra il detto e il ridetto, tra il detto e il fatto, tra quanto promesso e quanto mantenuto, non importa se tutto questo parrebbe il la-scito di una vecchia cultura democristiana: sono seghe mentali, e mentre noi ci maceriamo lei è già oltre, ne ha già sparata un’altra.
La spiegazione sta nel fatto che lei esiste – e continua a esistere, plastica e splendente – mentre noi ci avvitiamo nelle nostre vite da scrivani coi nostri compitini.
Lei continua a esistere – lei come tanti altri, va da sé – e quindi ha ragione.
Daniela Santanché criticò Berlusconi per la sua battuta sulle precarie che debbano sposare un ricco: lei che, a 21 anni, sposò un ricco chirurgo e per 15 anni si occupò della contabilità delle sue cliniche.
Daniela Santanché rivendica sempre l’indipendenza e l’identità femminile: lei che di cognome farebbe Garnero e da divorziata ottenne un decreto per adottare il cognome del marito.
Daniela Santanché diede di traditore a Gianfranco Fini (in precedenza l’aveva fatto anche con La Russa, l’uomo che se l’è inventata politicamente) ma in precedenza aveva decantato la «grande presidenza» di Fini» e la sua «capacità oratoria eccezionale, capacità senza pari di capire la politica».
Daniela Santanché se la prese ancora con lui, con Fini, quando andò in Israele e quando affermò che il fascismo era il male assoluto, ma in precedenza aveva detto che «le sue uscite sugli immigrati, oppure su Israele, appartengono a una destra moderna e non populista».
Daniela Santanché passò alla Destra di Storace e allora cominciò a dire che Berlu-sconi «non ha rispetto per le donne, lo dimostra la sua vita», del resto «ci vede solo orizzontali» e «ha sempre utilizzato le donne come il predellino della sua Mercedes», al punto che «è ossessionato da me, ma tanto non gliela do».
Poco tempo prima aveva detto che «Berlusconi è un genio, è sempre carino, attento, umanamente straordinario, si ricorda di tutte le persone e sa fare squadra, uomini così ne nascono pochi»; posizione, questa, poi riscoperta quando la Destra non brillò alla elezioni e quando cioè la Santanché, con una meravigliosa disinvoltura sconosciuta a noi cretini, tornò a Canossa e divenne sottosegretario in quota Berlusconi.
E perché? Perché non è cretina, noi invece sì.
Noi ci consoliamo con poco, elogiando virtù da imbecilli – da cretini – e ricono-scendoci in qualche nostra vecchia frase, o perlomeno – a differenza sua – nelle vecchie fotografie.