Autore Topic: FQ: il punto di vista della donna deve contare come prova legale  (Letto 12392 volte)

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Offline Angelo

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FQ: il punto di vista della donna deve contare come prova legale
« il: Novembre 23, 2017, 15:03:45 pm »
Le parole servono a poco. Questo lo dicevamo da anni. Adesso ce lo dicono chiaramente su "Il fatto quotidiano".

https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/11/23/molestie-sul-lavoro-per-il-diritto-conta-il-punto-di-vista-della-vittima-ecco-a-chi-rivolgersi-per-denunciare/3919142/

Non è questione di punti di vista. E’ vero che un complimento pesante può essere uno scherzo innocuo o un’offesa che umilia, a seconda del punto di vista. Per questo il tema delle molestie nei luoghi di lavoro, su cui dopo il caso Weinstein hanno alzato il velo le campagne social #quellavoltache e #metoo, è considerato scivoloso. Ma, in un Paese in cui secondo l’Istat 9 donne su 100 hanno subito molestie o ricatti sessuali nel corso della vita lavorativa, il diritto una strada l’ha scelta. Ed è chiarissima. “Il punto di vista che conta per valutare che cosa è molestia sessuale è quello della vittima“, spiega a ilfattoquotidiano.it Marzia Barbera, ordinario di Diritto antidiscriminatorio all’università ed ex consigliera nazionale di parità. “Le intenzioni di chi la mette in atto contano poco”. I codici di condotta delle grandi aziende si allineano a questa impostazione, pur non prevedendo quasi mai figure neutrali a cui rivolgersi per segnalare i comportamenti censurabili. Chi subisce molestie o violenze – e anche una mano sulla coscia, come vedremo, può configurare una violenza – ha comunque molte opzioni per chiedere giustizia. Può presentare denuncia penale, fare causa civile per il risarcimento del danno ma anche rivolgersi al sindacato o alla consigliera di parità della sua provincia o Regione. Che è titolata ad agire in giudizio davanti al giudice del lavoro per conto della vittima o in suo supporto.

Il Codice del 2006: non serve dolo perché sia molestia – “In passato i giudici tendevano a cercare un punto di vista oggettivo e il risultato era che il comportamento percepito come molestia veniva derubricato come inoffensivo, scherzoso”, ricorda la docente. “Poi due direttive europee, recepite nel Codice delle pari opportunità del 2006, hanno chiarito che la prospettiva doveva essere rovesciata. Perché il diritto deve servire a proteggere la vittima che non ha la forza o la possibilità di dire no”. Per questo il Codice sancisce che sono molestie sessuali e costituiscono una forma di discriminazione tutti “quei comportamenti indesiderati a connotazione sessuale, espressi in forma fisica, verbale o non verbale, aventi lo scopo o l’effetto di violare la dignità di una lavoratrice o di un lavoratore e di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo”. Non occorre che ci sia dolo, dunque: basta “l’effetto”.

Causa civile o vertenza sindacale se ci sono prove – “Nei casi più gravi naturalmente si ricorre al diritto penale. Ma quello antidiscriminatorio è molto efficace se si tratta di chiedere la cessazione della molestia, l’allontanamento del responsabile e il risarcimento“, continua Barbera. La consigliera provinciale di parità (sono 106, nominate dal ministero del Lavoro) è un pubblico ufficiale e può rivolgersi su delega della vittima al giudice del lavoro o al Tar o intervenire in giudizio al suo fianco, “ad adiuvandum”. “Ma il ruolo delle consigliere oggi è depotenziato perché non hanno fondi. Stando alla nostra esperienza, il primo punto di riferimento è il sindacato”, dice Alessandra Menelao, responsabile nazionale dei centri di ascolto contro le violenze della Uil. “Su 1000 persone che si rivolgono ai nostri sportelli, 150 denunciano molestie sessuali sul luogo di lavoro. In due casi su tre affrontiamo il problema aprendo una vertenza sindacale con l’azienda. Però la vittima deve portarci delle prove (video, foto, messaggi Whatsapp…). Noi facciamo delle verifiche con legali e psicologi e attiviamo una procedura per arrivare al trasferimento o all’azione disciplinare contro il molestatore”. Un iter, spiega Menelao, che spesso le lavoratrici preferiscono perché molto più breve rispetto alla causa civile per il risarcimento del danno e a quella penale. Punti di ascolto simili a quello della Uil sono previsti da un accordo quadro del 2016 tra Confindustria e i sindacati confederali, a cui hanno fatto seguito intese a livello locale. “In Trentino, per esempio, Cgil, Cisl e Uil hanno aperto uno sportello unitario”.

Quando fare denuncia penale – Ma se le prove non ci sono, perché il molestatore si è ben guardato dal mettere per iscritto l’avance indesiderata o il ricatto sessuale, quella strada diventa impraticabile. Non solo: “Se si sceglie la via stragiudiziale a volte è la lavoratrice a dover andare via”, avverte Chiara Vannoni, avvocato giuslavorista e consigliera di parità della città metropolitana di Milano. “Si pensi alle piccole aziende in cui magari il molestatore è il datore di lavoro. E’ quasi inevitabile che sia la lavoratrice a rinunciare al posto, accettando un risarcimento“. In questi casi può essere preferibile la denuncia penale. “Non occorre portare prove, perché saranno il pm e la polizia giudiziaria a fare le indagini”, spiega Vannoni.

Querela entro sei mesi. Perché ci sia molestia non serve contatto fisico – Bisogna però tenere presente che il tempo a disposizione è poco: il diritto di querela va esercitato entro tre mesi dalla molestia ed entro sei mesi se si è trattato di violenza sessuale. Il perimetro del penale, poi, è più ristretto rispetto all’illecito civile. Ma, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, per denunciare non è necessario che ci sia stato un contatto fisico, tanto meno un vero e proprio stupro. In base alla giurisprudenza di Cassazione, quando il colpevole ha dolosamente usato “espressioni volgari a sfondo sessuale” o ha messo in atto un “corteggiamento invasivo ed insistito” si applica la pena prevista dal codice per le molestie semplici: fino a sei mesi di carcere.

Si configura invece la violenza sessuale, punita con un massimo di 10 anni di prigione, quando qualcuno viene costretto a un atto sessuale usando la violenza o minacce oppure abusando della propria autorità o della sua “inferiorità fisica o psichica”. Situazioni frequenti nei posti di lavoro, quando il colpevole è il capo o una persona di grado superiore alla vittima. Fondamentale tenere presente che un “atto sessuale” non è necessariamente un rapporto completo: ricade nella definizione anche il gesto di appoggiare una mano su una zona erogena – e secondo diverse sentenze lo sono anche la coscia o il ginocchio – o dare un bacio sulle labbra contro il volere di chi lo riceve.


*modificato titolo topic*
« Ultima modifica: Novembre 23, 2017, 17:57:12 pm da -Alberto86- »
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

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Alberto1986

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Re:FQ: il punto di vista della donna deve contare come prova legale
« Risposta #1 il: Novembre 23, 2017, 18:11:11 pm »
Certo Angelo, noi lo sappiamo bene da anni cosa vogliono ottenere le femministe. La parola di una femmina dev'essere legge e la pena dev'essere commisurata al "danno morale" cagionato alla femmina in base a come si sentiva in quel dato momento (essere "molestata", ad esempio, durante il ciclo mestruale potrà comportare un "danno morale" maggiore, oppure essere "molestata" da un uomo benestante dal quale si potranno ottenere tornaconti sarà diverso dall'essere "molestata" da un uomo senza soldi, che non conta un cazzo e dal quale non si potrà ottenere nulla di utile.... :shifty: Tutto deve, ovviamente dipendere dal punto di vista femminile... :sick:). Nell'orgia mediatica femminista del momento, le parassite nazi-femministe stanno trovando il "coraggio" di tirare fuori i veri obbiettivi del femminismo e ciò che covavano da decenni. Sorrido al solo pensiero di tutti quegli imbecilli di servili maschietti italiani gino-dipendenti che finiranno, per forza di cose, nel tritacarne femminista. E forse, dico forse, tutto ciò servirà finalmente a far cambiare gli uomini ed a mettere, in futuro, la parola fine a stronzate anacronistiche come il corteggiamento, la galanteria, il servilismo verso le femmine, ecc., ecc. L'unica speranza per il sesso maschile (in occidente), è che i futuri uomini la smettano di trattare le femmine occidentali come perenni vittime indifese da proteggere, perchè è esattamente il contrario di quello che sono e cioè bestie fameliche, profondamente false ed opportuniste, da trattare come nemici di vita (almeno in Italia ed in tutti paesi occidentali simili). Se lo si capisce, se si cambia radicalmente il proprio punto di vista e si comincia ad instaurare un distacco psicologico dalle femmine, allora si potrà sperare in una nuova rinascita maschile.
« Ultima modifica: Novembre 23, 2017, 18:28:57 pm da -Alberto86- »

Online Frank

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Re:FQ: il punto di vista della donna deve contare come prova legale
« Risposta #2 il: Novembre 23, 2017, 19:17:01 pm »
E forse, dico forse, tutto ciò servirà finalmente a far cambiare gli uomini ed a mettere, in futuro, la parola fine a stronzate anacronistiche come il corteggiamento, la galanteria, il servilismo verso le femmine, ecc., ecc.

Me lo auguro anch'io.
Queste dementi non meritano nulla di tutto ciò.
Niente complimenti, niente cortesie, niente smancerie, niente corteggiamenti, niente di niente.
Amen.

Offline ilmarmocchio

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Re:FQ: il punto di vista della donna deve contare come prova legale
« Risposta #3 il: Novembre 23, 2017, 22:46:04 pm »
Citazione
“In passato i giudici tendevano a cercare un punto di vista oggettivo e il risultato era che il comportamento percepito come molestia veniva derubricato come inoffensivo, scherzoso”, ricorda la docente. “Poi due direttive europee, recepite nel Codice delle pari opportunità del 2006, hanno chiarito che la prospettiva doveva essere rovesciata.

quindi il giudice non deve appurare la verità .
beh, allora non serve neanche il giudice che per sua intima natura è terzo rispetto alle 2 parti in contrasto.
gli uomini dovranno svegliarsi, volenti o nolenti.
Altro che galanteria , ecc

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Re:FQ: il punto di vista della donna deve contare come prova legale
« Risposta #4 il: Novembre 23, 2017, 23:02:02 pm »
quindi il giudice non deve appurare la verità .
beh, allora non serve neanche il giudice che per sua intima natura è terzo rispetto alle 2 parti in contrasto.
gli uomini dovranno svegliarsi, volenti o nolenti.
Altro che galanteria , ecc


Fateci caso: è lo stesso principio che si adotta coi bambini nei procedimenti giudiziari.
E in fondo l'equiparazione giuridica coi bambini a mio avviso calza a pennello.
Se non fosse per i guai cagionati a chi ci si trova ad averci a che fare (non coi bambini...con le donne che ti portano in giudizio).

Ormai la civiltà giuridica sta diventando (è diventata) un vago ricordo.

Carta straccia.

Offline Fazer

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Re:FQ: il punto di vista della donna deve contare come prova legale
« Risposta #5 il: Novembre 24, 2017, 09:41:01 am »
Certo Angelo, noi lo sappiamo bene da anni cosa vogliono ottenere le femministe. La parola di una femmina dev'essere legge e la pena dev'essere commisurata al "danno morale" cagionato alla femmina in base a come si sentiva in quel dato momento (essere "molestata", ad esempio, durante il ciclo mestruale potrà comportare un "danno morale" maggiore, oppure essere "molestata" da un uomo benestante dal quale si potranno ottenere tornaconti sarà diverso dall'essere "molestata" da un uomo senza soldi, che non conta un cazzo e dal quale non si potrà ottenere nulla di utile.... :shifty: Tutto deve, ovviamente dipendere dal punto di vista femminile... :sick:). Nell'orgia mediatica femminista del momento, le parassite nazi-femministe stanno trovando il "coraggio" di tirare fuori i veri obbiettivi del femminismo e ciò che covavano da decenni. Sorrido al solo pensiero di tutti quegli imbecilli di servili maschietti italiani gino-dipendenti che finiranno, per forza di cose, nel tritacarne femminista. E forse, dico forse, tutto ciò servirà finalmente a far cambiare gli uomini ed a mettere, in futuro, la parola fine a stronzate anacronistiche come il corteggiamento, la galanteria, il servilismo verso le femmine, ecc., ecc. L'unica speranza per il sesso maschile (in occidente), è che i futuri uomini la smettano di trattare le femmine occidentali come perenni vittime indifese da proteggere, perchè è esattamente il contrario di quello che sono e cioè bestie fameliche, profondamente false ed opportuniste, da trattare come nemici di vita (almeno in Italia ed in tutti paesi occidentali simili). Se lo si capisce, se si cambia radicalmente il proprio punto di vista e si comincia ad instaurare un distacco psicologico dalle femmine, allora si potrà sperare in una nuova rinascita maschile.

Siamo giunti a un punto nel quale "sganciamento emotivo", "fine della cavalleria" etc non sono sufficienti.
La parola d'ordine è "diffidenza totale".
Un buon 80% di loro sono semplici nemici. Il rimanente 20% possiede comunque le armi per diventarlo all'istante.
Per vendetta, tornaconto o semplice mestruoincazzo del momento.
La "nuova alleanza" è fallita. Ci si ritiri dal tavolo delle trattative in attesa di poter trattare da posizione migliore.

Offline Vicus

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Re:FQ: il punto di vista della donna deve contare come prova legale
« Risposta #6 il: Novembre 24, 2017, 10:00:12 am »
Si potrà parlare di nuova alleanza quando cambieranno le leggi. E le leggi, si sa, le anticipano i giudici: un parere del vicepresidente della Corte Costituzionale e tre sentenze della Cassazione in pochi mesi sono più di una semplice "rondine" e annunciano la primavera prossima ventura.
Fino a poco tempo fa mai avrei creduto di pronunciare la frase di rito dei salotti TV: "Ho fiducia nella magistratura". :cool:
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Warlordmaniac

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Re:FQ: il punto di vista della donna deve contare come prova legale
« Risposta #7 il: Novembre 24, 2017, 10:48:38 am »
Me lo auguro anch'io.
Queste dementi non meritano nulla di tutto ciò.
Niente complimenti, niente cortesie, niente smancerie, niente corteggiamenti, niente di niente.
Amen.

Ma per farsi trombare continueranno ad avere le stesse pretese.
Non vi illudete, è la donna a dare le carte e non permetterà di giocare con carte peggiori. La cavalleria cambierà, non sparirà assolutamente, ma si dovrà adeguare ulteriormente a questa differenza di valore sessuale.

Alberto1986

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Re:FQ: il punto di vista della donna deve contare come prova legale
« Risposta #8 il: Novembre 24, 2017, 14:22:18 pm »
.....
La "nuova alleanza" è fallita. Ci si ritiri dal tavolo delle trattative in attesa di poter trattare da posizione migliore.

Infatti, fosse per me, la eliminerei proprio quella sottosezione.

Online Frank

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Re:FQ: il punto di vista della donna deve contare come prova legale
« Risposta #9 il: Novembre 24, 2017, 19:28:22 pm »
Ma per farsi trombare continueranno ad avere le stesse pretese.
Non vi illudete, è la donna a dare le carte e non permetterà di giocare con carte peggiori. La cavalleria cambierà, non sparirà assolutamente, ma si dovrà adeguare ulteriormente a questa differenza di valore sessuale.

Non mi illudo di nulla; non a caso ho scritto:"Me lo auguro anch'io".
Resta un fatto: nulla cambierà fino a quando gli uomini non cambieranno la loro mentalità e il loro modo di parlare e di porsi con le donne.

Online Frank

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Re:FQ: il punto di vista della donna deve contare come prova legale
« Risposta #10 il: Novembre 24, 2017, 19:33:11 pm »
La "nuova alleanza" è fallita. Ci si ritiri dal tavolo delle trattative in attesa di poter trattare da posizione migliore.

Non c'ero ai tempi in cui su U3000 parlavano di una "nuova alleanza"; ma mi chiedo come fosse possibile che all'epoca ci fosse qualcuno in grado di credere a questo.

Offline Fazer

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Re:FQ: il punto di vista della donna deve contare come prova legale
« Risposta #11 il: Novembre 24, 2017, 21:09:55 pm »
Non c'ero ai tempi in cui su U3000 parlavano di una "nuova alleanza"; ma mi chiedo come fosse possibile che all'epoca ci fosse qualcuno in grado di credere a questo.

Ai tempi di U3000 ancora c'era qualche speranza, insieme a un po' di residua fiducia.
Forse qualcuno ingenuamente credeva almeno in un possibile Molotov-Ribbentrop.
Oggi siamo a Stalingrado, c'è poco da fare...
Simpatico il titolo del topic: il punto di vista della donna deve contare come prova legale.
Perché, non è già così? :doh:

Offline Angelo

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Re:FQ: il punto di vista della donna deve contare come prova legale
« Risposta #12 il: Novembre 25, 2017, 01:18:16 am »
Ai tempi di U3000 ancora c'era qualche speranza, insieme a un po' di residua fiducia.
Forse qualcuno ingenuamente credeva almeno in un possibile Molotov-Ribbentrop.
Oggi siamo a Stalingrado, c'è poco da fare...
Simpatico il titolo del topic: il punto di vista della donna deve contare come prova legale.
Perché, non è già così? :doh:

Non c'è nessuna alleanza possibile. Bisogna sganciarsi emotivamente, isolare ed additare le femministe come COLPEVOLI della situazione attuale.

E, mi rivolgo alle femministe e ai maschipentiti che leggono... Perchè ci leggete cari vili soggetti.

 Fai la femminista o appoggi le istanze femministe? Bene, vattene affanculo e tieniti il tuo slogan e quella tua fica indegnamente ritenuta dagli stupidi come qualcosa da adorare o da leccare. Te lo ricordi lo slogan? "Col dito, col dito, l'orgasmo è garantito"...  Bene, cara femminista che ci leggi, insieme a quel quadrupede che ogni tanto si comporta da cane invece che da uomo... Sappi che sei zero. Sei meno dei vermi. E prima o poi, resterai sola mentre gli uomini più intelligenti avranno preso altre strade. Faranno figli con le straniere, troveranno quelle donne che ancora esistono e che non sono femministe.  E prima o poi resterai con il tuo quadrupede, con le tue pillole di antidepressivi e nelle solitudine che la gente come te merita. E si apriranno altre strade per gli uomini intelligenti. Sarai isolata, non ti sposerai, sarai un oggetto di qualche maschiopentito femminista che ancora ti annusa perchè non ha i coglioni di mandarti nella solitudine che meriti. Una solitudine che arriverà ugualmente. Solo che la tua sarà quella di una che sarà messa dal tempo e dagli eventi di fronte alle colpe di una vita. E, le colpe, ti daranno un centesimo del male che hai fatto.
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline Angelo

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Re:FQ: il punto di vista della donna deve contare come prova legale
« Risposta #13 il: Novembre 25, 2017, 01:19:02 am »
Me lo auguro anch'io.
Queste dementi non meritano nulla di tutto ciò.
Niente complimenti, niente cortesie, niente smancerie, niente corteggiamenti, niente di niente.
Amen.

Concordo.
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Alberto1986

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Re:FQ: il punto di vista della donna deve contare come prova legale
« Risposta #14 il: Novembre 25, 2017, 04:50:35 am »
Non c'è nessuna alleanza possibile. Bisogna sganciarsi emotivamente, isolare ed additare le femministe come COLPEVOLI della situazione attuale.

E, mi rivolgo alle femministe e ai maschipentiti che leggono... Perchè ci leggete cari vili soggetti.

 Fai la femminista o appoggi le istanze femministe? Bene, vattene affanculo e tieniti il tuo slogan e quella tua fica indegnamente ritenuta dagli stupidi come qualcosa da adorare o da leccare. Te lo ricordi lo slogan? "Col dito, col dito, l'orgasmo è garantito"...  Bene, cara femminista che ci leggi, insieme a quel quadrupede che ogni tanto si comporta da cane invece che da uomo... Sappi che sei zero. Sei meno dei vermi. E prima o poi, resterai sola mentre gli uomini più intelligenti avranno preso altre strade. Faranno figli con le straniere, troveranno quelle donne che ancora esistono e che non sono femministe.  E prima o poi resterai con il tuo quadrupede, con le tue pillole di antidepressivi e nelle solitudine che la gente come te merita. E si apriranno altre strade per gli uomini intelligenti. Sarai isolata, non ti sposerai, sarai un oggetto di qualche maschiopentito femminista che ancora ti annusa perchè non ha i coglioni di mandarti nella solitudine che meriti. Una solitudine che arriverà ugualmente. Solo che la tua sarà quella di una che sarà messa dal tempo e dagli eventi di fronte alle colpe di una vita. E, le colpe, ti daranno un centesimo del male che hai fatto.

 ;) ;)