Cinema, uomini, poliziotti: "Rapporto al capo della polizia"[Report to the Commissioner]
Milton Katselas, 1975, [Usa], Poliziesco.
Nessuno sapeva che lei era una poliziotta sotto copertura. Compreso il detective che l'ha uccisa.
Frase di lancio originale del film
E’ abbastanza insperato ma persino “Rapporto al capo della polizia”(Report to the Commissioner)(1975) è appena uscito in Blu-ray americano. Tratto dal romanzo poliziesco di James Mills su cui è basato, in Italia uscì al cinema distribuito dalla Warner Bros.– United Artists, ma non è stato mai distribuito nell’home video, seppure raramente programmato in tv, a partire da Retequattro, nel 1986. Da sempre, lo ho cercato in una edizione di buona qualità audio video, e da oramai tanti anni ebbi acquistato la vhs Warner NTSC, la quale era ovviamente soltanto in inglese, ma migliore di quella –comunque rarissima- edizione italiana che trasmetteva Retequattro, e però con il preziosissimo e bel doppiaggio italiano del 1975. Ero sicuro che l'avrei rivisto ancora se avessi avuto l'opportunità di un’edizione nel corretto formato cinematografico e non tagliato come purtroppo è sempre stato; sono contento di averne finalmente la possibilità grazie al Blu-ray pubblicato negli Stati Uniti dalla Kino Lorber. Probabilmente la nostalgia ha un suo ruolo, ugualmente “Rapporto al capo della polizia” come molti film di quel periodo possiede una qualità indescrivibile e nettamente superiore ai film di oggi, il che potrebbe avere qualcosa a che fare con il fatto che questo fu il momento storico in cui il poliziesco stava realmente divenendo un genere consapevole di dover mostrare la realtà delle strade –almeno nelle grandi metropoli americane- per quel che era, e i film degli anni settanta funzionavano in maniera eccellente, sotto questo aspetto. In breve, “Rapporto al capo della polizia” è uscito nel 1975, ma fu girato nel 1974. tra il 1973 e il 1974 il cinema americano vide in rapida successione, dei titoli memorabili come “Mean Streets”, Martin Scorsese, “La Rabbia giovane”(Badlands),Terrence Malick “Electra Glide”(Electra Glide in Blue), James William Guercio, e “A Venezia un dicembre rosso shocking”(Do not Look Now),Nicholas Roeg, un gruppo di film che messi tutti assieme hanno insegnato molto di più sulle possibilità espressive del cinema, di qualsiasi cosa si potesse avere visto prima..
Il film di Katselas forse non è proprio interamente allo stesso altissimo livello dei modelli citati, ma possiede la medesima e distintiva sensibilità di quel periodo, un disincanto e un cinismo sulla bancarotta morale dell'America alla fine del periodo del Vietnam. Come “Serpico” di Sidney Lumet di un paio d'anni prima, si occupa anch’esso della sconfitta schiacciante dell'idealismo che ha guidato la controcultura degli anni '60 e il movimento contro la guerra.
Recentemente assegnato a un difficile distretto, l'ingenuo investigatore Bo Lockley (Michael Moriarty) è ovviamente completamente inadatto a essere un poliziotto, ma è entrato nel corpo perché suo padre era un poliziotto e suo fratello maggiore che sarebbe dovuto entrare lui nella polizia, è morto in Vietnam. Inizialmente preso in giro dal resto della squadra, viene messo sotto la propria ala dal veterano del servizio Richard "Crunch" Blackstone (Yaphet Kotto) che fa il possibile per educare Bo alle strade; ma Bo, piuttosto che spaccare teste, cerca di aiutare i vari sconfitti e emarginati che popolano il distretto di Times Square.
Quando un ambizioso detective della narcotici (Hector Elizondo) ha bisogno di aumentare la credibilità di una sua bionda e avvenente agente sotto copertura (Susan Blakely) la quale si sta lavorando "Stecca", un nero trafficante di armi e droga (Tony King), egli si inventa una fasulla storia sul fatto che la poliziotta sia una ragazza scappata di casa e ricercata dal padre per rafforzare la storia della copertura. Bo è assegnato alla sua ricerca, senza alcuna aspettativa che ci possa riuscire; basti vedere come i poliziotti stiano eludendo tutti i suoi tentativi di ricerca, per rafforzare la storia di copertura. Ma lui riesce a rintracciarla lo stesso, ed essendo quello che è, è attratto da ciò che vede come la sua vulnerabilità e fragilità - vuole quindi salvarla, ma tutto va terribilmente storto. Nonostante l’intera storia sia stata inventata di sana pianta da un investigatore speciale assegnato dal commissariato di polizia al caso, Bo diventa sacrificabile per preservare l'immagine del dipartimento.
Bob Balaban nel ruolo del leggendario Joey Egan nella migliore sequenza d'azione del film
Sebbene la sceneggiatura dei famosi Abby Mann ed Ernest Tidyman si avvicini talvolta ad una prospettiva troppo enfatica, essa offre ad un cast eccellente una collezione di personaggi ben descritti su cui lavorare - Moriarty fa al solito magnificamente il nevrotico e fragile Bo, sempre plausibile anche nei momenti più a rischio; Kotto è al suo solito “bigger than life” nella parte di Crunch; Susan Blakely è allo stesso tempo tenace e vulnerabile come Patty Butler, l'agente sotto copertura; Elizondo e Tony King sono dei malvagi dai toni sfumati; e Dana Elcar, William Devane e Richard Gere forniscono incisive apparizioni di supporto. Il più memorabile di tutti, tuttavia, è Bob Balaban come veterano del Vietnam senza gambe, che si trascina con le mani ad altezza marciapiede su di una tavoletta con le ruote a mò di skateboard, arrabbiato derelitto che cerca di racimolare qualche dollaro vendendo matite con le gommine per Times Square, spesso insultando i passanti. È anche al centro della sequenza più forte e originale del film, un inseguimento da far rizzare i capelli in cui, appollaiato sulla sua tavoletta- skateboard, si aggrappa sul retro di un taxi in corsa nella notte, all’inseguimento della Butler e di Stecca.
La fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70 furono il periodo d'oro delle scene di inseguimenti automobilistici al cinema, da “Bullitt” a “The French Connection”, ma questo è senza dubbio uno dei migliori. Se la seconda grande sequenza d'azione del film non è altrettanto potente, è solo perché implica un inseguimento ai piedi che è inevitabilmente meno viscerale. Ma rimanendo anch’esso un eccellente esempio di sequenza d'azione, con Bo che insegue Stecca sui tetti e poi lungo il traffico e la moltitudine di pedoni che affolla Times Square all’ora di punta -in una sequenza adesso probabilmente irrealizzabile per motivi di sicurezza-, con Stecca vestito solo di biancheria intima. Anche se un pubblico più giovane potrebbe prevedibilmente non esserne cosi’ impressionato, questa sequenza ha una chiarezza nel lavoro della macchina da presa e nel montaggio che la rende enormemente superiore alla vistosità esagerata di qualsiasi inseguimento sui tetti di film come i vari “Bourne” e affini. Allora un buon regista nelle sequenze d’azione era più interessato alla coerenza spaziale e temporale piuttosto che all’impostare sullo schermo ogni sorta possibile di frenesia visiva.
Anche se “Rapporto al capo della polizia” non è stato mai molto conosciuto - non fu recensito troppo positivamente quando venne distribuito al cinema, e praticamente scomparve dalla vista per decenni - acquisisce interesse oggi non solo per la sua storia solida e i personaggi coinvolgenti, ma anche per l’effetto capsula del tempo nel mostrarci la New York dei primi anni '70, splendidamente fotografata dal grande Mario Tosi (tra i suoi tanti eccellenti crediti vi sono anche “Carrie- Lo Sguardo di Satana” di Brian De Palma e “The Stunt Man” di Richard Rush). È una gradita riscoperta da uno dei miei periodi cinematografici preferiti.
Suicide Is Painless
Primo film di Richard Gere .
Albert Seedman, che interpreta il Detective Shulman, è stato effettivamente capo detective a New York, prima del suo ruolo in questo film.
Il film presenta assieme sia Hector Elizondo che Richard Gere. Quindici anni dopo, appariranno ancora insieme in "Pretty Woman" (1990).