Autore Topic: Primato dell'etica sulla natura  (Letto 1607 volte)

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Online Jason

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Primato dell'etica sulla natura
« il: Dicembre 11, 2017, 12:46:14 pm »
https://www.facebook.com/dirittimaschili/posts/1467538243364247
Condivido questo articolo creato da Icarus della pagina MRA Italia , mi ha colpito particolarmente .

La Società fa pressione su ognuno, soprattutto se di sesso maschile, a concepire la vita come una "battaglia", e quindi ad essere "forti", a "dover combattere", e di conseguenza a screditare la debolezza (se maschile). E' innegabile che nella vita esistano tante difficoltà e ostacoli da cui è bene saper uscire, ma nello stesso tempo bisogna anche opporsi a questa visione così rude e brutale della vita e della società, quasi da logica della Giungla. Come abbiamo già visto nelle riflessioni precedenti, la natura umana , sebbene abbia le caratteristiche inique e "matrigne" proprie della Natura in generale, è anche intrinsecamente dotata di Etica, la quale se manifestata mediante apposite interazioni umane e sociali (interpersonali o collettive o statali, a seconda dei casi in questione) è in grado di contrastare certe primordiali dinamiche e logiche naturali, al fine di appagare i bisogni umani (non solo materiali ma anche interiori) dell'individuo umano e di rendere le relazioni e dinamiche umane e sociali più eque, armoniose e umane.

Purtroppo ciò non accade, a causa di tante e diverse culture tossiche che si susseguono sin da quando è iniziata l'umanità. E così si insegna alle persone, soprattutto di sesso maschile, che alcuni di quei bisogni di cui l'essere umano ha bisogno, "non sono diritti" e quindi bisogna "meritarseli". In forza di questa logica vengono disprezzate o svalutate quelle manifestazioni umane prodotte dall'Etica - e che invece dovrebbero essere Doveri Etici - quali l'umanità, la sensibilità, la compassione e la carità, nel senso che vengono considerate giuste solo se circoscritte al mero campo "umanitario" (per esempio, per un servizio di aiuto per le vittime della fame, della guerra, ecc), e quindi vengono escluse da ogni altro aspetto della vita e della società, da quello a livello interpersonale (relazioni sentimentali, affettive, sessuali, ecc) a quello sociale, da quello lavorativo a quello giudiziario penale, e così via. Di qui lo squilibrio, nella società, in chi nella vita ha tutto o molto e chi ha poco o nulla. Squilibrio, questo, che la Società - del tutto priva di cultura Etica - giustifica e considera normale e ineluttabile.

Al contrario, una cultura Etica normalizzata nella Società, e applicata in tutti i campi e fasi della vita e della società, diminuirebbe di molto questo squilibrio. Diciamo diminuirebbe e non annullerebbe, in quanto bisogna tenere conto della differenza che esiste tra "reale" e "ideale" (irraggiungibile), e quindi non c'è nessuna pretesa di rendere perfetta la situazione. Ma "reale" non vuol dire nemmeno l'opposto di "ideale", quindi bisogna fare in modo che il campo "reale" si avvicini quanto più possibile al campo "ideale", pur ovviamente senza raggiungerlo. L'Etica è la sola ed unica soluzione.
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America