Autore Topic: L’uomo raffreddato soffre di più  (Letto 7279 volte)

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L’uomo raffreddato soffre di più
« il: Dicembre 12, 2017, 11:04:27 am »
http://www.corriere.it/esteri/17_dicembre_12/uomo-raffreddato-soffre-piu-medico-prova-l-influenza-maschile-8181b7d8-df12-11e7-b8cc-37049f602793.shtml

L’uomo raffreddato soffre di più» Un medico prova l’influenza maschile
Il canadese Kyle Sue pubblica uno studio sul British Medical Journal per mettere a tacere le prese in giro nei confronti delle reazioni del «sesso forte» alle malattie
di Monica Ricci Sargentini

Le battute sugli uomini che appena hanno un raffreddore e due linee di febbre si lamentano come se fossero in punto di morte le abbiamo sentite tutti e tutte. La novità è che un medico canadese, stanco di essere preso in giro dalla moglie, si è preso la briga di elaborare uno studio per dimostrare che, in verità, i poveri maschi hanno ragione a lamentarsi perché i loro sintomi sono molto peggiori di quelli vissuti dall’altro sesso: «La ricerca dimostra — ha spiegato il dottor Kyle Sue, professore di medicina di base alla Memorial University di Terranova in Canada— che gli uomini hanno una risposta immunitaria più debole alle infezioni delle vie respiratorie e alla febbre. I loro sintomi sono veramente peggiori e corrono più facilmente il rischio di finire in ospedale e di morire».
Poveri uomini. Presi in giro da decenni, accusati di essere melodrammatici quando, invece, la loro non era una sceneggiata. Il colpevole, in verità, sarebbe il testosterone che diminuirebbe la risposta del sistema immunitario all’influenza mentre, al contrario, gli ormoni femminili la aumenterebbero. «Accusare gli uomini di esagerare può portare a non curarli sufficientemente» si lamenta Sue che invita i colleghi a studiare più a fondo la questione.

L’articolo, pubblicato sul British Medical Journal, ha fatto alzare più di un sopracciglio. «La maggioranza della letteratura scientifica prova che l’influenza dell’uomo non esiste - ha detto Helen Stokes-Lampard, presidente del Royal College dei medici generici -, il consiglio per tutti è di rimanere a casa, bere molta acqua e prendere il paracetamolo. La maggior parte delle persone, a prescindere dal sesso, si riprenderà in pochi giorni».


Si noti il tono canzonatorio di quest'essere indegno dell'ossigeno che respira.
Ma poi, la vai a guardare... :cry: :doh: :sick::


Offline Vicus

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Re:L’uomo raffreddato soffre di più
« Risposta #1 il: Dicembre 12, 2017, 11:41:44 am »
Vero, i sintomi dell'influenza sono più forti negli uomini. E la tanto decantata "maggiore resistenza al dolore" delle donne è una leggenda metropolitana.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Alberto1986

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Re:L’uomo raffreddato soffre di più
« Risposta #2 il: Dicembre 12, 2017, 16:07:07 pm »
Qui, come sempre, si possono trovare toni simili:
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/luomo-febbre-soffre-pi-donna-studio-cambia-tutto-1473261.html
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/l-uomo-raffreddato-soffre-pi-medico-prova-l-influenza-1473262.html

E' il solito male-bashing femminile, che dimostra che gli unici coglioni che si preoccupano continuamente di non urtare la fantomatica "sensibilità femminile", sono quei tanti maschietti imbecilli che ci circondando. Da ricordare che un giornalista di sesso maschile, poco tempo fa, fu licenziato solo per aver definito "cicciottelle" in un titolo di giornale, quelle panzerotte di tiratrici con l'arco: http://www.gazzetta.it/Olimpiadi/2016/09-08-2016/caso-cicciottelle-licenziato-direttore-qs-quotidiano-sportivo-giuseppe-tassi-160670426984.shtml?refresh_ce-cp

Online Frank

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Re:L’uomo raffreddato soffre di più
« Risposta #3 il: Dicembre 12, 2017, 19:33:03 pm »
Vero, i sintomi dell'influenza sono più forti negli uomini. E la tanto decantata "maggiore resistenza al dolore" delle donne è una leggenda metropolitana.

Infatti è una leggenda metropolitana.

Fonte: uomini3000.

Citazione
Il testosterone aumenta i livelli delle encefaline, analgesici naturali

I maschi provano meno dolore

Il testosterone attenua le sensazioni dolorose negli uomini, rendendoli meno sensibili alla sofferenza rispetto alle donne

Per molti non sarà una sorpresa: gli uomini sono meno sensibili delle donne, almeno per quanto riguarda il dolore. Alcuni ricercatori hanno scoperto che l'ormone maschile testosterone è in grado di mascherare le sensazioni disagevoli. Un simile effetto di tolleranza potrebbe aiutare gli sportivi e i soldati a mantenere la propria concentrazione durante i combattimenti, quando i livelli di testosterone sono particolarmente alti. "Se gli uomini sono meno sensibili al dolore - afferma Michaela Hau, studiosa di psicologia e comportamento animale all'Università di Princeton - c'è più stimolo a lottare e a partecipare a ulteriori combattimenti". Hau e colleghi hanno somministrato testosterone a passeri maschi e hanno misurato i loro tempi di reazione al dolore. Gli uccelli mantenevano le loro zampe immerse in acqua a 52 °C per un tempo tre volte più lungo del normale. Un farmaco che bloccava l'effetto del testosterone, invece, rendeva i passeri sensibili più del doppio ad acqua scaldata a 48 °C, una temperatura alla quale normalmente non mostravano particolare disagio. Secondo i ricercatori, il testosterone potrebbe innescare una catena di eventi che conduce a un aumento dei livelli di analgesici naturali chiamati encefaline. il fenomeno si verifica anche negli esseri umani. M. Hau, O. A. Dominguez, H. C. Evrard, Hormones and Behaviour, pubblicato online, http://dx.doi.org/10.1016/j.yhbeh.2004.02.007 (2004).

http://lescienze.espresso.repubblica.it/ar..._dolore/1286073

Michaela Hau, Octavio A. Dominguez,and Henry C. Evrardb

Department of Ecology and Evolutionary Biology, Princeton University, Princeton, NJ

Center for Cellular and Molecular Neurobiology, Research Group in Behavioral Neuroendocrinology, University of Liege, Liege, Belgium

25 February 2004

http://www.princeton.edu/~hau/ReprintLinks...HormBehav45.pdf



Scienza: donne sopportano meno dolore degli uomini

“(ANSA) - PARIGI, 27 SET - Le donne sopportano il dolore meno degli uomini, secondo un’indagine della Societa’ francese di studio e di trattamento del dolore (Sfetd). Parto, mestruazioni, emicranie: le donne sopportano periodi molto dolorosi nel corso della loro vita, ma la soglia di percezione e di tolleranza al dolore e’ piu’ bassa rispetto a quella degli uomini. La causa, secondo lo studio, sarebbe da attribuire agli ormoni, ma anche all’educazione ( :rolleyes: ): le mamme inculcano piu’ volentieri la tolleranza al dolore ai ragazzi.”

http://www.lefigaro.fr/magazine/20071012.M...au_feminin.html



Università dell' Iowa

7 Aprile 2008

Un recente studio dell' Università dell' Iowa, rivela un legame biologico tra il dolore e la fatica, e può contribuire a spiegare perché alle donne, più che agli uomini, sono diagnosticati dolore cronico, affaticamento e condizioni come la fibromialgia e la sindrome da stanchezza cronica.

Da uno studio sui ratti, i ricercatori, guidati da Kathleen Sluka, docente in Fisioterapia e Riabilitazione, UI Roy J. e Lucille A., del Carver College of Medicine, hanno riscontrato che una proteina coinvolta nel dolore muscolare, opera insieme al testosterone nella protezione contro l'affaticamento muscolare.

http://www.news-releases.uiowa.edu/2008/Ap...in_fatigue.html

Online Frank

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Re:L’uomo raffreddato soffre di più
« Risposta #4 il: Dicembre 12, 2017, 19:45:20 pm »
Comunque a me questa storia secondo cui due linee di febbre e un raffreddore "ammazzerebbeo" qualsiasi uomo, la trovo di una stupidità assoluta.
Per quanto mi riguarda ci vuole ben altro per mettermi a letto.


@@

Fazer

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Si noti il tono canzonatorio di quest'essere indegno dell'ossigeno che respira.
Ma poi, la vai a guardare...

Un classico.
Prendere per il culo gli uomini è tipico del cosiddetto e inesistente "gentil sesso".
Quella cessa poi, al pari di tantissime altre femminucce moderne, la metterei sotto tortura in stile Viet Cong,
https://media1.fdncms.com/indyweek/imager/it-was-routine-to-interrogate-viet-cong-suspects-while-hanging-them-u/u/slideshow/1315303/news-13478.jpeg
per vedere quanto è resistente al dolore...

Offline ilmarmocchio

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Re:L’uomo raffreddato soffre di più
« Risposta #5 il: Dicembre 12, 2017, 20:15:27 pm »
l' Influenza non è più forte negli uomini e infatti in genere non si lamentano.
Io lavoro da più di 30 anni e vedo bene che le donne ricorrono molto di più alla sanità per tutti i tipi di patologia, inclusa l' influenza.
anzi, spesso sono loro a chiamare per il marito e sembra quasi che siano malate loro.
La millantata resistenza delle donne è dovuta a un equivoco : il parto.
la donna si prepara a quell' evento per nove mesi e quando avviene si è instaurata una situazione endocrina particolare.
Infatti basta chiedere alle donne che hanno partorito e che hanno avuto una colica renale e vedrete che rispondono.
Il testosterone aumenta la resistenza al dolore e infatti l' uomo è più resistente al dolore della donna.
Il canadese che ha fatto la pseudoricerca è uno dei tanti esempi di mani rubate alla vanga, senza offesa per la vanga

Online Jason

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Re:L’uomo raffreddato soffre di più
« Risposta #6 il: Dicembre 12, 2017, 23:00:21 pm »
Basta che si chieda loro anche se hanno avuto nevralgia al nervo trigemino che é uno dei dolori peggiori per l'essere umano, centinaia di volte peggiore anche del parto.
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

Alberto1986

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Re:L’uomo raffreddato soffre di più
« Risposta #7 il: Dicembre 13, 2017, 15:14:34 pm »
Da ricordare anche che tutte queste imbecilli iper-complessate sempre pronte a fare male-bashing, sono le stesse che chiedono a gran voce il congedo mestruale legislativo.

Online Frank

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Re:L’uomo raffreddato soffre di più
« Risposta #8 il: Dicembre 13, 2017, 20:00:18 pm »
Qualcuno di voi ha mai letto un articolo in cui venivano prese per il culo le donne a causa della loro maggior tendenza a soffrire di emicrania?
Io no, mai.

https://viverepiusani.it/emicrania-nelle-donne-cause-e-rimedi/

Citazione
Emicrania nelle donne: cause e rimedi
A causa del ciclo ormonale delle donne, può succedere che un rimedio che funziona un giorno non è più efficace la volta dopo. Le emicranie, inoltre, diventano più intense dopo la menopausa

L’emicrania colpisce il 13% della popolazione e si tratta di un disturbo doloroso che a volte impedisce di condurre una vita normale e che colpisce soprattutto le donne. Come mai? Secondo vari studi clinici, come quello condotto alcuni anni fa dall’unità di gastroenterologia e nutrizione dell’Ospedale Quirón di Barcellona, oltre a essere un problema ereditario, le emicranie sono collegate a un determinato tipo di enzima.

Ecco tutte le informazioni di cui avete bisogno ed utili consigli da adottare per combattere questo fastidioso problema.

1. Cosa scatena le emicranie nelle donne?

Secondo il dottor Ramón Tormo, neurologo dell’Ospedale Quirón di Barcellona, tre persone su quattro affette da emicranie sono donne. Forse voi stesse sapete cosa vuol dire convivere con questo dolore, doversi dare malati al lavoro e le mille visite a dottori e specialisti necessarie prima di riuscire a trovare un rimedio che funzioni.

Perché sono proprio le donne a soffrire di più di emicranie? E inoltre, esiste un rimedio efficace per combattere le emicranie e migliorare così la qualità di vita? Le conclusioni a cui sono arrivati i medici sono le seguenti:

1. Le emicranie nelle donne sono causate dalla carenza di un enzima

Iniziamo con una semplice domanda: qualche altro membro della vostra famiglia soffre di emicranie? Stando alle scoperte di questo studio, le emicranie sono dovute a una carenza dell’enzima DAO (diaminossidasi).

Si tratta di un deficit ereditario, il che significa che viene trasmesso geneticamente da padre in figlio ed è ciò che scatena le tanto temute emicranie. Tuttavia, forse vi state chiedendo che funzione svolge questo enzima e perché questo deficit scatena tale problema. Ecco spiegato perché:

    L’enzima DAO si occupa di distruggere una molecola conosciuta come istamina, presente in molti cibi che mangiamo quotidianamente, come i latticini, la carne, gli agrumi… Una volta distrutta all’interno dell’organismo, viene semplicemente eliminata attraverso l’urina.
    Cosa succede invece quando abbiamo livelli molto elevati di istamina nel sangue? Si accumula nel plasma causando infiammazioni, rende più difficile la digestione e, inoltre, altera la biochimica cerebrale, il che provoca l’accelerazione del flusso sanguigno e l’infiammazione di vari tessuti cerebrali.

2. Le emicranie e i cambiamenti ormonali nelle donne
mestruazioni

Esiste un altro motivo interessante per il quale la mancanza dell’enzima DAO ha conseguenze più gravi sulle donne. Avete indovinato? Parliamo proprio dei cambiamenti ormonali che le donne soffrono durante la vita in seguito all’ovulazione, alle mestruazioni e alla menopausa. Ci sono quindi altri fattori che vanno presi in considerazione:

    Gli ormoni femminili e i cicli a cui sono sottomesse le donne sono la causa di un deficit naturale dell’enzima DAO. Ecco perché è normale avere mal di testa durante il ciclo mestruale. Se inoltre soffrite di una carenza ereditata dai vostri genitori, la situazione diventa più seria.
    È interessante sapere che, durante la gravidanza, la placenta attiva la produzione dell’enzima DAO per proteggere il feto. Per questo motivo, durante i 9 mesi di gestazione si soffre di emicranie.
    Il fatto che le donne seguono un ciclo ormonale fa sì che i diversi rimedi funzionino una volta, e poi non siano più efficaci la volta dopo. Tutto dipende anche dal trovarsi nella fase premestruale o mestruale o se, invece, siete già in menopausa. In questo caso, le emicranie diventano più intense.

2. Rimedio efficace contro l’emicrania
emicranie

Poiché non si ereditano le emicranie stesse, ma il deficit dell’enzima DAO, è possibile ricorrere a rimedi farmacologici per equilibrare i livelli di questo enzima.

Ciononostante, deve essere il vostro neurologo a spiegarvi come procedere poiché, anche se è vero che il 90% delle emicranie sono dovute alla mancanza di questo enzima, le cause del restante 10% sono ancora sconosciute.

Quali strategie è possibile seguire per ridurre l’impatto delle emicranie? Ecco alcuni consigli da seguire tutti i giorni:

1. Controllare lo stress, poiché è spesso causa di emicranie.

2. Ridurre il consumo di tutti questi alimenti che contengono istamina:

    Latte.
    Formaggio.
    Yogurt.
    Vino.
    Birra.
    Bevande gassate o zuccherate.
    Caffè.
    Farina di riso.
    Affettati.
    Carne.
    Legumi.
    Prodotti vegetali fermentati, come la soia.
    Pesce congelato.
    Melanzane.
    Aceto.
    Cioccolata.
    Acciughe sott’olio.
    Bietola.
    Avocado.
    Succhi di produzione industriale.


Offline Vicus

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Re:L’uomo raffreddato soffre di più
« Risposta #9 il: Dicembre 13, 2017, 23:28:39 pm »
Soffrono anche più di nevrosi, sbalzi d'umore, ansia e depressione. Colpa della società maschilista :)
Una mi ha detto che quando hanno il ciclo molte vanno nel pallone. Eppure la società fa tutto il possibile per far loro svolgere professioni di grande responsabilità come medico, ingegnere, avvocato :mad: e... soldato.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:L’uomo raffreddato soffre di più
« Risposta #10 il: Dicembre 13, 2017, 23:32:47 pm »
Due parole sulla tizia in questione...

Noi non consideriamo mai abbastanza che la cosiddetta “parità di genere” ormai in Italia non è altro che un segmento economico.
Che però a differenza di altri (quasi tutti) è un segmento economico parassitario.
Non produce di suo nessun plusvalore.
Crea fondamentalmente figure professionali economicamente ben retribuite.
Blogger, giornalisti, formatori, artisti, copy, ricercatori, intellettuali vari…
Terziario avanzato.
Gente che ha il compito di cospargere di sciolina il tracciato su cui altri e ben più imponenti segmenti economici si muovono.
Li si potrebbe tranquillamente definire opportunisti lacchè.
Ma credo sia riduttivo.
Una come Monica Ricci Sargentini sta ad una distanza siderale da un Marco Ventura.
Meno da un Matteo Viviani (le Iene) e via comparando...

Cosa unisce tutte queste figure, al di là della reale o utilitaristica partecipazione emotiva a quest’attività?
La prebenda. L’incasso. L’emolumento.
E non solo in termini di banconote.
La "parità di genere" crea o agevola carriere.
Produce rendite di posizione a soggetti senza arte ne parte.
Determina smottamenti e successivi riassestamenti di posizioni di potere.
Smottamenti in parte già in atto.
Un grande sommovimento tellurico si sta realizzando da alcuni anni a questa parte in Italia.
Ma i sismografi (gli uomini) non li captano.
Fateci caso. La parità di genere viene spacciata per moltiplicatore economico.
Mentre trattasi di semplice redistributore.
A scapito del maschile e a favore del femminile.

Se lo si dicesse chiaramente…i sismografi entrerebbero in azione.

Online Jason

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Re:L’uomo raffreddato soffre di più
« Risposta #11 il: Dicembre 13, 2017, 23:37:54 pm »
Soffrono anche più di nevrosi, sbalzi d'umore, ansia e depressione. Colpa della società maschilista :)
Una mi ha detto che quando hanno il ciclo molte vanno nel pallone. Eppure la società fa tutto il possibile per far loro svolgere professioni di grande responsabilità come medico, ingegnere, avvocato :mad: e... soldato.

Non a caso lo Xanax è un farmaco consumato prevalentemente dalle femmine .
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Re:L’uomo raffreddato soffre di più
« Risposta #12 il: Dicembre 14, 2017, 00:24:12 am »
Fateci caso. La parità di genere viene spacciata per moltiplicatore economico.
Mentre trattasi di semplice redistributore.
In realtà ha anche dei costi a carico della collettività (congedi, asili nido, privilegi vari) oltre alla perdita di efficienza documentata nel settore medico, delle FFAA ecc.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Alberto1986

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Re:L’uomo raffreddato soffre di più
« Risposta #13 il: Dicembre 14, 2017, 00:54:58 am »
Qualcuno di voi ha mai letto un articolo in cui venivano prese per il culo le donne a causa della loro maggior tendenza a soffrire di emicrania?
Io no, mai.

https://viverepiusani.it/emicrania-nelle-donne-cause-e-rimedi/

Se cominciassero a prendere pubblicamente per il culo le femmine per tutte le cose di cui soffrono, vanno incontro e si lamentano continuamente nella vita, penso che assisteremmo a suicidi di massa del fantomatico "sesso superpiù".  :lol:

Online Frank

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Re:L’uomo raffreddato soffre di più
« Risposta #14 il: Dicembre 14, 2017, 21:20:38 pm »
Se cominciassero a prendere pubblicamente per il culo le femmine per tutte le cose di cui soffrono, vanno incontro e si lamentano continuamente nella vita, penso che assisteremmo a suicidi di massa del fantomatico "sesso superpiù".  :lol:

Più che sicuro...
In merito aggiungo che le donne soffrono molto di più di anoressia e bulimia, nonché di attacchi di panico.
So che dopo la menopausa anche loro rischiano di essere colpite da infarto nella stessa misura (o giù di lì) degli uomini, ma con effetti ancora più gravi.*
Aggiungiamo pure questa malattia da cui sono colpite dieci volte di più rispetto agli uomini.

http://www.piusanipiubelli.it/lupus-eritematoso-sistemico-donne-colpite-dieci-volte-piu-degli-uomini.htm

Citazione
Lupus Eritematoso Sistemico: donne colpite dieci volte più degli uomini

Malattia autoimmune cronica, causata da un alterato funzionamento del sistema immunitario, il Lupus Eritematoso Sistemico (LES) presenta manifestazioni cliniche differenti, caratterizzate da necessità diagnostiche e terapeutiche diverse. Colpisce prevalentemente il sesso femminile (rapporto di 10 a 1 rispetto agli uomini) in giovane età: nell’80% dei casi, infatti, si manifesta tra i 15 e i 45 anni, nel periodo fertile e più produttivo della vita della donna, con pesanti ripercussioni sul piano personale, socio-relazionale e professionale.


“Il LES – sostiene Raffaella Michieli, Responsabile dell’Area Salute Donna SIMG - Società Italiana di Medicina Generale – è il tipico esempio di svantaggio del genere femminile: è una malattia rara, di difficile diagnosi, che coinvolge quasi tutti gli organi e che colpisce di più le donne, per l’appunto. Se a ciò, aggiungiamo che coinvolge le età più giovanili, con conseguenze sulla fertilità e sul bambino, abbiamo un quadro completo della tipica patologia di genere.”, sottolinea la specialista.

Ad oggi, in Italia, mancano studi epidemiologici mirati: le poche fonti a disposizione forniscono una stima del numero di persone affette da LES molto variabile, da 25.000 a 60.000. Patologia sistemica, il Lupus può colpire tutto l’organismo e accompagnarsi a manifestazioni cutanee, articolari, sierositiche, ematologiche, renali nonché a disordini immunologici. Richiede, pertanto, ai fini di un inquadramento clinico–diagnostico corretto e di un programma terapeutico mirato, l’intervento congiunto e integrato di un team di specialisti.

Inoltre, la malattia ha ripercussioni non solo di ordine fisico ma anche di natura psicologica, causati da inestetismi in zone del corpo ben visibili, quali lesioni cutanee o effetti collaterali delle terapie. “È difficile – afferma Pier Luigi Meroni, Direttore del Dipartimento di Reumatologia dell’Istituto Ortopedico Gaetano Pini e della Scuola di Specializzazione di Reumatologia dell’Università degli Studi di Milano – avere informazioni precise ed aggiornate sul Lupus Eritematoso Sistemico al di fuori dei Centri dedicati al trattamento di questa patologia. La realtà del Lupus è poco nota al grande pubblico ma anche ai medici non specialisti. Spesso le informazioni disponibili, anche tramite i media, sono imprecise e tendono a sopravvalutare la reale gravità della malattia e a sottovalutare le nostre possibilità terapeutiche. La diagnosi è comunque difficoltosa dal momento che i sintomi iniziali sono sovente poco specifici. Tuttavia, grandi progressi sono stati effettuati nell’ultimo decennio ed i nostri mezzi diagnostici si sono enormemente affinati e resi disponibili su larga scala. Anche la terapia ha raggiunto traguardi impensabili dieci anni fa; la prognosi è significativamente migliorata e soprattutto la qualità di vita dei pazienti è decisamente cambiata: si è allungata, per esempio, l’aspettativa di vita, la possibilità di avere un’attività sociale e lavorativa è diventata la regola, mentre l’opportunità di portare avanti una gravidanza non ha più le controindicazioni degli anni scorsi”, conclude lo specialista.

Alla malattia lupica è dedicato il Libro Bianco, curato dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.N.Da). Attraverso le voci autorevoli di esperti, il volume illustra gli aspetti clinici, diagnostici, terapeutici, economici e assistenziali della patologia ed evidenzia i principali bisogni delle pazienti, proponendo soluzioni operative concrete finalizzate a migliorare l’accesso dei servizi sanitari per la diagnosi e il trattamento precoce della malattia. “O.N.Da, ha condotto un’indagine conoscitiva su un campione nazionale di 250 medici e 300 donne per esplorare il grado di conoscenza e consapevolezza sulla malattia lupica da parte dei medici di base, e comprendere quali siano i bisogni effettivi e le difficoltà delle pazienti. - afferma Francesca Merzagora, Presidente dell’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna - Il 20% delle donne intervistate ha dichiarato di aver dovuto accettare lavori part-time o abbandonare posizioni di responsabilità, mentre il 19% ha cambiato occupazione e il 35% ha rinunciato al lavoro a causa dell’impossibilità fisica a mantenere a lungo impegni, o per troppi giorni di malattia (57%) o a causa di ferie e permessi (42%) per sottoporsi a continui controlli. In parallelo, è emerso il preoccupante dato che solo 1 medico di famiglia su 4 era  in grado di riconoscere i sintomi del Lupus. L’auspicio è che questo volume sensibilizzi sul tema non solo gli operatori coinvolti nella gestione della malattia, ma anche le Istituzioni, con lo scopo di giungere alla pianificazione di interventi mirati e all’organizzazione di servizi dedicati che consentano alle donne di accedere ad appropriati percorsi diagnostico-terapeutici personalizzati, fattori cruciali per garantire alle pazienti una buona qualità di vita”.

@@

* ilmarmocchio, puoi confermare?