Autore Topic: IMMACOLATA CONCEZIONE  (Letto 6266 volte)

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Offline Vicus

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Re:IMMACOLATA CONCEZIONE
« Risposta #15 il: Dicembre 25, 2017, 18:57:25 pm »
Gli antichi attribuivano agli dei banali passioni umane. Che i cristiani non attribuiscono a esseri umani come Gesù o Maria.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:IMMACOLATA CONCEZIONE
« Risposta #16 il: Dicembre 25, 2017, 21:11:42 pm »
Il colpo di genio del cristianesimo non è stato quello di cui parlano Nietzsche o Galimberti. No. Il colpo di genio è stato rendere la divinità accessibile agli umani, qualcosa di familiare di cui ci si può addirittura servire, in un'ottica squisitamente umana, senza il pericolo di diventarne invece servi, come inevitabilmente accade e come ben sapevano gli antichi per i quali la dimensione divina, sacra, era appunto da tenere separata e lontana in quanto rappresentava forze terribili ed immensamente superiori all'uomo, né gestibili né controllabili (tanto è vero che essere posseduti dal dio o dal demonio significava la stessa identica cosa, non essendo stato ancora effettuato il taglio netto bene/male che caratterizzerà il cristianesimo).
Voi invece parlate delle divinità come si potrebbe parlare degli amici del biliardo e se qualcuno vi invita a riflettere sulle conseguenze di alcuni concetti propagandati dalle religioni, che per il semplice fatto di essere centinaia al mondo non possono detenere la verità assoluta, e poi perché le idee sono importanti in quanto hanno sempre conseguenze, gli date delle risposte che fan venire in mente uno dei principi cardine dell'attività di Goebbels: trattare e parlare alle persone come fossero degli idioti che così lo diventeranno.

Qui ti sbagli: gli antichi greci e romani attribuivano agli dei le stesse (meschine) passioni, sentimenti e risentimenti umani. In più, essi avevano con gli dei un rapporto prettamente utilitaristico: li onoravano, ma essi dovevano in cambio concedere dei favori. Altrimenti, venivano adorati altri dei, più compiacenti, benevoli o attenti. Quando mi sono recato in visita turistica a Delfi e ho visto nell'annesso
museo le richieste degli oranti, mi sono divertito moltissimo a constatare il più sfacciato interesse egoistico: domande del tipo "Chiedo a te, Apollo, se il viaggio che farò a Siracusa andrà bene" oppure "Chiedo a te, Apollo, se sono miei i figli che mia moglie ha partorito oggi"
Ma il capolavoro è stato "Chiedo a te, Apollo, che dei devo adorare per avere un buon raccolto". Dove la vedi, Maverix, la "separazione"
e la "lontananza" del divino dall'umano tipica del paganesimo? Per usare un'espressione di Nietzsche gli dei pagani erano tipicamente "umani, troppo umani" e niente affatto moralmente superiori agli esseri umani. Il cristianesimo, semmai, ha avuto il merito di conferire dignità all'Essere Divino e di raccomandare un rapporto diverso ed elevato, distinto dal mero utilitarismo. Parlo, ovviamente, del vero ed autentico cristianesimo. La sua contraffazione, il cattolicesimo, con la sua mariolatria e il concetto di "Immacolata Concezione" è un'altra
cosa. Ma di questo ti sei accorto compiutamente e dovutamente anche tu. 

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Re:IMMACOLATA CONCEZIONE
« Risposta #17 il: Dicembre 26, 2017, 01:16:12 am »
Per cominciare, la data di nascita di Gesù non è esplicitata nella S. Scrittura, né è dogma di fede-

https://it.zenit.org/articles/la-storia-conferma-la-nascita-di-gesu-il-25-dicembre/

Cominciamo col dire che il solstizio d’inverno – data in cui si festeggiava nelle culture politeiste il Sol Invictus – cade il 21 dicembre e non il 25.

In secondo luogo è bene precisare che la Chiesa primitiva, soprattutto d’Oriente, aveva fissato la data di nascita di Gesù al 25 dicembre già nei primissimi anni successivi alla sua morte.

Dato che è stato ricavato dallo studio della primitiva tradizione di matrice giudeo-cristiana – risultata fedelissima al vaglio degli storici contemporanei – e che ha avuto origine dalla cerchia dei familiari di Gesù, ossia dalla originaria Chiesa di Gerusalemme e di Palestina.

E allora, se la Chiesa ha subito fissato al 25 dicembre la nascita di Gesù, abbiamo oggi prove documentali e archeologiche che possono confermare la veneranda tradizione ecclesiale? La risposta è si.

Nel 1947 un pastorello palestinese trova casualmente una giara, semisepolta in una grotta del deserto di Qumran, un’arida regione a pochi chilometri da Gerusalemme. La località era stata sede della comunità monastica degli esseni, che oltre all’ascetismo praticava la copiatura dei testi sacri appartenuti ai loro antenati israeliti. I monaci del Mar Morto produssero in pochi decenni una grande quantità di testi, poi nascosti in grandi anfore per salvarli dall’occupazione romana del 70 d.C.

All’indomani della fortunata scoperta, archeologi di tutto il mondo avviarono una grande campagna di scavi nell’intera zona desertica, rinvenendo ben 11 grotte, che custodivano, da quasi venti secoli, numerosi vasi e migliaia di manoscritti delle Sacre Scritture israelitiche, arrotolati e ben conservati.

Tra questi importanti documenti, uno ci interessa particolarmente: è il Libro dei Giubilei, un testo del II secolo a.C.

La fonte giudaica ci ha permesso di conoscere, dopo quasi due millenni, le date in cui le classi sacerdotali di Israele officiavano al Tempio di Gerusalemme, ciclicamente da sabato a sabato, quindi sempre nello stesso periodo dell’anno.

Il testo in questione riferisce poi che la classe di Abia, l’VIII delle ventiquattro che ruotavano all’officiatura del Tempio – classe sacerdotale cui apparteneva il sacerdote Zaccaria, il padre di Giovanni Battista – entrava nel Tempio nella settimana compresa tra il 23 e il 30 settembre.

La notizia apparentemente secondaria si è rivelata invece una vera bomba per gli studiosi del cristianesimo antico. Infatti, se Zaccaria è entrato nel Tempio il 23 settembre, giorno in cui secondo il vangelo di Luca ha ricevuto l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele, che gli ha comunicato – nonostante la sua vecchia età e la sterilità della moglie Elisabetta – che avrebbe avuto un figlio, il cui nome sarebbe stato Giovanni, questo vuol dire che il Precursore del Signore potrebbe essere nato intorno al 24 giugno, nove mesi circa dopo l’Annuncio dell’angelo.

Guarda caso gli stessi giorni in cui la Chiesa commemora nel calendario liturgico, già dal I secolo, sia il giorno dell’Annunciazione a Zaccaria che la nascita di Giovanni.

Detto ciò, Maria potrebbe avere avuto la visita, sempre di Gabriele, giorno dell’Annunciazione, proprio il 25 marzo. Infatti, quando Maria si reca da sua cugina Elisabetta, subito dopo le parole dell’Arcangelo, per comunicare la notizia del concepimento di Gesù, l’evangelista annota: “Elisabetta era al sesto mese di gravidanza”.

Passo evangelico che mette in evidenza la differenza di sei mesi tra Giovanni e Gesù. E allora, se Gesù è stato concepito il 25 marzo, la sua nascita può essere ragionevolmente commemorata il 25 dicembre, giorno più, giorno meno.

Se così stanno i fatti – e la fonte qumranica li documenta – possiamo affermare senza tema di smentita che grazie alla scoperta della prezioso testo, avvenuto appena sessant’anni fa, la plurimillenatria tradizione ecclesiastica è confermata: le ricorrenze liturgiche dei concepimenti e dei giorni di nascita, sia di Giovanni che soprattutto di Gesù, si sono rivelati pertanto compatibili con la scoperta archeologica del Deserto di Giuda.

Cosa sarebbe accaduto se, per esempio, avessimo scoperto che il sacerdote Zaccaria fosse entrato nel Tempio nel mese di marzo o di luglio? Tutte le date liturgiche che ricordano i principali avvenimenti dei due personaggi evangelici sopra citati sarebbero diverse da quelle indicate dalla tradizione ecclesiale. E subito gli scettici, strappandosi le vesti, avrebbero gridato al mondo intero che la Chiesa si è inventata tutto, compreso la data di nascita del suo fondatore.

Ma l’indagine non è ancora terminata! Alcuni detrattori della storicità della data del Natale al 25 dicembre hanno, infatti, osservato che in quel mese – cioè in pieno inverno – gli angeli non potevano incontrare in aperta campagna e di notte greggi e pastori a cui dare la lieta notizia della nascita del Salvatore dell’umanità.

Eppure, quanti sostengono questa ipotesi dovrebbe sapere che nell’ebraismo tutto è soggetto alle norme di purità. Secondo non pochi antichi trattati ebraici, i giudei distinguono tre tipi di greggi.

Il primo, composto da sole pecore dalla lana bianca: considerate pure, possono rientrare, dopo i pascoli, nell’ovile del centro abitato. Un secondo gruppo è, invece, formato da pecore la cui lana è in parte bianca, in parte nera: questi ovini possono entrare a sera nell’ovile, ma il luogo del ricovero deve essere obbligatoriamente al di fuori del centro abitato.

Un terzo gruppo, infine, è formato da pecore la cui lana è nera: questi animali, ritenuti impuri, non possono entrare né in città né nell’ovile, neppure dopo il tramonto, quindi costretti a permanere all’aperto con i loro pastori sempre, giorno e notte, inverno e estate.

Non dimentichiamo, poi, che il testo evangelico riferisce che i pastori facevano turni di guardia: fatto che appare comprensibile solo se la notte è lunga e fredda, proprio come quelle d’inverno. Ricordo che Betlemme è ubicata a 800 metri sul livello del mare.

Alla luce di queste considerazioni, possiamo ritenere risolto il mistero: i pastori e le greggi incontrati dagli angeli in quella santa notte a Betlemme appartengono al terzo gruppo, formato da sole pecore nere. Prefigurazione, se vogliamo, di quella parte della società, composta da emarginati, esclusi, derelitti e peccatori che tanto piacerà avvicinare al Gesù predicatore.

In conclusione, possiamo dunque affermare non solo che Gesù è nato proprio il 25 dicembre ma che i vangeli dicono la verità storica circa i fatti accaduti nella notte più santa di tutti i tempi: coloriamo di nero le bianche pecorelle dei nostri presepi e saremo più fedeli non solo alla storia quanto al cuore dell’insegnamento del Nazareno.

In altre parole, il fatto che attraverso studi lunghi e accurati finiamo per confermare quello di cui la vecchina del paese è certa da sempre, dimostra per l'ennesima volta che il cristianesimo non è soltanto, o meglio, non è affatto costituito dalla devozione a delle scritture, per cui quello che non è scritto nella Bibbia non è ortodosso. La Chiesa è invece un popolo che ha tramandato per migliaia di anni, anche "solo" attraverso quel medium che si chiama tradizione, verità e credenze che il Papa non fa altro che riconoscere e avallare nel momento in cui rischiano di essere dimenticate o confuse. Vedi il caso dell'Immacolata Concezione, o di tutti quei dogmi che, tutt'altro che essere imposti dall'alto, erano verità conosciute da sempre ai fedeli e a cui mancava semplicemente la "carta da bollo".

Se leggi invece la Bibbia nella Scrittura di I° Cronache 24:10 ti rendi conto che il padre di Giovanni Battista, il sacerdote Zaccaria, faceva
parte della ottava divisione, quella di Abia, come ci ricorda anche l'evangelista Luca. Il numero cardinale indicava l'ordine con il quale si prestava servizio nel tempio: Zaccaria doveva officiare nell'ottava settimana, appunto perchè la divisione alla quale apparteneva, quella di Abia, era proprio l'ottava. Ora, a quale periodo dell'anno corrisponde l'ottava settimana? Per quanto riguarda i servizi sacerdotali non si osservava il calendario secolare che iniziava in autunno (tuttora il capodanno ebraico cade in autunno),  ma bensì un calendario sacro che iniziava a primavera, nel mese lunare di Nisan (che corrisponde a marzo-aprile). Quindi l'ottava settimana a partire dal quel mese di primavera corrisponde alla fine di Maggio. In quel periodo venne annunciata a Zaccaria la nascita del figlio, Giovanni Battista, avvenuta nove mesi dopo, cioè all'inizio della primavera dell'anno successivo. Tuttora fonti rabbiniche affermano che il Battista nacque all'inizio di primavera. Siccome Gesù nacque sei mesi dopo Giovanni Battista, la sua nascita si collocherebbe logicamente all'inizio dell'autunno, non il  25 Dicembre. Le fonti bibliche per me, caro Vicus, hanno una valenza e un valore probatorio maggiore delle fonti extra-bibliche. Per non parlare poi delle ridicole superstizioni ebraiche che parlano di povere pecorelle nere lasciate al di fuori dell'ovile a crepare di freddo.

Offline Vicus

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Re:IMMACOLATA CONCEZIONE
« Risposta #18 il: Dicembre 26, 2017, 01:39:22 am »
Posto che la data del 25 dicembre non è un dogma di fede, esiste un'altra interpretazione della S. Scrittura che riporto qui sotto.

http://www.agoravox.it/Natale-Gesu-e-nato-davvero-il-25.html

Ci sono prove documentali a conferma della tradizione ecclesiale del 25 dicembre?

Nel suo Vangelo Luca, raccontando dell’annuncio dell’Arcangelo Gabriele che avrebbe avuto un figlio, il cui nome sarebbe stato Giovanni, menziona alcuni particolari, che non hanno alcuna valenza simbolica e tantomeno teologica:

“…c'era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abìa…” (Lc 1,5);
“Ora, avvenne che mentre egli prestava il suo servizio sacerdotale nel turno della sua classe davanti a Dio, secondo l’usanza del sacerdozio sacerdotale, gli toccò in sorte di bruciare l’incenso, entrando nel santuario del Signore…” (Lc 1,8-9).
Abbiamo qui il rimando a due fatti: il primo specifico e puntuale, l’appartenenza di Zaccaria alla classe di Abia, il secondo più generale, le turnazioni sacerdotali nel Tempio di Gerusalemme, che, per disposizione di Davide, implicavano 24 turni per le 24 classi sacerdoti (2 turni l’anno per ciascuna da sabato a sabato), come attesta il Primo libro delle Cronache (1Cr 24,1-7.19). Ed era questo (all’epoca di Luca) un fatto conosciuto da tutti e, quindi, verificabile.

Il Libro dei Giubilei

Proprio questi particolari apparentemente secondari si sono rivelati fondamentali dopo la scoperta nel 1947, nelle grotte di Qumran (località del deserto, non distante da Gerusalemme), di preziosissimi manoscritti di testi sacri colà nascosti dalle comunità degli Esseni. Essi risalgono a prima della distruzione del Tempio di Gerusalemme, avvenuta ad opera dei Romani nel 70.

Tra questi spicca il Libro dei Giubilei, del II secolo a.C., in cui sono elencati i turni delle classi sacerdotali al Tempio di Gerusalemme. Da esso risulta che la classe di Abia (quella di Zaccaria), ottava delle 24 che ruotavano nell’officiatura, officiava nel Tempio, una delle due volte in cui era di turno, nella settimana compresa tra il 23 e il 30 settembre.

La notizia indica una data storica esterna, non biblica, patristica e liturgica, che conferma il racconto di Luca e avvalora le date della tradizione della Chiesa. “Infatti, se Zaccaria è entrato nel Tempio il 23 settembre, giorno in cui secondo Luca ha ricevuto l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele che avrebbe avuto un figlio, il cui nome sarebbe stato Giovanni, questo vuol dire che il Precursore del Signore potrebbe essere nato intorno al 24 giugno. Guarda caso gli stessi giorni in cui la Chiesa commemora nel calendario liturgico, già dal I secolo, sia il giorno dell’Annunciazione a Zaccaria che la nascita di Giovanni” (Michele Loconsole, Gesù nacque la notte del 25 dicembre. Lo dicono gli storici e l'archeologia, Zenit 25-12-2009). Per completezza aggiungo che il rito bizantino fa memoria al 23 settembre dell’annuncio dell'angelo a Zaccaria.

Se questo è vero, ne segue che “nel ciclo di Cristo Signore, che Luca pone in forma di un dittico speculare con quello del Battista, l’annunciazione a Maria Vergine di Nazareth nel mese sesto dopo la concezione di Elisabetta (Lc 1, 28) risulta come un’altra data storica” (Tommaso Federici, 25 dicembre etc.).

Pertanto, anche la ricorrenza liturgica del Natale al 25 dicembre (15 mesi dopo l’annuncio dell’angelo a Zaccaria, 9 mesi dopo l’annuncio a Maria e 6 dopo la nascita del Battista) si rivela compatibile e fondata storicamente.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.