Non sono d'accordo: la Difesa non è affatto un ministero che non conta quasi nulla.
E comunque, a prescindere dall' importanza o meno, la questione è
simbolica, per così dire, perché non è possibile che un gruppo di parlamentari di sesso maschile affidi la Difesa del Paese a chi... deve essere difesa!
Dico: stiamo parlando di una femmina, nonché di una tizia che non ha mai prestato servizio militare e consequenzialmente non sa nemmeno come si tiene un fucile in mano!
Affidare la Difesa ad una femmina è veramente oltraggioso verso gli uomini, altro che chiacchiere! *
https://www.ilprimatonazionale.it/politica/generale-della-folgore-contro-la-neoministra-trenta-quelle-stellette-per-finta-86578/Roma, 1 giu – “Hanno la faccia come il c**lo. Completeranno la distruzione delle Forze Armate con queste incompetenti allo sbaraglio. D’altronde ormai è un dato acquisito: se non sei donna non puoi fare il ministro della Difesa“.
Così si sfoga sui social il Generale della Folgore Marco Bertolini, presidente dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, in merito alla nomina di Elisabetta Trenta, docente universitaria ed esperta di sicurezza e intelligence, con il grado di capitano della riserva selezionata dell’Esercito, a nuovo ministro della Difesa.
“E ci siamo fatti male da soli: abbiamo concesso gli stessi gradi che diamo a ufficiali che devono superare una durissima selezione ed un difficile percorso professionale ed etico in Accademia, a dilettanti che, in attesa di un impiego più consono alle loro capacità, vengono trasformati in militari senza averne la motivazione. Per imposizione delle mani o per decreto poco cambia”, sottolinea il Generale Bertolini.
“Poi ce li ritroviamo candidati addirittura a ministri della Difesa come questa signorina, accampanando chissà quali esperienze. Esperienze ridicole ma che in in un’attualità ridicola come l’attuale sembrano serie“, prosegue il presidente dell’Anpdi.
“Povere Forze Armate. Povera Italia. Il fatto stesso che una proposta del genere, provocatoria ed umiliante per chi le stellette le ha veramente, venga avanzata la dice lunga sul punto al quale siamo arrivati“, conclude Bertolini, rimarcando che la Trenta il servizio militare vero e proprio non l’ha fatto, ma è stata promossa ufficiale in base al regolamento della riserva selezionata. Sul sito ufficiale dell’Esercito italiano si legge infatti che tale “nomina costituisce un provvedimento che può essere adottato nei confronti di ‘cittadini italiani in possesso di spiccata professionalità che diano ampio affidamento di prestare opera proficua nelle Forze Armate'”. Insomma, le stellette non sono “sudate” sul campo.
@@
* Il fatto che anche altri Paesi come la Norvegia, l'Albania, la merdosa Germania, etc, abbiano delle femmine alla Difesa è una ben magra consolazione.
Anzi, la dice lunga sulla femminilizzazione di quei Paesi.
@@
Il generale Marco Bertolini.
https://it.wikipedia.org/wiki/Marco_BertoliniMarco Bertolini (Parma, 21 giugno 1953) è un generale italiano, già comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze[1] e della Brigata Folgore, Presidente dell'Associazione Nazionale Paracadutisti d'Italia dall'aprile 2017.
Indice
1 Biografia
2 Onorificenze
2.1 Onorificenze italiane
2.2 Onorificenze straniere
3 Note
4 Altri progetti
Biografia
La carriera militare del generale Bertolini si contraddistingue per lo spiccato profilo operativo, trascorso quasi interamente al comando di unità di Forze Speciali o di Paracadutisti[2].
Figlio di un reduce della Battaglia di El Alamein[3], Marco Bertolini cresce nell'appennino reggiano fino alla sua ammissione all'Accademia Militare di Modena nel 1972.
Dopo la promozione a Tenente viene assegnato alle Forze Speciali, presso l'allora 9º Battaglione d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin” della Brigata Paracadutisti "Folgore". Dopo aver conseguito il brevetto di incursore paracadutista, presso il "Col Moschin" ricoprirà tutti gli incarichi di comando delle varie unità, dal Distaccamento Operativo, alla Compagnia Incursori (fino al 1983), dal Battaglione (1991-1993) fino al Reggimento (1997-1998).
Anche presso la Brigata "Folgore" ha via via ricoperto tutti i principali ruoli di staff e di comando; dopo aver comandato la 4ª compagnia paracadutisti del 2º Battaglione Paracadutisti "Tarquinia" (1983-1985), della Brigata è stato Capo di Stato Maggiore, Vicecomandante, Comandante del Centro Addestramento di Paracadutismo e infine, dal settembre 2002 al luglio 2004, Comandante.
Il 29 luglio 2004 è stato nominato primo Comandante del Comando Interforze per le Operazioni delle Forze Speciali, neonata struttura di coordinamento interforze tra tutte le forze Speciali Italiane, organismo voluto dall'allora Capo di Stato Maggiore della Difesa Ammiraglio Giampaolo Di Paola.
Ha mantenuto tale incarico fino al settembre 2008 quando ha assunto l'incarico di Capo di Stato Maggiore del Comando ISAF in Afghanistan, primo ufficiale italiano a ricoprire questo ruolo[4].
Dal dicembre 2009 ha retto il Comando Militare Esercito Toscana con sede in Firenze.
Il 6 febbraio 2012 è tornato in ambito operativo quale Comandante del Comando Operativo di vertice Interforze fino al 1 luglio 2016, giorno in cui è cessata la sua carriera militare[5].
Ha frequentato il 111º Corso di Stato Maggiore presso la Scuola di Guerra di Civitavecchia; ha anche ricoperto a più riprese incarichi di staff presso lo Stato Maggiore dell'Esercito, in particolar modo presso il III Reparto - Ufficio Operazioni e Ufficio Addestramento (dal 1985 al 1990 e dal 1993 al 1997).
Numerose e diversificate sono le operazioni fuori area cui il Generale Bertolini ha partecipato spesso con ruoli di Comando, impiegato soprattutto nell'ambito delle Operazioni Speciali: in Libano dal settembre 1982 al giugno 1983; in Somalia dal dicembre 1992 al giugno 1993; in Bosnia Erzegovina dal giugno 1996 all'aprile 1997; presso la Repubblica di Macedonia (FYROM) quale Capo di Stato Maggiore della "Extraction Force" della NATO per l'eventuale recupero dei verificatori dell'OSCE in Kosovo; in Afghanistan in due occasioni, dal giugno 2003 al 18 settembre 2003 (Comando del Contingente italiano nell'ambito dell'Operazione Nibbio) e dal dicembre 2008 ad ottobre 2009 (quale Capo di Stato Maggiore di ISAF in Afghanistan).
Il Generale Bertolini è stato istruttore di paracadutismo con 1500 lanci con tecnica a caduta libera all'attivo.
Il 1 luglio 2016 è andato in congedo per raggiunti limiti d'età[6].
Nel settembre 2016 accetta l'incarico di Vice presidente dell'Associazione Nazionale Paracadutisti d'Italia[7] per diventarne il Presidente il 23 aprile 2017.
Onorificenze
Onorificenze italiane
Ufficiale dell'Ordine militare d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale dell'Ordine militare d'Italia
«Comandante del Contingente italiano in Afghanistan, ha costantemente operato con professionalità, coraggio ed elevatissima capacità organizzativa. Nonostante la situazione di pericolo ed esponendosi in prima persona, si è prodigato per negare la libertà d'azione a formazioni terroristiche in aree critiche in prossimità del confine pakistano. Ufficiale Generale di assoluto rilievo e di comprovato valore e senso di responsabilità, ha consentito al contingente di raggiungere pienamente tutti gli obiettivi imposti dal mandato, riscuotendo il plauso incondizionato delle altre forze della coalizione rafforzando ulteriormente il prestigio dell'intera Nazione e delle sue Forze Armate. Khost (Afghanistan), 16 giugno – 15 settembre 2003.»
— 26 maggio 2004[8]
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria Croce di guerra al valor militare
«Ufficiale del contingente di pace nel Libano, Comandante di Reparto incursori, interveniva a sostegno di una pattuglia di altri militari, caduta in un sanguinoso attacco. Benché colpito in seguito ad azioni di armi automatiche e lancio di bombe, reagiva con tempestività e determinazione, restando al comando dei propri uomini. Beirut, 15 marzo 1983.»
— 2 marzo 1984[9]
Croce d'oro al merito dell'Esercito - nastrino per uniforme ordinaria Croce d'oro al merito dell'Esercito
«Capo di Stato Maggiore della Brigata multinazionale nord impiegata in Bosnia Erzegovina nell'operazione IFOR/SFOR emergeva, nell'ambito del contingente, quale figura chiave e punto di riferimento per l'assolvimento della missione, evidenziando straordinaria professionalità, totale disponibilità e brillanti doti di equilibrio. In possesso di innate doti di leader e di notevole esperienza di Stato Maggiore, forgiava intorno a sè uno staff armonico e motivato che, nell'esempio dei, capo trovava le risorse per gestire in modo ottimale ogni momento di crisi e, soprattutto, sostenere adeguatamente il comandante della brigata nella sua azione di comando. Magnifica figura di uomo e di ufficiale di stato maggiore, ha contribuito in maniera determinante al pieno successo della missione ed all'affermazione del contingente italiano nel contesto multinazionale dando lustro al Paese, alla forza armata ed alla specialità di appartenenza. Sarajevo, 24 giugno 1996 - 25 marzo 1997.»
— 25 maggio 2000[10]
Croce d'argento al merito dell'Esercito - nastrino per uniforme ordinaria Croce d'argento al merito dell'Esercito
«Comandante del 9º Battaglione d'assalto paracadutisti "COL MOSCHIN" facente parte del contingente militare italiano "IBIS", impegnato nell'operazione ONU di "PEACE KEEPING" in Somalia, improntava la sua azione di Comandante ad ardente fede nella missione umanitaria, sempre pronto, con i suoi uomini, alle richieste di intervento ad ogni ora del giorno e della notte, veniva spesso impiegato con il suo reparto per creare una cornice di sicurezza a favore delle truppe impegnate nelle quotidiane azioni di rastrellamento per la ricerca e la confisca di armi ai ribelli somali. Innumerevoli sono stati gli interventi e gli scontri a fuoco che con i suoi incursori ha sostenuto per contrastare l'attività banditesca dei clan somali e per l'individuazione ed il sequestro di notevoli quantitativi di armamento e munizionamento occultati nei luoghi più impensabili. Notevole è stata anche la sua intelligente e capillare azione per la ricerca di informazioni preziose per la sicurezza delle Forze Italiane ed Internazionali impegnate in Somalia. Con la continuità di presenza, serenità di comportamento, il senso del dovere ed il coraggio suscitava l'ammirazione dei suoi incursori, affrontando con elevatissimo spirito di corpo ed ammirevole slancio le difficoltà ambientali ed operative. Primo tra i primi sulla linea del fuoco assolveva i compiti affidatigli senza flessioni, con sprezzo del pericolo e l'orgoglio di condurre in operazioni i suoi uomini, punta di diamante del contingente. Magnifica figura di combattente e di comandante ardito ed energico. Chiarissimo esempio di soldato che ha dato lustro all'Esercito Italiano e che ha riscosso unanime ammirazione anche dalle Forze Armate Internazionali impiegate in Somalia. Mogadiscio (SOMALIA), 26 giugno 1993.»
— 21 febbraio 1995[10]