In rilievo > Violenza Femminile: la violenza DELLE donne

Nuova Zelanda: solita violenza fisica in risposta ad un gesto di goliardia

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daria_campese:
Questi spezzoni di varie donne che aggrediscono fisicamente i maschi sono evidentemente casi molto isolati , distanti nel tempo , e che non hanno nessuna relazione tra loro e non è come i vari video-montaggi visti in questo topic vogliono far crederci nel senso che danno la falsa percezione della frequenza i questi spiacevoli episodi.
Considerate una nazione vasta come gli USA e se ne comprenderete  la rarità assai diluita di tutto questo.
Nel caso della Nuova Zelanda , argomento principale di questo topic , vale lo stesso discorso ma a differenza degli USA è una nazione che per estensione territoriale è poca cosa , pertanto i casi sono ancora piu' diluiti
Rendendo è come sommare i femminicidi o presunti tale in un grande numero cosi' da ottenere l'effetto emergenza. Negli ultimi articoli dove si parla della famosa legge "Codice Rosso" parlano di 150 femminicidi l'anno , che è un un numero sufficiente a creare quel clima di allarmismo e soprattutto col fine di approvare al piu' presto la legge.

Frank:
Casi molto isolati ?
Non direi.
Peraltro quei video servono a testimoniare semplicemente che esiste anche la violenza in versione femminile.
Poi, che tanti uomini la sottovalutino o la considerino poca cosa, è storia vecchia.



--- Citazione ---Questi spezzoni di varie donne che aggrediscono fisicamente i maschi
--- Termina citazione ---

Non prendertela, ma scrivere le donne e i maschi non è corretto.
Si scrive le donne e gli uomini, oppure le femmine e i maschi.
Altrimenti, di rimando, si potrebbe anche far riferimento agli uomini ed alle femmine.
Qui siamo nel forum dedicato alla questione maschile, non su Repubblica o l'Espresso.

Frank:
Posto qui questo link segnalatomi da una conoscenza.

https://www.facebook.com/Lo-Stupro-%C3%A8-una-tortura-Passa-parola-a-Scuole-Universit%C3%A0-Mass-media-ecc-1819622551596126/

Mah...

Vicus:
Ha sbagliato lingua; i destinatari della sua pagina non parlano italiano. E se anche lo parlassero, cambierebbe molto poco.
7  ilioni di italiani hanno violentato donne? Azz, magari ci sono anch'io e non me ne sono accorto!

Frank:
Ennesimo caso di inferiorità morale femminile e parimenti di assoluta idiozia maschile.

https://www.lastampa.it/2019/04/26/cronaca/ho-sentito-un-pap-gridare-al-figlio-che-avrebbe-dovuto-picchiarmi-pi-forte-jgWugZR7WmlLAzAgdLShDN/pagina.html?fbclid=IwAR17t2GF90RmwD_qoEMS3wxUe60RFF6ws2zF3zB-bEeRRbNegAwDAAQCHXI


--- Citazione ---“Ho sentito un papà gridare al figlio che avrebbe dovuto picchiarmi più forte”
Il racconto del giovane aggredito da una folla di coetanei nella zona nord di Torino
REPORTERS

Pubblicato il 26/04/2019
Ultima modifica il 26/04/2019 alle ore 07:29
MASSIMILIANO PEGGIO
«Quel gruppo di coetanei mi stava cercando da giorni. Ero diventato il loro bersaglio, senza saperlo. Solo quando mi sono trovato negli uffici della polizia, in via Tirreno, ho scoperto perché sono stato aggredito e picchiato. Una mia ex fidanzatina, una con cui avevo avuto una breve relazione, di appena quattro giorni, più di un anno fa, ha raccontato al suo nuovo tipo che l’avevo molestata puntandole un coltello alla gola. Si è inventata tutto. Ha detto una bugia. Sì, è vero, siamo stati insieme, ma lei era consenziente. Si è voluta vendicare così perché l’ho lasciata. Ho spiegato tutto alla polizia».

Seduto di fronte a un caffè, mostra gli occhi cerchiati di ematomi. Il ciuffo di capelli gli spunta ribelle da sotto il cappuccio di una felpa nera.

Che cosa ti hanno fatto?

«Mi hanno picchiato per bene. Sono stato in ospedale. Mi fa male dappertutto. Però sono stato bravo a difendermi, perché ho saputo che il mio rivale, quello che mi ha aggredito per primo, fa arti marziali. Era molto aggressivo. Mi ha infilato le dita negli occhi e mi ha schiacciato la testa sul marciapiede».

Andiamo per ordine. Come sono andati i fatti?

«La sera del 24 aprile, pochi minuti prima delle 18, stavo aspettando il 72 con la mia fidanzata di fronte al centro commerciale Area 12. Con me avevo un cagnolino e lo stavo riportando a casa della padrona. Per guadagnarmi qualcosa faccio il dog sitter. Mentre eravamo lì, sono arrivati quattro ragazzi. Uno di loro mi ha chiamato per nome e cognome. Non sapevo chi fossero. Non li avevo mai visti prima. Non ho risposto, ma loro hanno capito che ero io quello che stavano cercando. Quello chi mi ha fatto la domanda si è tolto la giacca e mi è venuto addosso. Anche gli altri hanno cercato di farsi sotto. La mia fidanzata era spaventata. Dopo poco è arrivato l’autobus».

Sei riuscito a salire?

«Sì, dopo essermi liberato. Non so come ho fatto. Anche perché nel frattempo sono arrivati altri ragazzi. Saranno stati in tutto una ventina. Tra loro c’erano anche delle ragazze, tra cui la mia ex. Ma l’ho riconosciuta dopo. In ogni caso sono riuscito a spingere la mia fidanzata e il cagnolino sul pullman. Il gruppo però si è diviso. Alcuni sono saliti sul bus, altri si sono messi a correre per la strada, fino alla fermata successiva. Salendo, hanno bloccato le porte, per impedirci di scendere. Una scena incredibile. Gli altri passeggeri erano spaventati. Alcuni sono stati minacciati. “Non impicciatevi” gli gridavano. Ricordo una bambina che si è messa a piangere».

Poi l’autobus è ripartito

«Sì. Strada facendo hanno continuato a minacciarmi e a insultarmi. Col telefonino sono riuscito a chiamare il compagno di mia mamma. Gli ho chiesto aiuto, non sapevo che cosa fare. Quelli attorno a me, dicevano che non avevo scampo, che non sarei usciti da lì».

Così siete arrivati fino in via Borgaro.

«Esatto. Lì è successo il finimondo. Il compagno di mia mamma è arrivato in auto. Ha cercato di aiutarmi e portarmi via. Ma la folla lo ha circondato e picchiato. Tutti quei ragazzi lo prendevano a calci. Dopo essersi liberato, ha fatto salire in auto la mia ragazza e il cagnolino. Io non ce l’ho fatta. Uno, da dietro, mi ha afferrato le spalle e trascinato a terra. E mi ha detto: “Adesso ti picchiamo e ti facciamo anche la collanina”. E mentre lo diceva l’ho sentita strapparsi. Sono stati attimi concitati. Sono caduto. Così hanno ripreso a prendermi a calci. Non sapevo come fare a parare i colpi. In via Borgaro sono arrivati altri ragazzi. Alla fine saranno stati più o meno una quarantina. C’erano anche dei genitori, chiamati con i cellulari. L’autista del bus è sceso per fermare la lite e si è preso due schiaffoni. Poi sono spuntati anche dei cacciavite e dei coltelli, con cui hanno danneggiato la nostra auto. Stava per finire molto male. Eravamo accerchiati. La gente urlava. Poi un ragazzo di colore, uno di quelli che chiede l’elemosina agli incroci, mi ha aiutato a salire sulla macchina, fermando quelli che mi stavano picchiando. A quel punto sono salito sull’auto e ci siamo allontanati».

Poi è arrivata la polizia?

«Si, dopo qualche minuto è arrivata la polizia. C’erano tante volanti. La strada era completamente bloccata. Solo a quel punto ci siamo riavvicinati. Agli agenti abbiamo raccontato che cosa era successo. Siamo finiti tutti negli uffici di via Tirreno. Lì ho scoperto il motivo dell’aggressione. Alcuni genitori hanno continuato a insultarci. Il papà di quello che mi aveva iniziato a picchiarmi, ha detto al figlio che aveva fatto bene ma che avrebbe dovuto picchiarmi più forte. Ecco, sentire un genitore dire quelle cose, mi ha fatto stare male. Adesso voglio stare con i miei amici e con le persone che mi vogliono bene. Voglio dimenticare questa brutta storia».
--- Termina citazione ---

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