Autore Topic: L'eclissi del padre: matriarcato e distruzione della civiltà  (Letto 5852 volte)

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Offline Vicus

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L'eclissi del padre: matriarcato e distruzione della civiltà
« il: Agosto 04, 2020, 22:12:28 pm »
Un valido utente mi segnala un video imperdibile, ricco di informazioni e spunti per la Questione Maschile indipendentemente dalle convinzioni di ciascuno. Considerata la durata del video ne ho fatto un'ampia sintesi che consiglio di leggere per intero. Ognuno di voi vi troverà senz'altro spunti interessanti:

Padre, autorità e verità sono strettamente interconnessi. Le varie rivoluzioni a partire da quella protestante e francese sono tutte parte di un unico processo di dissoluzione nichilistica del padre che culminano col '68, il fenomeno più pianificato e artificiale della storia, che demolisce scientificamente il concetto stesso di paternità, anche con l'aiuto dei media che trasmettono h24 programmi che sviliscono la figura paterna. E' un'epoca nemica della paternità.
Oggi c'è potere senza autorità, in questa democrazia totalitaria siamo tutti "fratelli" ma orfani di padre.
Il laicismo e liberalismo di oggi sono totalitari, specialmente nella loro negazione della verità e di ogni "autorità".
Abbiamo sempre più famiglie senza padre (sconosciuto, separato ecc.)
Il '68 spezza deliberatamente il codice sociale legato alla paternità. Le generazioni successive sono figlie di padri feriti dal '68.
A ciò fa seguito l'eclissi del maschio, con lo scandalo ad esempio delle donne soldato, fenomeno contro natura deplorato da Platone già nell'8° libro della Repubblica: per il filosofo le donne che si mettono a praticare arti marziali sono il segno del degrado ultimo della società, una profanazione del codice paterno e maschile.
Parla anche di quote rosa e della profonda femminilizzazione della società cui si accompagna la mascolinizzazione della donna. Il ribaltamento dell'ordine di TUTTE le civiltà.
Se tutte le civiltà sono state patriarcali, vuol dire che c'è un senso in questa cosa. La modernità è ideologica, nel senso che considera giusta l'ideologia e sbagliata la realtà. TUTTE le civiltà si pensano, fino al 1789, come custodi del mos maiorum. TUTTE (cinese, babilonese, egiziana, romana, greca, amerindia) erano coscienti che sarebbero finite se fosse cessato il codice patriarcale di valori immutabili su cui erano basate. Dalla Rivoluzione Francese, per la prima volta nella storia nasce il mito del progresso, per cui il mondo sarà tanto migliore quanto più distruggerà la civiltà e ciò che è sempre stato prima.
Se sempre l'uomo ha costruito civiltà patriarcali, questo deve avere una ragione.
Lo dice la psichiatria come la statistica: se si va a distruggere il padre crolla tutto, si sfarina, si sbriciola l'intero edificio sociale. (Mio commento: ecco perché i modelli femministi basati su paternità incerta e "multipla" (molti padri=nessun padre) sono inevitabilmente e profondamente nichilisti.)
Oggi il padre è il grande assente: assenza fisica, assenza giuridica, assenza anagrafica (con la fecondazione artificiale, ecc.) Se masi c'è fisicamente, non è il pater di romanistica memoria, ma è imprigionato nell'adolescenza.
Il padre è la legge, il nomos che libera: il declino della figura paterna è legato all'anarchia del '68 (vietato vietare). La libertà senza confine è una fiamma che brucia le persone come le famiglie, come vediamo. La legge, il confine, i valori civili sono necessari per la sussistenza di ogni civiltà e sono prerogative MASCHILI.
Demistifica l'illusione di una famiglia governata in modo "paritario": la famiglia è una società, e come tale deve esserci un'autorità, senza la quale non c'è pace né ordine (come vediamo oggi). E un'autorità non può essere tale se non è piena e indivisa, altrimenti in caso di conflitto chi decide? Lo sappiamo: la nuova, vera autorità in famiglia, lo Stato.
Il capofamiglia non ha nulla a che vedere col potere stolto, vuoto e spietato di concezione moderna.
Come hanno detto anche altri, la famiglia è il baluardo contro ogni potere totalitario, che finché ci sono famiglie [e non branchi di "padri multipli" e figli di nessuno] non può prevalere. Il potere lo sa bene e fa di tutto per distruggerla, come ha tentatom invano il comunismo.
Senza il padre il baricentro diventa il piacere (la femminea società dei consumi): l'infanzia e l'adolescenza da prolungare all'infinito. L'uomo diventa un automa desiderante in un'infanzia che non finisce più.
Impagabile la parte sulla femminilizzazione della didattica e sul crollo del rendimento scolastico nelle classi miste (come da abbondanti studi statistici).
Anche il lavoro urbano femminilizza l'uomo: l'azienda è una specie di dea madre che provvede a tutto, decide tutto, deresponsabilizza e allo stesso tempo è minacciosa. Situazione molto diversa dal contadino padrone del suo campicello che doveva cavarsela in ogni situazione, dalla grandine all'invasione dei lanzichenecchi: analfabeta, ma che la sapeva lunga sulla vita e ha fatto l'Occidente.
A questo punto il relatore parla della fabbrica dei divorzi mettendo insieme una serie di riforme mirate da far inorridire qualsiasi laicista: divorzio, aborto, legalizzazione di pornografia e contraccezione e ciliegina sulla torta abolizione del capofamiglia e della patria potestà. Secondo lui il nuovo diritto di famiglie è puro delirio, dove ad esempio dice che i coniugi scelgono il domicilio familiare (prima lo sceglieva l'uomo). Cosa vuol dire, che ognuno va a vivere a casa sua? Sembra una battuta, ma è proprio quello che succede con le separazioni dove la donna occupa la casa pagata dall'uomo.
Si notino gli effetti sinergici di tutte queste innovazioni:
- La vita viene erotizzata, ossia si insegna che è tanto più riuscita quanto più è satura di esperienze sessuali (vale anche per le donne sollecitate in ogni modo a cercare sempre nuove esperienze)
- A questo punto la donna può farsi l'amante e comunque divorziare senza conseguenze, anzi viene premiata economicamente e socialmente
- La patria potestà e l'istituto del capofamiglia vengono aboliti aprendo ad abusi di ogni genere in fase di separazione
L'erotizzazione della donna è il vero segreto del '68. A questo punto l'uomo, emarginato e deresponsabilizzato, sprofonda in un'immaturità assediata dalla ricerca incessante del piacere e la donna comincia a pensare al figlio come a una sua illimitata disponibilità, tanto che l'aborto calpesta il diritto del padre di generare.
L'erotizzazione di massa è stata messa a punto dai servizi segreti occidentali.
L'aborto è la logica conclusione di questo processo, mai avvenuto prima d'ora nella storia, che al di là di qualsiasi considerazione morale è una catastrofe antropologica: una società che non procrea più è destinata a diventare polvere, prima sotto forma di vuoto interiore, di nichilismo, poi di materiale dissoluzione.
A questo punto il relatore passa in rassegna i noti disastri dell'industria del divorzio: 50% di sperazioni (forse molte di più), 80% dei figli affidati alla madre, sequestro della casa paterna in favore della donna. Cosa poco nota anche tra gli attivisti maschili per cui il divorzio è un "diritto" e un dogma intoccabile: l'avvento del divorzio provocato un aumento del 72% dei suicidi maschili, ha peggiorato lo stato di salute degli uomini, ne ha accorciato la vita. Entro 3 anni dal divorzio i padri non vedono più i figli. La femminilizzandone della magistratura è pressoché totale.
L'autore non manca di parlare della falsa e strumentale emergenza del femminicidio e di dire che il 70% dei divorzi è voluto dalla donna.
Il 90% dei barboni e dei figli fuggiti di casa è cresciuto senza padre, come l''85% dei giovani delinquenti. Dove non c'è padre c'è un addensamento impressionante di patologie sociali e molto difficili da curare. Che se lo mettano bene in testa coloro che parlano di paternità collettiva e "non naturale".
Tutte le rivoluzioni vengono condotte da minoranze potenti e organizzate. A partire dalla 2° Guerra Mondiale, e in particolare col '68, c'è un massiccio uso di professionisti di scienze umane (psichiatria, psicologia del profondo, neuroscienze ecc.) per vibrare attacchi profondi al codice culturale dei Paesi oggetto di attacco.
Ogni civiltà ha un proprio codice sorgente, un algoritmo, un "software" che produce quella civiltà. Se riesco a infrangere quel codice sorgente, spezzo quel popolo molto più che con le bombe atomiche.
Un caso di scuola: ai giapponesi la distruzione di Tokio (150000 morti con bombe al fosforo) non fece paura più di tanto. Erano un popolo formato per superare catastrofi di ogni genere. MA avevano un culto della famiglia, c'erano famiglie numerose ed è lì che bisognava colpire: dopo l'occupazione la prima cosa che il generale McArthur impone è l'aborto. Già negli anni '50 si era arrivati a 7-8 milioni di aborti, un vero sterminio altro che atomiche. Non avendo i giapponesi i valori cattolici a frenare questo fenomeno era il loro punto debole e la società collassa: oggi malgrado il benessere ha una demografia tra le più basse al mondo. L'aborto fu l'arma scelta dei servizi americani per demolire il Giappone, che oggi è il Paese più vecchio del mondo, è un Paese morto. Sembra prospero grazie a iniezioni di liquidità enormi, e all'inerzia della sua gigantesca struttura industriale ma come dice il relatore "è un Paese finito, ve lo garantisco. Come l'Italia, anch'essa a 1,3 figli per donna. Non c'è niente di più difficile che convincere una donna ad essere madre quando è persuasa con la propaganda che è meglio non avere figli. E' più facile scalare l'Everest di notte a piedi nudi ".
Per chi non crede ai "poteri forti" che comandano dietro le quinte: se comandano davvero i parlamenti, come mai il matrimonio omosessuale è passato di colpo in 28 Paesi, e così pure aborto e divorzio?
Il problema era: come mantenere il potere in Paesi con "troppa" democrazia, suffragio universale e istruzione di massa? Certi governi si misero al lavoro e fu trovata la soluzione: si studiò attentamente su detenuti (programma MK Ultra) l'effetto di pornografia e droghe.
La droga è da sempre monopolio dei governi anglosassoni (con la mediazione di reti malavitose ma anche direttamente, es. i traffici durante la guerra del Vietnam, la coca sudamericana ecc.), si pensi alla Cina distrutta dagli inglesi con le due guerre dell'oppio.
Col '68 arriva contemporaneamente una massiccia diffusione di droga e pornografia, organizzata dai governi. L'effetto era quello studiato dagli psichiatri: la regressione e femminilizzazione dell'uomo.
La pornografia opera un vero e proprio lavaggio del cervello di massa, dissociando la sessualità dall'affettività. La sessualità viene "sganciata da qualunque più profondo e umano ancoraggio emotivo e spirituale, da una vera amicizia, da una vera comunione".
Che sia (ipotizzo) una delle ragioni per cui gruppi come gli Incel, che incredibilmente associano la sessualità all'affettività, danno tanto fastidio?
Questa operazione psicologica tramite pornografia e altri mezzi produce uomini particolarmente passivi, particolarmente conformisti e fragili, pieni di paure e di ansie e bisognosi di un potere autoritario.
Così si è ottenuta la società che si voleva ottenere. Il fulcro della società dei consumi è la distruzione del padre e della famiglia, perché i poteri totalitari sentono che la famiglia impedisce il consumismo. L'uomo solo, pieno di ansie, schiavo delm piacere, abbrutito da una vita degradata, non spirituale, senza orizzonti è il perfetto consumatore! L'ideale è una famiglia divisa, spezzata, persone sole, ansiose, smarrite, senza certezze né confini, senza la forza, come dice Claudio Risé, che solo il padre può dare. Disgregare la famiglia per produrre una serie di "atomi" fragili, bisognosi di acquisti compulsivi per sentirsi vivi.

Ed ora la domanda chiave: perché affossare proprio l'Occidente e il cristianesimo e non ad esempio l'islam o l'Asia? Perché in occidente esiste ancora il concetto di PERSONA. In Asia non esiste l'operaio della Toyota, con i suoi diritti e rivendicazioni: un operaio E' PARTE della Toyota, come una formica in un alveare. Non protesta, non si ribella. Le filosofie orientali NEGANO positivamente l'idea di persona: per il buddismo e l'induismo l'essere umano è un'illusione, una punizione e il paradiso buddista è il nulla, l'estinzione (traduzione della parola nirvana).
Anche nell'islam non esiste la persona, sono tutti sudditi sottomessi a un despota divino, incarnato dallo sceicco di turno. L'islam dà solo dispotismi.

Nota finale del relatore: chi difende sistematicamente Bergoglio ogni volta che viene criticato? Radio Radicale. E Bergoglio sta lavorando alle diaconesse, alla Messa comune con i luterani... il mondo alla rovescia. Ma "più la battaglia è terribile , più è bello combattere".

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https://www.coscienzamaschile.com/index.php/topic,2042.msg7663.html#msg7663
« Ultima modifica: Agosto 04, 2020, 23:19:48 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Vicus

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Re:L'eclissi del padre: matriarcato e distruzione della civiltà
« Risposta #1 il: Agosto 07, 2020, 06:50:57 am »
La seconda parte è IMPERDIBILE. Qualunque cosa pensiate, è una miniera di informazioni:

QUELLO CHE NON SAPETE SUL MATRIARCATO
Le società matriarcali sono società che non conoscono la paternità. Ma andiamo con ordine. Il prof. D'Amico conferma, come altri antropologi, che società matriarcali non sono mai esistite. Tuttavia, esistono società che del matriarcato hanno alcuni tratti. E' fondamentale tenere a mente che:
1. Le società quasi matriarcali sono rarissime e una buona ragione dev'esserci
2. Sono tutte rimaste all'età della pietra, verso la quale stiamo tornando a passi da gigante
In queste società estremamente primitive neppure si sa come nascono i figli; si crede che la donna abbia un "divino" potere di generarli da sola. Ragion per cui gli uomini si provocano sanguinamenti dal naso per emulare il ciclo mestruale... [roba che neanche il Pianeta delle Scimmie.]
Queste società sono caratterizzate dalla covada (il nome dice tutto), la sottomissione dell'uomo nei confronti della donna. Quando la donna partorisce il riposo puerperale lo fa l'uomo, cioè l'uomo è trattato come se avesse partorito lui [e qui non mi dilungo sulla neo-cultura dei mammi e dei matrimoni omo che ancora una volta dimostrano la stretta affinità tra femminismo e ideologia LGBT]. Con la "covada" mentre la donna partorisce è l'uomo a gemere, in un folle, patologico tentativo di imitare la donna [no comment].
Tutte le società matriarcali pensano a dio come donna, come madre. Se Dio è Padre è legge, giudice, potere; invece il dio-madre è un dio adatto alle debolezze dell'uomo moderno: non vuole un nomos, una legge che limiti la sua vita; non vuole giudizio; non vuole Inferno né Paradiso ([quello zerbino di] John Lennon, Imagine). Nelle società matriarcali gli uomini devono considerare anche se stessi come donna, devono diventare donne. Oggi, con il gender e l'omosessualismo questo si ripete, l'uomo di successo deve fare outing. In queste società l'uomo è ai margini della società. Oggi siamo tornati alla covada, ci obbligano a sentirci tutti un po' donne.
Il matriarcato ha una mitologia lunare, non solare, il culto dei morti e il suo simbolo è la mezzaluna. E' l'unica civiltà che dissacra i morti, li disseppellisce e custodisce il loro teschio in casa. Le modelle di oggi che sfilano con la loro "testa" fra le braccia sono solo un caso?

Le donne di oggi sono prive di senno, di ragione, di equilibrio, non più custodi di sé. Dove la verginità non è più tenuta in onore la vita non può più sorgere e la civiltà precipita rapidamente nel nulla [studi scientifici dimostrano che le donne che accedono al matrimonio senza essere vergini fanno meno figli e hanno più difficoltà a crescerli]. Perché cosa ostacola di più che la cura della prole la sessualità "liberata" della donna?
Ed ora la ciliegina sulla torta:

COME POTENZE STRANIERE HANNO DISTRUTTO L'ITALIA E LA CIVILTÀ ITALIANA
Musica, fumettistica, film, romanzi, cartoni animati sono stati pianificati scientificamente per distruggere la figura del padre e la stessa cultura italiana.
Vi sembra un caso che da quando l'Italia perde la guerra e viene occupata militarmente (ricordate: siamo in stato di occupazione militare, una potenza straniera ci occupa) la sua natalità e cultura implodano? Salvini ha osato dire: "Bisognerebbe togliere le sanzioni alla Russia" e un ambasciatore ha detto: "Se l'Italia toglie le sanzioni pagherà un prezzo molto alto". Tutti zitti a testa china, perché ci sono 100 basi militari straniere in Italia. Dice D'Amico: "Sgarri? Ti faccio le Brigate Rosse in quattro e quattr'otto. Comincio ad ammazzare qualche assessore, qualche ministro, così tieni giù la testolina. Non prendiamoci in giro: siamo in assenza di sovranità".
Fino a Mani Pulite era una sovranità limitata; dopo la CIA ha organizzato un golpe con i suoi agenti. Di Pietro era un agente CIA, riconosciuto come agente CIA anche in Estremo Oriente (operava in Asia), infiltrato nella magistratura italiana. E' stato utilizzato dalla CIA, ha ricevuto i dossier preparati con le intercettazioni telefoniche sei Servizi americani in Italia. E nei dossier c'era
tutto. Poi ha fatto finta di fare il magistrato, con l'appoggio della stampa controllata dalle banche legate agli stessi Servizi. Un'enorme pantomima servita a togliere quel po' di sovranità che c'era. L'Italia era la 2° potenza industriale europea, 5° nel mondo.
In questo contesto, inizia che cosa negli anni '50? Gli psichiatri che lavorano per i Servizi modellizzano un Paese, dopodiché lo profanano, profanano il suo "codice sorgente" simbolico. L'Italia, specialmente del Meridione che era una Vandea bianca cattolica particolarissima nel mondo (Puglia, Sicilia...) viene sottoposta a un'operazione di sovversione profonda, di incrinatura del codice simbolico italiano cattolico tradizionale già dagli anni '40.

Capito ora perché m'incaxxo quando qualcuno viene a dirci che siamo scimmie e paternità e spiritualità sono un complotto delle femmine? Altro che motivi personali...

Attori come Totò, Mike Bongiorno, Carlo Verdone, Alberto Sordi e molti altri mettono in scena contenuti scandalosi, turpi (a un occhio consapevole), iniziano a uscire film sull'adulterio, sul divorzio... Si prepara il terreno, si sgretola l'edificio della moralità tradizionale cattolica. Ma come fanno a sgretolarlo? Presentando il padre o come un idiota o come un oppressore: Lanciano Padre Padrone, arriva Fantozzi (Paolo Villaggio era un comunista ateo, poi radicale, il cui figlio aveva avuto seri problemi di tossicomania). Se i suoi film hanno avuto successo è perché qualcuno aveva deciso che dovevano avere successo. Questi film hanno distrutto l'immagine della famiglia e del padre italiano, descritto come un mezzo deficiente, un fallito, un miserabile, con la moglie che è un mostro, l'amante un altrettanto mostro.
Questi non sono casi: i produttori dicono ai registi: "Tu devi far questo e questo". Nei Simpson il padre è un demente in canottiera che rutta e guarda la televisione. Negli anni '40 e '50 la CIA controllava direttamente QUATTROCENTO fumetti e riviste giovanili. Walt Disney era legato a circoli particolarissimi di potere, più profondo ancora di quello di matrice esoterica. Nelgi anni '90 l'amministratore delegato della Walt Disney era pagato 220 miliardi di lire all'anno. Vi sembra un caso? La Walt Disney è un'arma di guerra, peggio dell'atomica. Nei fumetti Disney con ci sono padri, solo zii. Zio Paperino, che è un imbelle, zia Paperina: eterni fidanzati imprigionati nell'adolescenza, assetati di emozioni innamoramento piacere ma che non si sposano mai, come Minnie e Topolino. I bambini sono saputelli e non rispettano gli adulti stupidi. C'è la mostruosità di Qui, Quo e Qua, odiosi saputelli che dominano l'adulto demente, eterno fidanzato adolescente, prigioniero della "baccante" [perché non si sposa mai] Paperina. Un mondo di eterni fidanzati, il nostro mondo.
Chi è Zuckerberg? Una creatura dei servizi americani. Il mito del successo creato in un garage, come Bill Gates. La sua ricchezza è semplice valore azionario che se vogliono gli fanno diventare polvere, e lui lo sa. La classica faccia da bravo ragazzo, che sposa la cinesina, tutto perfetto ed ecologico. "Però stai buono: comandiamo noi". E Zuckerberg lo sa, è un idolo vuoto che lavora per chi comanda. Se Facebook ha avuto successo è perché doveva avere successo (era un social insignificante tra molte altre decine): è bastata l'enorme campagna orchestrata per mesi a due pagine intere alla volta da tutti i quotidiani italiani e mondiali, soprattutto quelli controllati da Murdoch .E nessuno sa che il gruppo Repubblica/Espresso controlla decine, centinaia di giornali locali. Zuckerberg lavora coi servizi americani che gli hanno spiegato: "Diremo che sei quello che ha fatto Facebook, giovane brillante in un garage". Ha sgarrato un filettino, l'hanno preso di petto e gli hanno detto: "Ehi bimbo, buono che comandiamo noi."
Una nota finale su Murdoch, inutile dire perché non ne ha parlato nessuno: nei suoi ultimi anni "inspiegabilmente" si è convertito al cattolicesimo, e ha fatto battezzare i suoi figli. Tornano alla mente le ultime parole di Giuliano l'Apostata, globalista pagano ante litteram: "Hai vinto, Nazareno!"

QUELLO CHE NON SI PUÒ DIRE SUL PADRE
L'uomo adulto di oggi è imprigionato nell'adolescenza. L'uomo che vive all'insegna dei "diritti", dei piaceri, del confort, dell'avere "esperienze" anziché della disciplina e del sacrificio di sé è imprigionato nell'adolescenza, in un'infanzia che si prolunga fino alla terza età. Nulla è più amaro, più atroce di un impedimento ontologico [causato dalla società e dal potere] a riuscire a divenire adulti.
Ma se si distrugge il padre neanche passa per la testa di divenire adulti [come nel Mondo Nuovo di Huxley, dove l'umanità viene fabbricata artificialmente, senza padri, e vive nell'immaturità e futilità per tutta la vita].
Un uomo incapace di crescere, di invecchiare e di morire. La società senza padri è la società dell'eutanasia l'esito ultimo di un Occidente volto al nulla.
Un noto economista francese fece un grosso studio che dimostrò che quanto più la figura del padre era tenuta in onore quanto più fioriva tutto: vita economica, basso tasso di criminalità, tutto andava bene.
[Studio serio di valore accademico che smentisce fantasiose teorie, secondo cui l'umanità avrebbe prosperato per decine di migliaia di anni con "figli di padre ignoto".]
Anche il prof. D'Amico conferma che il matriarcato non è mai esistito. Cita rari esempi di società che ne avrebbero alcuni tratti, e che non se la passano troppo bene.
Aggiunge che oggi la Chiesa è profondamente femminilizzata e che il codice della Chiesa di oggi è un codice materno, perfettamente coerente con l'odierno matriarcato.
Spiega anche che ai fini della trasmissione della fede ai figli, statistiche dimostrano che la devozione (o l'ateismo) della madre è del tutto irrilevante e che se il padre è ateo solo un figlio su cinquanta è credente, mentre se il padre è credente almeno tre figli su quattro hanno la fede. L'ateismo è il frutto di una società senza padri.
Chi abolisce la figura del padre avrà figli senza fede, senza rispetto dell'autorità, senza capacità di sacrificio, senza capacità di studio e concentrazione, ansiosi, feriti, fragili, evanescenti, bambini eterni mai cresciuti.
La civiltà non è altro che tradizione, un lento, faticoso tradere (trasmettere) la saggezza dei patres, il mos maiorum, la cultura che fonda, le radici.
Nelle grandi civiltà c'è sempre stato un enorme rispetto non solo per i padri, ma anche per gli insegnanti perché erano custodi della tradizione, dei riti, del sapere poetico-mitico [altro che scimmie] che permetteva appunto la trasmissione della civiltà.
La modernità (almeno da Lutero in poi) è una lenta, graduale crescente negazione della figura del padre, mediante artefatti culturali e ideologici che ne impediscono la presenza.
"Che dramma la paternità quando il padre non è più padre o non vuole o non sa più fare il padre, non sa più cosa significhi effettivamente essere padre". Per quanto possa non piacere, le società dove la figura del padre è tenuta più in onore sono società religiose. Oggi invece è impedito di onorare il padre e la madre, anzi il padre e la madre non vogliono essere onorati (da non confondere onorare con amare o rispettare).
C'è quindi una mutilazione in tutta la modernità a partire da Lutero (un grande ribelle a suo padre) che infatti fa fatica a capire il Padre Celeste. L'obiettivo di ogni rivoluzione, di ogni "progresso" (inteso come slogan) è la distruzione della figura del padre.
Dove manca il padre c'è disagio psichico e delinquenza, giovani incapaci di equilibrio emotivo profondo. Per questo il comandamento "onora il padre" precede gli altri: perché chi non onora o non ha padre uccide, ruba, è schiavo delle proprie passioni. Persino il rendimento scientifico-matematico è legato alla figura paterna. [Che sia anche per questo che la ricerca in Italia langue?]
A questo punto il prof. D'Amico fa un'osservazione cruciale: la madre è l'edificatrice della figura paterna, solo la madre può educare il figlio ad onorare il padre [oggi con l'alienazione parentale siamo all'opposto, la donna si fa agente distruttore della figura paterna].
"Il padre è il vicario di Dio in famiglia: strappiamo la Chiesa che si sta femminilizzando a questa onnipresente presenza femminile".
Il padre infedele perde ogni autorità sui figli, ma tutte le civiltà hanno sempre punito con maggiore severità l'adulterio femminile anche perché porta figli ilegittimi in casa [oggi sono dal 10 al 25% e legalmente l'adulterio femminile conta quasi come una barzelletta]. L'infedeltà femminile è contro natura, è una patologia, va contro la stessa fisiologia della donna.
I figli capiscono benissimo quando i genitori sono fedeli, è la fedeltà che rende il padre particolarmente forte e autorevole. L'uomo casto sa perfettamente cos'è il potere, gli è congenere e non teme di esercitarlo. L'uomo indisciplinato e infedele sarà molle con tutti onde essere largo di manica con se stesso.
Il padre ha autorità solo se la moglie gli è sottomessa, non nel senso di serva ma se riconosce la sua autorità.
La madre è la costruttrice segreta dell'autorità del padre, con profondo rispetto, fedeltà, pazienza. Lo si vede anche dai piccoli gesti, per esempio servire il padre per primo a tavola; in questo mondo rovesciato, la madre serve per primo il figlio (o la figlia) più piccola perché piagnucola.
Compito della donna (e non dell'uomo) è mantenere la pace a ogni costo col proprio marito, perché l'uomo è un "soldato" deve proteggere la famiglia, è una "macchina" fatta per la guerra, deve essere veloce nelle reazioni; mentre la donna incarna la mitezza e la dolcezza [a dirlo nel desolante panorama di oggi, viene quasi da ridere].

« Ultima modifica: Agosto 09, 2020, 03:33:35 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.