Autore Topic: Situazione nelle Filippine, Paese amico degli uomini  (Letto 1734 volte)

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Offline Vicus

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Situazione nelle Filippine, Paese amico degli uomini
« il: Gennaio 29, 2018, 10:42:46 am »
La situazione nelle Filippine oggi riflette esattamente quella dell'Irlanda degli anni '90. Una filippina mi ha confermato che l'assenza di divorzio (e i costi della separazione legale) sono il migliore argine allo sfascio delle famiglie. Segno che le leggi fanno la differenza ben più della cultura. Se è vero che molti non si separano per la scarsa convenienza della procedura, è anche vero che ciò permette al tessuto sociale di restare sano: una donna che non può divorziare, o ha scarsa convenienza a separarsi, dirigerà le sue energie nel coltivare un matrimonio sereno.
Da notare anche che nelle Filippine una donna che si fa l'amante e magari ha figli da lui non riceve un vitalizio dal marito come premio, ma va in galera. Esattamente il contrario che da noi. L'articolo è scritto da un filippino. Dite la vostra:

http://www.vitaumanainternazionale.org/2017/09/12/matrimonio-la-famiglia-attacco-nelle-filippine-linganno-del-divorzio/

Il matrimonio e la famiglia sotto attacco nelle Filippine: l’inganno del divorzio

L’ultimo paese del mondo ad aver bandito completamente il divorzio restano le Filippine. Oggi, però, un nuovo disegno di legge, l’House Bill 6027, minaccia la santità del matrimonio e della famiglia attraverso l’introduzione del divorzio in un paese prevalentemente cattolico (86%), per permettere il divorzio nei casi generici e indefiniti di “differenze inconciliabili” o di “infelicità seria e cronica”. Questo è solo l’ultimo tentativo di legislatori ostili alla famiglia di promuovere un disegno di legge sul divorzio, essendo stato il precedente nel 2016.

Il disegno di legge è stato sostenuto da Pantaleon Alvarez, Presidente della Camera dei Rappresentanti, egli stesso separato dalla moglie e legato con un’altra donna, il quale ha inoltre dichiarato di essere il padre di otto figli avuti da donne diverse. Il signor Alvarez non è solo nel suo assalto contro il matrimonio e la famiglia. È sostenuto da quindici membri del governo delle Filippine che insieme a lui hanno scritto il disegno di legge.

Per molte persone in Occidente questa deve apparire come una notizia che giunge da un’epoca remota, in ritardo [questo 'ritardo' salverà i Paesi cd. arretrati]. Certamente – alcuni direbbero – nel XXI secolo abbiamo superato l’epoca nella quale si permetteva al governo di porre dei limiti ad adulti maturi nel prendere decisioni riguardo la loro vita sentimentale “privata”.

Eppure, anche se questo atteggiamento è ormai fin troppo comune, è veramente sorprendente pensare a quanto sia recente l’invenzione del divorzio senza addebito di colpa, e da quanto poco tempo la maggior parte della gente avesse capito che il divorzio del coniuge non è solo moralmente sbagliato, ma socialmente distruttivo, in quanto non solo stravolge la vita della coppia che sceglie di divorziare, ma anche l’intero tessuto sociale.

Anche i governi lo avevano capito. Fino a pochi decenni fa, la maggior parte delle nazioni in Occidente aveva messo del tutto al bando il divorzio o aveva messo severe restrizioni alle circostanze in cui era possibile ottenere il divorzio. In America, la prima legge sul divorzio senza addebito di colpa fu approvata nel 1969, in California.

Osservando l’impatto catastrofico del divorzio senza addebito di colpa sul matrimonio, sui figli e sulla società, a volte sembra che la cosa più strana della breve ma disastrosa infatuazione tra il mondo moderno e il divorzio sia la perdita di proporzione tra l’ampiezza con cui le peggiori previsioni di chi si era opposto al divorzio si sono realizzate, e l’indifferenza diffusa in relazione a questo argomento.

A quelli che difendono il divorzio senza addebito di colpa sostenendo – come ha fatto una volta il primo ministro canadese Pierre Trudeau quando cercava di far passare la legge sulle questioni sessuali – che “non c’è posto per lo Stato nelle camere da letto della nazione”, è necessario mostrare la nefasta bugia che c’è dietro la sua decisa affermazione. Vale a dire, che ciò che accade nella camera da letto è chiaramente non solo una questione “privata” tra due adulti consenzienti. Esso è, in un certo senso, il più pubblico di tutti gli atti: la procreazione dei figli, la costruzione delle famiglie, l’origine della generazione.

Nella maggior parte dell’Occidente, il divorzio è diventato endemico, con un tasso che va dal 30 fino al 50% (a seconda di come è calcolato) dei matrimoni che finiscono con il divorzio – il che presuppone che la coppia si preoccupi in primo luogo di sposarsi, invece di scegliere di andare a convivere (contraffazione del matrimonio). Come dicevo poche settimane fa, l’impatto che questo comportamento ha avuto sui bambini è catastrofico.

Infatti, coloro che persistono nella loro convinzione che il divorzio sia una scelta fondamentalmente “innocua” tra adulti consenzienti, dovrebbero passare alcuni minuti a parlare con i figli delle coppie di divorziati [e anche con i padri separati]. Mentre i loro sentimenti possono essere complessi, specialmente se i matrimoni dei genitori sono stati particolarmente travagliati, molti di loro (se sono onesti) confesseranno di provare profondi sentimenti di abbandono, incertezza e ansia in seguito al divorzio, perché l’intera struttura portante delle loro vite è stata loro sottratta. Spesso vengono catapultati in una vita incerta e vagabonda: sono sballottati da un genitore all’altro, mentre – tanto per aggiungere al danno anche la beffa – viene chiesto loro di accettare e affezionarsi ai nuovi compagni dei loro genitori.

Per molti bambini, questo è devastante.

Tutto questo è tutt’altro che pura speculazione. Studi su studi hanno dimostrato che il divorzio è una tra le cose peggiori che possono succedere a un bambino. Infatti, una ricerca irlandese ha riscontrato che il senso di perdita che i bambini sperimentano dopo un divorzio è peggiore di quello causato dalla morte di uno dei loro genitori. Questo dato può sembrare andare contro la prima impressione, ma in realtà ha senso perché in un caso il distacco dal genitore, seppur tragico, è involontario, mentre nell’altro caso il genitore ha scelto di abbandonare il proprio figlio.

Un altro articolo nel giornale The Week elenca nove effetti negativi che il divorzio ha sui figli, dimostrati dalla scienza, tra i quali: incidenza notevolmente più alta del fumo e dell’assunzione di antidepressivi, abilità matematiche scarse, facilità ad ammalarsi, maggiore probabilità di abbandonare la scuola e di assumere comportamenti criminali, solo per citarne alcuni.

Ma forse l’effetto più indicativo e inquietante è l’ottavo della lista: che i figli dei divorziati hanno a loro volta fino a due volte tanto la probabilità di divorziare, o, se entrambi i coniugi sono figli di divorziati, fino a tre volte tanto. In altre parole, la scelta di una coppia di divorziare non colpisce solo il loro matrimonio, ma i matrimoni dei loro figli – potenzialmente per generazioni.

Certamente ci sono casi – ad esempio in presenza di abusi gravi – dove è necessario che le coppie si separino per il bene di uno o di entrambi i coniugi e per il bene dei figli. Ma non è di questo che stiamo parlando.

Il divorzio semplicemente non è la risposta per le coppie in crisi. Ci sono opzioni che potrebbero aiutare meglio una coppia sposata, la loro famiglia e la società. Invece di facilitare alle coppie la possibilità di imboccare la “via d’uscita facile”, i governi dovrebbero piuttosto difendere il bene comune individuando soluzioni per aiutare le coppie a rafforzare i loro matrimoni.

Potrebbero istituire centri di supporto al matrimonio e alla famiglia, che potrebbero offrire consulenza alle coppie e alle famiglie, aiutandole a rimanere unite – costruendo matrimoni e famiglie più forti e più sani; dopo tutto, la società ha tutto da guadagnare dalla protezione del matrimonio, che deve essere esclusivo, fecondo e indissolubile.

L’Istituto di Ricerca per il Matrimonio e la Religione ha completato uno studio esaustivo intitolato Mapping America Project [Mappa del Progetto America], che si fonda sul Sondaggio Nazionale della Crescita della Famiglia. L’Istituto di Ricerca per il Matrimonio e la Religione ha scoperto che le persone più felici hanno tre caratteristiche: sono religiose, provengono da una famiglia integra, e sono sposate.

Fortunatamente molti Filippini stanno combattendo contro l’odierno attacco al matrimonio e alla famiglia. Il Dott. Rene Josef Bullecer, Direttore Nazionale di Vita Umana Internazionale nelle Filippine, è tra i responsabili coinvolti in prima persona nello sviluppo della situazione. Si è incontrato con gruppi di laici a livello nazionale, regionale e locale e ha rilasciato interviste ai media per cercare di fermare la minaccia – portando una maggiore consapevolezza. Citato in Cebu News [sito di informazione nelle Filippine], il Dott. Bullecer ha dichiarato: “Non aspettiamo che questo disegno di legge diventi legge prima di intraprendere azioni contro di esso”.

Preghiamo per il Dott. Bullecer e per gli altri dirigenti filippini e per le famiglie mentre combattono contro questo disegno di legge contro la famiglia. Possano avere successo!

Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Ryu

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Re:Situazione nelle Filippine, Paese amico degli uomini
« Risposta #1 il: Febbraio 08, 2018, 11:27:38 am »
La mia personalissima opinione è la monogamia sociale e l'indissolubilità del matrimonio.

Ho anni di scambi di coppia alle spalle, di troiate sulle app e ciliegina sulla torta frequenti gnocca-travels quindi figuriamoci se credo alle favolette della Disney. Ho avuto poche ragazze e tantissime amanti, la maggioranza sposate le altre fidanzate o con molti FWB a parte me, ma il punto non è questo, non è neanche la fedeltà.
Il punto è che il matrimonio è un contratto tripartito tra uomo-don... ricomincio  :D :D :D... tra partner 1-partner2 e Stato  :lol: e lo Stato è il contraente forte che ti incula. Un paio di firme, un colpo di martelletto e quancun(')altr* ti ha rubato la felicità per il resto della tua vita. Io col piffero che mi sposo.

Credo anche che le donne si adattino al contesto in cui sono in maniera molto migliore degli uomini, che siano molto restie al cambiamento quando questo implica azione (ipoagenzia e avversione al rischio) ma molto propense al cambiamento quando questo le fa beneficiare di nuovi bonus sostanzialmente gratis, e vorrei vedere.

Credo che in una società "sana" siano gli uomini a strutturare i sistemi economici e giuridici perché il desiderio per la figa, la lussuria, è il motore dell'economia e della cultura, a loro chi glielo fa fare di crescere? Tanto hanno la figa...  ;)

Quindi in Stati un po' più alfa, come le Filippine, si usano le stesse armi che si sono usate sempre qua: leggi punitive, religione e stigma sociale per l'ipergamia (imperativo più femminile che maschile, anche se ci sono quelli come me  :P) e per la poligamia (imperativo più maschile che femminile, anche se è pieno di zo...ehm...emancipate).

Credo anche che la maggior parte degli italici sia cristiana per convenienza, a pochi interessa se la sacralità del matrimonio è sancita nella Bibbia o nel Vangelo o su Cioè, alla gente interessa solo non essere fottuta da mamma-Stato. E allora ben venga una buona rifondazione cristiana purché porti avanti un sistema che minimizzi danni.
La maggioranza della gente vuole una famiglia sana in cui si cresca la prole in un contesto inviolabile per lo Stato, con molta autodeterminazione, il c.d. "buon padre di famiglia" che troviamo nel C. C. (K-alfa) e poi si chiude un occhio (o due) quando ci sono le corna.

Ora, anche questo sarebbe sbagliato ma le alternative non sono molte. Nel corso della storia dell'umanità si è provato di tutto. Dalla pena di morte per l'adulterio fino al papà-Stato sovietico dove se l'alfone di turno ti metteva incinta tu andavi a battere cassa e lui girovagava cercando la nuova preda. (R-alfa)

Oggi molti vorrebbero tornare al K-alfa, ma lo Stato è ancora più alfa e ti incula, allora ci si riarrangia come R-alfa tanto ci sarà sempre il beta che ti cresce il figlio tuo con la melanzana decadente che si ritrova e almeno ti salvi. Ma è una vita misera, meschina e de-umanizzante.

C'è da dire che anche l'assenza di regole non è una strada perseguibile in quanto si arresterebbe il progresso e le civiltà regredirebbero. In natura tutti scopano quasi con tutti e non c'è un vero incentivo se non quello di cacciare.

Per cui la soluzione migliore è il "così fan tutti" di lontana memoria, corna a volontà, ma sacralità della casa e disincentivi severi per chi trasgredisce. Monogamia sociale e poligamia di fatto.

Ti vuoi far trombare dal bodybuilder? Ok, io vado con quella dell'est. Rimani incinta del bodybuilder? Io me ne vado, e presumibilmente anche lui, e ti caccio di casa (se l'ho pagata io).

ps: di Filippine nei privé ne ho purgate un paio, mariti Filippini e amici Italiani, più un'altra che però aveva il marito Filippino. Quindi tradizionali un paio di @@
Odio il femminismo perché amo le donne

Offline Vicus

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Re:Situazione nelle Filippine, Paese amico degli uomini
« Risposta #2 il: Febbraio 08, 2018, 12:14:48 pm »
Ecco in sintesi i motivi per cui la QM dovrebbe tendere alla tutela (ben diversa dal moralismo verso chi fa altre scelte) delle coppie stabili:
C'è da dire che anche l'assenza di regole non è una strada perseguibile in quanto si arresterebbe il progresso e le civiltà regredirebbero.
Questo pensiero è strettamente legato a quest'altro:
Credo che in una società "sana" siano gli uomini a strutturare i sistemi economici e giuridici
In pratica una società cd. permissiva (assenza di civiltà) è inevitabilmente una società femminista (è l'uomo a creare la civiltà: dove questa regredisce regredisce anche il ruolo maschile).
Inoltre lo stile di vita da single sciupafemmine (per gli alfa che possono permetterselo) non è la soluzione ai problemi maschili e specialmente dopo i 30-35 non rende felice l'uomo:
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Oggi molti vorrebbero tornare al K-alfa, ma lo Stato è ancora più alfa e ti incula, allora ci si riarrangia come R-alfa tanto ci sarà sempre il beta che ti cresce il figlio tuo con la melanzana decadente che si ritrova e almeno ti salvi. Ma è una vita misera, meschina e de-umanizzante.

Citazione
ps: di Filippine nei privé ne ho purgate un paio, mariti Filippini e amici Italiani, più un'altra che però aveva il marito Filippino. Quindi tradizionali un paio di @@
Immagino che fossero emigrate in Italia. Le filippine sono 45 milioni, mica "lavorano" tutte nei privé. :lol:
« Ultima modifica: Febbraio 08, 2018, 13:38:44 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.