A seguito delle denunce di molti cattolici tradizionali, l'arcivescovo di Torino ha sospeso discutibili "ritiri" per coppie gay:
Come si vede, è importante non tacere ma gridare dai tetti ché i risultati arrivano.http://torino.corriere.it/cronaca/18_febbraio_06/sospeso-ritiro-spirituale-gay-comunita-lgbt-attacca-vescovo-ecb675ca-0b27-11e8-9333-a02b6d017075.shtmlSospeso il ritiro spirituale per i gay:
la comunità Lgbt attacca il vescovo [Ma i cattolici ce l'hanno qualche libertà anche loro?]Dopo il caso, il passo indietro.
La Diocesi di Torino [colta con le mani nella marmellata] ha deciso di annullare il ritiro dedicato a single e coppie gay per insegnare loro a coltivare la fedeltà. Un’idea nata all’interno della Pastorale degli omosessuali, guidata da don Gianluca Carrega, partendo dal fatto che la legge Cirinnà sulle coppie di fatto non contempla l’obbligo di essere fedeli l’un l’altro. E le polemiche non sono mancate:
don Carrega è stato definito dalla rivista ultracattolica Il Timone un prete «omoeretico», sono stati scritti fiumi di parole e ieri l’arcivescovo Cesare Nosiglia ha deciso di sospendere l’iniziativa. Intitolato Degni di fedeltà , il seminario avrebbe dovuto svolgersi il 24 e il 25 febbraio, nell’istituto di suore le Figlie della Sapienza.
Di qui la scelta di congelare il ritiro: «Ritengo, insieme con don Gianluca Carrega di cui apprezzo l’operato,
che sia opportuno sospendere l’iniziativa del ritiro, al fine di effettuare un adeguato discernimento»
.
Una decisione che ha fatto indignare il Torino Pride, rappresentato da Alessandro Bianchi, il quale ha parlato di una presa di posizione discriminatoria «perpetrata da sempre dalle gerarchie ecclesiastiche torinesi e nazionali». «È altresì banalmente scontato — ha aggiunto — che
questa decisione sia frutto di polemiche e attriti interni alla Chiesa stessa che non riesce, nonostante la predicazione di presunta apertura e accoglienza, a trovare una sintesi tra l’amore e l’accoglienza predicata dalle Scritture e i continui e biechi insulti verso una comunità che con grandi difficoltà tenta di aprire nuove forme di dialogo».
Ecco uno dei pezzi che ha determinato la chiusura dei "ritiri":
https://www.maurizioblondet.it/puo-la-chiesa-chiedere-fedelta-al-peccato/Forse lei non è abbastanza credibile, come sacerdote. Forse attrae solo un determinato tipo di persone perché lei gliela manda per il verso loro: cioè dice loro che va bene così, che va bene quello che stanno vivendo, che nella vita è tutto uguale purché si stia bene.
Che non c’è bene e male assoluto. Discerniamo. Non è questo il compito di un pastore, di un sacerdote. Il suo compito sarebbe quello di annunciare la Verità di ogni uomo, che è Cristo.
Adesso si mette a fare anche dei corsi per invitare queste persone alla fedeltà di coppia omosessuale. Un intento diabolico, direi. Un uomo che cerca di essere casto, un omosessuale che cerca Dio, come dice il Papa, se ogni tanto cade – anche in rapporti occasionali – se si pente e si confessa può accedere all’eucaristia. Uno che ha come programma di vita quello di peccare tutti i giorni finché morte non lo separi, no.
Siamo d’accordo che – in generale – la fedeltà sarebbe meglio della promiscuità. Ma siamo sul piano dei valori.
Per insegnare questo bastano i corsi di affettività della buona scuola, basta la Fedeli, bastano la buona educazione, il buon senso, il moralismo. Me li può insegnare anche un ateo, anche un buddista, se è per questo.
Lei invece è un sacerdote della Chiesa Cattolica, lei deve testimoniare l’incontro con Cristo e renderlo possibile anche a noi, suo popolo.
Lei ha la responsabilità di tramandare ai nostri figli il deposito della fede, quella per cui sono morti gli apostoli e i martiri in duemila anni. Non è roba sua. Non si può permettere di farne strame. Non può entrare come una volpe nel pollaio.Se vuole veramente il bene di queste persone li inviti a fare percorsi come quelli di Courage, che proprio a Torino ha già salvato tante persone, o Luca Di Tolve, non dica loro di rimanere dove stanno perché per far quello non serve il sangue versato da Cristo per loro.
Lei dice che non si è posto il problema delle camere, se singole o doppie , da dare ai partecipanti al suo corso, ma che essendo un convento probabilmente darete solo celle singole. Be’, la informo, se non lo sa, che invece tra due sposi veri l’unione sessuale è uno dei momenti più santi, voluto da Dio, talmente bello che a quell’unione è affidata la generazione di nuove creature, nuovi possibili figli di Dio. Agli sposi veri non solo si potrebbe, anzi si dovrebbe dare una stanza doppia.
Lei, manco le basi, proprio.
Mi chiedo se il suo Vescovo, monsignor Cesare Nosiglia, lo sa. Lo sa che lei invita queste coppie ad avere rapporti sessuali stabili e continuativi e necessariamente sempre chiusi alla vita, contrari a tutto quello che Dio ha pensato nel suo disegno di amore per l’uomo?
E se lo sa, perché non prende provvedimenti, il Vescovo? Lei sta invitando queste persone a vivere sempre più stabilmente nel loro peccato.
Non so se i suoi studi di teologia l’hanno portata a vette troppo alte, tanto da farle dimenticare la prima lezione di catechismo. Il peccato originale è credere di sapere noi da soli cosa sia il bene e cosa sia il male. Per questo siamo nella Chiesa, per essere certi che quello in cui crediamo non sia un parto della nostra fantasia.
Ma quanto può essere frustrante essere sacerdote, vivere la castità, pensando questo?
Lei dice di essere eterosessuale. Non so, ma anche questa parola è sbagliata. Nessuno può dire di sé né di essere omo né eterosessuale. Siamo persone e basta.
Finché non cambia il Catechismo,
lei deve obbedire. Oppure lasci il sacerdozio. Il Magistero della Chiesa non è roba sua e non può farne quello che vuole.Pensa di riempire le chiese, così? Pensa di far salire l’audience? Non mi pare che stia funzionando.Trovo insopportabile questo modo di cercare di cambiare la dottrina senza averne l’aria: abbia il coraggio di sollevare la questione, faccia cambiare il Catechismo, oppure fondi una sua chiesa. I Carregani. In bocca al lupo.E da parte di un sacerdote missionario santo che sta dall’altra parte dell’Oceano, le devo recapitare questo messaggio. Lei è uno zitellone. Lei non è innamorato di Cristo. Il suo cuore non è pieno di Lui. È per questo che si cerca le amanti: la teologia, le sue idee, la fama, lo stare sui giornali, non so, non la conosco abbastanza. Il punto è che al centro del suo cuore non c’è Cristo. Riferisco il messaggio di una persona che per la fedeltà alla sua vocazione si è giocato la vita piangendo sangue, convinto che non è tutto uguale, che non va tutto bene, che c’è una legge a spiegarci come siamo fatti. Mi ha detto di dirle che prega per lei.