Off Topic > Off Topic

La realtà dei paesi dell'Europa dell'est

<< < (29/117) > >>

Frank:
Non è un paese dell' Europa dell' est; ma si trova comunque ad oriente...


//www.youtube.com/watch?v=Zy0OFXPBP-k

Vicus:
Video molto interessante (sveglia al collo del protagonista a parte), lo metterei in evidenza dopo aver sentito l'opinione di DarkSider che potrebbe postare una breve guida sull'Asia.

Frank:
https://www.balcanicaucaso.org/Tutte-le-notizie/Quando-a-chiedere-asilo-sono-gli-europei-189641


--- Citazione ---Quando a chiedere asilo sono gli europei

Ogni anno quasi 100.000 europei fanno domanda d’asilo nei paesi UE, e il numero di richieste accolte tende ad aumentare. Eppure questo fenomeno rimane ai margini del dibattito sul diritto d’asilo – e di quello sull’allargamento

22/08/2018 -  Lorenzo Ferrari
Tutte le discussioni che si sono scatenate in Europa sul diritto d’asilo negli ultimi anni – e il razzismo che le accompagna – si basano sull’idea che i richiedenti asilo siano quelli che arrivano attraverso il Mediterraneo o la Turchia, provenienti dall’Africa e dall’Asia. In realtà lo scorso anno tra coloro che hanno fatto domanda d’asilo nei paesi dell’Unione europea c’erano quasi 100.000 cittadini europei  : albanesi, turchi, russi, georgiani, ucraini, armeni e così via.

Questa massa di persone tende a sfuggire all’attenzione dell’opinione pubblica e delle forze politiche, forse perché tra loro ci sono moltissimi minorenni, con cui è più difficile prendersela, ma probabilmente perché questi richiedenti asilo hanno la pelle bianca. Ormai vengono percepiti come meno minacciosi rispetto alle presunte orde di giovani uomini dell’Africa subsahariana che avrebbero invaso le nostre città – e dunque si prestano meno a essere strumentalizzati in chiave xenofoba.

La Francia ha rappresentato una delle poche eccezioni a questo generale atteggiamento di disattenzione, perché lo scorso anno gli albanesi sono risultati in assoluto la più corposa comunità di richiedenti asilo nel paese, e la stampa e la politica hanno dovuto accorgersene  . Gli albanesi in effetti hanno un peso notevole nel complesso delle domande di asilo presentate da europei in Europa: nel 2017 sono stati in più di 22.000 a chiedere asilo – di gran lunga il numero più alto rispetto a tutte le altre nazionalità, sia in termini assoluti, sia in proporzione alla popolazione (quasi l’1% dei cittadini albanesi lo scorso anno ha chiesto asilo nell’Unione europea).

Albania, 22099
Turchia, 14638
Russia, 12681
Georgia, 9934
Ucraina, 8950
Armenia, 6792
Kosovo, 5323
Serbia, 5086
Macedonia, 4254
Azerbaigian, 4183
Bosnia Erzegovina, 1775
Moldavia, 1423
Bielorussia, 914
Montenegro, 513
Numero di domande d’asilo presentate nel complesso dei paesi UE nel 2017, per paese d’origine (dati Eurostat)
Diffidenza e scoraggiamento
La grande maggioranza degli europei che fanno domanda d’asilo nell’Unione europea si rivolge alla Germania o alla Francia. Negli ultimi anni entrambi i paesi hanno però adottato una politica sempre più rigida nei loro confronti, in conseguenza del picco di domande ricevute anche da parte degli europei nel 2015. E dunque inserimento dei paesi di provenienza nell’elenco dei “paesi sicuri”  , procedure rapide di valutazione delle domande e percentuali molto basse di accoglimento  , rimpatri forzati, accordi  coi governi dei paesi d’origine per limitare i flussi in uscita e minacce  di reintrodurre i visti per l’area Schengen.

“In Francia le autorità ormai partono dal presupposto che domande come quelle presentate dagli albanesi siano infondate, e dunque a questi richiedenti asilo non viene nemmeno offerto un alloggio. L’idea di fondo è che non si debba essere troppo gentili con loro”, sostiene Oliver Peyroux  , che studia l’immigrazione europea in Francia. “Manca del tutto una riflessione sulle cause che spingono queste persone a partire, e su cosa si potrebbe fare per aiutarli. Ma molto spesso manca anche una conoscenza di base, per moltissimi francesi ad esempio gli albanesi rimangono piuttosto misteriosi”.

È vero che, anche prima della recente stretta, i paesi dell’UE respingevano la maggioranza delle domande di asilo presentate da cittadini europei, ed è vero che in molti casi a chiedere l’asilo non sono persone esposte a pericoli e minacce specifiche, bensì migranti economici con poche altre opzioni a disposizione per riuscire a trasferirsi all’estero. Come conferma la giornalista albanese Fatjona Mejdini, tra i suoi connazionali che partono molti sono giovani e famiglie che non riescono a trovare lavoro nel loro paese.

Sempre più domande accolte, nonostante tutto
Anche se le autorità tendono a considerare strumentali le domande d’asilo presentate dagli europei, i numeri raccontano una storia un po’ diversa. Nel 2017 i paesi dell’Unione europea hanno accolto circa il 18% di queste domande  , mentre cinque anni prima avevano concesso l’asilo solo all’8% di coloro che ne avevano fatto richiesta. Il minore tasso di rigetto delle domande d’asilo non è certo da attribuirsi a una maggiore generosità dei governi, quanto a un riconoscimento dell’oggettiva precarietà delle condizioni di vita in vari paesi europei. A trovare più spesso un esito positivo non sono solo le richieste di asilo di turchi e ucraini – esposti evidentemente a gravi rischi – ma anche quelle presentate da quasi tutte le altre nazionalità.

Ad esempio, anno dopo anno i richiedenti asilo albanesi vedono accolte sempre più domande: all’interno dell’UE nel suo complesso, le concessioni di asilo per loro sono passate da 500 a 1600 in cinque anni. Le motivazioni alla base dell’accoglimento delle richieste di asilo sono perlopiù legate ai pericoli costituiti dalla vendetta di sangue, alla violenza domestica, alle discriminazioni contro le persone LGBT e la comunità rom  . Come hanno evidenziato anche alcuni casi di cronaca, si tratta di  pericoli concreti e reali – anche se il governo e la stampa albanese tendono a non parlarne o a negare la specificità dei richiedenti asilo.


Non è insomma possibile ignorare il fatto che in molti paesi europei esistono problemi seri di violazione dei diritti umani – e dunque i paesi UE non dovrebbero partire dal presupposto che le decine di migliaia di domande d’asilo che ricevono ogni anno da cittadini europei siano solo strumentali. Per governare il fenomeno, ed eventualmente ridurre i numeri degli arrivi, servirebbe piuttosto una riflessione sulle ragioni che spingono così tante persone a lasciare paesi che nel nostro immaginario sono ormai spesso delle gradevoli mete turistiche e dei futuri partner all’interno dell’Unione europea.
--- Termina citazione ---


@@


https://www.lexpress.fr/actualite/monde/europe/pourquoi-les-albanais-quittent-leur-pays-en-masse-et-cherchent-asile-en-france_1974304.html


--- Citazione ---Pourquoi les Albanais quittent leur pays en masse et cherchent asile en France
Actualité Monde  Europe
 Par Catherine Gouëset, publié le 08/01/2018 à 18:02
Des migrants albanais sont renvoyés vers Tirana et Pristina depuis l'aéroport de Munich, le 18 novembre 2015.  La France a remplacé l'Allemagne comme destination des demandeurs d'asile albanais.Des migrants albanais sont renvoyés vers Tirana et Pristina depuis l'aéroport de Munich, le 18 novembre 2015. La France a remplacé l'Allemagne comme destination des demandeurs d'asile albanais. Reuters/Michaela Rehle
L'Albanie est le premier pays d'origine des demandeurs d'asile en France en 2017. Pourquoi fuient-ils ce pays considéré comme "sûr" par l'Union européenne?
Qu'est-ce qui pousse les Albanais à chercher refuge en France? L'Albanie a été le premier pays d'origine des demandeurs d'asile en 2017, avec 7630 demandes répertoriées dans l'hexagone, soit une hausse de 66%, selon les chiffres de l'OFPRA publiés ce lundi. Devant l'Afghanistan, Haïti, et le Soudan. Le pays des Aigles, pourtant épargné par la guerre, est considéré comme un pays "sûr" par la France. Comment expliquer cet afflux?

"L'instinct de survie est plus fort que le pouvoir de la raison, observe le sociologue Roland Lami interrogé par le site Balkan Insight. Les gens vivent en dessous des conditions minimales de survie. Ils sont prêts à tout pour fuir les difficultés économiques de l'Albanie, même s'ils savent que leurs chances de succès pour obtenir l'asile sont proches de zéro". 

"Les Albanais fuient la pauvreté et le chômage", confirme Nathalie Clayer, spécialiste de l'Albanie à l'EHESS. Ce petit pays montagneux et rural est l'un des plus pauvres en Europe, avec un salaire moyen de moins de 350 euros par mois. Le taux de chômage des jeunes dépassait les 33% en 2017 selon la Banque Mondiale. 

Un pays qui se vide de sa jeunesse
Le pays a l'un des taux d'émigration les plus importants en Europe: un tiers de la population a quitté l'Albanie au cours des 25 dernières années, selon le site Migration Policy. Résultat, l'Albanie qui comptait 3,5 millions d'habitants au début des années 1990, en compte moins de 3 millions aujourd'hui. Et la moyenne d'âge qui dans les années 1990 était parmi les plus basses d'Europe (28 ans), est désormais à plus de 37 ans.

L'exode des Albanais est loin d'être nouveau. "L'Albanie a toujours été un pays d'émigration", poursuit Nathalie Clayer. Le phénomène a été interrompu pendant les 45 ans de régime communiste -l'un des plus fermés en Europe. "Le régime contrôlait même les migrations intérieures, limitant ainsi l'exode rural vers les villes", note la chercheuse. La chute de la dictature en 1991 a aussitôt entraîné un afflux de migrants hors du pays, vers l'Italie et la Grèce principalement.

Depuis les années 1990, environ 600 000 Albanais se sont établis en Italie, 500 000 en Grèce, d'après les chiffres de Migration Policy. Une partie de ceux qui s'étaient installés en Grèce sont revenus au pays en raison de la crise qui a frappé ce pays à partir de 2008.

LIRE >> A Lyon, le préfet, les maires et les demandeurs d'asile albanais

Outre la crise de 2008 qui a enrayé un début d'amélioration de la situation économique de l'Albanie, l'immobilisme politique contribue probablement à la poursuite de l'exode, avance Nathalie Clayer. "L'alternance politique, il y a quatre ans, n'a pas apporté de changement à la situation dans le pays. La corruption et le clientélisme sont toujours aussi élevés".

La fermeté allemande pousse les demandes d'asile en France
Après la Grèce et l'Italie, l'Allemagne était ces dernières années le troisième pays de destination des Albanais en quête d'un meilleur avenir. L'arrivée des Albanais s'y est accélérée à partir de 2010, quand l'obligation de visa pour circuler dans l'espace Schengen a été levée pour eux. La crise des migrants de 2015 a réenclenché un cycle de départs, selon le site Balkan Insight. En 2016, quelque 50 000 Albanais ont déposé une demande d'asile outre-Rhin. Mais après que Berlin a multiplié les rapatriements, les candidats au départ se sont retournés vers les autres pays européens, à commencer par l'Hexagone. La France dépassait déjà l'Allemagne fin 2016. 

Ce qui a motivé le déplacement de Gérard Collomb à Tirana, à la mi-décembre. La France fait pression depuis plusieurs mois sur ce pays candidat à l'entrée dans l'UE pour que soient renforcés les contrôles à la sortie du pays. Depuis août, plus de 9700 départs ont ainsi été bloqués depuis l'Albanie.

REPORTAGE >> Au coeur d'un foyer expérimental pour le retour des déboutés du droit d'asile

Depuis 2003, la France a établi une liste des pays "sûrs" dont l'Albanie fait partie. Mais la convention de Genève s'applique à tous les "réfugiés sans discrimination quant à la race, la religion ou le pays d'origine." Ce principe contraint chaque pays signataire à traiter tous les dossiers de demande d'asile, qu'ils viennent d'un pays considéré comme "sûr" ou non. 

Le label de pays sûr n'élimine pas la possibilité d'accorder l'asile pour des faits de violences faites aux femmes, de discrimination envers les LGBTI ou les minorités ethniques, notamment. Pour les ressortissants de ces pays "sûrs", la procédure d'examen du dossier de demande d'asile est toutefois accélérée. "Elle ne dépasse pas les trois mois, fait valoir Pascal Brice, directeur de l'OFPRA, contre sept à huit mois il y a deux ans. Aujourd'hui, les chances d'un Albanais d'obtenir l'asile en France se sont réduite comme peau de chagrin: seuls 6,5% des demandeurs albanais l'ont obtenu en 2017.
--- Termina citazione ---

Frank:
Alcuni passaggi non li condivido minimamente; ma riporto ugualmente l'articolo.


https://www.balcanicaucaso.org/aree/Albania/Se-vuoi-governare-gli-albanesi-manipola-gli-internazionali-189840


--- Citazione ---Se vuoi governare gli albanesi, manipola gli internazionali

Alimentare il mito dell'Albania da paese di emigranti a paese in grado di accogliere, nonostante gli albanesi continuino a lasciare il proprio paese. È questo che ha spinto il premier Rama a dichiarare di voler accogliere 20 migranti della Diciotti

31/08/2018 -  Fatos Lubonja
(Pubblicato originariamente da Panorama  il 27 agosto 2018)

Lo stesso giorno in cui abbiamo appreso che il nostro premier, dopo aver chiuso velocemente la riunione del governo, ha preso un elicottero a Valona per raggiungere Rinas e subito dopo si è imbarcato su un volo charter diretto a Torino per vedere la partita Juventus-Lazio e fare una foto con Ronaldo, abbiamo saputo anche che il governo ha deciso di diventare parte della risoluzione della crisi italo-europea sui migranti della nave "Diciotti". Ha deciso insomma di prendere in Albania 20 dei 170 migranti lasciati in mare dal ministro dell'Interno italiano Salvini, attualmente indagato sul caso dalla procura di Agrigento.

Salvini è stato il primo a darne notizia, ringraziando l'Albania, che in questo modo si è opposta a un'Europa che, a suo dire, "fa schifo". "Brava Albania", hanno detto anche molti italiani. Ma a sentire gli analisti sulla crisi causata da Salvini sono in molti a concordare che in Italia non c’è un allarme immigrazione, sottolineando che ci sono più sbarchi sulle coste greche e spagnole e che Salvini ha fatto di questa faccenda il suo cavallo di battaglia elettorale. Secondo Il Fatto Quotidiano, anche per rubare la scena mediatica ai partner di governo, i Cinque Stelle, che a loro volta gliela avevano rubata con la tragedia del ponte Morandi. Molti analisti seri italiani convergono nel ricordare che i veri problemi dell'Italia sono altri e che esigono un lavoro serio da parte del governo, non campagne elettorali permanenti, che servono soltanto a nascondere l’incapacità di affrontare e di risolvere quelle che sono le vere questioni.

E qui arriviamo al nostro primo ministro e al nostro paese. Come si è arrivati a questa decisione? In Italia non è certo noto, ma per noi che conosciamo Rama come gli italiani conoscono Salvini, è chiaro che la mossa serve anche a coprire gli allarmi dell'Albania, tra i quali, paradossalmente, l’aumento drammatico del numero di albanesi che abbandonano il paese. Così come Salvini manipola il dramma dei migranti eritrei. Ma tra le manipolazioni di Salvini e Rama c'è una differenza interessante. Salvini manipola in modo diretto, mentre Rama lo fa di traverso. Salvini ha come scopo di manipolare gli italiani contro l'Europa, utilizzando il malcontento sedimentato negli anni, mentre Rama ha come scopo di manipolare italiani ed europei per poi manipolare soprattutto gli albanesi, secondo il principio: se vuoi governare gli albanesi devi manipolare gli internazionali.

Cosa intendo con questo? Seguendo nella pagina Facebook di Bushati [ministro degli Esteri albanese, ndr] i commenti alla notizia, colpiva la separazione tra italiani e albanesi. Gli italiani ringraziavano per la solidarietà, mentre la maggior parte degli albanesi lo considerava un atto di "ipocrisia". Un commentatore ha scritto: "È privo di qualsiasi logica fornire assistenza ai migranti stranieri mentre dozzine di connazionali lasciano l'Albania ogni giorno. E non dite che sono scelte personali. Sapete bene che fuggono perché l'Albania ha strappato loro le speranze, perché hanno un futuro senza prospettive, annegato nella povertà, nell’oppressione e nell’ingiustizia".

Qualcun altro ricordava invece a Bushati i minori albanesi, che i genitori abbandonano intenzionalmente in Italia dove poi sono ospiti delle Caritas Italiane, sottolineando: "Lasciate le facciate e guardate negli occhi la realtà... non diventate ridicoli!"

Numerosi anche gli inaccettabili commenti razzisti e, tenendo in considerazione che gli albanesi sono più razzisti degli italiani a questo riguardo, non è difficile pensare che al di fuori di Facebook siano ancora più numerosi. Comunque sia, Rama non tiene conto dell’elettorato rappresentato da tutti questi commentatori.

Qualcuno si potrebbe chiedere come sia possibile. Perché Edi Rama continua ad applicare il principio: se vuoi governare gli albanesi devi manipolare gli internazionali, che lo ha portato al più alto scalino del successo. Lui continua a pensare che il complesso di inferiorità del provinciale, combinato con la mancanza di fiducia nelle istituzioni e nell'élite del paese, fa sì che gli albanesi si inchinino davanti alle valutazioni degli stranieri, zittisce gli avversari e inclina gli indecisi dalla parte degli internazionali. Rama pensa dunque che questo atto aiuterà ad alimentare in Italia l'immagine a cui sta lavorando da tempo, cioè che da paese di emigranti, l'Albania sia diventata paese ospitante (anche di italiani stessi). L’indomani della notizia, il Corriere della Sera ha dimostrato che il principio della citata manipolazione funziona, anche se i media francesi, tedeschi, olandesi, e non solo, scrivono da tempo di innumerevoli richiedenti asilo albanesi (“che schifo” davvero questi media italiani). Inoltre, l’immagine illusoria che l'Albania è cambiata può essere utile per l’apertura dei negoziati e quella valutazione servirà a nascondere ulteriormente gli allarmi reali dell’Albania, i quali, il manipolatore non è che non può, ma non vuole risolverli, visto che la soluzione richiederebbe la sua ritirata dal potere e quella della gente attorno a lui legata alla criminalità.

Funzionerà la manipolazione con questi sfortunati che, invece dell’Occidente, si ritroveranno in uno dei paesi con il maggior numero di richiedenti asilo nei paesi occidentali (i quali avranno così un motivo in più per respingere le richieste di asilo degli albanesi), ancora più razzista contro le persone di pelle nera e completamente fuori dagli standard europei? Potrebbe essere, ma ne dubito perché ormai il citato principio di Rama ‘’manipola gli internazionali per governare gli albanesi’’ fa acqua sia in Albania che all’estero.

Tuttavia, il deretano del Premier rimane sempre asciutto, almeno questo è quello che gli dicono tutti quelli che lo circondano, i quali corrono ad asciugargli i pantaloni ogni volta che vengono bagnati, perché il loro interesse è strettamente legato con la lunga tenuta di questa bugia. Altrimenti, non avrebbe avuto il coraggio di prendere decisioni di questo genere, che è lo stesso irresponsabile coraggio che per la sua mente rende normale il fatto di prendere un elicottero, e poi un aereo, per vedere la partita Juventus-Lazio e fare una foto con Ronaldo.
--- Termina citazione ---

Frank:
http://www.eastjournal.net/archives/91816


--- Citazione ---SLOVENIA: L’estrema destra costituisce una milizia armata
Amedeo Amoretti  4 giorni fa

Sabato 1° settembre, circa cinquanta uomini con il viso coperto, armati di asce e fucili, si sono ritrovati nei pressi di Pohorje, vicino a Maribor, per quello che sembrerebbe un giuramento solenne. A capo di questo gruppo vi è l’ex candidato alle presidenziali slovene Andrej Sisko. Il video del giuramento si è diffuso velocemente e molti politici, tra cui il presidente Borut Pahor e il primo ministro Miro Cerar, sono intervenuti denunciando l’accaduto e richiedendo l’intervento delle forze di polizia.

I militanti

Il gruppo si fa chiamare “la Guardia di Stajerska”, evidenziando il proprio presunto potere di difesa dell’omonima regione indipendentista slovena. La guardia sarebbe composta, secondo quanto affermato dal leader del gruppo, da “parecchie centinaia di volontari” – ma l’esperto di sicurezza nazionale Iztok Prezeli ha affermato che si tratterebbe di una vera e propria milizia, a giudicare da caratteri distintivi come la bandiera, l’uniforme e l’emblema posto sulla maglietta.

La formazione di tale unità sarebbe stata concepita con lo scopo di mantenere l’ordine nella regione e Sisko, pur avendo ammesso che le armi impugnate dai volontari non sono state registrate presso le autorità slovene, ha dichiarato che non vi è alcuna infrazione della legge. Il presidente Pahor, invece, ha voluto sottolineare che “la Slovenia è un paese sicuro nel quale nessuna persona non autorizzata ha bisogno (né le è permesso) […] di interessarsi illegalmente per la sicurezza del paese e dei suoi confini”.

Le indagini delle autorità

La polizia ha immediatamente avviato le indagini e nel corso di una conferenza stampa Robert Munda, il capo della polizia criminale di Maribor, ha dichiarato che alcuni uomini potrebbero essere stati tratti in inganno a partecipare e ha richiesto la loro collaborazione nello svolgimento delle indagini. Intanto, giovedì 6 settembre due uomini sono stati arrestati dalle forze dell’ordine e uno dei due parrebbe essere Sisko.

Sisko è conosciuto principalmente per essere alla guida del partito di estrema destra Slovenia Unita, che alle presidenziali del 2017 ha ottenuto soltanto il 2,2% (raggiungendo appena lo 0,6% alle parlamentari dello scorso giugno). Dopo aver fondato l’organizzazione anti-comunista slovena, successivamente giudicata illegale, nel 1992 Sisko fu accusato di tentato omicidio e venne condannato a ventidue mesi di carcere. In seguito ai fatti di sabato scorso, inoltre, Sisko è sospettato di istigazione all’odio, alla violenza e all’intolleranza – nonché di traffico di armi e di crimini contro l’umanità, contro la sovranità statale e contro l’ordine costituzionale democratico sloveno.
--- Termina citazione ---

Navigazione

[0] Indice dei post

[#] Pagina successiva

[*] Pagina precedente

Vai alla versione completa