Non ha a che fare con i paesi dell'Europa dell'est, bensì con la Cina e i cinesi, che comunque sono sempre ad est...
Il commento è di un italiano e non potrebbe essere altrimenti, perché in Europa, sia dell'ovest che dell'est (nel mondo non saprei), non esistono persone talmente esterofile e sprezzanti verso i propri connazionali.
I cinesi hanno sempre lavorato, ovunque, tanto e a ritmi massacranti.
Non hanno sabati, domeniche o vacanze.
Lavorare, per loro, è una questione di orgoglio, onore. Status sociale.
Incassare, fare affari va oltre un atteggiamento tipico di alcuni italiani del ''Devo farlo per sopravvivere, altrimenti passerei tutta la giornata a non fare un cazzo..''.
Per molti di loro, lavorare è una questione che ''rende felici'' e non di noiosa routine.
Molti di loro sono imprenditori nati, col fiuto per gli affari.
Spesso alcuni cinesi ci disprezzano perchè noi italiani non sappiamo sacrificarci per il lavoro, ci considerano dei pelandroni nati.
Analizzando questi atteggiamenti culturali, non diventa facilissimo capire il perchè di così tanto successo?
Naturalmente, concludo dicendo che dietro alcuni cinesi c'è sicuramente delinquenza, mafia, omertà e mazzette.
Ma quando sei italiano e la parola stessa ''ITALIANO'' all'estero fa pensare subito ad un altra parola, ''MAFIA'', quando la metà dei tuoi parlamentari è stata arrestata per inciuci con organizzazioni delinquenziali e varie tangentopoli, ha davvero senso puntare il dito contro i cinesi?
Ma quando sei italiano e la parola stessa ''ITALIANO'' all'estero fa pensare subito ad un altra parola, ''MAFIA'',
Un altro coglione che fa di tutta l'erba un fascio e che parla di "estero"...
Ed anche qui sorge spontanea la ferale domanda:
"Quale cazzo di estero? Di quali paesi parli, idiota?"Tralascio il discorso relativo al fatto che in Italia non c'è una attività cinese, che sia una, che non sia finanziata dalla loro mafia, che peraltro ha radici ben più antiche di quella italiana (al pari della yakuza giapponese).
Ma tanto il disprezzo di sé, del proprio popolo, delle proprie radici, della propria storia, è talmente profondo e radicato nella mente dell'italiano medio, che è sostanzialmente inutile evidenziare certi dati di fatto.
E' come lottare contro i mulini a vento.