Off Topic > Off Topic

La realtà dei paesi dell'Europa dell'est

<< < (7/117) > >>

Frank:
https://www.balcanicaucaso.org/aree/Albania/Gli-albanesi-in-Italia-in-via-d-estinzione-180766


--- Citazione ---Gli albanesi in Italia, in "via d’estinzione"?

Da alcuni anni il numero dei cittadini albanesi in Italia è in calo. Dopo aver superato il mezzo milione all’inizio del 2014, il loro numero ha cominciato a ridursi gradualmente
03/07/2017 -  Rando Devole   

Secondo gli ultimi dati appena pubblicati dall’Istat , in Italia vivono da residenti 448.407 albanesi. Con tale cifra essi occupano il secondo posto tra tutte le comunità straniere, attestandosi subito dopo i romeni, il cui numero ha superato il milione da molto tempo. Tuttavia, nella classifica dei paesi extra UE, gli albanesi residenti occupano il primo posto, seguiti da marocchini (420.651), cinesi (281.972) e ucraini (234.354). Del totale dei residenti stranieri, gli albanesi costituiscono l’8,9%.

Cos’è successo agli albanesi nel corso dell’ultimo anno? Se all’inizio del 2016 risultavano residenti in Italia 467.687 albanesi, in un anno il calo è stato di 19.280 persone. Tra 2015 e 2016 il decremento è stato ancora più sostanzioso. In poche parole, il trend negativo continua a essere evidente, anche se procede con un ritmo leggermente più lento. Se teniamo presente il fatto che i cittadini albanesi rientrano nella categoria di “immigrati storici”, sostanzialmente stabili e integrati, risultano tre i fattori principali della riduzione del loro numero: l’acquisizione della cittadinanza italiana, l’emigrazione verso altri paesi, il mancato bilanciamento di nuovi flussi migratori in ingresso dall’Albania.
Nuovi italiani

Dati più dettagliati sull’acquisizione della cittadinanza sono in via di pubblicazione, ciononostante il bilancio demografico ci permette già di avere un’idea complessiva del fenomeno. Il numero dei cittadini stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza italiana durante il 2016 è notevole: 201.591. Con il 18% del totale, gli albanesi occupano il primo posto. Facendo un rapido calcolo, si può affermare che nell'ultimo anno più di 36.000 albanesi hanno preso il passaporto italiano (nel 2015 erano stati 35.134). Nell’arco degli ultimi anni, gli albanesi con passaporto italiano hanno raggiunto all'incirca le 100.000 unità. Un fenomeno sociale di grande interesse da molti punti di vista, anche se, contrariamente all'opinione diffusa in parte dell'opinione pubblica italiana, in Italia la maggior parte degli immigrati sono soggiornanti di lungo periodo. Questo vale in particolar modo per gli albanesi: se, nonostante la legge attuale sia abbastanza restrittiva, gli albanesi ottengono più di altri la cittadinanza, è perché essendo immigrati “storici” hanno già “compiuto” gli anni necessari.

A prescindere dalle statistiche o dalle stime, e al di là delle distinzioni tra residenti e soggiornanti, è evidente che a questo ritmo il numero di cittadini albanesi con il solo passaporto albanese si ridurrà drasticamente in pochi anni. Ciò non significa, è ovvio, che gli albanesi in Italia "spariranno", ma che per il “radar statistico” la maggior parte di loro non apparirà più come straniera: acquisendo il passaporto italiano, diverranno cittadini residenti di un altro paese, anche quando conservano la doppia cittadinanza.
Cambiamenti epocali

Si ha l’impressione che le politiche dei paesi interessati e le loro opinioni pubbliche siano distratte e non riescano a comprendere appieno il peso di questi cambiamenti epocali, che richiedono un approccio fondamentalmente diverso, che metta al centro le persone e le loro esigenze. Per non parlare delle grandi potenzialità e delle energie che rimarranno nascoste se non valorizzate dovutamente.

Oltre ai problemi economici, l’Italia si trova da anni nel vortice di una crisi migratoria nel Mediterraneo, svolgendo un buon lavoro nel campo dell’accoglienza, ma costretta ad affrontare discorsi strumentali in merito ad un fenomeno ormai strutturale. A tutto questo, negli ultimi giorni, si è aggiunto il feroce dibattito divampato sulla riforma della legge sulla cittadinanza, un tema che porta a galla atteggiamenti populistici e sentimenti xenofobi, assolutamente ingiustificabili nei confronti di una legge di civiltà e di giustizia sociale: di un atto dovuto nei confronti della seconda generazione, di ragazzi nati e cresciuti in Italia.

L’Albania, da parte sua, è alle prese con forti contraddizioni, profonde diseguaglianze e crisi provocate da una politica che pare sempre più distante dai bisogni reali delle persone. Il paese ha fatto enormi progressi negli ultimi due decenni, ma è bloccato da guerriglie politiche interne che rendono ancora più visibili l’assenza di una visione condivisa per il futuro e l’oblio riservato ai propri migranti, al di là delle dichiarazioni retoriche. Per capire la gravità della situazione, è sufficiente menzionare l’ultimo sondaggio Gallup , secondo cui il 56% degli albanesi d’Albania desidera emigrare all’estero.

Fatto sta che le politiche continuano ad essere condizionate da emergenze, interessi specifici e obiettivi di breve termine. Bisognerebbe, invece, alzare lo sguardo verso l’orizzonte, che ovviamente è molto ampio.
--- Termina citazione ---


http://news.gallup.com/poll/211883/number-potential-migrants-worldwide-tops-700-million.aspx

Vicus:
Sul versante adriatico (specialmente Puglia) la presenza albanese è massiccia. Anche se l'immigrazione albanese sembra avere un minore impatto di altre, è un'ottima notizia. Del resto molte aziende italiane investono in Albania, cosa sicuramente preferibile (anche se crea disoccupazione da noi) ai 35 Euro al giorno e ai centri d'accoglienza con Wi-Fi.

Alberto1986:

--- Citazione da: Vicus - Febbraio 08, 2018, 00:17:36 am ---Sul versante adriatico (specialmente Puglia) la presenza albanese è massiccia. ...

--- Termina citazione ---

Negli anni '90. Ora sono gli italiani che vanno in Albania per pura convenienza economica.

Vicus:

--- Citazione da: Alberto86 - Febbraio 08, 2018, 15:14:44 pm ---Negli anni '90. Ora sono gli italiani che vanno in Albania per pura convenienza economica.

--- Termina citazione ---
Ce ne sono meno ma sono stato nel Gargano pochi anni fa e gli albanesi non erano proprio pochissimi.

Frank:

--- Citazione da: Vicus - Febbraio 09, 2018, 23:39:18 pm ---Ce ne sono meno ma sono stato nel Gargano pochi anni fa e gli albanesi non erano proprio pochissimi.

--- Termina citazione ---


Sempre riguardo agli albanesi, leggi questo vecchio articolo.
http://www.eastjournal.net/archives/75501


--- Citazione ---ALBANIA: 25 anni fa, quando la Rai parlò di noi

Lavdrim Lita 9 agosto 2016   

25 anni fa cominciava il grande esodo dei profughi albanesi verso l’Italia. Tra la notte del 6 e la mattina del 7 marzo del 1991, una prima ondata di persone in fuga dall’Albania si riversò sulle coste pugliesi. Era il preludio al drammatico viaggio verso Bari della nave Vlora che ad agosto attraccò in Puglia con 20 mila passeggeri a bordo.

La storia

Il crollo del muro Berlino e la morte violenta dei coniugi Ceausescu in Romania nel 1989 aveva scosso i regimi comunisti nell’ est Europa e sopratutto Tirana. Per 45 anni l’Albania fu sottomessa a dura prova da un regime stalinista guidata con metodi spietati dal dittatore Enver Hoxha. Questa prova consisteva nell’impoverimento materiale e spirituale di tre milioni di persone. Centinaia di chiese, mosche e altri luoghi di culto furono distrutte e decine di chierici persero la vita perla volontà cieca di estirpare con la violenza la fede nelle persone per sostituirla con il culto del partito.

L’Albania arrivava nei primi anni ‘90 come il terzo paese più povero del mondo dopo l’Uganda e l’Angola e dove la proprietà privata, la libera impresa, la libertà e i diritti umani fondamentali erano stati vietati per Costituzione. Durante il regime comunista la mobilità interna ed esterna erano totalmente proibite. La propaganda contro la migrazione e immigrazione era massiccia e rappresentata come una piaga sociale frutto del capitalismo. La propaganda totalitaria fino alla morte di Enver Hoxha nel 1985 rappresentava nell’immaginario collettivo albanese il fenomeno migratorio come una deportazione territoriale simile a quella per gli oppositori politici.

Il regime comunista del post-Hoxha guidata da Ramiz Alia cercò di allentare la presa della repressione dando l’idea di prossime riforme economiche e sociali, ma l’ incapacità e l’atrofia politica della classe dirigente deluse subito le aspettative. In condizioni di povertà diffusa, di disoccupazione crescente e di mancanza di reali prospettive per il futuro,l’emigrazione sembrava l’unica strada percorribile per una generazione che non aveva nulla da perdere.

Nel luglio del 1990 centinaia di giovani si diressero, spinti dalla speranza di una vita migliore, verso i cancelli delle ambasciate occidentali come fossero una casa sicura per chiedere asilo politico e una nave che li avrebbe guidati verso l’occidente. I primi dati sono spaventosi per la credibilità del regime, circa tremila persone si rifugiarono all’ambasciata tedesca; altre cinquemila in quelle italiane, francesi, greche, turche, polacche, ecc.

A Tirana il malcontento si manifestò ormai apertamente e diversi gruppi sociali e sindacali organizzarono scioperi e manifestazioni. Quelli che diedero un colpo definitivo al regime comunista furono gli studenti universitari che scesero in piazza in numero sempre maggiore: anche se in un primo momento le loro richieste erano limitate alle condizioni di studio, ben presto acquisirono una maggiore connotazione politica. Il passaggio da un regime totalitario a un sistema democratico di tipo liberale coincise con una grave crisi economica del paese, in un momento storico in cui la globalizzazione cominciava a far sentire i suoi effetti. Alla povertà ereditata si aggiunse la piaga della disoccupazione che in una società molto giovane come quella albanese incentivò le forti spinte migratorie.

Verso l’Italia

In questa confusione politica, economica e sociale, alla vigilia delle prime elezioni libere nel marzo del 1991, l’Albania era un paese in rovina, in cui regnava il caos e il sogno dell’occidente,in particolare l’ Italia, vista solo alla televisione. La Rai e i canali mediaset, anche se il fenomeno non e’ ancora scientificamente studiato, furono uno dei più importanti spiragli che mantenne vivo nell’immaginario collettivo il desiderio di libertà e la possibilità di una alternativa.

Nella primavera del 1991 l’Italia scoprì di essere la terra promessa per migliaia di albanesi.Dal 7 marzo 1991, gli albanesi entrarono a pieno titolo sulla scena continentale con quello che fu denominato “l’ esodo biblico”. I legami con l’Italia erano stati sempre di amore e odio. L’amore per essere cosi simili: “due popoli, un mare”. Anche nel medioevo, gli albanesi per scappare all’ invasione ottomana sbarcavano in Sicilia o in Puglia come ci dimostra la presenza della comunità arberesh nel sud Italia. L’Italia era sempre stata vista come un porto sicuro. Tuttavia, gli albanesi residenti in Italia nel lontano 1980 erano appena 514; nel 1990, 2.034.

Tutto questo stava per cambiare.La prima calorosa accoglienza nelle ambasciate occidentali confermò il desiderio di molti giovani di provare a scappare dal non-vivere. La voce per la partenza delle navi dal porto di Durazzo aveva fatto sì che centinaia di giovani di Tirana percorressero a piedi o in bicicletta 40 chilometri che dividono la capitale dalla città di mare. Una maratona verso la libertà. In quei giorni migliaia di giovani albanesi “assaltarono” la nave “Vlora”, una bellissima nave italiana costruita a Genova negli anni 60. La Rai stava finalmente parlando di loro. Per la prima volta, loro erano la notizia.
--- Termina citazione ---

Navigazione

[0] Indice dei post

[#] Pagina successiva

[*] Pagina precedente

Vai alla versione completa