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La realtà dei paesi dell'Europa dell'est
Frank:
https://www.balcanicaucaso.org/aree/Serbia/Belgrado-soffoca-198922
--- Citazione ---Belgrado soffoca
La capitale serba è, non per la prima volta, tra le città più inquinate al mondo. La situazione è egualmente catastrofica a Niš ed in altre città del paese. La società civile si mobilita e denuncia l'immobilismo delle autorità
17/01/2020 - Nevena Bogdanović
(Pubblicato originariamente da Radio Slobodna Evropa , selezionato e tradotto da Courrier des Balkans e Obct)
Belgrado è attualmente una delle città più inquinate al mondo. Lo rileva l'applicazione AirVisual che misura la qualità dell'aria ma anche i dati dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente in Serbia. Il ministro dell'Ambiente Goran Trivan, ha reagito alle numerose denunce e mobilitazioni dei cittadini spiegando che nessuna soluzione può, nel breve periodo, risolvere il problema.
“Dobbiamo migliorare i sistemi attuali di monitoraggio della qualità dell'aria. La soluzione è avere mezzi di trasporto che inquinano meno, industrie meno inquinanti e l'utilizzo di combustibili di alta qualità nonché adottare sistemi di riscaldamento per le case che siano sostenibili”, si è limitato a rispondere.
Dossier
Le città dei Balcani sono tra quelle dove si respira l'aria più inquinata d'Europa. Un problema aggravato dalla lentezza con cui le istituzioni stanno prendendo coscienza della gravità della situazione. Un dossier del 2019 a cura di OBCT
Mentre il Parlamento serbo sta per dare semaforo verde al Capitolo 27 delle negoziazioni con l'Ue, relativo all'ambiente e al clima, Mirko Popović, dell'Istituto per le fonti rinnovabili e la protezione dell'ambiente, si indigna per la passività delle istituzioni. “L'inquinamento dell'aria è percepibile ad occhio nudo. Ed anche il fatto che le istituzioni non facciano nulla!”, afferma. “Lo stato ha adottato un piano nazionale per la riduzione delle emissioni delle centrali termiche, per ridurre ogni anno le emissioni di anidride solforosa, ossidi di azoto e polveri sottili. Si sarebbe dovuto applicare il piano a partire del primo gennaio 2018. È stato elaborato, adottato, ma mai applicato”.
Dal canto suo il presidente Vučić ha dichiarato che l'inquinamento atmosferico è “conseguenza della crescita economica della Serbia”. Mercoledì il governo serbo si è riunito per un incontro d'urgenza sulla questione senza però adottare alcun provvedimento. La premier Ana Brnabić ha annunciato la creazione di una commissione di lavoro sottolineando che “non c'è motivo per lasciare spazio al panico”.
Ne da(vi)mo Beograd si mobilita
L’iniziativa civica Ne da(vi)mo Beograd , che ha più volte avvertito le autorità di questo problema, ha promosso una petizione sottoscritta già da 10.000 cittadini. “Nel breve periodo occorre proteggere la popolazione e tenerla informata. Nel lungo termine occorre ovviamente adottare dei provvedimenti per intervenire sulle cause dell'inquinamento. Purtroppo le istituzioni continuano a fare orecchie da mercante alle iniziative dei cittadini”. Denuncia Vladimir Radojčić di Ne da(vi)mo Beograd.
Secondo un rapporto della rete internazionale di ong Bankwatch, presentato lo scorso 10 dicembre al Parlamento europeo, le centrali termiche in Serbia emettono anidride solforosa in quantità sei volte maggiore di quanto permesso dal Piano nazionale. In questo momento anche altre città serbe come Bor, Valjevo, Niš o Smederevo devono affrontare un livello di inquinamento molto elevato. La situazione è grave anche nelle altre capitali della regione, da Sarajevo a Skopje.
--- Termina citazione ---
Frank:
https://www.balcanicaucaso.org/aree/Macedonia-del-Nord/Skopje-la-capitale-piu-inquinata-d-Europa-191702
--- Citazione ---Skopje, la capitale più inquinata d'Europa
La capitale della Macedonia è stata dichiarata la più inquinata in Europa: un record negativo causato da cattive politiche e una cronica mancanza di visione a lungo termine
28/12/2018 - Ilcho Cvetanoski Skopje
Oltre alle ben note sfide su corruzione, libertà di espressione, stato di diritto, responsabilità politica, tendenze autoritarie ecc., i paesi balcanici – indipendentemente dallo status UE – sono afflitti da un'altra questione poco affrontata. Skopje, Sofia, Pristina e Sarajevo sono infatti nella lista delle città più inquinate d'Europa.
Skopje, insieme alla vicina Tetovo, detiene il poco lusinghiero record. In un recente articolo pubblicato sul suo sito web, il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente ha dichiarato Skopje "la capitale più inquinata d'Europa". Secondo i media locali, il 38% dei decessi a Tetovo e il 22% a livello statale sono il risultato diretto dell'inquinamento atmosferico.
Tuttavia, il problema è trascurato per la maggior parte dell'anno. Solo quando arriva l'inverno e un denso smog soffoca la città e i suoi abitanti, viene rispolverato da media e opposizione. Quindi, oggi la VMRO-DPMNE sta incolpando l'avversario SDSM per la cattiva qualità dell'aria, come se non avesse governato il paese per 10 anni fino al 2017.
Strumentalizzazione e cronico deficit di visione e soluzioni a lungo termine, insieme alla mancanza di responsabilità e proattività dei cittadini, hanno portato Skopje a diventare la "capitale più inquinata d'Europa".
Il bilancio delle vittime
La scarsa qualità dell'aria nella Repubblica di Macedonia è principalmente dovuta alle minuscole particelle di combustione chiamate PM10 (10 micrometri o meno di diametro) e PM2,5 (2,5 micrometri o meno di diametro). Queste possono facilmente penetrare in profondità nel corpo, causando non solo problemi respiratori, ma anche altri pericolosi problemi di salute. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno in Macedonia muoiono prematuramente 2.574 persone in diretta conseguenza dell'inquinamento atmosferico.
I dati di dicembre 2018 dell'iniziativa Breathe Life, una Coalizione per il clima e l'aria pulita guidata dall'OMS e dal programma per l'ambiente delle Nazioni Unite, mostrano la gravità della situazione. La concentrazione delle particelle di PM2,5 a Skopje è 4,5 volte superiore al livello raccomandato di 10 microgrammi per metro cubo. Secondo la stessa fonte, la situazione è ancora peggiore a Tetovo, dove la concentrazione di particelle di PM2,5 è 8,1 volte superiore al livello raccomandato.
I media locali, citando uno studio dell'OMS, sottolineano anche che nel 2010 i paesi dei Balcani occidentali hanno perso, oltre a circa 36.000 su 23 milioni di cittadini, 55 miliardi di dollari come risultato diretto dell'inquinamento atmosferico.
Predisposizione naturale o negligenza umana?
Situate a valle e circondate da montagne, Skopje e Tetovo sono predestinate alla nebbia. La situazione è complicata dall'inversione di temperatura, un fenomeno naturale che fa sì che l'aria calda rimanga sopra l'aria fredda, intrappolando così in basso la nebbia. In circostanze normali, la temperatura dell'aria dovrebbe diminuire all'aumentare dell'altitudine, sostenendo la fluttuazione giornaliera dell'aria (l'aria calda sale e l'aria fredda si abbassa). Tuttavia, con l'inversione, l'aria fredda rimane sotto l'aria calda bloccando la fluttuazione, e la nebbia rimane intrappolata nelle valli per giorni, a volte per settimane.
Questa condizione ambientale non può essere modificata, ma l'aumento dell'inquinamento è il prodotto delle attività umane: rapida crescita del traffico, combustione incompleta dei rifiuti, industria, urbanizzazione rapida, scarsa cura dell'ambiente, ecc.
Pertanto, le politiche statali dovrebbero affrontare lo smog come unica variabile prodotta dall'uomo in questo scenario. Invece, negli ultimi anni, hanno peggiorato la situazione con scelte populiste.
Politiche populistiche e inquinamento
Le statistiche ambientali 2017 dell'Ufficio statistico di Stato mostrano che la principale fonte di inquinanti atmosferici (circa il 77%) sono i processi di combustione, seguiti dai trasporti (circa il 14%) e dai processi di produzione (circa il 6,5%). Consumi domestici e automobili sono quindi le principali fonti di inquinamento, seguiti dalle industrie.
Nelle sue recenti dichiarazioni pubbliche, il sindaco di Skopje Petre Shilegov ha sottolineato che circa 60mila famiglie usano legna e carbone di bassa qualità per il riscaldamento. Il precedente governo VMRO-DPMNE, in una frenesia populista, aveva permesso l'importazione di vecchie auto con standard ecologici obsoleti dall'UE. Di conseguenza, in meno di cinque anni, il numero di veicoli registrati è passato da 350mila a 475mila: la maggior parte a diesel, quindi con maggiore emissione di particelle rispetto alla benzina.
Altro fattore aggravante è la selvaggia urbanizzazione delle città. Invece di parchi verdi, nuovi edifici spuntano come funghi dopo la pioggia. Oltre al parco principale della città, a Skopje non c'è un solo spazio verde che non si sia ristretto negli ultimi 10-15 anni. La situazione è ancora peggiore a Tetovo e in altre città. Il disboscamento illegale è endemico attorno alle città e nelle zone montane limitrofe, peggiorando ulteriormente l'ecosistema.
Invece di affrontare il problema, i politici lo hanno sfruttato a fini elettorali. Durante l'era VMRO-DPMNE nel 2006-2017, l'SDSM ha costantemente attaccato il governo per le sue sconsiderate politiche ecologiche, promettendo un approccio più rispettoso dell'ambiente. Ora, al potere sia a livello locale che nazionale, continua però a portare avanti politiche incoerenti e di breve respiro.
Skopje ha bisogno di un'azione radicale
Con notevole ironia involontaria, il sindaco Petre Shilegov ha annunciato che Skopje, insieme ad altre nove città di sette paesi in Europa, è ufficialmente in lizza per il titolo di Capitale Europea dell'Ambiente 2021, aggiungendo che l'UE ha riconosciuto i risultati e gli sforzi della Macedonia per migliorare l'ambiente e la qualità della vita.
Kiril Sotirovski, rettore della facoltà di Silvicoltura a Skopje, ha dichiarato ai media locali di essere estremamente sorpreso dalla candidatura, sottolineando che Skopje ha mostrato progressi misurabili in uno solo dei 12 criteri, l'efficienza energetica. "Per tutti gli altri 11 criteri, la situazione è tragica", ha affermato Sotirovski.
L'iniziativa Breathe Life evidenzia sei aree da affrontare al fine di ridurre l'inquinamento atmosferico: trasporti, gestione dei rifiuti, inquinamento domestico, approvvigionamento energetico, industria, cibo e agricoltura. Finora, nessun cambiamento importante è stato annunciato in nessuna di queste aree. Un recente rapporto delle Nazioni Unite dalla conferenza ministeriale regionale a Belgrado incoraggia i paesi a non attendere l'adesione all'UE, ma a stanziare più risorse per affrontare l'inquinamento nel futuro prossimo o a medio termine.
Invece di modificare le dinamiche di consumo attraverso l'efficienza energetica degli edifici e il minore utilizzo del riscaldamento, migliori standard tecnici per i veicoli e limiti al loro uso nelle aree urbane, e miglioramento dei trasporti pubblici, Skopje sta affrontando l'inquinamento atmosferico urbano candidandosi a Capitale verde europea 2021.
--- Termina citazione ---
Vicus:
Chissà cosa direbbe un albanese se leggesse questo topic
Frank:
--- Citazione da: Vicus - Gennaio 18, 2020, 16:31:25 pm ---Chissà cosa direbbe un albanese se leggesse questo topic
--- Termina citazione ---
Ben poco... perché poi, se si iscrivesse, avrebbe a che fare con me, che con gli albanesi ho trascorso i migliori anni della mia vita lavorativa.
Perciò tante puttanate non potrebbe raccontarle.
Frank:
https://www.balcanicaucaso.org/aree/Bosnia-Erzegovina/I-polmoni-di-Sarajevo-pieni-di-PM-2-5-199212
--- Citazione ---I polmoni di Sarajevo pieni di PM 2,5
La capitale bosniaca figura in cima alla lista della classifica delle città più inquinate al mondo. Un recente rapporto della Banca mondiale stima oltre 3000 morti all'anno per inquinamento. Dal riscaldamento domestico alle centrali, le cause sono varie. Anche qui come altrove la politica locale sembra ignorarle
24/01/2020 - Ahmed Burić Sarajevo
Nel corso dell’ultimo mese Sarajevo ha occupato quasi sempre il primo posto nella classifica delle città più inquinate al mondo. Accanto a megalopoli come Pechino e Nuova Deli, e altre città dove è tradizionalmente dominante l’industria pesante, soprattutto quella metalmeccanica, nelle ultime settimane la capitale bosniaca ha registrato alti livelli di inquinamento, nocivi per la salute umana. Volendo dare qualche numero, i valori dell’Indice di qualità dell’aria (IQA) superiori a 300 sono considerati pericolosi per la salute, e a Sarajevo da metà dicembre fino ad oggi il valore di IQA oscillava tra 392 e 700. La Banca mondiale, in un suo recente rapporto intitolato “Gestione della qualità dell’aria in Bosnia Erzegovina ”, ha cercato di spiegare cosa implicano questi valori.
Nel rapporto si afferma che ogni anno in Bosnia Erzegovina muoiono prematuramente circa 3.300 persone a causa delle conseguenze dell’inquinamento atmosferico. In altre parole, circa il 9% del totale dei decessi è correlato all’inquinamento atmosferico. L’alta concentrazione di polveri fini nell’aria è dovuta soprattutto all’utilizzo diffuso degli impianti individuali di riscaldamento (di cui la maggior parte a carbone e a olio combustibile), nonché all’uso massiccio di veicoli a motore, con un’età media di 17 anni. Si stima che circa il 70% di automobili vecchie sia alimentato a diesel e che più della metà del parco circolante sia di categoria inferiore a Euro 3.
Come già avvenuto molte volte in passato, l’importanza dei dati esposti nel rapporto è stata sminuita nelle sue conclusioni: il rapporto della Banca mondiale suggerisce che l’attuale situazione dell’inquinamento atmosferico in Bosnia Erzegovina sia “dovuta alla mancanza di politiche finalizzate a ridurre le emissioni inquinanti e al massiccio consumo di combustibili fossili per riscaldare le case e per cucinare”, concludendo che “le caldaie a legna e a carbone sono molto più diffuse nei paesi del sud-est Europa e dei Balcani rispetto al resto del continente”. Volendo essere un po’ sarcastici, si potrebbe dire che la “logica” adottata dalla Banca mondiale riecheggia quella famosa frase attribuita, a quanto pare senza fondamento, a Maria Antonietta, che recita: “Se non hanno più pane, che mangino brioche”.
Ma il vero problema è un altro. Le condizioni di vita e l’inerzia mentale dei cittadini bosniaci, e diversi giochi politici, rischiano di soffocare sul nascere ogni possibile mobilitazione civile. Come altrimenti spiegare il fatto che alle manifestazioni organizzate nei giorni scorsi davanti alla sede del governo del cantone di Sarajevo per protestare contro l’inquinamento atmosferico e per chiedere che venga risolta la grave situazione ambientale in cui versa il paese, abbia partecipato solo una cinquantina di persone, a cui si sono aggiunti circa venticinque giornalisti e qualche passante occasionale? Uno spettacolo sconfortante che ha dimostrato quanto pochi siano i cittadini sarajevesi disposti a lottare per l’aria pulita.
Nella marea di interpretazioni dei risultati del monitoraggio della qualità dell’aria e di proposte per risolvere il problema dell’inquinamento atmosferico in Bosnia Erzegovina spicca l’ipotesi secondo cui i principali responsabili dell’inquinamento atmosferico sarebbero le centrali termoelettriche. A differenza dei paesi dell’Europa occidentale, che stanno pian piano chiudendo le centrali termoelettriche (o almeno si sono impegnati a ridurre l’uso del carbone per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile), nei Balcani e nel sud-est Europa le centrali termiche sono ancora molto diffuse. 7 delle 10 centrali termoelettriche più inquinanti d’Europa si trovano nei Balcani.
Allora come evitare, in un ambiente simile, l’esposizione alle polveri sottili PM 2,5 che sono estremamente dannose per la salute perché possono penetrare profondamente nei polmoni e nel flusso sanguigno, causando diverse malattie, e persino la morte? Per cominciare, bisogna capire che i politici al potere devono assumersi le proprie responsabilità. A dire il vero, il premier del governo del cantone di Sarajevo Edin Forto si è rivolto ai presenti alla summenzionata “manifestazione” di protesta, ricorrendo perlopiù a frasi fatte. Ne è uscito un discorso blando, impregnato di retorica tipica del marketing.
Il problema è chiaro, e lo ha spiegato molto bene il professore Azrudin Husika, esperto di problematiche legate all’inquinamento e alle energie rinnovabili. In un’intervista rilasciata alla Radiotelevisione della Bosnia Erzegovina (RTBH), Husika ha dichiarato che la Bosnia Erzegovina ha allineato, in parte, la normativa nazionale in materia ambientale a quella dell’UE, aggiungendo però che mancano sia la consapevolezza che i presupposti economici necessari per avviare una vera lotta all’inquinamento. Si tratta di un processo che richiede tempo, ma nessun governo né partito politico sembra essere disposto a dire la verità agli elettori. E la verità è che la lotta contro l’inquinamento durerà anni e il problema non può risolversi da solo.
In parole povere, si avvicinano le elezioni locali e nessuno vuole assumersi la responsabilità dell’attuale situazione ambientale a Sarajevo. Nel frattempo, i cittadini sono costretti a respirare l’aria inquinata che può causare gravi problemi di salute, tra cui le infezioni del tratto respiratorio inferiore; il tumore alla gola, ai bronchi e ai polmoni, l’ischemia cardiaca, l’ictus, la broncopneumopatia cronica ostruttiva. Oltre a causare dolori e sofferenza, le malattie legate all’inquinamento atmosferico incidono fortemente sulla spesa sanitaria e riducono la produttività sul lavoro.
In Bosnia Erzegovina il numero di morti per l’inquinamento atmosferico è il doppio di quello in Macedonia del Nord (dove ogni anno muoiono 1600 persone a causa dell’inquinamento) ed è ben 4 volte superiore a quello in Kosovo (760 morti all’anno). I più esposti ai rischi legati all’inquinamento atmosferico sono gli adulti di età superiore ai 50 anni.
Tutti questi dati evidentemente non bastano per spingere le autorità a reagire. Per risolvere il problema dell’inquinamento atmosferico in Bosnia Erzegovina bisogna intraprendere interventi politici e legislativi, e investire in diversi settori, compreso il settore edilizio e quello dei trasporti. Nel frattempo, i cittadini continueranno ad ammalarsi e a morire, i partiti politici continueranno ad accusarsi e a incolparsi a vicenda, e la comunità internazionale continuerà a credere che il suo lavoro consista solo nel pubblicare rapporti e garantire il regolare svolgimento di elezioni. Resta però da vedere quanti cittadini bosniaci si recheranno alle urne.
--- Termina citazione ---
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