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La realtà dei paesi dell'Europa dell'est
Frank:
https://www.eastjournal.net/archives/108693
--- Citazione ---UCRAINA: Sulla scia russa, contro la cosiddetta propaganda LGBT
Claudia Bettiol 2 giorni ago
Da KIEV – Nei giorni scorsi, due deputati parlamentari del partito “Il servo del popolo”, Georgiy Mazurašu e Olena Lys, hanno registrato una proposta di legge anti-propaganda LGBT sul sito web della Verchovna Rada. L’idea viene da Mykola Hunko, cappellano della Chiesa cristiana avventista del settimo giorno della città dell’Ucraina occidentale di Černivtsi, il quale ha proposto al parlamento ucraino un disegno di legge che vieterebbe qualsiasi forma di propaganda e promozione di eventi o azioni a sostegno della comunità LGBT.
Da Černivtsi alla Verchovna Rada: no alla propaganda LGBT
Mykola Hunko è un giovane sacerdote a capo della parrocchia della Chiesa avventista di Černivtsi (movimento religioso cristiano che crede nell’imminente seconda venuta di Cristo) piuttosto conosciuto dalla stampa locale in quanto attivista e fondatore dell’associazione “Černivtsi per uno stile di vita sano”. Le sue petizioni a favore della comunità locale, nonostante non sempre raccolgano il numero di firme necessario, sono molto popolari nella regione e attribuiscono a Hunko la fama di “gran riformatore”. Un riformatore, naturalmente, di stampo conservatore: Hunko si batte, in particolare, per la desovietizzazione della sua città, sostenendo di pari passo un’idea di famiglia tradizionale.
Recentemente, il cappellano ha proposto un disegno di legge in difesa della famiglia tradizionale e contro la “propaganda dell’omosessualità e del transgenderismo”. Dal 2018 si sono tenuti vari eventi ricorrenti a sostegno della comunità LGBT in città – tra cui la Marcia dell’orgoglio – e Hunko ritiene necessario combattere questa “propaganda” che si sta diffondendo in tutto il paese: nel maggio del 2019 ha, perciò, chiesto al consiglio comunale di Černivtsi di vietare qualsiasi evento a sostegno dei diritti della comunità LGBT. La sua petizione ha raggiunto le 250 firme richieste ma, nell’ottobre scorso, nonostante i deputati del consiglio comunale abbiano appoggiato Hunko, il sindaco di Černivtsi Oleksiy Kaspruk ha posto il suo veto dichiarando la decisione incostituzionale.
Gli oppositori di Hunko e i sostenitori dei diritti umani e dei diritti della comunità LGBT hanno risposto con una serie di proteste nella città di Černivtsi: gli attivisti del partito Ascia democratica (Demokratična Sokyra) hanno organizzato una manifestazione chiamata 365, presentando al consiglio comunale un programma di eventi a tema LGBT per l’intero anno 2020. Ma Mykola Hunko e i suoi sostenitori non si sono arresi e si sono rivolti direttamente ai deputati parlamentari, i “servi del popolo” Georgiy Mazurašu e Olena Lys, i quali hanno deposto il disegno di legge in parlamento lo scorso 22 luglio, sottolineando come la “propaganda di omosessualità o transgenderismo possa influire negativamente sulla salute fisica o mentale, sulla condizione morale o spirituale e sullo sviluppo dell’uomo”.
Le idee anti-LGBT di Hunko
Secondo le idee di Hunko, la “propaganda LGBT” rende impossibile crescere i bambini in rispetto dell’articolo 51 della Costituzione dell’Ucraina, che al primo comma dichiara: “Il matrimonio si basa sul libero consenso di una donna e di un uomo”. Citando questo articolo, il cappellano reputa che, se un bambino assiste alla Marcia dell’orgoglio o vede una coppia dello stesso sesso per strada, sarà affetto da una “dissonanza cognitiva“. Egli considera, inoltre, tutte le azioni pubbliche di massa – quali il Pride o altri eventi a sostegno della comunità LGBT – come pura propaganda e promozione di una “famiglia non conforme”; è anche contrario a qualsiasi immagine o informazione su coppie dello stesso sesso nei libri di testo scolastici.
Hunko afferma di non avere nulla contro i membri della comunità LGBT, ma mette omosessuali, pedofili e funzionari corrotti sullo stesso piano e, oltre a negare i termini “omosessualità” e “transgender”, il sacerdote suggerisce di escludere anche il termine “uguaglianza di genere” dalla legislazione ucraina, proponendo di sostituirlo con “uguaglianza dei diritti delle donne e degli uomini”. Un chiaro rifiuto nel riconoscere la diversità.
Il disegno di legge di Hunko ricorda la legge russa del 2013 “Sulla promozione di relazioni sessuali non tradizionali tra minori”, che proibisce qualsiasi attività a sostegno della comunità LGBT, nonché manifestazioni pubbliche di relazioni tra persone dello stesso sesso e punisce questi reati con pene amministrative e penali. Hunko e i due “servi del popolo” sono a favore dell’introduzione di sanzioni amministrative di un importo che va dalle 17 alle 136mila hryvne (da 525 a 4200 euro).
L’indignazione della comunità LGBT
“Il disegno di legge proposto è una sorta di omofobia delle caverne che sta tornando alla riscossa. E, guarda caso, le iniziative del governo attuale coincidono con le narrazioni della Federazione Russa. Sappiamo tutti che si concluderanno con la limitazione dei diritti umani, come è accaduto in Russia”, – ha affermato Boris Chmilevskyjil, presidente dell’associazione per i diritti umani Alleanza Globale (Al’jans.Global).
L’associazione per la difesa dei diritti LGBT Naš Svit ha criticato l’iniziativa di Mazuras e Lys, affermando che i due deputati “hanno chiaramente dimostrato il loro sostegno alla politica russa e si sono prontamente schierati con il movimento a favore dei valori tradizionali“. Si teme, infatti, che l’eventuale adozione di una simile legge contro la “propaganda LGBT” in Ucraina metta immediatamente fine all’integrazione europea.
La Verchovna Rada ha già chiuso la sessione estiva, quindi i deputati potranno iniziare a esaminare questo disegno di legge non prima di settembre.
--- Termina citazione ---
Vicus:
--- Citazione da: Frank - Agosto 02, 2020, 14:17:02 pm ---
Mah, guarda, io non son mai stato a San Pietroburgo (conosco però una russa di San Pietroburgo che mi chiavavo 13 anni fa e che vive a Perugia da 25 anni), ma so per certo che le realtà rurali son ben diverse.
Da quelle parti le differenze tra grandi città e campagna sono molto marcate e in certe zone della Russia la povertà è ancora tanta
--- Termina citazione ---
Sì è così
--- Citazione ---, sebbene l'arrivo di Putin e i suoi metodi ne abbiano ridotto la diffusione rispetto a 20 anni fa.
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Avercelo uno come Putin, che ha risollevato il Paese resistendo per decenni mentre da noi passano tutti al nemico o sono dei fake.
Può essere che nei Paesi dell'Est lo Stato Profondo non sia forte come in Occidente, ma di certo Putin è riuscito a superare enormi difficoltà, è un politico con le palle come ce ne sono pochi.
--- Citazione ---Perciò già il fatto di condurre una vita di merda toglie gioia e allegria.
--- Termina citazione ---
Se comminano l'ergastolo a chi ascolta radio italiane c'è poco da stupirsi.
--- Citazione ---Per quanto riguarda le ungheresi non me le ricordo molto diverse dalle italiane.
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Ho frequentato (socialmente) un'ungherese per un paio d'anni, ne ho conosciute altre, tutte piuttosto vivaci e intelligenti.
Vicus:
--- Citazione da: Frank - Agosto 02, 2020, 16:44:35 pm ---https://www.eastjournal.net/archives/108693
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Bene, molto bene... Certe cose come il DDL Boldrini succedono solo* in Italia...
* Benevola provocazione. :lol: Ma è vero che all'Est di pride se ne vedono meno. Per esempio, quel deficiente del Berla ha mandato Luxuria in Russia con trucco e parrucco, l'hanno rimandato indietro a calci :censored:
Frank:
--- Citazione da: Vicus - Agosto 02, 2020, 18:03:40 pm ---Avercelo uno come Putin, che ha risollevato il Paese resistendo per decenni mentre da noi passano tutti al nemico o sono dei fake.
--- Termina citazione ---
Sì, ma Putin si trova in Russia non in Italia o in qualche altro Paese dell' Europa dell' ovest, perciò intorno a lui ha un "terreno fertile" che gli permette di agire in un certo modo...
Nemmeno se si trovasse negli USA avrebbe il potere che ha ora in Russia.
Frank:
Un paese dell'est che visitai molti anni fa è la Serbia.
Ci andai insieme al figlio di un mio ex datore di lavoro, che era (è) un cacciatore e ricordo che di povertà ne vidi tanta.
(Vidi anche luoghi bellissimi)
@@
ps:
http://www.terrelibere.org/1763-serbia-boom-suicidi-falcidiata-generazione-di-mezzo/
--- Citazione ---Serbia: boom suicidi, falcidiata generazione di mezzo
Alessandro Logroscino | 5 Dicembre 2005
I serbi stanno perdendo la voglia di vivere. É questo l`allarme che viene dalle ultime cifre sul dilagante aumento del tasso di suicidi in un Paese al quale – fra tante contraddizioni – non aveva finora fatto difetto, tradizionalmente, un robusto patrimonio di vitalità.
Prostrati da una lunga e incerta transizione, reduci dalle guerre e dalle sconfitte che hanno segnato la dissoluzione della Jugoslavia, centinaia di persone si tolgono oggi anno la vita.
Un fenomeno che ha falcidiato inizialmente i vecchi di sesso maschile, ma che negli ultimi tempi – stando a quanto emerso in un simposio di psichiatri svoltosi in questi giorni a Belgrado – comincia a trascinare nel gorgo anche le donne e in generale coinvolge soprattutto i cinquantenni: una sorta di generazione perduta, ritrovatasi ad affondare a metà del guado.
Le statistiche parlano da sole. Nei primi otto mesi del 2005 in Serbia (7 milioni di abitanti) sono stati registrati 636 suicidi. A settembre e ottobre si è poi toccato il picco: il triplo dei casi rispetto a una media già preoccupante, più o meno doppia – a titolo d`esempio – dell`Italia. E dal dato resta escluso il piccolo Montenegro, dove nella sola cittadina di Bijelo Polje, sprofondata coi suoi 50.000 figli in una singolare cappa di lutto, si sono uccisi dall`inizio dell`anno 16 persone: un record forse mondiale, in rapporto alla popolazione.
Gli studiosi riunitisi a consulto a Belgrado mettono in relazione la catastrofe con diversi fattori: la crisi economica e sociale, in prima battuta, ma anche la perdita di riferimenti e l`insicurezza generale seguite al tracollo della vecchia Jugoslavia. Allontanato, almeno per ora, lo spettro della guerra, non sembra tuttavia colmato l`abisso di isolamento, di frustrazione e di diffusa povertà in cui la Serbia è precipitata fin dagli anni `90.
La transizione, dicono gli esperti, continua intanto a essere avvertita come “un peso“ – e per decine di migliaia di profughi come un`autentica tragedia – mentre le embrionali speranze d`integrazione europea non cancellano “la mancanza di prospettive che molti avvertono“.
Fino a qualche anno fa i suicidi erano concentrati fra gli anziani, alle prese con un Paese disgregato che non riconoscevano come loro, con pensioni da fame e famiglie non in grado di sostenerli. Ora, però, la vera `decimazione` riguarda i cinquantenni e non risparmia neppure le donne.
L`impatto è impressionante fra la miriade di disoccupati e fra i circa 200.000 lavoratori serbi che si arrabattano senza ricevere uno straccio di stipendio: nei casi limite, come quello del grande zuccherificio di Cuprija, senza essere di fatto pagati da 10 anni.
La psichiatra Svetlana Markovic, dal canto suo, sottolinea con inquietudine l`incremento degli episodi di suicidio femminile. “Sono aumentati di quattro volte nel giro di un paio d`anni“, nota, specificando che anche in questo caso si tratta quasi sempre di persone di mezza eta`: “Donne licenziate che non possono riciclarsi nel mondo del lavoro, madri che non vedono sistemati figli già grandi. Insomma, vittime di crisi d`identità e di profonde sindromi di fallimento“.
Secondo lo psicoterapeuta Petar Opalic, la vera emergenza riguarda però i rifugiati. Nel cuore dell`Europa e a un`oretta di volo da Roma, la Serbia ne è piena. Racchiude oggi il numero più elevato al mondo di sfollati interni in rapporto alla popolazione (in massima parte fuggiti dal Kosovo), su un totale complessivo di 350.000 profughi: vittime collaterali, ormai semi-abbandonate, di un decennio di guerre scatenate e perse.
Pochi sono quelli che sperano ancora di tornare in una casa pur che sia. E non può sorprendere di ritrovare proprio in questo esercito di disperati la percentuale più alta di coloro che vedono l`ultima via di fuga in una corda, in una finestra o in una pistola.
(ANSA) LR – 01/12/2005
--- Termina citazione ---
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