Autore Topic: La realtà dei paesi dell'Europa dell'est  (Letto 85665 volte)

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Offline Vicus

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Re:La realtà dei paesi dell'Europa dell'est
« Risposta #585 il: Marzo 22, 2025, 17:31:12 pm »
Continuano a farci tirate
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Frank

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Re:La realtà dei paesi dell'Europa dell'est
« Risposta #586 il: Marzo 22, 2025, 18:37:37 pm »
Lo so.
Le loro fregnacce le posto a futura memoria.

Offline Duca

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Re:La realtà dei paesi dell'Europa dell'est
« Risposta #587 il: Marzo 25, 2025, 22:56:59 pm »
https://www.balcanicaucaso.org/aree/Bosnia-Erzegovina/Il-nostro-Praja-235909
Grandissimo Praja, riposa in pace.
Tutti evidenzieranno, ne sono certo, che Praja ha introdotto le qualità del gioco americano nel basket jugoslavo: la capacità di concentrazione, il salto in attacco, la stabilità e la tenacia fisica. Qualità a cui si aggiunge l’immaginazione, elemento senza il quale Praja non sarebbe diventato uno dei miglior giocatori al mondo.
Io non so chi abbia scritto queste cose ma è evidente che non distingue un pallone a spicchi da un'anguria... concentrazione, saltare e tenacia fisica esistevano anche in Europa e comunque Praja da buon serbo disprezzava gli statunitensi, difatti ha resistito alle munifiche sirene dell'NBA perché detestava il loro basket da circo, essendo persona seria e atleta naturale dal gioco concreto e privo di fronzoli (p.es. non schiacciava quasi mai) a differenza dei pagliacci d'oltre oceano; ma ciò che lo rendeva un campion , a parte la strapotente fisicità naturale e non costruita, era l'intelligenza (cestistica e non) e l'applicazione indefessa sui fondamentali; pensate che, quando nella Reyer faceva coppia con Haywood che da bravo negro non faceva vita da atleta perdendosi dietro alcool, mignotte e quant'altro, Praja invece il 1 gennaio si faceva dare le chiavi del palazzetto dal custode e si metteva a fare esercizio di tiro nonostante avesse una mano mooolto educata; questa si chiama professionalità, rispetto di chi ti paga, cioè i tifosi, e mentalità vincente.