e' con una certa riluttanza che mi sono deciso a partecipare a questo forum, ma sento in me la necessita' di chiudere il cerchio di questa vicenda che chiamiamo femminismo e che ha influenzato profondamente i nostri rapporti con l'altro sesso.
I miei interventi saranno un insieme di considerazioni che vado sviluppando da tempo.
Alcune questioni, temo, non saranno affatto nuove, posso solo augurarmi che, se non nella sostanza, almeno nel modo di disporre il materiale io possa dare un contributo interessante.
Io credo che noi non si debba inventare parole nuove, come sono solite fare le femministe, ma riscoprire il significato originale dei termini, rendendo con cio' ad essi giustizia.
La questione maschile non puo' essere giocata sempre in difesa, tentando di rispondere a tutte le accuse di disadattamento sociale e di inadeguatezza alla modernita' che quotidianamente ci vengono rivolte da piu' parti.
La questione maschile deve essere giocata in attacco, mettendo sul banco degli imputati i tempi stessi in cui viviamo e le femministe che li dominano.
Come?
Sottoponendoli al vaglio dello spirito critico.
I tempi sono favorevoli, perche' era facile fare le femministe quando c'erano ancora i maschilisti a pararti il culo se facevi delle scelte sbagliate.
Difficile adesso spiegare alle nuove generazioni di ragazze le ragioni di tutti i sacrifici e le rinunce che dovranno fare da adulte.
E sopratutto giustificare la scarsissima qualita' dei rapporti tra uomini e donne.
Il femminismo sta' vivendo un tempo preso a prestito.
A questo proposito, parto da una posizione che mi permetta una visione dall'alto della nostra vicenda umana.
Una posizione che si contrapponga nettamente all'andazzo corrente.
Mi definisco quindi un maschilista razionale e misantropo, e da questo punto di vista passo al vaglio della ragione il percorso che ci ha portati alla situazione attuale.
Non è un punto di vista estremista, è un punto di vista e basta.
Perche' il nikname "Gullfire"?
Gullfire e' l'aliante che nel film - 1997, fuga da New York - atterra sul tetto delle Torri Gemelle.
Silenzioso, elegante, inosservato.
Perche' mi sono andato progressivamente convincendo che solo con una visione dall'alto della realta' che ci circonda possiamo scoprirne la vera essenza e dare una spiegazione razionale ai cambiamenti che abbiamo dolorosamente subito.
E le cui conseguenze ci stiamo trascinando dietro come un peso morto.
Forse questo tentativo e' predestinato a cadere nel vuoto, ma, allo stato attuale, non ho ragioni di ritenere che non valga la pena di essere attuato.